L’odio degli imam nelle moschee: gli infedeli si uccidono e basta

Prediche d’odio e urla d’aiuto. Sono grida diverse, ma comunque grida, quelle che si levano dall’arcipelago Islam. L’Islam d’Italia. E se è stato l’orrore il sentimento più diffuso suscitato dalle incitazioni alla Jihad lanciate dall’imam Kuhaila di Torino e mandate in onda giovedì dalla trasmissione Anno Zero di Michele Santoro, è invece pena l’emozione che scaturisce dall’altro grido, quasi corale, che arriva dal Veneto.

Lì, in provincia di Treviso, sei ragazzine africane che non si conoscono nemmeno, residenti in altrettante diverse località, hanno strappato il velo. Non quello con cui devono coprirsi il capo, ma quello immateriale, intessuto di umiliazioni, rinunce, violenze. Oltre che di vergogna per non poter vivere – perché questo in fondo chiedono – «come tutte le ragazze italiane». Così, stanche di quella diversità imposta, si sono ribellate, denunciando i genitori. Succede anche questo – anno 2007 – nella ricca Marca veneta dove l’immigrazione ha cifre da primato, direttamente proporzionali al galoppante prodotto interno lordo e ai record dell’export di quella che un tempo era stata una povera terra da cui fuggire. «E dove ormai – dicono all’Associazione industriali – perfino le nostre iniziative di qualche anno fa, per dare ai lavoratori extracomunitari un tetto, sono superate. Perché la casa, oggi, sono fortunatamente loro a poterla acquistare».

Ma se il benessere raggiunto può appagare padri e madri, non è quello – o non solo quello – ciò che inseguono i figli. E sono soprattutto le donne, relegate in una condizione di inferiorità, a pagare il prezzo più alto. Lo ha confermato la già citata puntata di Anno Zero, in cui oltre all’esaltazione di Al Qaida e agli appelli dell’imam affinché i suoi seguaci non facciano «alcun compromesso con gli infedeli», un frequentatore della moschea di via Cottolengo ha chiarito una diffusa opinione islamica sul genere femminile. Sostenendo, con una smorfia di disprezzo, che «non si può mettere a confronto una 500 con una Ferrari».

Indaga la Digos a Torino, ora. […] Anche le violenze sulle donne sono sotto esame. Si vuole capire di più sulle notizie riportate su un giornale mostrate in tv (una donna violentata dal marito, dopo una predica dell’imam che sostiene che «le donne sono esseri senz’anima»). […]

Il testo integrale dell’articolo di Guido Mattioni è stato pubblicato sul sito de Il Giornale

4 commenti

Giulio C. Vallocchia

L’ islam, come il cristianesimo, fonte di odio, di discriminazione e di morte verso chi si rifiuta di credere alla Menzogna Globale di cui le due religioni sono le propagandiste più totalitarie e totalizzanti. Il caso dell’ imam di Torino denunciato da Michele Santoro in “annozero” con l’ incitamento ad uccidere gli atei è solo un piccolo esempio dell’ odio che le religioni dogmatiche sono capaci di suscitare. Per nostra fortuna, grazie all’ illuminismo, nel mondo occidentale quello stesso odio che le chiese cristiane avevano alimentato per secoli, è stato in parte ridimensionato e oggi è rivolto soprattutto, anche se non solo, a discriminare la parità di diritti per le persone omosessuali. Tuttavia i sedicenti rappresentanti dell’ amore del dio cristiano non incitano più all’ omicidio e ai roghi come hanno fatto impunemente per secoli. Almeno per il momento. Lo fanno invece tranquillamente, in ogni parte del mondo, i più feroci seguaci dell’ islam. Quegli imam che nelle confuse e contraddittorie sure del loro libro sacro dettato, dicono, dalla loro immaginaria entità soprannaturale, leggono e diffondono solo messaggi di odio e di morte verso chi non si adegua ai loro precetti. Gli atei in particolare, ma non solo, sono i bersagli favoriti del loro incitamento all’ omicidio. Contro questi fomentatori d’ odio (islamici e cristiani) la sola difesa possibile e realistica, per chi non intende ricorrere alle stesse armi, può essere una campagna culturale planetaria di diffusione della critica delle religioni con l’affermazione dell’ irrinunciabile libertà di pensiero. La critica delle religioni nelle scuole e nei media deve essere finanziata e diffusa con risorse pubbliche in tutti quei paesi in cui con gli stessi soldi viene alimentata la diffusione delle varie credenze nella Menzogna Globale. Solo così, mediante la cultura tesa allo smascheramento di quelle pericolose fantasie religiose, si potrà depotenziare e sconfiggere la capacità di odio e di morte di cui i sistemi religiosi, e in particolare islam e cristianesimo, sono depositari. Giulio C.Vallochia http://www.nogod.it

Jamp

Personalmente odio il politically correct e tutti quelli che “non dicono perchè è brutto dirlo”, pertanto lo dico.
Non ho niente in contrario contro i fedeli di qualunque confessione, fintantochè non pretendono di convertirmi o di mettere le loro leggi al di sopra di quelle del bene comune (peggio ancora di quelle dello stato in cui si trovano). Non ho razzismi o prevenzioni verso un culto piuttosto che un altro.
Ma in soldoni quello che dice Vallocchia è vero: il mondo islamico è culturalmente paragonabile al nostro medioevo, anche se noi avevamo le spade e loro hanno i kalashnikov. Non serve a niente “esportare” cultura e democrazia, devono fare il loro cammino come noi abbiamo fatto il nostro, in europa. E nel frattempo, finchè stanno in casa degli altri, bisogna far si che rispettino le leggi del paese che li ospita.

dv64

E chi recentemente è entrato in una moschea turca per legittimarli?

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