Fiorenza Bassoli merita i nostri migliori auguri. Dopo Pasqua la senatrice diessina dovrà trovare una sintesi tra le otto proposte di legge sul testamento biologico all’esame della Commissione sanità. Ma per riuscire a fare lo slalom tra i paletti posti dalla Chiesa avrebbe bisogno di un paio di sci miracolosi.
La scorsa settimana i commenti rilasciati a margine del convegno organizzato dalla presidenza del Senato avevano una coloritura ottimistica. Forse sono stati i toni affabili usati dal cardinale Barragan nel suo intervento, forse l’atmosfera interreligiosa che si respirava nel Convento di Santa Maria sopra Minerva. Fatto sta che il wishful thinking ha finito per contagiare i presenti, indorando l’amara pillola offerta da Barragan. Quella pillola però conteneva già in sé il messaggio di chiusura riproposto tre giorni dopo da monsignor Betori: le direttive anticipate otterranno la benedizione della Santa Sede solo se saranno svuotate di gran parte del loro significato.
Barragan ha enumerato sei condizioni che possono suonare ragionevoli solo a chi non conosce i tranelli del dibattito. Per cominciare chiede che il testamento biologico sia unito «alla decisione del medico curante di evitare sempre l’eutanasia e di rinunciare all’accanimento terapeutico». Il primo problema è ciò che la Chiesa intende con la parola eutanasia. Barragan ha spiegato che interrompere la nutrizione artificiale è un atto eutanasico. Betori ha emesso lo stesso giudizio sulla sospensione della ventilazione artificiale. Dunque, in assoluta controtendenza rispetto alle leggi sul testamento biologico approvate nel resto del mondo, in Italia il paziente non dovrebbe pronunciarsi sui trattamenti sostitutivi, quelli messi in atto per rimediare al deterioramento di funzioni complesse come la respirazione e l’alimentazione. […]
Il testo integrale dell’articolo di Anna Meldolesi è stato pubblicato sul sito de Il Riformista
Per il Vaticano il malato non conta
8 commenti
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La posizione del Vaticano è chiara e e mi pare tempo perso soffermarvisi, a meno di non condividerla.
IMHO bisogna invece accertare se la volontà del malato conta per i suoi familiari, che sono cittadini Italiani.
La scelta della soluzione alle sofferenza tocca in primis all’ammalato stesso, e poi ai suoi familiari o esercenti la potestà tutoria.
Diverse persone in Italia per venire incontro alle richieste dei loro cari e per alleviare le loro sofferenze , hanno deciso in autonomia, assumendosi così la responsabilità penale e le conseguenti condanne in tribunale.
Non è giusto, ma è naturale che questo capiti.
Se anche i magistrati fossero d’accordo con l’eutanasia, mentre questa è illegale per la legge italiana, dovrebbero per forza condannarla.
Diritti dell’ammalato
Art. 1
Il Paziente ha diritto di essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto della dignità umana e delle proprie convinzioni filosofiche e religiose.
In base a questo articolo sembra che non conti solo la convinzione cattolica.
A mio parere la soluzione va cercata consultando i medici, i Diritti dell’Ammalato, il malato stesso e i suoi familiari o con chi esercita la potestà tutoria.
Il problema è ITALIANO, e non vaticano. E’ infantile lagnarsi per la posizione del Vaticano.
Premesso questo, l’eutanasia è a mio parere una sconfitta e una tragedia, anche se può rappresentare il minore dei mali.
Una vittoria sarebbe non volervi/dovervi mai ricorrere, ma il mondo non va sempre come vorremmo.
BETORI
VERGOGNA!
Bisogna cominciare a dire chiaramente che i concetti di eutanasia, di accanimento terapeutico, di dignità della vita non hanno fondamento scientifico e non posso averne uno giuridico, giacché ognuno ha una propria percezione di cosa è la dolce morte, di cosa si accanisce contro di sé, di quale vita sia degna di essere vissuta.
Basta con questi concetti aprioristici che servono solo al potente di turno per imporre il proprio moralismo a fondamento dellle leggi.
Bisogna cominciare a parlare esclusivamente di libertà di disposizione del proprio corpo e mandare al diavolo i monsignori che vogliono imporci la propria idea della vita e della morte.
Ma chi cavolo se ne frega della “benedizione”…
Ma andassero a farsi un giro in bicicletta senza sella sullo sterrato…
Echecavolo!!!
Saluti
Hanmar
è la solita tecnica, si facciano le proposte di legge, ma che siano leggi limitate che alla fine non risolvano il problema…
Secondo il mio modesto parere bisognerebbe fare una legge che ci rende liberi di decidere: sono ateo e voglio l’eutanasia? sia fatto!; sono cattolico e non la voglio? sia fatto!; sono testimone di goeva e non voglio trasfusioni? sia fatto!
Sottoscrivo in pieno il parere di Enrico Greco.
ragazzi voler fare in modo che una povera persona,,
soffra le pene infami della malattia inguaribile,
significa soltanto; che la santa infame inquisizione
esiste sempre e malata, di sadismo gode nel veder soffrire
l’uomo e la donna
per ste persone molto malate ,
il dolore si trasforma in piacere dell’espiazione
dal peccato. ma andate in malaria
libertaa libertaaa libertaaaa ;uomini e donne
liberi dalle dogmatiche sonatiche religiose..
Bassoli, la commissione e quindi il governo pria proporranno una leggina poi approveranno una farsa per fare un bel favore alla chiea cattolica. Ch altro dire?Sappiamo giaàcome andrà a finire. Io sto ancora aspettando il cambio generazionale per risucire a sconfiggere lipcrisia del vaticano.