Le sei ragazze di Treviso? «Non rappresentano affatto un episodio isolato». Souad Sbai, presidente delle donne marocchine in Italia e membro della Consulta, non ha dubbi: «A ribellarsi in Italia sono tante giovani musulmane».
Ne è sicura?
«Sì, la nostra associazione assiste diverse di loro. Poche arrivano al punto di denunciare i genitori, ma le fughe sono numerose, soprattutto dai 17 anni in avanti. Alcune addirittura lasciano l’Italia e scappano in Francia. Il contrasto generazionale tra le famiglie in Italia è molto forte».
Insanabile?
«È come nella Sicilia di qualche decennio fa. Il problema è che manca nel governo italiano, un ufficio che si occupi solo del problema integrazione».
Gli Imam non affascinano i giovani?
«Tendenzialmente no. Le ragazze pochissimo, i maschi di più, ma si tratta di minoranze. Dipende molto dall’approccio dei predicatori. Alcuni sono molto abili e riescono a circuire. E allora l’atteggiamento del giovane cambia repentinamente, diventa ostile, fanatico. Lo Stato deve vigilare nelle moschee». […]
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