«Quando si perde la concezione corretta della persona umana, non vi è più un criterio per valutare il bene e il male. Quando il criterio dominante è l’opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia – che possono diventare antidemocratiche e violente – allora è difficile dire dei no. Allora perché dire di no a varie forme di convivenza, alternative alla famiglia? Perché dire di no all’incesto, come succede in Inghilterra, dove fratello e sorella vivono insieme, hanno figli e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili, come hanno richiesto in Olanda? Oggi ci scandalizziamo, ma se viene a cadere il criterio dell’etica che riguarda la natura umana, che non è questione di cultura, allora è difficile dire dei no».
Provate ad immaginare, per un momento, che queste parole siano state pronunciate da un musulmano riformista di qualche madrassa egiziana. Il plauso corale sarebbe quasi liberatorio. O da un Fidel Castro qualsiasi. Faremmo salti di esultanza per la ritrovata democrazia. O da un don Gallo di periferia. Grideremmo al miracolo.
Invece queste parole, che qualsiasi persona dotata di senso logico troverebbe encomiabili e condivisibili, hanno l’unico handicap di essere state proferite dal nuovo presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, attuale vescovo di Genova. Sono parole che non enunciano un principio di morale cattolica. Si limitano a constatare che, in natura, la persona occupa un posto singolare e preminente. Non quindi semplicemente un animale, homo sapiens, tra altri animali, ma persona, quindi qualcosa d’unico ed intangibile.
La seconda affermazione di Bagnasco è un sillogismo, che interpella ancora una volta l’intelligenza, prima ancora che la coscienza. Se non diciamo dei no su ciò che è fondamentale, su cosa potremo dire dei no in futuro? Ci sono delle cose alle quali dobbiamo dire di no, a prescindere dalla fede? E quali sono? E chi le deve dire queste cose? Dobbiamo trovare una soglia sulla quale fermarci o tutto è oggetto di rivendicazione?
Ovvio che se siamo d’accordo nel trovare dei limiti ai diritti e quindi abbiamo urgenza di riconoscere alcuni doveri, monsignor Bagnasco ha colto nel segno. Ma se siamo convinti che tutto sia negoziabile, perché nulla è definitivo, ha ragione due volte. […]
Il testo integrale dell’articolo di Bruno Fasani è stato pubblicato sul sito de Il Giornale
Ma che questo fasani pensi piuttosto al concubinaggio di quello spergiuro che gli paga
lo stipendio.
Bisogna discernere non il morale dall’immorale, poichè la morale muta in continuazione, ma bisogna discernere il dannoso dal vantaggioso o neutro.
I pedofili sono dannosi perchè traumatizzano i bambini, l’incesto è dannoso nel caso della prolificazione, in quanto i bambini saranno ad elevato rischio malattie genetiche, ma gli omosessuali non sono dannosi socialmente, ne più ne meno degli etero.
Ma se la chiesa vuole metterla sul piano etico, vediamo cosa risponde sull’uso del preservativo.
a proposito di preservativi… http://www.youtube.com/watch?v=v2Emdq–bRk 😆
“in natura, la persona occupa un posto singolare e preminente. Non quindi semplicemente un animale, homo sapiens, tra altri animali, ma persona, quindi qualcosa d’unico ed intangibile.”
Eccola qui l’arroganza degli uomini-dei.
Anche in filosofia (non ricordo in che periodo) si elogiava l’uomo in quanto massimo esponente ella natura, ovvero “la natura che conosce se stessa”.
In questo caso la natura è megalomane, sadica e autolesionista.
L’uomo trae la sua morale dall’uomo, dall’incontro con l’altro, dall’ essere un animale sociale e non da un libro di favole dissolute di 2000 anni fa interpretate alla bisogna ora in un modo ora in un altro a seconda delle convenienze. La storia è piena di orrori religiosi, basta leggerla anche con superficialità per rendersene conto e dunque questa presunta concezione corretta della persona umana detenuta da Bagnasco e dai suoi nei secoli dei secoli tale non è
Questo Bruno Fasani non ha ancora capito che la dignità dell’Uomo è possibile solo quando la si pianterà di considerare il “bene” ed il “male” come qualcosa di assoluto, qualcosa che a dire dei cattolici non ha niente di cattolico, ma che in realtà ha validità solo all’interno della ottusissima ed intollerante ideologia cattolica.
Paragonare i DICO alla pedofilia è la cosa più beceramente scorretta che si possa fare. Il modo più sleale e bambinesco per demonizzarli. Un cretinata che poteva provenire solo da un’ambiente promulgatore di ignoranza e inciviltà, come è l’ambiente catto-clericale.
PS: Fasani la pianti di fare i capricci, e faccia in modo che gli omosessuali abbiano la DIGNITA’ che spetta loro.
Che vomito…
Ma questa gente di merda dove sta portando l’Italia ???
Poveri noi in che merdaio siamo costretti a vivere!
Secondo me, con un secolo di ritardo, ha finalmente vinto il Futurismo: parole in libertà! Si può dire tutto e il contrario di tutto: uno più uno fa sette pereppeppè zang tumb tumb e accidenti a chi ci ha rabbia….