Benedetto XVI così torna il timore di Dio

Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI è passato non qualche anno, ma come un nuovo tempo della Chiesa nel mondo. Il Papa polacco viveva ancora nella visione del mondo del Concilio Vaticano II, cioè un concetto progressista della storia umana: il moderno trionfante nella democrazia e nel comunismo, l’uomo che entrava in possesso della sua storia. E la Chiesa non poteva che conciliarsi in quest’umanità maggiorenne «adulta», che prendeva in mano la realtà della natura e conduceva l’uomo a una signoria delle cose della natura e della società in una figura che aveva il significato di compimento escatologico. I «segni dei tempi» furono una categoria con cui il Vaticano II volle interpretare la società a lui contemporanea quasi come un evento degli ultimi tempi, applicando l’espressione del Vangelo «segni dei tempi», che ha un chiaro significato di avvento del regno e di compimento escatologico, alla dinamica progressiva della storia contemporanea.

Giovanni Paolo II mutò lentamente registro sul piano delle indicazioni spirituali, ma la sua apertura alle nazioni e ai mezzi di comunicazione sociale, la sua figura di star mondiale della televisione, espresse ancora una volta il messaggio della fiducia nei tempi espresso nel suo primo ammonimento papale: «Non abbiate paura». Spinse l’ecumenismo sino a chiedere alle Chiese separate dalla Chiesa cattolica le condizioni possibili per una loro accettazione di una qualche dimensione del primato romano; promosse, sino ai limiti dell’ortodossia, il dialogo con le altre religioni, sino agli incontri di Assisi con la preghiera comune, nel comune luogo ma in distinte comunità, per la pace nel mondo. In un certo modo bilanciò con la sua insistenza sulla vita e sul sesso le indicazioni fortemente conciliari che egli dava in altre direzioni. E si può dire che la parte frenante contro il senso del progressismo fu dovuta soprattutto all’azione del cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Con Benedetto XVI l’eone conciliare e postconciliare, il linguaggio escatologico dei «segni dei tempi» applicato alla civiltà moderna sparisce del tutto: e le parole del Papa ricordano più la stagione della Chiesa dei Pii e l’ultima figura di essa, Pio XII. La Chiesa non è più per Benedetto il sacramento della storia come appariva nell’eone conciliare e postconciliare. Ma sta di fronte alla storia come unica portatrice della grazia e della libertà del regno di Dio che opera e conclude la storia, ma è altro dalla vicenda dei poteri mondani e delle loro culture. Ratzinger non ha cercato i segni del regno nel tempo storico come codificazione di esso ma ha visto i messaggi storici del tempo come espressione della crisi del mondo, del pericolo che incombe sopra di esso. Papa Benedetto non dice «non abbiate paura», dice piuttosto «abbiate timore». Timore di Dio. Egli così può reggere efficacemente e laicamente la storia contemporanea perché non la ritiene compenetrata di una densità escatologica, non la vede come sacramento del regno. E la coscienza degli uomini manda segni del timore escatologico. […]

Ratzinger è un buon profeta, se profeta vuol dire leggere il timore di Dio negli eventi e non le «magnifiche sorti e progressive». Un criterio che ci viene dalla Bibbia ebraica è che non si deve credere ai profeti che annunciano vittorie mentre si deve credere a quelli che annunciano il giudizio divino sulla storia. E incitano dunque al timor di Dio. Forse per questo, Papa Benedetto ha più uditori che Giovanni Paolo II e soprattutto li ha in modo diverso. Da lui non aspettano la speranza della storia, ma ascoltano il linguaggio del timore di Dio.

Il testo integrale dell’articolo di Gianni Baget Bozzo è stato pubblicato sul sito deLa Stampa

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19 commenti

Kaworu

non vedo perchè dovrei avere timore di qualcosa che non esiste…

charlotte

Forse per questo, Papa Benedetto ha più uditori che Giovanni Paolo II.

molta gente che non era mai andata a vedere GP2, ora va a vedere Ratzinger, di questo sono testimone diretta. si vede che i suoi discorsi fanno presa, questa sua “chiamata alle armi” ha successo.

