D’ora in poi i presidi britannici potranno vietare l’uso del velo islamico in classe. È già nuova polemica in Inghilterra per la circolare governativa che concede ai presidi la facoltà di decidere sui codici di vestiario degli alunni, compresi quelli che hanno significato religioso come il niqab, il velo che copre interamente il viso delle ragazze musulmane. La direttiva, di cui ieri la Bbc ha anticipato alcuni contenuti, si era resa necessaria in seguito a una vicenda accaduta lo scorso febbraio. Una ragazzina islamica di dodici anni si era vista rigettare dall’Alta Corte la richiesta di annullamento della decisione presa dalla preside della sua scuola, nel Buckinghamshire, che le aveva proibito di indossare a scuola il velo. Allora il governo si era impegnato a riesaminare la questione, sottolineando che i costumi religiosi vanno rispettati, ma questo non deve impedire una relazione chiara e diretta tra allievi e insegnanti.
Secondo quanto anticipato ieri sul sito online della Bbc, nella circolare del governo verrà dunque chiarito che «se il volto dello scolaro è coperto, il docente potrebbe non essere in grado di giudicare la sua reale partecipazione alle lezioni o assicurare il coinvolgimento in dibattiti e altre attività». Sarà quindi facoltà delle singole autorità scolastiche scegliere quale sia la soluzione migliore. Le rappresentanze dei presidi hanno espresso una generale soddisfazione di fronte alla decisione del governo, definendola portatrice di chiarezza e garanzia per tutte le scuole, soprattutto dopo le polemiche fattesi sempre più aspre negli ultimi anni sull’abbigliamento religioso. Divisa a metà invece la comunità islamica inglese. […]
Il testo integrale dell’articolo di Erica Orsini è stato pubblicato sul sito de Il Giornale
Beh! se i presidi devono decidere qual’è il “codice di abbigliamento” più appropriato, è assolutamente giusto che esso valga anche per capi o accessori di carattere religioso.
In caso contrario, si stabilisce il pericoloso principio che la religione sta al di sopra della legge..
la mia osservazione può risultare un pò ingenua, ma quando andavo a scuola io, in classe non si poteva portare nè il cappello nè occhiali da sole, e nessuno si meravigliava di questo divieto….la religione purtroppo fa sentire la gente al di sopra delle regole o norme del vivere comune……
Che qualcuno possa sindacare il mio “codice di abbigliamento” mi fa solo incazzare. Io mi innervosisco quando qualcuno mi parla tenendo gli occhiali da sole, glielo faccio notare ma non posso imporgli di toglierli. Se è possibile identificare comunque lo studente il divieto mi sembra immotivato.
Trovo che siano le solite esagerazioni.
«se il volto dello scolaro è coperto, il docente potrebbe non essere in grado di giudicare la sua reale partecipazione alle lezioni o assicurare il coinvolgimento in dibattiti e altre attività».
Una buona metà dei professori dei licei se ne strasbatte della partecipazione degli alunni, e non è certo il volto scoperto che mostra o meno l’attenzione degli scolari: per quello bastano gli occhi.
Non possiamo battere gli estremismi in favore della religione con altri estremismi, è quanto di più anticostruttivo ci sia, se vogliamo farci una facciata rispettabile.
Mi piacerebbe sapere che cosa vuole significare se io vengo con un crocifisso appeso al collo piuttosto che con un velo sulla testa. La legge dovrebbe assicurare il diritto di fare ciò che si vuole finchè non si ledono i diritti altrui, ed in questo caso non credo proprio che si vada a danneggiare nessuno.
IMHO, ovviamente.
@ DavideM:
Non sono d’accordo. A squola bisognerebbe tenere un comportamento ed un atteggiamento rispettoso dell’istituzione, dei professori e dei compagni.
Non dico di arrivare all’uniforme, come in molti collegi, ma nemmeno allo sbracamento piu’ totale ed assoluto.
Minigonne inguinali, scollature vertiginose, perizomi a vista, elastico delle mutande in esposizione, cappelli portati in classe ed altre amenita’ vanne bene all’esterno.
Dentro un po’ di contegno, eccheccavolo.
Saluti
Hanmar
“il niqab = velo che copre interamente il viso delle ragazze musulmane”
Non dimentichiamo che questo velo è un simbolo discriminante di ammessa inferiorità, perciò andrebbe vietato SEMPRE.
In Italia è stata multata una donna col burka in base al Regio Decreto 773/1931
ART. 85. (ART. 83 T.U. 1926).
È VIETATO COMPARIRE MASCHERATO IN LUOGO PUBBLICO.
