Bagnasco nel solco di Ruini

L’entrata in scena del neo-presidente della Cei monsignor Angelo Bagnasco marca uno stile nuovo, più pacato e meno autoritario. Sparisce, rispetto all’era precedente, la rigidezza del leader che decide per tutti e sparisce anche – almeno nella forma – quell’implicita avversione pregiudiziale all’Ulivo, che caratterizzava la linea del cardinale Ruini.

È un segnale importante che Bagnasco abbia voluto depotenziare il Family Day da qualsiasi valenza anti-governativa, dandogli il sigillo di una “festa” a sostegno della famiglia. È questa, d’altronde, la linea del segretario di Stato cardinale Bertone, resosi conto del fatto che lo scontro frontale irrita vasti strati della società italiana.

Ma se il nuovo approccio appare più soft, sulla questione concreta delle coppie di fatto vi è un’intransigenza di fondo, che promana direttamente da papa Ratzinger e che pretende di vincolare i parlamentari cattolici. Intransigenza riassunta nel pronunciamento papale: “Nessuna legge fatta dagli uomini può sovvertire la norma scritta dal Creatore”. Dov’è scontato che sulla qualità di una legge decide la gerarchia ecclesiastica. Infatti il presidente della Cei si è affrettato subito a definire “inaccettabile e pericoloso” il disegno sui Dico.

Inutile fingere. Il Family Day è la seconda tappa, dopo il referendum sulla procreazione assistita, dell’escalation della Chiesa come soggetto politico.
Inutile nascondersi che la manifestazione del 12 maggio ha il suo fulcro nell’essere contro i Dico, cioè contro l’affermazione di un diritto civile: la regolamentazione delle convivenze e il riconoscimento delle unioni gay. […]

Emerge qui una particolarità esclusiva dell’Italia, che Benedetto XVI ha scelto quale sua trincea nell’Occidente secolarizzato. Il nostro Paese ha un ventaglio enorme di iniziative di impegno religioso. Chi aderisce all’Azione cattolica crede nella “mediazione” tra vangelo e società, chi segue Cl è fautore della “presenza”, chi è nelle Acli si batte per il rapporto tra fede e mondo del lavoro, chi sta con Rinnovamento è attratto dalla relazione con lo Spirito, chi segue i Neo-catecumenali ripercorre un cammino di iniziazione, e si potrebbe continuare. Nessuno di questi cattolici impegnati ha dato delega ai propri leader di entrare nel dettaglio legislativo di una regolamentazione delle coppie di fatto. Nessuno di loro – eppure hanno esistenze tanto variegate – è stato mai nemmeno interrogato sulla questione.

E’ dall’alto, è dalla cattedra vaticana che l’associazionismo cattolico viene piegato alle esigenze di una strategia, che entra direttamente nelle aule parlamentari italiane per dire cosa si può o non si deve fare. Così come dal palazzo vaticano è giunta la singolare telefonata di plauso del Vicario di Cristo ad un capopartito, il ministro Mastella, per la sua opera di sabotaggio dei Dico. Episodio unico nella storia contemporanea del cattolicesimo. […]

Il testo integrale dell’articolo di Marco Politi è stato pubblicato sul sito di Repubblica

2 commenti

dv64

“…Emerge qui una particolarità esclusiva dell’Italia, che Benedetto XVI ha scelto quale sua trincea nell’Occidente secolarizzato…”

Purtroppo è vero che siamo il loro ultimo protettorato, ormai anche i governi di paesi come Brasile, Filippine, Portogallo, ecc. se se strabattono tranquillamente dei dictat vaticani.
Vorrà dire che sarà ancora più soddisfacente essere noi ad assestare il colpo di grazia a questa istituzione nefasta per il progresso del genere umano, meglio tardi che mai.

Nikky

Beh dopo di noi gli rimarrà sempre la polonia e volendo anche malta.
Spero di esserci per il colpo di grazia ma non sono così ottimista.

Commenti chiusi.