«Incapaci di rispondere a Mastella» E il consigliere gay lascia la Quercia

Laicamente, un addio alla Quercia. Alessandro Zan, 33 anni, consigliere comunale e presidente regionale di Arcigay, ha scritto direttamente a Piero Fassino per spiegare i motivi che lo hanno indotto ad abbandonare i Ds proprio nella fase congressuale. Le strade si divaricano, anche se Zan resta «un uomo di sinistra che fa politica senza rinunciare alle idee, ai valori e all’impegno che in questi anni ho condiviso con altre e altri, dentro e fuori la Quercia».
Perché’ questa drastica scelta?
L’ho maturata negli ultimi tre mesi. Ora si è esaurita, per me, l’esperienza politica nei Democratici di sinistra. E’ un partito che a tappe accelerate va verso la costituzione di una forza politica che sulla laicità dello stato e sui diritti civili finora ha detto ben poco.
Il Partito democratico è diventato teo-dem?
Appunto. Non ce la faccio a immaginarmi con Rosi Bindi nello stesso partito. Soprattutto visto che il «manifesto» del Partito democratico per certi versi mi ha lasciato sconfortato e sconcertato.
Un addio definitivo?
Invece di infilarmi in un congresso ed aspettare ho preferito una decisione che può sembrare drastica e radicale ma che per me è coerente. Dico addio ai Ds prima di vederli definitivamente cannibalizzati da una formazione che ha sempre più una fisionomia indefinibile.
Zan e Fassino: cos’è successo in questi mesi?
Ho incontrato il segretario nazionale più volte. In pubblico e in privato. Gli ho espresso tutto il mio disagio, come pure i motivi del mio malessere rispetto ai temi che mi hanno spinto all’impegno diretto in politica.
Tutto è precipitato adesso?
Fino al 2006 ero iscritto alla sezione di Padova nord all’Arcella. A gennaio non ho rinnovato immediatamente la tessera. Ho partecipato all’assemblea con Fassino, proprio in attesa di capire meglio. Non solo la questione delle coppie di fatto e delle unioni gay. Da allora, però, la situazione non è cambiata né migliorata. La lettera a Fassino riassume la fine di questo percorso.
Il dissenso, dunque, si sviluppa intorno al progetto di legge dei Dico?
C’é una generale pavidità, che in pratica diventa il sussurro della laicità dello stato. Per me è il valore in quanto bene comune che garantisce tutte le confessioni religiose. Sono e resto di sinistra: voglio un partito che non abdica su questo. Mi piacevano poco i Dico: erano comunque un passo avanti. Ora neppure questa flebile luce esiste più. Nel Partito democratico le nuove famiglie non esistono. Le convivenze sembrano tollerate e degli omosessuali non v’è traccia. E’ come se l’ombra di Mastella oscurasse quelle di Rutelli e di Fassino.
Dunque, per gay e omosessuali, un passo indietro nella Quercia?
Abbiamo assistito alle offese della Binetti e alle conseguenti dichiarazioni della Bindi. Come gay e lesbiche dei Ds abbiamo scritto una lettera molto preoccupata. E ci aspettavamo una risposta, nel merito della questione dei diritti civili e dei rapporti politici. Quanto meno un segnale da parte di Prodi, Fassino e Rutelli. Inutilmente. Perché’ la prospettiva del Partito democratico di fatto dissolve i Ds. Ma annulla anche la mia esperienza dentro i Ds in difesa dei diritti.
E ora cosa farà il consigliere che a Padova ha ottenuto il riconoscimento anagrafico delle coppie di fatto senza discriminazioni?
Mi iscrivo al gruppo misto in Consiglio e continuo a fare politica esattamente come prima. Nelle istituzioni, al servizio della città, occupandomi di diritti.
E politicamente?
Sono convinto che senza un processo di aggregazione non si riesce a far maturare la sinistra italiana, ancora incerta nel traghettamento dal post comunismo al neo socialismo. Tuttavia il manifesto del Partito democratico annulla o mortifica la sinistra, non la evolve. Le sue battaglie storiche, la difesa dei diritti dei lavoratori, delle persone, della laicità dello Stato, dove sono?

Fonte: ilManifesto.it

3 commenti

civis romanus sum

Bene … si prospetta la scissione nei DS come auspicavo per contrapporsi alla fusione coi democristi nel Partito Democratico.
Ora necessità la riunificazione di tutta la sinistra critica , rifondazione , comunisti , movimenti e tutti quelli che ne vorranno far parte per la creazione di una forza politica di sinistra vera che potrebbe contare a questo punto un buon 15% , 20% di elettori .

Marco G.

Con quelli che vogliono essere “padroni a casa loro” non c’è altro da fare

Commenti chiusi.