Barcellona, 6.600 euro per un embrione

L’embrione si ordina su Internet. In cinque minuti. Il tempo di cliccare tre volte sul sito della clinica Eugin, uno degli istituti di Barcellona più frequentati dagli italiani dopo l’approvazione della legge 40 sulla procreazione assistita. «Sono una donna che desidera un figlio ma non ho un compagno». «Soffro di insufficienza ovarica». La diagnosi è in tempo reale. «In base al profilo appena selezionato la clinica Eugin le consiglia: fecondazione in vitro con ovuli della donatrice e seme della banca». La tappa successiva è la compilazione di un modulo con i dati personali. Il preventivo arriva dopo un secondo nella posta elettronica: 5.100 euro se l’aspirante mamma si impegna a portare dall’Italia i farmaci per la donatrice, magari facendoseli prescrivere dal Servizio sanitario nazionale, altrimenti il costo sale a 6.600 euro, più altri 1.500 per il congelamento degli embrioni in eccesso e il possibile secondo tentativo. All’email sono allegati anche i due moduli per selezionare il donatore e la donatrice: taglia, peso, colore della pelle e degli occhi. La mattina dopo il telefono squilla e una gentilissima voce italiana ti chiede quando vuoi fissare l’appuntamento. Se hai le analisi pronte (emocromo, ecografia pelvica, pap test e prove epatiche) l’attesa è minima. La visita è fissata dopo una settimana alle 16. Costo 300 euro che verranno poi scalati dal preventivo. «Mi raccomando — spiega la segretaria — porti una foto». […]
Segue una rigorosa enunciazione di tutto quello che accadrà da un punto di vista medico con tanto di foto dell’ovulo fecondato e dell’embrione ai suoi albori. «Ha ancora dubbi? Se sceglie la stimolazione si dovrà far controllare in Italia e venire qui al momento del pick up dei suoi ovuli, altrimenti seguirà la terapia che le invieremo per preparare l’endometrio a ricevere l’embrione, la chiameremo due giorni prima quando la donatrice sarà pronta». Ma chi eseguirà i controlli in Italia? «Ci sono alcuni centri italiani che sono in contatto con noi, ma sarà lei poi a doverci mandare gli esami via fax. Ecco una lista di quelli di Milano». Gli istituti sono quattro, su alcuni c’è scritto anche il nome di un medico di riferimento ma la legge italiana dice che «chiunque realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni è punito con la reclusione da tre mesi a due anni». Per questo molti dottori aiutano le loro pazienti di soppiatto. Alcuni si spingono fino a prescrivere i farmaci da portare all’estero, anche quelli per le donatrici ma il rischio è alto. «Lei ci provi, comunque» consigliano in clinica. E le donatrici? «Su questo non deve preoccuparsi — dice la dottoressa con un sorriso —, sono tutte ragazze sane che sottoponiamo ad analisi e visita completa. La donazione è un atto altruistico, diamo solo 900 euro come rimborso spese. Ovviamente ci prenderemo cura di selezionare una persona con le sue caratteristiche fisiche. Lei non ha propriamente un aspetto spagnolo ma noi abbiamo giovani di tutte le nazionalità. Sono loro a trovarci su Internet. Dal momento in cui lei deciderà, l’attesa sarà di tre mesi. Per il donatore, invece, non c’è problema. Ci dica che aspetto vuole che abbia». Tre mesi per trovare una ragazza sono tanti. In altri centri si parla di 4 settimane. Ma c’è chi ha dovuto aspettare anche un anno. Con la crescita della domanda, infatti, gli istituti hanno difficoltà a trovare giovani pronte a donare gli ovuli. Si dice che molte vengano reclutate nei Paesi dell’Est. Oppure che si usi una donatrice per due riceventi, diminuendo così le possibilità di riuscita dell’intervento perché la qualità degli ovuli scade. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere

9 commenti

Ipazia

Non vedo il problema: tutti sono d’accordo. Donatrice volontaria, donatore volontario (banca del seme), donna che desidera il figlio… Se qualcuno ci guadagna (la clinica) è solo una conseguenza, non una causa! Non è che facendo una legge cretina elimini il problema di chi vuole un figlio e non può averlo…

Il Filosofo Bottiglione

normalissime conseguenze del proibizionismo…
chissà che nel giro non ci sia anche qualche medico cattolico…

che dite, è legittimo fare un appello affinchè i medici facciano obiezione di coscienza alla legge 40, aiutando nel migliore dei modi le coppie che vogliono fare la fecondazione assistita?
sarebbe d’accordo anche la chiesa, che è tanto favorevole all’obiezione di coscienza?

Ernesto

Non c’è nulla di male. Comunque se devono usare ovuli di una donatrice e seme di un donatore, farebbero meglio ad adottare un bambino che già c’è e sta in un orfanotrofio.

emel

>che dite, è legittimo fare un appello affinchè i medici facciano obiezione di coscienza alla legge 40,
>aiutando nel migliore dei modi le coppie che vogliono fare la fecondazione assistita?
>

secondo me a quelli di avvenire gli va di traverso la colomba di pasqua se, per esempio, un gruppo di scienziati e politici laici invocasse l’obiezione di coscenza sulla legge 40.

Me li immagino gia paonazzi a replicare biascicando:
Noi si… ma voi no! …voi non siete cattolici.

Ernesto

Beh, insomma, non li biasimo, però essere altruisti significa avere degli svantaggi personali affinché altri ricavino vantaggi. Evidentemente quelle persone non sono troppo altruiste, per questo particolare rispetto.

Joséphine

Io lo trovo un bello schifo, sulla pelle di bambini che nasceranno in carne e ossa.

Joséphine

Trattasi di commercio di bambini, poiché li si farà nascere.

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