Enrico Greco

Per questo la vita di un credente è più angosciosa di quella di un non credente, perchè deve avere costantemente timore di Dio, dell’inferno e del giudizio degli altri…
Son felice così come sono…

Kohan

Ragazzi ma il timore di Dio non è inteso la paura del giudizio,della condanna , della maledizione ecc.. per favore.
PS: Enrico…lasciamo perdere ciò che hai detto 🙂

Alessandro Bruzzone

O torna o finirà con lo stancare del tutto. Vedremo come finirà…

Sailor-Sun

Forse per questo, Papa Benedetto ha più uditori che Giovanni Paolo II e soprattutto li ha in modo diverso

Cioè la gente gode ad avere paura? Oppure gode nel sentirsi dire che solo la fede in dio (quel dio, non un altro, ci siamo capiti, eh?) potrà salvarli dalle fiamme dell’inferno, e che conseguentemente, coloro che non hanno fede devono essere mandati all’inferno il più presto possibile, perchè quello è il loro posto, magari anche incentivando la loro sofferenza terrena, tanto per essere sicuri?
Riassumendo, la gente vuole sentirsi libera di odiare?

Gabriele Porri

Definizione:

Come virtù, invece, il timore è detto essere il principio della saggezza. Esso può assumere due forme: servile e filiale. Nel primo caso si compie un’azione per evitare i mali (castighi) che ne deriverebbero se non la si compisse. Nel secondo caso l’azione è compiuta per riverenza e sottomissione a Dio. Il timore servile, secondo i teologi, non figura fra i sette doni dello Spirito Santo, anche se dallo Spirito deriva. Il timore di Dio che fa parte dei doni dello Spirito Santo è quello filiale o casto, frutto della carità perfetta (mentre quello servile è frutto della carità imperfetta). Afferma, infatti, San Tommaso (S. theol. II/II, 19) che «i doni dello Spirito Santo sono alcune perfezioni abituali delle potenze dell’anima, che ci rendono docili alle mozioni dello Spirito Santo; come le virtù morali rendono docili alla ragione le potenze appetitive. Ora, perché una cosa ben si presti a essere mossa, si richiede anzitutto che senza contrasto si assoggetti a chi la muove. Ciò fa appunto il timore filiale o casto, poiché per esso noi abbiamo riverenza di Dio e rifuggiamo dal sottrarci a lui: quindi il timore filiale tiene tra i doni dello Spirito Santo il primo luogo salendo in alto e l’ultimo discendendo».

Sailor-Sun

(…) servile e filiale. Nel primo caso si compie un’azione per evitare i mali (castighi) che ne deriverebbero se non la si compisse (…) Nel secondo caso l’azione è compiuta per riverenza e sottomissione a Dio. (…) Il timore di Dio che fa parte dei doni dello Spirito Santo è quello filiale o casto, frutto della carità perfetta (…)

La chiesa non ci vuole come schiavi, ci vuole come vermi.

Gio

Il timore di Dio non è altro che il timore della Chiesa.
Ciò che dice la Chiesa è Legge, questo è il messaggio che Ratzinger vuole instillare. Quando usciremo dal medioevo?

x Sailor-Sun

Se noi atei volessimo veramente distinguerci per altezza d’ingegno, prima di tutto
dobbiamo evitare di strumentalizzare in modo troppo “illegittimo”.
Pensa che da “timore di Dio” sei riuscito ad arrivare a “Libertà di Odiare”!
Pensa che un mio amico simulando un esame orale è da partito da un animale marino
ed è arrivato a Dante in questo modo:
Pesce > Mare
Mare > Mediterraneo
Mediterraneo > Israele
Israele > Inferno
Inferno > Dante LOLLLLLLLLLLLLLLLL XDDD
Ora cerchiamo di battere il suo record.

emel

Ratzinger e’ un criminale alla pari di Milosevic.
Se qualcuno non gli taglia presto la lingua gli italiani se ne accorgeranno a loro spese.

Il Filosofo Bottiglione

timore servile e timore filiale.
ho l’impressione che questa distinzione sia nata per attutire il concetto di timore di dio, in linea con l’eresia critiana, che ha mutato le indicazioni del vecchio testamento.
per fare una bella roba dovrebbero eliminare del tutto la parole “timore”, ma forse non gli conviene.

