La scuola? Insegna a vivere

Non proprio le indicazioni nazionali per le scuole primarie, ma «la cornice culturale entro cui rileggerle e ripensare l’esperienza di fare scuola», come ha specificato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni. Ieri mattina, alla biblioteca nazionale di Roma, il primo atto formale del ministero nel merito della politica scolastica, dopo mesi passati a «congelare» – almeno apparentemente – la riforma Moratti. Ospite d’onore il filosofo francese Edgar Morin, padre del pensiero complesso e della teoria del nuovo umanesimo.
Si ricomincia, di nuovo, dalle scuole elementari. Tutti spiegano che è normale, visto che si tratta della «base» dei cicli scolastici. Ma, certo, si attende con ansia di capire come questo governo intenda mettere mano al ciclo secondario, dove davvero tutti i nodi vengono al pettine. Il documento prodotto dalla Commissione istituita – senza grande pubblicità – al ministero dell’Istruzione e diretta dal preside della facoltà di Scienze della formazione di Bergamo Mauro Ceruti si intitola «cultura, scuola, persona». E’ stato Ceruti a spiegare gli obiettivi delle Indicazioni nazionali che verranno: in questi «tempi rischiosi ma proprio per questo molto interessanti», i bambini navigano in un mare pieno di informazioni «ma quanta conoscenza viene persa?». E su questo sfondo che bisogna decidere come aiutare a costruire quel «dominio» degli «ambiti e delle discipline», come «apprendere un metodo che permetta di connettere i saperi». L’obiettivo della scuola, ha spiegato Ceruti, dovrebbe essere aiutare a «riconnettere i grandi oggetti della conoscenza», uscire dallo «sviluppo dell’iperspecializzazione» che ha caratterizzato il ‘900 per dare inizio «all’integrazione dei saperi all’interno di nuovi quadri transdisciplinari». […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Manifesto

12 commenti

enrico matacena

Dai resoconti sul tema e dall’ intervento del ministro fioroni che si leggono, anche sul sito del ministero della pubblica istruzione, sembrano cose sensate e condivisibili.
Fioroni sarebbe un buon ministro (sicuramente è abbissalmente meglio della moratti), è realista serio , ma ha un grande difetto : è legato a filo doppio con il vaticano. Certe recenti uscite sulle visite pastorali nelle scuole o sui presepi sono davvero inaccettabili.
Peccato ! E pensare che non fa nemmeno la guerra a Darwin, come invece faceva la moratti !

zumpappa

Il solito articolo che non dice niente.
Io ho un’idea: facciamo una scuola comunista per i comunisti, e se la gestiscono loro; ed una che funzioni, più rigida ma con obiettivi scritti chiaramente e senza linguaggi babelici, dove l’insegnante non sia un fantoccio e gli alunni non vadano solo a perdere tempo.

Paul

la scuola deve distribuire conoscenza scientifica e cultura suffragata da prove, nonchè, ove presenti margini di soggettività, stimolare un vero dibattito plurilaterale…non certo allinearsi ad un dogma religioso, peccato che quasi mai accadano queste cose…

Rosalba Sgroia

Moratti e Fioroni…davvero non saprei chi scegliere.
Giù le manacce dalla Scuola Elementare…la state rovinando troppo! Arghhh

Stefano

Sinceramente quello che sta scritto su quell’articolo mi sembra una mega supercazzola per farsi pubblicità non dicendo nulla. Fioroni è meglio della Moratti solo perchè lei era il massimo umanamente possibile di incapacità, ma anche Fioroni è un pessimo ministro. D’altra parte in tutto il parlamento ed in tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni venitemi a portare un esempio di ministro che sapeva fare il suo lavoro!

Il Filosofo Bottiglione

leggendo la prima parte dell’articolo mi era parso di notare argomentazioni dei tempi del ministro Berlinguer, che infatti è spuntato fuori. la vecchia argomentazione dei saperi indispensabili e del metodo per interpretare le conoscenze è sicuramente condivisibile. però, se mi permettete una stronza metafora, è come disquisire del carburante migliore per una macchina che ha i pneumatici a terra.

i problemi principali sono la cialtroneria ed il menefreghismo dilagante degli studenti, le classi numerose, l’alto numero di ragazzi con problemi di ordine psicologico.
bene, vogliamo affrontare questi problemi a norma di legislazione scolastica? allora occorrono risorse, più insegnanti, più situazioni d’appoggio ed intervento specifico sui casi in difficoltà. significa investire un sacco di soldi in più, non tagliare come si sta facendo…

non sarebbe male anche una integrazione con il mondo del lavoro, è l’unica cosa che aveva senso dei piani morattiani. c’è gente che tra le mura scolastiche ha la sindrome del militare di leva: la ribellione demente. il fatto è che il mondo del lavoro di quella gente lì non sa che farsene, per cui la società li parcheggia a scuola in attesa di un’ipotetica maturazione.

quindi va bene «riconnettere i grandi oggetti della conoscenza», ma qualche altro problemino da risolvere prima c’è.

Johnny Golgotha

la Scuola insegna a Vivere…

…come si viveva nel Medioevo

Il 90% degli insegnanti sono un branco di ignoranti, che dopo l’abilitazione (spesso nemmeno la laurea) non hanno mai più preso in mano un libro per aggiornarsi; se qualche volta spiegano qualcosa è un evento raro, perchè di solito assegnano venti o trenta pagine senza neanche spicciare una parola; i più coglioni, poi, sono quelli che usano un differente metro di giudizio in base alle “Facoltà dell’alunno”, così alle capre regalano voti come Sette ed Otto perchè “Si sono impegnati molto, viste le loro capacità”, ed a qualche altro solo la sufficienza perchè “Non ha dato quanto potrebbe”, in tal modo i tordi escono con voti altissimi ed i più intelligenti sono bollati coi Sei

Gente così merita un bel clistere di vetriolo

Aldo

Ringrazio (sarcasticamente) Johnny per la corroborante cascata di luoghi comuni mordaci sugli insegnanti. Sicuramente li motiverà a infondere nuovo entusiasmo nel loro già gratificante mestiere. Ha comunque dimenticato la perla dei tre mesi di vacanza e bla, bla, bla… Pur manifestando buone attitudini, potrebbe impegnarsi di più. Sei e mezzo.

Per quanto riguarda Moratti e Fioroni, mi sento di dire che, nella sostanza, esiste una preoccupante continuità. La riforma Moratti è ancora lì, per quanto mi risulta. Il che non è detto che sia un male, visto che ogni riforma è un po’ peggiore della precedente. Si tratta, ovviamente, di un pensiero piuttosto deprimente.

Comunque, per ora, l’ulteriore aumento del numero d’alunni nelle classi è tra i recenti regali aggiunti da questo governo al ricco paniere di quelli elargiti dai precedenti. Sicuramente contribuirà a migliorare il sistema scolastico. Del resto, come ben sanno tutti i buoni cristiani, il dolore e le difficoltà temprano lo spirito.

Johnny Golgotha

Aldo, mica sono tutti luoghi comuni, le cose che ho elencato le ho riscontrate tutte quante; magari qui da me, al sud, la situazione è più grave rispetto al resto d’Italia, ma ti giuro che è così

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