Laici che si dovrebbero battere per la Chiesa

Sensazioni forti sulla Stampa di ieri. Un editoriale di Marcello Pera mette in guardia contro Il rischio clericale, e si sussulta già davanti all’edicola. Ma come? Il capo spirituale degli atei devoti che si batte contro se stesso? Bisogna aspettare parecchi capoversi per svelare il mistero: Pera spiega che la colpa del dilagante clericalismo è dei laici, perché non si sono battuti come dovevano “per il risveglio religioso delle coscienze” e “del cristianesimo come religione civile”. Perché “senza una religione o una fede neppure c’è un popolo”.
Dunque, se abbiamo ben capito, se l’Italia pullula di preti che ci spiegano anche come farcire lo strudel, la colpa è dei laici che, oltre a farcire malissimo gli strudel, non si battono per i valori religiosi (al posto dei preti). L’obiezione sarebbe: ma scusi, Pera, perché mai un non credente dovrebbe battersi per la Chiesa? Forse che si richiede a un monarchico di festeggiare il 14 luglio? O a un libertino di predicare la castità? Mi rendo conto, però, che è un’obiezione da anima semplice, quale in fondo io sono. La strategia di Pera è raffinata e vincente: il solo modo per arginare il Papato è diventare Papa. Io non saprei da che parte cominciare, ma Pera può farcela. Sarebbe il primo papa non credente, per il quale Dio è un dettaglio, quello che conta sono gli ordini impartiti in nome suo. Chi avesse difficoltà a obbedire a Pera, come potrà esimersi di obbedire a Dio?

Il commento di Michele Serra è stato pubblicato oggi su “Repubblica”

17 commenti

emel

>Sarebbe il primo papa non credente, per il quale Dio è un dettaglio, quello che conta sono gli
>ordini impartiti in nome suo
>

Mi chiedo se Serra sia serio 🙂
La maggior parte dei papi era non credente.

Il Filosofo Bottiglione

è chiaro che Serra sta prendendo per il culo. tutti sanno che i papi mica ci credono, in dio; credono molto invece nel loro scranno.

comunque Marcello Droga, più che un ateo devoto, o ateo del vuoto che dir si voglia, è un invasato

Butch.er

Vabbè, prendere in giro Pera, oramai, è come sparare sulla croce rossa…

Joséphine

😀

Fortissima la lettera di Carcano!

“senza una religione o una fede neppure c’è un popolo”.

In questo do ragione a Pera.

E’ tragico che ciò unisce l’Italia sia il cattolicesimo nelle sue varie forme e deformità, e non l’essere italiani.
Ma questa non è una colpa da imputare ai laici.

claudio

Un invasato? E’ ma un furbacchione: io me lo vedo davanti casa tutti i sabati “con gran treno
di birri e di notai” di scorta ( a nostre spese) come ex presidente del senato, il figuro ha capito bene dove dorme il polpo (detto viareggino che significa: ha capito il sistema per ottenere onori, soldi e potere).

Joséphine

Il solo modo per arginare il Papato è diventare ITALIANI.

Claudio De Luca

Marcello Pera non sembra accorgersi di confondere il contenuto con la forma.
Dal punto di vista dottinale o si é dentro o si rimane fuori.
La religione adoperata come marcatore identitario si svuota di ogni vero significato.
Il paradosso é che sia un laico a lamentarne le conseguenze.
Se la religione versa oggi in difficoltà – nonostante le apparenze sembrino dimostrare il contrario – un laico dovrebbe ben rallegrarsi anziché preoccuparsi!
Uno stato laico maturo non ha bisogno di alcun rafforzamento identitario fondato sulla religione.
Del resto, Pera sopravvaluta grossolanamente la facoltà della Chiesa a promuovere l’equità e la giustizia: da oltre un secolo, oramai, il suo monito contro la guerra non mobilita alcuna contromisura. Solo in Sudamerica ed in Africa, dove le missioni hanno avuto modo di raccogliere i frutti acerbi di una semina dottrinale strumentale e partigiana (cibo e medicine in cambio di “anime”) il consenso sembra crescere o comunque non essere in crisi.
Altrove, nei Paesi che contano geopoliticamente, economicamente e militarmente, la voce del Pontefice giunge flebile, se non indesiderata.
Povero Pera, laico immaturo.