IL CONTRAVVENTORE È PUNITO CON L’AMMENDA DA L. 100 A 1000.
È VIETATO L’USO DELLA MASCHERA NEI TEATRI E NEGLI ALTRI LUOGHI APERTI AL PUBBLICO, TRANNE NELLE EPOCHE E CON L’OSSERVANZA DELLE CONDIZIONI CHE POSSONO ESSERE STABILIRE DALL’AUTORITÀ LOCALE DI PUBBLICA SICUREZZA CON APPOSITO MANIFESTO.
IL CONTRAVVENTORE E CHI, INVITATO, NON SI TOGLIE LA MASCHERA, È PUNITO CON L’AMMENDA DA L. 100 A 1000.
@ Hanmar:
“Minigonne inguinali [cut] vanne bene all’esterno. Dentro un po’ di contegno, eccheccavolo.”
L’abbigliamento non ha NULLA a che vedere col contegno. Giudicare dall’involucro è male, il mio modo di vedere è diametralmente opposto al tuo. Io voglio un mondo dove la gente se ne và per strada col pisello di fuori, se la cosa gli sta bene!
Scusate ma mi par di leggere discorsi fuorvianti, sappiate che questo niqab è una imposizione fatta dalla RELIGIONE che mortifica la donna e le impone di non mostrarsi, salvo esser additata come pubblica peccatrice. La legge in questo senso parla in modo chiaro e se una donna di religione islamica decide o le viene imposto di portare il suddetto velo, bene, ma lo faccia in casa propria e non in un luogo pubblico.
@ Lamb of God
Trattasi di Regio Decreto: che vogliamo fare? tiriamo fuori testi sacri pure noi?
A me questo tipo di divieti sembra discutibile, tranne che per ragioni di pubblica sicurezza. Che sia vietato coprirsi il volto durante manifestazioni pubbliche onde facilitare l’identificazione da parte delle forze dell’ordine è sensato, che sia vietato girare per stada con il burka o con la maschera di Pulcinella no.
Vedo che ancora ti sfugge il significato ideologico e religioso di quel velo integrale, eppure pensavo di esser stato chiaro. Cmq è (giustamente) vietato girar per strada col burqa perchè l’identificazione dell’individuo in un luogo pubblico deve esser SEMPRE possibile e, per farti un esmpio recente, posso citare le rapine compiute in GB proprio da uomini camuffati. Si elude la legge ed ogni sistema di videosorveglianza atta a tutelare anche la mia sicurezza-libertà, ed io dovrei accettare questo in nome di un Dio inesistente, sia questo Allah, FSM, o altro? NO.
Questo provvedimento è liberticida: se io voglio accedere ad una scuola pubblica ho il diritto di mettere il velo islamico o una maglietta di Marilyn Manson. Non sono queste stupidate i provvedimenti che il governo inglese dovrebbe prendere contro l’integralismo islamico in UK.
(a Londra, in un sondaggio si parlava di un 40% di persone appartenenti alla comunità islamica favorevole alla Sharia).
«Quando nascondi il viso non solo disumanizzi la persona – ha spiegato il dottor Tag Hargey del Muslim Education Centre – ma crei una barriera comunicativa tra le persone e le varie comunità. Personalmente ritengo che prima ci disfiamo di questo velo, di questa maschera, meglio sarà».
Abbiamo bisogno di un musulmano con il cervello per capire che il volto rappresenta la persona? E che proprio per questo i nipotini di Maometto lo fanno nascondere alle donne? (mica agli uomini)
A scuola i simboli religiosi non devono entrarci, ne crocefissi, ne niqab e ne quantaltro.
Tra laltro per il velo islamico c’è anche un discorso a parte in quanto simboleggia la sottomissione femminile e la maggior parte delle volte viene imposto.
Ci lamentiamo dellindottrinamento che gli ecclesiastici operano a danno di bambini non ancora in grado di intendere e volere, ma non ci lamentiamo delle imposizioni che il genitore, lo zio o il fratello fa nei confronti di una ragazzina???
Non è in nome di un qualunque dio che dobbiamo accettare il fatto che qualcuno porti il velo, ma in nome della libertà individuale!
Il velo disumanizza la persona? è un orpello religioso? è simbolo di sottomissione? è una barriera alla comunicazione e all’integrazione?
EMBHE’????????????
Se non è imposto (ripeto: SE NON E’ IMPOSTO) ognuno sia libero di fare quel piffero che vuole!
Può non piacermi (sarò esplicito: non mi piace, è una tradizione aberrante) ma ciascuno si conci come vuole alla facciazza mia!
