Gentile Signora Gandhi,
Le scriviamo dall’Italia perché siamo stati informati di un feroce attacco all’International School of Humanitarian Thoughts and Practice di Kurukshetra.
La scuola, impegnata in un’importante opera laica, sociale e umanitaria, è stata attaccata il 4 febbraio 2007. La scuola ha denunciato di essere stata derubata delle sue proprietà. Il responsabile della scuola, Swami Manavatavadi, e il suo assistente Sadhvi Asha Manav sarebbero stati verbalmente e psicologicamente assaliti insieme alle donne e ai bambini, subendo altresì minacce di morte, di violenza sessuale e di distruzione dell’edificio. Nonostante l’intervento della polizia, pare che incidenti simili sia siano verificati anche l’8 febbraio.
Ciò che provoca ancora più dolore è che nei giorni successivi alcune autorità locali (il Kurukshetra Development Board e il Deputy Commissioner of Kurukshetra), anziché difendere la scuola, attivandosi per la sua sicurezza, siano invece intervenute nella direzione opposta, mettendo addirittura in discussione l’assegnazione del terreno su cui sorge.
L’India ha una storia nobilissima e antica, fortemente venata di razionalismo e rispettosa di ogni opinione. Questa storia è stata magistralmente riassunta, due anni or sono, da Amartya K. Sen nel suo libro L’altra India. Quanto accaduto all’International School of Humanitarian Thoughts and Practice di Kurukshetra è indegno di tale tradizione. Quale associazione concretamente impegnata per i diritti civili di chi non crede e per la laicità delle istituzioni, Le chiediamo di fare ogni cosa sia in suo potere per proteggere una realtà così piccola e indifesa, eppure così meritoria.
La ringraziamo anticipatamente per il suo aiuto, e saremo lieto di ricevere Sue comunicazioni in merito.
Cordiali saluti.
Giorgio Villella, segretario UAAR
Bella lettere. Avete fatto benissimo a spedirla. Mi associo pienamente!
Anche per questa iniziativa l’ennesimo: Grazie Giorgio!
Una lettera dal contenuto condivisibile. L’India, al di là dell’interesse per il “finto esotico” che anima alcuni sprovveduti che la vedono come terra della spiritualità per eccellenza, è paese laico e democratico e possiede la letteratura atea e agnostica più doviziosa del mondo (più copiosa addirittura di quella greca) e ha dato i natali alle millenarie scuole agnostiche Carvaka e Lokayata (di cui è dato conoscere le linee d’azione e i contributi culturali non solo nel pregevole testo citato appropriatamente, ma anche in A.K. Sen – Laicismo indiano) oltre che al buddhismo, religione agnostica par excellence. Questo patrimonio dell’umanità che ispira ancora oggi l’azione di tanti individui e gruppi (spesso lontani dai riflettori e privi, al contrario di certi fenomeni religiosi, di esposizione mediatica) deve essere rispettato e preservato da vili attacchi. Un ringraziamento speciale a Giorgio Vilella per il suo sempre attivo e serio impegno.
Non conoscevo l’episodio. Giustissima la lettera. Come mai a 2 mesi di distanza?
Noble Mr. Raffaele and all Humanist friends in the UAAR,
Humblest Greetings from ‘The International School of Humanitarian Thoughts and Practice’, Kurukshetra, India (Tel:+91=94-164-10810. We feel highly obligt to all of you and also our friend Mr. David Warden in Bournemouth, England who came forward from the distant land ofEurope to help an untouchable, alienatd and persecuted Indian Humanist Institution situted since 1976 in this doubly holy town of Kurukshetra; holy for Sikhs as well as for Hindus.
Really we don’t have anything with us and any proper words to convey our deep feelings in our hearts for your kindest helps for us. Simply we want to say you ‘Thank you very much our dearest friends’.
We cordially long to listen from you.
With all humility,
Yours,
Swami Manavatavadi