Flavio

Segnalo due esilaranti (e inquietanti) articoli che uscirono nella ‘primavera’ di Micromega: il giornalista si introduce in uno dei ‘treni per l’occidente’ organizzati da Pera e dai suoi accoliti.
Il sito è http://www.gassa.net (evito l’hotlink), nel menu selezionare L’Occidente, Pera dei popoli.

Ateo Praticante

scusate l’intromissione solo per chiedere a CLAUDIO DE LUCA, che se non sbaglio è un medico, di intervenire nel post “campagnaanti-gay dell’avvenire” dove un certo aldo sostiene che è scientificamente provato che reati,carstie e crimini di guerra siano correlati all’omosessualità. Grazie

ALESSIO DI MICHELE

A proposito di strudel, io in Austria ho mangiato il “Birnenstrudel” (= strudel di pere), e l’ ho trovato incomparabilmente migliore dello strudel di mele: quindi noi atei abbiamo trovato sia cosa fare di marcello eroina, sia, finalmente, come fare un buon dolce.

Nicola

“un certo aldo sostiene che è scientificamente provato che reati,carstie e crimini di guerra siano correlati all’omosessualità”
gulp!!!!!!! da nausea.

UDM

Bravo Claudio.
Da sempre sono fermamente convinto che
i pera, i ferrara e compagnia cantando di tutti, tanti, troppi cosiddetti atei devoti,
hanno capito bene “dove dorme il polpo” .

Claudio De Luca

@ateo praticante:
Non prendere sul serio le osservazioni di questo Aldo: ho esaminato il post ed ho riscontrato una tale inconsistenza nelle argomentazioni, da rendere del tutto irrisorio l’intervento di questo ospite. Del resto, chiunque può facilmente cogliere i limiti grossolani della breve disamina di Aldo. Ho addirittura la sensazione, che possa trattarsi di uno scherzo di uno sciocco.

Vico

nomen omen …cosa ci si può aspettare da uno che si chiama Pera

Sergio

Pera tenne per un certo tempo una rubrica sul Corriere dall’accattivante titolo: “Discorsi a pera”. Era dunque capace di autoironia. E invece non era proprio ironia, come si è visto in seguito.
Comunque io mi congratulai con costui per i suoi virulenti articoli sulla prima pagina del Corriere in cui si definiva sconsolatamente – udite, udite – l’ultimo anticlericale d’Italia. Cercai di confortarlo dicendo che di anticlericali ce n’erano caso mai due: lui e il sottoscritto. Peramarcello mi rispose pure ringraziando!

Ma cosa gli sarà mai successo al filosofo? Io ho una mia teoria. Le nullità quando ottengono un po’ di potere e visibilità cambiano pelle. Chi era Peramarcello prima di essere innalzato agli onori degli altari in Senato? Una filosofica nullità che nessuno c…a. Ma ecco che diventa, accidenti, la seconda carica dello Stato. Come può uno – una nullità – non sentirsi a questo punto un altro? Si è visto anche con Rutelli: da radicale ateo è diventato chierichetto non appena fatto sindaco. Corse a gettarsi subito ai piedi di GP II, regolarizzò la sua posizione con la Palombelli in chiesa ed è oggi un perfetto democristiano. (C’è qualcuno che sa che mestiere ha imparato o faceva Rutelli prima di darsi alla politica?).

Tutti hanno ovviamente diritto di cambiare opinione (solo i fessi non la cambiano mai, si dice).
Ma la metamorfosi di Peramarcello lascia di stucco. Uno che inveiva contro i preti ci parla oggi del risveglio religioso dei popoli e sembra compiacersene. Ancora non ha detto che ci crede, ma poco ci manca, anzi è già come se ci credesse. Basta osservare i sorrisi di quei due quando si rivedono, i reciproci salamelecchi: Oh Marcello, Oh Joseph! Su Peramarcello Ratzinger può contare!
Che schifo! Pensare che ho dei libri in caso di questa nullità.

Ateo Praticante

@ cLAUDIO

Grazie del tuo ineternvento, comunque ovviamente pure io l’avevo capito ma sai, nell’assurdo dubbio, un nternevnto di un medico ci stava a pennello tutto qua 😉

Lorenzo

vi siete letti la “Democrazia di Dio” di E. Gentile? E’ uscito presso Laterza. Ci permette di capire dove i neo-con alla matriciana cercano di arrivare (ma chiaramente in salsa italiana). Fa una paura boia.

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