Il punto è se la ragazza in questione porti il velo (ovviamente non il burka o quello che copre interamente il volto, così come non si può stare in un luogo pubblico con un casco integrale in testa) per libera scelta o meno. Se lo fa per propria scelta, per quanto essa sia criticabile, non è sindacabile, esattamente come se portasse una croce al collo o un jeans strappato.
Se non è una sua libera scelta, ma le viene imposto da qualcun altro, magari con la forza o le minacce, il problema non è se lo debba portare o no a scuola. In una situazione di padre-padrone che impone il velo a calci alla figlia, se le vieti di metterlo a scuola, ottieni che il padre-padrone la tiene chiusa in casa.
Evidentemente l’obiettivo di certi provvedimenti è che non si VEDANO ragazze discriminate, non EVITARE la discriminazione.
L’antidoto a certi problemi è l’integrazione, che si ottiene innanzitutto favorendo la miscellanea fra le varie componenti culturali di una società. I ghetti favoriscono solo le chiusure reciproche e gli estremismi. Se spingiamo ulteriormente una comunità a isolarsi e a chiudersi allontaneremo la possibile integrazione (che poi deve essere innanzitutto comprensione e contaminazione reciproca).
@ Nikky
concordo con te.
“Se non è imposto (ripeto: SE NON E’ IMPOSTO) ognuno sia libero di fare quel piffero che vuole!”
Come fai a stabilire se è imposto o meno? Magari la diretta interessata all’insegnante ed al preside dice che il niqab lo vuole ad ogni costo, ma in realtà è il padre che la obbliga e reprime in malo modo ogni tentativo di ribellione. Noi come facciamo a sapere questo? Il caso di Hina non ti dice niente? Se non te ne sei accorto questa è una prevaricazione bella e buona della libertà di cui sei portavoce, IO sono pronto a mettere la mano sul fuoco se una sola bambina delle scuole elementari o medie porta questo velo per propria convinzione profonda pur sapendo cosa questo significhi realmente. Il problema è che nessuno, ripeto NESSUNO, può indagare se il niqab è imposto o meno, perciò togliamo quello assieme a crocifissi, rametti di ulivo, etc …
Lamb of God,
come dire che alle elementari troveresti anche bambine con la profonda convinzione di fare la suora, da grandi.
Maddai, non mi fare il filo-islamico e l’anti-cattolico
🙁
@ Lamb of God
chiedo scusa, ho frainteso
sorry sorry sorry
@ Lamb of God
Tu dici: “Come fai a stabilire se è imposto o meno?” Giusto, puoi presumerlo ma non saperlo.
Invece se glielo vieti è CERTO che gli stai imponendo di non metterlo! E’ esattamente l’atteggiamento di chi impone il burka, esattamente.
Ovvio che anch’io sia per togliere tutti i simboli religiosi, ma dagli EDIFICI PUBBLICI, non dai PRIVATI CITTADINI. Sarebbe bello impedire certe imposizioni da parte delle famiglie, ma mi piacerebbe sapere con quali METODI. A me non vengono in mente sistemi che non siano impositivi e dittatoriali quanto quelli che dovremmo combattere con tutte le nostra forze.
DavideM: “Io voglio un mondo dove la gente se ne và per strada col pisello di fuori, se la cosa gli sta bene!”
Se la cosa valesse per tutti e venisse vissuta senza ostentazioni, con innocente naturalezza, ti darei ragione incondizionatamente. Purtroppo le cose non stanno così.
Come insegnante provocherei un putiferio se mi presentassi innocentemente a scuola, uomo di mezza età sofferente per il gran caldo, con un bel perizoma in bella vista tra dei micro-shorts inguinali e una gradevolissima maglietta traforata a mezza schiena. Al mio abbigliamento verrebbero immediatamente abbinati mille e mille significati, magari travisando completamente le intenzioni. Come effetto, ne deriva che so con certezza che il Dirigente della mia scuola farebbe il diavolo a quattro per IMPEDIRMI di presentarmi così abbigliato. E nessuno avrebbe da ridire, ne sono certo. Anzi, probabilmente molti RICHIEDEREBBERO un suo intervento restrittivo.
Vi garantisco che gli adolescenti che vestono in modo APPARENTEMENTE “libero”, spesso in effetti o sono vittime del più bieco conformismo, o ostentano un manifesto carico di messaggi impliciti e di secondi fini. Non potendo intervenire su quello che sta nella testa della gente (e meno male!), non si può far altro che intervenire sugli aspetti esteriori. Anche ponendo una maggiore attenzione agli aspetti esteriori dell’abbigliamento e dei comportamenti si possono arginare quei messaggi e quei secondi fini che, la cronaca ci insegna, talora degenerano in tragedia.
