Di Ciesco: «Così ho aiutato Moana a morire»

Moana Pozzi fu aiutata a morire. «Ho fatto entrare piccole bolle d’aria attraverso la flebo». Lo ha confessato il marito della pornostar, Antonio Di Ciesco, che in un’intervista pubblicata dal Messaggero rivela di aver compiuto il gesto nella clinica francese Hotel de Dieu a Lione. Un’eutanasia compiuta – afferma Di Ciesco – per rispettare un patto stretto in precedenza con Moana, che lo avrebbe supplicato di intervenire per mettere fine alle sofferenze.
«Antonio, ti chiedo di farmi una promessa per una cosa che richiede tanto amore e sacrificio – sarebbero state le parole di Moana Pozzi al marito, secondo quanto lui stesso riferisce al quotidiano romano -. Arriverá un momento in cui non sarò più in grado di potermi difendere e la mente sará offuscata e il mio corpo sará torturato e usato contro il mio volere. Non voglio trovarmi in un letto con tubi dappertutto e non sarò più padrona di me stessa. Allora dovrai aiutarmi ad andare, dovrai mettere fine alle mie sofferenze. So di chiederti molto, ma so anche che tu capisci e sai che lo voglio. Non mi lasciare sola ora, non mi abbandonare, promettimelo». […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere

10 commenti

davide

è strano vedere come tante persone demonizzate dalla morale nazicattolica (pornostar, …)abbiano in sè una dose così enorme e incontenible di amore, in confronto alla quale quella che hanno, ammesso che ce l’abbiano, coloro che parlano tanto su come si deve amare, dire che è di dimensioni subatomoche è dir tanto

Ely

Io ho avuto modo di sentire i discorsi di molte persone cattoliche e quindi caritatevoli e disposte ad accogliere gli altri e a porre l’altra guancia, una summa dei discorsi da me sentiti è questa:
-ammazziamo gli zingari
-ammaziamo i musulmani
-sono poveri e ignoranti, se vengono qui è solo per rubare

E li ho sentiti per davvero questi cattolicissimi discorsi, io pensavo che avrebbero dato mezzo pane al povero, dato da bere all’assetato, accettato il diverso e l’emarginato. Non avevo capito che intendessero accettare nel senso del colpo dato con l’accetta! 🙁

Kaworu

ne ho sentite di molto simili ely, se non peggiori.

ed è grottesco anche vedere gente che a messa si è appena beata di belle parole, ha fatto il mea culpa, ha fatto la comunione…

poi esce, vede il barbone sul sagrato e quasi gli sputa addosso, oppure lo ignora come se fosse trasparente.

cosimo

pero’ il barbone è pure fesso a metteri fuori dalla chiesa…

a parte l’ironia…guai pero’ a fare di tutt’erba un fascio. Forse il 90% dei “cattolici praticanti” è ipocrita intollerante e malvagio, ma c’è un’esigua minoranza che veramente fa qualcosa per gli altri senza chiedere niente in cambio, anzi rimettendoci tempo salute e denaro. Penso ad alcune persone che conosco che organizzano mense per i poveri (cucinando, lavando, tutto gratis all’ora di pranzo), raccolte di generi alimentari, campi-scuola per ragazzi diversamente abili, e tante altre opere che senza retorica possono definirsi “nobili”. E io – ateo anticlericale razionalista nemico dell’ignoranza catto-borghese e tutto quello che volete – ho il massimo rispetto per queste persone. E francamente questo rispetto non puo’ venir meno per il loro essere credenti.

E sono certo che queste persone perbene siano d’accordo con l’eutanasia, cosi’ come lo siamo tutti noi.

Damiano

@cosimo:

Concordo, sono quelli che la chiesa presenta come “alibi”…

Claudio De Luca

La società civile é ossessionata dalla paura della trasgressione sessuale, normale o patologica che sia.
Sotto le mentite spoglie di una falsa libertà formale, erige ogni giorno steccati ideologici e barricate di parole, norme, leggi insane.
Si comprende chiaramente l’oggetto di tanto timore: la rinunzia pulsionale individuale é il collante che tiene assieme la collettività.
Occorre trovare un giusto equilibrio fra le istanze del principio di piacere e quelle del principio di realtà, pena l’insoddisfazione o – addirittura – l’infelicità.
Bravo il medico che ha assistito Moana.
Come collega, stimo coloro che si mettono a disposizione di chi soffre, anche attraverso queste modalità, solo apparentemente contraddittorie con i princìpi per i quali prestarono giuramento solenne.
Molta strada rimane da fare, purtroppo.
Fra le molte cose urgenti, sarebbe il caso di formare molti più specialisti “ad hoc”, per gestire razionalmente la terapia palliativa e del dolore.

Alessandro Capriccioli

La vicenda, chissà perché, mi ha ispirato una letterina all’Onorevole Volontè; se volete leggetela qua, e perdonatemi per un certo sentimentalismo cui non sono avvezzo.

Jamp

Bravo Capriccioli, m’è garbata 😀 ma a mandargliela perdavvero? Secondo me c’è da ridere… diventa tutta blu e verde, la Volontè…

Ely

@alessandro
Ottima l’idea della briscola e del bicchiere di vino.

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