Margherita Hack: quell’insostenibile pressione vaticana

Una ragione di tristi riflessioni sul nostro paese è offerta dall’insistente, martellante, continua ingerenza vaticana a proposito dei Pacs. Non ci si preoccupa della violenza degli stadi, se non in modo molto saltuario, non ci si preoccupa dell’ancora scarsa assistenza – in confronto ad altri paesi, quale ad esempio la Francia – offerta alle famiglie, naturali o ufficiali che siano, fornendo sufficienti asili, scuole materne e scuole a pieno tempo, che permettano ad ambedue i genitori di lavorare a tempo pieno, non ci si preoccupa dello sfruttamento a cui sono soggetti tanti immigrati costretti a vivere in catapecchie pagate a peso d’oro, né della mancanza di case a prezzi accessibili per le giovani famiglie, naturali o ufficiali che siano; no, ci si preoccupa solo dei Pacs, quelli sì che sarebbero un pericolo per la famiglia: non si capisce perché questa cristiana chiesa, che dovrebbe farsi guidare dall’amore per tutte le creature, seguiti a sostenere che dare dei diritti a chi non ce li ha possa essere la rovina di chi questi diritti li ha. Ma cosa crede il papa, cosa credono tutti questi signori della chiesa, che la famiglia si basi su un pezzo di carta timbrato dal prete o dal sindaco, che sia la legge a tenere insieme due persone? Non sanno che quello che tiene insieme due persone per anni, che siano un uomo e una donna, oppure due donne oppure due uomini, è soprattutto l’affetto e la stima reciproci?
Fa un certo effetto vedere tanti nostri deputati e senatori, divorziati o separati, che sbraitano indignati contro i Pacs in difesa della sacralità della famiglia. Se per i cattolici osservanti il matrimonio è un sacramento, come può la chiesa pretendere di imporlo anche ai non credenti? Mi auguro ancora una volta che i membri di questo governo sappiano resistere alle ingerenze della chiesa e difendere la laicità dello stato e i diritti di tutti i cittadini, qualunque sia la loro fede personale. E questo governo, con una proposta di legge che è un capolavoro di ipocrisia, ma comunque meglio che nulla, trasforma i Pacs (parola che alla chiesa fa lo stesso effetto che un drappo rosso al toro) in Dico e stabilisce che i due conviventi faranno in municipio una dichiarazione di convivenza non congiunta, perché somiglierebbe troppo a un matrimonio, ma contestuale. Suppongo che per essere contestuali ma non congiunte, le dichiarazioni dovranno avvenire nello stesso istante in due stanze diverse. Nemmeno il più bravo dei comici avrebbe immaginato una simile scenetta. Ma sarà mai possibile fare dell’Italia un paese moderno, veramente laico e democratico, che rispetta le opinioni, le fedi e le non-fedi degli altri?
Credo che un ruolo importantissimo lo abbia la scuola e quindi la cultura, che può liberare da tanti pregiudizi, che insegna a ragionare col proprio cervello, ad accettare o meno, in maniera critica, le idee e gli stimoli che ci vengono offerti dalla stessa scuola, dai giornali, dalle televisioni. E’ la cultura che può aiutarci a divenire persone libere e autonome in grado di fare le proprie scelte senza farsi influenzare dagli imbonitori di turno. Una scuola che il ministro Fioroni sembra voglia far tornare ad una maggiore serietà, con esami che non siano più una burletta, e mi auguro sequestrando i telefonini all’inizio delle lezioni e rendendoli solo all’uscita da scuola. Si può immaginare che razza di lezioni possano essere quelle in una classe di 20 studenti, ciascuno intento a scrivere e leggere messaggini o a fotografare compagni e professori. Come può un docente, anche dotato della maggior capacità comunicativa e amante del proprio lavoro trovare ancora la voglia e l’entusiasmo per comunicare a una platea così distratta?
Quello che avete letto è lo stralcio di un lungo articolo di Margherita Hack che comparirà nel numero 2 di aideM, la rivista di critica della comunicazione diretta da Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci. aideM, Chimenti editore, sarà in libreria a partire dal prossimo 6 aprile con un ampio dossier sul «giornalismo, radiografia di un mestiere in crisi».

Fonte: ilManifesto.it

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17 commenti

JSM

Pienamente d’accordo sul fatto che la scuola è fondamentale per costruire le nostre menti, per aiutarci a riflettere.
Peccato che la stessa sia il primo dei servizi pubblici in mano dei cattolici. Il programma scolastico è assai meno laico di quanto dovrebbe.