Sailor-Sun

x x sailor-sun (cambia nome ti prego), ho cercato di postare in modo tale da far capire che il timore di dio non è affatto tale, è un concetto chiamato in modo tale da sembrare importante o altisonante in modo da imporlo a chi non capisce cosa sia in realtà: controllo.
Chi capisce che il “timore di dio” è un concetto mascherato dalla fede e dall’ignoranza per dominare le masse può: a) sfruttarlo per accrescere il propio potere (anche il semplice dominare è potere) b) o come me (o noi, dato il sito in cui posto), indignarsi e cercare di trasmettere agli altri una diverso punto di vista, che faccia mergere il dubbio e il successivo pensiero critico (pillola rossa mode on).
Per dare un esempio, chi ha letto 1984 di george orwell? In quel mondo il ministro della pace si occupa della guerra ecc.

cloyce

x Sailor-Sun

Devi scusarmi, non volevo inserire come nome “x Sailor-Sun”, è che è andato a finire nel nome anziché nel testo. Quando l’ho vista è troppo tardi.

Cmq, capisco cosa intendi. Però tieni conto che non sempre tutto ciò che si sottintende
viene inteso. E chi intende, intende a suo rischio. Motivo per cui a me non piace leggere
tra le righe.

E comunque non mi hai spiegato come hai fatto ad arrivare da “..” a “..”.

Tra l’altro, nel testo riportato in cima alla pagina, non viene fatto alcuna menzione agli atei
o agli miscredenti, gay ecc… in pratiche, ti stai costruendo le accuse!!
O meglio, in realtà non ti stai inventando niente, ma le ca**ate di Ratzinger in questa
pagina non ci sono, e un fedele buon cristiano(ovviamente disinformato) potrebbe storcere il naso se capitasse qui e leggesse le tue righe. Tieni in mente sempre questo.

e

Sailor-Sun

x cloyce: in effetti inserisco dati esterni al testo qui citato per i miei ragionamenti…ma la visione delle cose da me proposte non è (purtroppo) così inverosimile, no?
Chi crede che dio voglia così (Esempio: i gay sono abominevoli, il che, tradotto nel linguaggio sociale, significa evitateli e disprezzateli. Se non volesse questo non li denigrerebbe) agirà di conseguenza temendoli e odiandoli, e chi invece sa che queste parole non hanno origine divina, si sentiranno protetti dall’ideologia comune dell’odio a sfottere più che possono (o peggio) per il loro personale piacere.
Ergo, credenti o meno le parole del papa predicano e giustificano l’odio e la crudeltà.
E, in questo modo, la chiesa si tiene stretta l’approvazione delle masse, chi per paura, chi per convenienza.

Come disse yoda: la paura porta all’ira, l’ira porta all’odio, l’odio porta (e qui continuo io) al crimine legalizzato.

Spero che stavolta sia comprensibile…

Il Filosofo Bottiglione

il timore è una variante della paura. la paura è un meccanismo di allarme che scatta di fronte al pericolo ed a ciò che è sconosciuto. l’irrazionale genera timore.
qualsiasi razionalista si batte perchè la conoscenza dei fenomeni vinca timori e paure, anche perchè, tra l’altro, questi sentimenti sono spesso usati dai poteri per consolidare il proprio dominio e per spingere all’odio ed alla guerra.

attenzione poi all’etica fondata sul timore di dio. l’umanità si sta rendendo conto sempre più della non esistenza di dio, o per lo meno, del dio descritto dalle religioni istituite. quindi insieme a dio viene meno anche il suo principio etico.
solo un’etica fondata sull’uomo e non su dio può soppravvivere alla modernità ed essere salda e duratura.

Il Filosofo Bottiglione

ahimè: “soppravvivere”, naturalmente è “sopravvivere”…

Joséphine

Un’altra mistificazione del doppiogiochista Baget Bozzo, tra una tartina e un soufflé mangiati a sbafo.
Ratzinger era l’amico prediletto da Giovanni Paolo II.
Non c’è soluzione di continuità tra loro.

Tra l’altro Ratzinger, ai funerali di don Giussani, parlò apertamente della “sporcizia all’interno della chiesa”.

Mi pare sempre più inutile addentrarsi nelle elucubrazioni del clero, che se la vedano tra di loro.

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