Purtroppo in Italia, da un punto di vista giuridico, la situazione è tutt’altro che chiara, il che genera parecchi “problemini”.
DavideM, ti racconto un aneddoto di 15 anni fa’: è pieno inverno, un freddo da lupi, io sto entrando in una chiesa cattolica nel principato di Monaco col berretto di lana in testa e, immediatamente, come metto piede all’interno della navata (senza neanche avere il tempo di scaldarmi!), un tizio mi leva il copricapo dalla testa e me lo porge con aria severa.
Chi ha ragione? Io dico lui. Perchè? Sono entrato in un luogo dove ogni copricapo è espressamente vietato e chiunque deve adeguarsi, bambini infreddoliti compresi, perchè quelle sono le regole (giuste o sbagliate che siano!).
Chi mette piede in Italia o in Inghilterra da un paese estero si deve adeguare alle medesime regole, qui non è possibile stare in un luogo pubblico a volto coperto ed io mi sento tutelato da questa legge, perciò chi trasgredisce è giusto che paghi secondo quanto previsto dalla legge italiana. A maggior ragione se quanto metto davanti al viso è imposto nonchè manifesto simbolo di inferiorità.
Cmq il post di Raffaele Carcano ed i successivi commenti ben spiegano questo caso, un conflitto più che mai attuale e da affrontare di petto, contro la misoginia islamica.
@ Aldo
In effetti un Aldo in micro-shorts e traforata è un’immagine ripugnante 🙂
Scherzi a parte … è deprimente pensare a quanti anni ci sono voluti perchè le gonne sopra il ginocchio diventassero moralmente accettabili (per qualcuno ancora non lo sono!). Ma qual’è la logica di questo atteggiamento? perchè le scelte individuali devono essere “approvate” dalla società? Non c’è nessuna logica in questo perchè non si danneggia nessuno a girare nudi piuttosto che in muta da sub o in tenuta papale. Il “comune senso del pudore” è una delle tante incarnazioni del nostro bisogno di religioni e rituali: speriamo di liberarci anche di questo!
@ Lamb of God
Io come individuo rinuncio ad una mia libertà (nascondere il volto) in virtù di una necessità della società (la sicurezza). Inquadrato in questi termini ovviamente ha un senso.
Quello che discuto è se davvero ciò sia necessario quando basterebbe che il volto sia rivelato alle forze dell’ordine solo nel momento in cui effettuano un accertamento di identità. Con la scusa della sicurezza nazionale se ne sono combinate (e se ne combinano) di tutti i colori, quindi istintivamente non mi piacciono certe imposizioni …
La misoginia islamica è uno scandalo sotto il sole e fa male pensare che ci vorranno (almeno) due generazioni prima che questa malattia receda, ma la lenta cura è solo la crescita culturale. Certe terapie d’urto finiranno solo per irrobustire il male.
Io penso che il velo è un simbolo di discriminazione come lo era la stella di davide imposta agli ebrei. Visto che non possiamo sapere a chi viene importo e a chi no, il velo deve essere vietato nei luoghi pubblici, così almeno per mezza giornata le ragazzine che vivono il velo come un peso ma che hanno paura di toglierselo per timore di essere ammazzate dal padre, si sentiranno sullo stesso piano di tutte le altre.
Io invece sono assolutamente favorevole a qualcosa di simile all’uniforme scolastica.
Penso ad esempio all’ostentazione dei capi ultrafirmati dei figli di genitori benestanti nella stessa classe di chi porta abiti comprati alla Oviesse, penso che l’ansia da ricchezza non dovrebbe far parte del bagaglio formativo dei bambini o ragazzini.
Avranno tutto il tempo crescendo di capire che i soldi e l’apparire contano nella vita.
Quindi no all’ostentazione dei simboli religiosi e no all’ostentazione di simboli “classisti”.
Per chi abbia una buona conoscenza della lingua francese, è in programmazione stasera su TV5 Monde ( Segnale Italia ) un film chiamata ” Per l’amore di Dio ” ( Pour l’amour de Dieu ) legato al problema dell’ Islam in Francia, del velo in generale, del recupero di giovanni da parte di estremisti etc….
>non c’è nessuna logica in questo perchè non si danneggia nessuno a girare nudi
>
da un punto di vista IGIENICO e’ una cazz…
oops, volevo dire una stronz… ehmmm UNA EMERITA STUPIDAGGINE : )