Una vergogna sociale

Gentile direttore, un ragazzo omosessuale di sedici anni si è tolto la vita poiché non riusciva a sopportare l’irrisione dei compagni. La vergogna è di tutti; un po’ meno di quei compagni di scuola, giacché figli della nostra società. Una società che ancora considera l’omosessualità un problema. Il termine dovrebbe essere presente solo nei dizionari, così come il termine eterosessualità, ed invece c’è ancora chi ottusamente si domanda se l’omosessualità sia secondo natura o contro natura, quasi come se la distinzione potesse essere un criterio etico: naturale = morale; innaturale = immorale. Chissà se qualcuno si chiederà se lo stupro segua la natura oppure vada contro natura? Adesso sull”ennesimo episodio di suicidio di un ragazzo omosessuale, ci vorrebbe un bel programma televisivo di approfondimento alla Vespa o alla Mentana. Perché vede, caro direttore, per offendere un omosessuale non c’è bisogno di dirgli che è tale; non c’è bisogno di dirgli nulla; basta “accoglierli con rispetto, compassione, delicatezza”, e il gioco è fatto. Le parole tra virgolette sono tratte dal paragrafo 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica, in cui il termine omosessualità esiste ancora. Il Catechismo, redatto dopo il Concilio Vaticano II, fu approvato il 25 giugno 1991, da Giovanni Paolo II, il papa già ritenuto santo. Curiosità: il termine omosessualità, grazie a Dio, non compare nel Vangelo.

Renato Pierri
Lettera a Il Manifesto pervenuta a ultimissime@uaar.it

5 commenti

archibald.tuttle

“Curiosità: il termine omosessualità, grazie a Dio, non compare nel Vangelo.”

non ancora… vedremo cosa riusciranno a combinare le future edizioni paoline…

Ernesto

Sono riusciti a infilare perfino il termine “embrione” nella Tanakh, al posto di (ghimel)(lamed)(mem): galem, cioè materia informe, in ebraico; il che non esclude che prima o poi metteranno anche “gay” nei Vangeli.(benché sia un biologo, avere avuto un nonno ebreo torna sempre utile!)
Comunque, no, non faranno programmi d’approfondimento. Avvenire, Il Giornale, Libero, Il Foglio non modificheranno la loro linea editoriale. Gli sgherri del papa continueranno ad andare in onda per 15 min ogni volta in ogni telegiornale italiano a dire che le pretese dei pervertiti – sempre “da trattare con compassione” – minacciano di distruggere la società.
E i futuri uomini rispettabili continueranno a usare “gay” come il peggiore insulto immaginabile. Perché? Facile, perché gli uomini rispettabili capirebbero solo un cazzotto nei denti. Finché i gay si suicideranno e basta, chi se ne frega! Un finocchio in meno…

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