Come uno scivolo mascherato verso l’eutanasia

È giusto che un cittadino adulto, capace di intendere e di volere, compiutamente informato, possa redigere, eventualmente con l’aiuto del suo medico di fiducia, dichiarazioni anticipate di trattamento, indicando in anticipo a quali trattamenti medici vorrebbe essere sottoposto e quali altri trattamenti vorrebbe invece rifiutare, nell’ipotesi di una perdita irreversibile di capacità, per traumi, malattie terminali invalidanti o senescenza estremamente avanzata? È giusto o no che un cittadino possa esplicitamente rifiutare l’accanimento terapeutico e indicare in anticipo il nome di un fiduciario (coniuge, figlio, parente, medico curante, amico), abilitato a concordare con i medici la terapia ottimale a suo favore?
Certo che è giusto. Ad alcune condizioni però: a) che la decisione di redigere o no dichiarazioni anticipate sia e resti una libera scelta del cittadino, che mai e poi mai dovrebbe divenire destinatario di un dovere legale di redigerle; b) che le dichiarazioni anticipate contengano richieste lecite e legali, quali quelle che un paziente capace di intendere e di volere potrebbe comunque legittimamente rivolgere al proprio medico curante (ad es. la preferenza per una terapia farmacologica anziché chirurgica, per una degenza domiciliare anziché ospedaliera, ecc.) e mai richieste illegali (quali ad es. l’eutanasia, il suicidio assistito o la commercializzazione post mortem di organi a fini di trapianto); c) che il fiduciario sia abilitato a rivolgere al medico solo richieste lecite, ovviamente nel pieno rispetto delle dichiarazioni del paziente e nel suo miglior interesse; e d) che il medico, destinatario delle dichiarazioni anticipate, pur avendo il dovere di tenerle in adeguata e seria considerazione, non venga mai dalla legge vincolato alla loro osservanza (esattamente come il medico di un paziente “competente” non può mai trasformarsi in un esecutore cieco e passivo delle richieste di questo). […]

Il testo integrale dell’articolo di Francesco d’Agostino è stato pubblicato sul sito di Avvenire

4 commenti

paoloz

Che Dio ci salvi da questi fanatici, è proprio il caso di dirlo

Gio

L’Avvenire…… ma che cacchio di avvenire si può avere con questi cattoidioti retrogradi, insensibili e oscurantisti?

Genea

(quali ad es. l’eutanasia, il suicidio assistito o la commercializzazione post mortem di organi a fini di trapianto)
Spero tanto che prima o poi costui abbia bisogno di un cuore “commercializzato” e vediamo come si pone riguardo alla donazione degli organi. Che ignoranza.

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