Daniela

è vero una cultura che discrimina e impone e non insegna niente, diciamo che se siamo i più analfabeti di europa ci sarà un motivo.

ciceracchio

forse in tutta europa siamo rimasti una specie di riserva ,
riserva che lavora e soffre; per dare 2 miliardi di euro al vaticano .
insisto … dovrebbero portare rispetto a tutte quelle persone,
che vivono, lavorano ,dando un fondamentale contributo ;
loro si al proprio paese .
persone di serie a con la a maiuscola. non figli di un dio minore.
poveri preti che vivono oramai nel rancore,
nel terrore ;di perdere quelle risorse,
che gli consentono dal concordato in poi di vivere e mangiare
sulle spalle degli italiani .

Stefano

Spero di poter leggere l’articolo intero ma per ora direi che sulla scuola non c’è troppo da fidarsi per il fatto che anche tolti i telefonini, si tornerebe alla stessa scuola che ho frequentato io fino al 1999 ovvero una scuola rigida sui programmi, con professori che spesso sono così limitati da far chiedere come abbiano fatto a laurearsi e per cui la cultura è esclusivamente leggere i Promessi Sposi oppure fare la parafrasi ai passi dell’Iliade o dell’Odissea.

cosimo

@ ciceracchio

Credi veramente che i preti vivano nel terrore di perdere il loro status di parassiti dello stato italiano? a me sembra che tale paura non gli sia mai passata per l’anticamera del cervello…

Sono d’accordo sul fatto che vivano nel rancore. Una persona che degrada se stessa sopprimendo la sfera sessuale non puo’ che essere rancorosa. Per poi sfogare i propri istinti masochistici sul prossimo, che, per parafrasare un noto personaggio al quale dichiarano di ispirarsi – salvo poi agire a contrario – NON SONO IN GRADO DI AMARE IL PROSSIMO.

Micky

In accordo totale sulla prima parte. Ci sono potenti che affamano i popoli, li derubano, li uccidono, li schiavizzano e mai una volta che il vaticano si sia lanciato in una scomunica.
Poi un governo propone i DICO, che dovrebbero essere banditi solamente per quanto sono ridicoli, ma è sempre meglio di niente, e giù a minacciare scomuniche, inferni ecc… Sono solo macchiette prigionieri di se stessi e questa è la volta buona per mandarli a cagare, loro e chi li asseconda politicamente.
Più complessa è la questione della scuola. Ridurre i problemi ai telefonini è solamente prendersi in giro. La scuola non è più in grado di catalizzare l’attenzione dei regazzi, perchè non è più in grado di coinvolgere le nuove generazioni nell’affascinante mondo del sapere. C’è un’abisso, ad esmpio, tra l’attualità e ciò che passa il convento (scuola) ed è quindi normale che si creino le condizioni per i giovani studenti per trasgredire qualcosa che loro sentono lontano e non appartenente al loro mondo.

davide

la hack si conferma come sempre tra le donne più intelligenti d’italia e dell’intero pianeta

Marasà

D’accordissima con Margherita Hack, che ammiro molto. Fossero donne e uomini, specialmente i polici, come lei! Cosa ci aspettiamo da una scuola che si è formata in questa stessa scuola? Con tanti problemi che affliggono l’umanità, il vaticano fobicamente e come al solito si accanisce con cose che non dovrebbe nemmeno menzionare, tanto non sono c. suoi. Mi rivolgo ai politici: perchè non vi decidete di fare dell’Italia un paese laico? Perchè ignorate i non credenti che pure sono tanti e sono cittadini italiani? Perchè il vaticano non si interessa attivamente, al posto dei DICO, della pena di morte che ancora affligge il mondo?

civis romanus sum

Eh … la madonna.
La Hack dimentica che se davvero si iniziasse a voler acculturare gli italiani dopo secoli che li si è abituati a considerare la cultura solo monnezza , occorrerebbero decenni anche se cominciassimo massicciamente da ora , cosa che ritengo improbabile vista la passività di questo governo perchè debole e la massiccia campagna di diseducazione al viver civile attuata dal precedente perchè colluso .
Continuo a vedere da tutti i media e anche nelle aule univesitarie solo insegnamenti alla cultura della furbizia e della disonetà intellettuale piuttosto che la cultura della saggezza .
Oggi nelle facoltà e nelle scuole private e pubbliche si vendono tesi preconfezionate , esami e diplomi vari per tutte le tasche e per tutte le persone … stesse persone che tra qualche anno saranno in posti di comando e dirigenza … con quali qualità vi lascio immaginare .

Bruna Tadolini

Mi dicono che gli asili e le scuole elementari italiane siano fra i/le migliori del mondo.
Il dramma arriva alle medie ed alle superiori! Possibile che la scuola che ha formato i maestri sia così migliore di quella che ha formato i professori?
Non sarà che cambiano gli “alunni”? mentre i bambini, con i loro perché, mendicano la conoscenza, gli adolescenti la subiscono quando non la rifuggono. La nostra storia evolutiva può giustificare questi diversi comportamenti dei ragazzi.

