La reticenza dei TG Rai

Siamo indignati per la reticenza sul bullismo anti-gay in cui i telegiornali Rai si sono espressi oggi nel trattare il caso del sedicenne di Torino suicidatosi perché i compagni di scuola lo deridevano dicendo che era gay ed effeminato”.

L’accusa è del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice.

“Anche di fronte ad un caso così eclatante in cui la mamma trova il coraggio e la forza di parlare apertamente e raccontare le confidenze del figlio, quello che emerge dai servizi giornalistici dei tg della televisione pubblica è che il povero studente era vessato dai compagni di classe perché era il più bravo e che forse per questo (sic!) gli dicevano che era gay. Quali acrobazie per negare che ci sono ragazzi effeminati o che vengono percepiti come omosessuali, e che per questo, non per altro, vengono perseguitati e tormentati tra i banchi di scuola, spesso nell’incomprensione o nell’indifferenza degli adulti.”

“L’ipocrisia della ricostruzione dei telegiornali di oggi è la stessa che impedisce in tante scuole italiane di parlare apertamente del pregiudizio e del bullismo anti-gay e fa sì che tanti, troppi ragazzi e ragazze continuino a soffrire nel silenzio generale di cui, l’abbiamo visto a Torino, si può anche morire”.

comunicato stampa di Arcigay

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10 commenti

Kaworu

siamo in italia… c’è ancora gente che si sorprende per questo schifo?

Ateo Praticante

Questo caso è già stato strumentalizzato. Che vomito, non c’è rispetto.

gianni

certo non c’era da spettarsi una condanna (almeno morale) nei confronti di chi sta combattendo una crociata anti gay supportata dall destra e vigliaccamente ignorata dalla sinistra. Negli anni di piombo si condannarono i cosidetti cattivi maestri, ritenuti responsabili del terrorismo di sinisttra, adesso perchè non condannare i cattivi maestri che incitano il bullismo anti gay?

Mario

L’Italia è forse pilotata dal vaticano? E’ ovvio che restiamo indietro rispetto agli altri.

Alessandro Bruzzone

Capisco che il (pessimo) clima attuale porti a riflettere soprattutto sulla tipologia di insulto che veniva rivolto al ragazzo, di per sé quotidiano segno dell’incultura omofoba nel nostro paese…

Ma penso che si tratti più di un caso di bullismo che di omofobia tout court.

Steve

E’ insieme bullismo e omofobia, Alessandro.

E nell’omofobia certamente c’entrano anche gli attacchi contro i gay provenientei dagli ambienti cattolici

Alessandro Bruzzone

Steve, sicuramente la propaganda cattolica non aiuta a migliorare lo stato d’inciviltà in cui versa il nostro paese, quello in cui vengono “educati” ribelli senza causa come i torturatori di Matteo (perché sarà psicologica ma sempre tortura è). Ma bisognerebbe verificare il grado di ortodossia cattolica di questi ragazzi, prima parlare di omofobia circa quest’accaduto.

I ragazzi usano alla cazzo il linguaggio, senza farsi troppi problemi sul significato delle parole che adoperano, sulla loro origine, sulla deformazione nell’uso quotidiano, sull’effetto che possono avere sul prossimo…

Alla fine sono semplicemente figli di un mondo superficiale. Fossero ideologizzati dalla Chiesa, o cmq omofobi finiti, almeno li si potrebbe confutare, spingerli in qualche modo a ragionare. Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi mancano proprio di idee, consapevolezza e obiettivi; il che, sotto molti aspetti, è la cosa peggiore possibile.

Ernesto

Non è necessario che i bulli siano cattolici. Il cattolicesimo contribuisce a creare una (in)cultura, di cui si vedono poi le manifestazioni.
Si intende cioè che la responsabilità sia indiretta.

Claudio De Luca

Forse i Tg RAI hanno trattato con superficialità la vicenda, come del resto ho potuto spesso constatare con altri fatti di cronaca.
Una buona notizia, se così la si può definire: su RADIORAI Rai/3 venedì scorso (ieri) c’é stato un ampio ed interessante dibattito, coinvolgente personaggi di livello. Credo, la trasmissione fosse Fahrenheit, ma non sono sicuro … stavo andando in ambulatorio, in automobile e non ho fatto caso al nome della trasmissione.

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