Grillini a Fioroni: “Non partecipare alla manifestazione omofoba del Family Day”

Il suicidio dello studente di sedici anni a Torino ha un colpevole: il razzsimo antiomosessuale.Da te, caro Ministro, ci saremmo aspettati una parola chiara su questo tema, perche’ di questo si tratta.
Abbiamo letto il tuo comunicato dalla prima all’ultima riga a proposito del tuo persoanle dolore, fatto di cui non avevamo dubbi conoscendo la tua umanità.
Tuttavia, compito di un ministro e’ individuare con determinazione un problema, in questo caso l’omofobia e are un contributo di Governo alla sua risoluzione. Da tempo ti abbiamo rivolto interrogazioni parlamentari alle quali non e’ ancora stata data
risposta. Ti prego pertanto di dire con chiarezza che l’omofobia va bandita dalle scuole e dalla societa’; che da domani il tuo Ministero avviera’ un decisa campagna antirazzista; che non parteciperai a quella che si preannuncia la piu’ grande manifestazione omofoba della storia del Paese: il “family day”.

Franco Grillini
Deputato Ulivo
comunicato stampa del 6 aprile 2007

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9 commenti

JSM

Rosalba,
è un bel problema per un dipendente della CEI dire quello che chiede Grillini..

Daniela

questo è un comunicato chiaro e semplice, ma il deputato grillini si aspetta un ‘onestà intelettuale da fioroni che difficilmente otterrà mai.

Jamp

Il deputato grillini si aspetta un’onestà intellettuale da molti dei suoi colleghi che difficilmente otterrà mai. Ammiro la sua perseveranza, ma con il governo e la situazione che ci sono adesso è peggio che andar di notte.

Enrico Greco

L’omofobia, come tutte le altre forme di razzismo è un problema serio nelle scuole, ma non verrà risolto, come tutti gli altri problemi…

Lorenzo

L’omofobia però non è come gli tsunami, non è un problema in cui noi non possiamo fare nulla. Se ciascuno di noi si impegnasse di più nel suo piccolo, la situazione cambierebbe di parecchio.
A volte basta una parola gentile per spezzare il cammino di isolamento che porta un adolescente dritto al suicidio. E giacché ci siamo, non di sola omofobia si dovrebbe parlare, ma anche di gravidanze adolescenziali e di tutte le esperienze in cui i giovani si sentono isolati e disperati, magari condannati a casa e nella società… accerchiati dalla Chiesa. E’ lì che la parola di un coetaneo, o di un adulto (soprattutto se un adulto con un ruolo di responsabilità!), può fare la differenza.

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