E’ noto che il modo di offrire un prodotto deve essere diverso per clienti diversi.
Cosa dice la pedagogia al riguardo? qualcuno ha notizie su questo aspetto fondamentale per il nostro futuro di specie che ha costruito il proprio successo evolutivo sulla “cultura”?

Jamp

La risposta ce l’ho io, Bruna, ed è semplicissima. Tra interessi personali e motivi di studio, mi sono fatto una teoria piuttosto fondata. Ho letto dal tuo sito che sei un’insegnante, indi spero che quantomeno tu riesca a capire cosa intendo, e dato il livello dei tuoi interventi, non credo che tu rientri nei grandi numeri di cui parlo.
Guarda l’età media dei professori delle superiori e delle università, rispetto agli insegnanti elementari. Gli insegnanti che escono dalle SIS di oggi hanno una formazione basata su un metodo completamente diverso di chi usciva dalle SIS di trent’anni fa, o addirittura oltre.
Fino a trent’anni fa la gente che faceva le superiori e l’università era motivatissima perchè c’era futuro e c’era sviluppo, oggi si laurea chiunque, le lauree non contano più nulla e nel mondo del lavoro le aziende preferiscono prendere un giovane dinamico e formarlo da sole (considerando che lo stato rimborsa le spese di questo genere di formazioni) piuttosto che un laureato che esce a ventott’anni da un’università vetusta e che non fornisce nessuna preparazione pratica.
Oggi per motivare gli studenti alla cultura ci vuole un approccio differente, che molti insegnanti non hanno, perchè non si sono mai preoccupati di migliorare ed aggiornare la propria preparazione e formazione. C’è chi lo fa, e sa fornire un prodotto di qualità col proprio lavoro, e chi dice tanto m’importassai io ho la mia seggiola, insegno come mi pare, di qui non mi ci leva nessuno. E la maggior parte di questi, ahimè, sono proprio nelle scuole superiori e nelle università. E poi ci si chiede perchè sono a livelli inferiori.

Bruna Tadolini

X Jamp

che la preparazione degli insegnanti sia importante sono d’accordo (ricordo una prof di fisica del liceo martoriata dai ragazzi perchè di motori ne sapevano più loro di lei!).
Ma quello che a me impressiona è l’atteggiamento dei ragazzi! Non gliene può fregà de meno! non sono curiosi sono dei recipienti che passivamente si lasciano riempire, se va bene. Vanno a scuola perchè devono e non perchè sentano il desiderio di conoscere. Siamo noi che li stimoliamo poco?
Ma acciderba, il mondo è talmente pieno di cose che io vorrei sapere…. perchè loro no!

Jamp

Perchè sono figli di un altro mondo, Bruna. Sono figli di un mondo dove è più facile ottenere quello che si vuole pregando papà o qualcuno dei suoi influenti amici piuttosto che sudarselo. Basta frignino e hanno quello che gli pare. A che serve la cultura?

Jamp

Nota: ho 23 anni, non 45, prima che mi si spacci per genitore depresso e romantico 😛

Peter

Grazie Margherita!. Ciò di cui discutiamo riguarda il problema di adattamento della nostra società ai cambiamenti che ci hanno investito negli ultimi anni. Cambiamenti innescati dalla globalizzazione e che sono talmente rapidi da aver minato alla base il ruolo sociale della chiesa, della politica, della scuola, del lavoro, della previdenza… Anche la chiesa insomma traballa e non sa che fare, come i tanti lavoratori a progetto. In più sono minati da un invecchiamento che non è solo fisico ma culturale, frutto dell’isolamento, che è poi arroccamento su idee e moduli desueti. Fanno la voce grossa perché non hanno più argomenti che possono convincere o forse perché riescono a ottenere grande visibilità su media, diventati acritici e degradati (ma in fondo tra puttane, messaggi pubblicitari e grandi fratelli dovrebbero anche esserci anche altre voci a proporre i valori positivi della nostra società). Ebbene la scuola intesa come luogo di incubazione che a 30 anni sforna persone con conoscenze obsolete non serve più. Lo hanno capito da tempo i ragazzi e anche i loro professori che navigano a vista e si sentono dei paria. Forse serve una formazione continua che accompagna il lavoro e ne crea i presupposti. Serve una politica più realmente democratica, una industria che renda onore al merito e non alle parentele e alle cordate di potere. Se andiamo avanti così (come ingenuamente prospettava Berlusconi) diverremo davvero la Florida dell’Europa. Un luogo di seconde case e risoranti tipici dove, se ci va bene, vivremo delle rimesse dei pensionati ricchi d’Europa che verranno a svernare e a morirci.

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