Testamento Biologico: l’ora delle scelte

Dichiarare, o consegnare ad una persona fidata la propria volonta’ di ricevere o meno terapie rianimatorie, di ventilazione, di alimentazione o di idratazione nel momento in cui non si abbia piu’ la capacita’ di esprimerlo da soli.
Sono queste le ”volonta’ anticipate”, piu’ comunemente chiamate ”testamento biologico” ai quali il Parlamento sta lavorando in questi mesi e al centro di un grande convegno internazionale, ospitato dalla biblioteca del Senato a Roma, e che vede la partecipazione dei principali esperti e del ministro della Sanita’ Livia Turco, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Casi clamorosi di cronaca come la battaglia di Piergiorgio Welby per porre fine alla propria vita quando non e’ piu’ possibile vivere senza macchine, hanno portato il tema delle volonta’ anticipate nel cuore dello scontro bioetico. C’e’ una netta spaccatura, trasversale a maggioranza e opposizione, tra chi ritiene che sia il medico, in scienza e coscienza, in dialogo con il paziente e la sua famiglia, a dover tracciare il confine tra cura e accanimento terapeutico, tra pieta’ e dignita’ e chi invece crede che la parola ultima spetti al malato, che puo’ esprimerla anche quando e’ ancora in salute, o in una fase iniziale di una malattia invalidante il cui decorso sia noto.
Una scelta, tra l’obbligatorieta’ del rispetto del ”testamento” da parte dei medici, quella della possibilita’ di obiezione di coscienza e della possibilita’ di scegliere non soltanto di ”staccare la spina” di respiratori e affini, ma anche di interrompere nutrizione e idratazione meccaniche, rispetto alla quale si dividono quasi geometricamente i ddl attualmente in discussione nella commissione Sanita’ del Senato. ”Immagino che a giugno il ddl potrebbe arrivare al Senato” ha annunciato nel convegno di Roma il presidente della commissione Ignazio Marino, fiducioso che ”alla fine si riuscira’ a distinguere che cos’e’ sostegno alla vita e che cos’e’, invece, terapia, e dunque rinunciabile, da parte del paziente”, secondo anche quanto affermato dalla Costituzione.
Ma componenti decisive nella costruzione della maggioranza, come ad esempio la corrente Teodem, sembrano pronte a dare battaglia.

Fonte: Asca.it

8 commenti

Nikky

Con questi numeri difficilmente passerà al senato, pochi hanno il coraggio di mettersi contro il vaticano.
Al momento si scateneranno le ire di ratzinger e co con note vincolanti ai politici.
Se non si fa qualcosa leggi sui diritti civili non passeranno mai.

Andrea

Speriamo che il processo di secolarizzazione continui la sua strada il più presto possibile

archibald.tuttle

“fiducioso che ”alla fine si riuscira’ a distinguere che cos’e’ sostegno alla vita”

e dopo che TU hai deciso arbitrariamente cosa e’ sostegno alla vita IO dovrei essere costretto a subire quel trattamento contro la mia volonta? se decidono che una trasfusione di sangue e’ sostegno alla vita cosa fanno, impongono le trasfusioni ai testimoni di geova? se LORO decidono che nuvoli non puo tornare a casa quale e’ la differenza dal sequestro di persona? e marino sarebbe un esponente della sinistra, di quelli a favore dei diritti civili? qua andiamo di male in peggio.

Vassilissa

Le direttive anticipate, espresse dal malato per chiarire a medici e famiglia se perseverare nelle cure in un imminente pericolo di vita, non rappresentano una modalita’ ”per aprire la porta, non dichiarandolo espressamente, alla eutanasia”. Lo ha sostenuto il ministro per la Salute Livia Turco, intervenendo al convegno internazionale ‘decisioni di fine vita’ a Roma.
”La capacita’ o incapacita’ di intendere o di volere del malato e, quindi, l’eventuale ricorso alle direttive anticipate – ha assicurato Turco – non puo’ interferire in alcun modo sui trattamenti che il medico puo’ o meno somministrargli lecitamente”. Non riconoscere valore alle direttive anticipate non significa, ha aggiunto infatti Turco, ”che non si adottino scelte riguardanti i trattamenti, da parte dei sanitari o dei familiari”. Se si crede nella titolarita’ delle scelte da parte di ciascuno, medici e famiglie sono – secondo il ministro – ”evidentemente soggetti meno titolati ad adottarle che non il malato stesso in via anticipata o il suo fiduciario”, al quale siano state affidate dal malato. Fino a quando l’eutanasia sara’ vietata dal nostro ordinamento, ha sottolineato il ministro ”essa resta fuori da cio’ che si puo’, legittimamente, chiedere ed ottenere”. Per questo le dichiarazioni non potranno mai contenere volonta’ ”in contraddizione col diritto positivo – ha sottolineato Turco – con la buona pratica clinica, con la deontologia medica o che pretendano di imporre al medico pratiche per lui inaccettabili in scienza e coscienza”.
Quindi, esorta la Turco, il Parlamento approvi presto, ”con un’ampia maggioranza”, una legge sul testamento biologico, che raccolga la volonta’ espressa dalle proposte al vaglio in Senato. Le proposte sono, secondo Turco, ”molto importanti perche’ si pongono l’obiettivo di colmare lo scarto evidente tra quanto e’ maturato nel corso degli ultimi decenni sul terreno dei valori e dei principi, e quanto previsto dalle norme”. Un’approvazione rapida della legge viene considerata da Turco ”una parte del nostro impegno per guardare a tutto cio’ in maniera piu’ adeguata ai tempi e ai bisogni dei cittadini”, poiche’ pongono al centro informazione, consenso informato e direttive anticipate ma, ”soprattutto il valore delle scelte della persona malata”. Un valore che, ha ricordato Turco, ”insieme al diritto all’autodeterminazione e al divieto di accanimento terapeutico sono ormai parte della nostra cultura ma disciplinati in maniera inadeguata”.
Inoltre, sostiene il ministro, il riconoscimento giuridico del valore delle dichiarazioni anticipate di volonta’ in caso di incoscienza ”non dovrebbe essere considerato come il punto di arrivo di un dibattito bioetico, quanto piuttosto una delle premesse articolate, complesse, contraddittorie dello sforzo quotidiano per garantire la dignita’ del malato”.
Se non si fosse coscienti di questo, secondo Turco, ”si correrebbe il rischio di ridurre la lotta per la promozione e la difesa di valori bioetici, e anche delle dichiarazioni anticipate, a una battaglia di tipo formale”. Turco ha portato l’esempio delle dichiarazioni di consenso informato che si sono ridotte, nella maggior parte dei casi ”a una firma del paziente apposta su di uno stampato”. Determinante per il ministro, per una effettivita’ delle dichiarazioni anticipate, la scelta dei medici per i quali esse dovrebbero rappresentare ”un forte richiamo ai doveri deontologici e l’occasione per dare inizio e concretezza a un diverso modello di prestazioni sanitarie”.

Vassilissa

SCUSATE, VOLEVO MANDARE SOLO UNO STRALCIO

Nello stesso sito c’è anche questo articolo con dichiarazioni della Turco che mi sembrano per lo meno ambigue, se non inquietanti.

Pacs

Se passa la legge, per coerenza, la chiesa non farà i funerali a chi fa testamente biologico. O no?

gianni

io mi domando come sia possibile togliere ad un uomo la libertà di morire con dignità, è una forma di violenza intollerabile, speriamo di riuscire a creare una mobilitazione che porti ad una legge seria per il testamento biologico.

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