Per la chiesa arriva l’ora della donna

Un auditorio rigorosamente maschile formato dai vertici della Chiesa e della Curia romana. Anche papa Ratzinger, impassibile, ascolta. La cerimonia della passione del venerdì santo a San Pietro, il rito che precede la via crucis, non prevede che il pontefice prenda la parola. L’omelia è affidata al predicatore di casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Ed è attraverso questa omelia che le donne si affacciano tra vescovi e cardinali riuniti nella basilica. «Dopo tante ere che hanno preso il nome dell’uomo, homo erectus, homo faber, fino all’homo sapiens sapiens, cioò sapientissimo di oggi – elenca infatti il predicatore -, c’è da augurarsi che si apra finalmente, per l’umanità, un’era della donna: un’era del cuore, della compassione, e questa terra cessi finalmente di essere l’aiola che ci fa tanto feroci».
L’omelia dell’adorazione della croce parte delle «pie donne», ciamate così «con una certa condiscenza maschile», riconosce Cantalamessa che preferisce definirle «madri coraggio», perché «hanno sfidato il pericolo che c’era nel mostrarsi così apertamente in favore di un condannato a morte», Gesù. Non che la chiesa si aspetti la salvezza del mondo da parte dell’«eterno femminino», precisa però il predicatore, perché «l’esperienza quotidiana dimostra che la donna può sollevarci in alto ma può anche farci precipitare in basso». Anche la donna, insomma, ha bisogno di essere «redenta». […]
Però nella visione della chiesa cattolica – che almeno per questa occasione evita di occuparsi del lavoro del governo e del parlamento – devono appunto essere rendente e «liberate da antiche soggezioni» per poter contribuire a salvare la società da i suoi mali. E non devono, «ripetere l’antico errore gnostico secondo cui la donna, per salvarsi, deve cessare di essere donna e trasformarsi in uomo», un «pregiudizio tanto radicato» che le donne «per affermare la loro dignità hanno creduto necessario a volte assumere atteggiamenti maschili oppure minimizzare la differenza dei sessi, riducendola a un prodotto dalla cultura». La precisazione di questo passaggio, una critica una parte del femminismo, è affidata alle note dove si cita Le Deuxiéme sexe di Simon De Beauvoir: «Donna non si nasce ma si diventa, ha detto una loro illustre rappresentante».
Comunque il predicatore di casa pontificia sottolinea che «storicamente» solo le donne «possono dirsi innocenti» del sangue di Gesù, mentre anche gli apostoli fanno «una figura meschina» […]

Fonte: ilManifesto.it 

Un commento

Joséphine

«ripetere l’antico errore gnostico secondo cui la donna, per salvarsi, deve cessare di essere donna e trasformarsi in uomo»,

non capisco, ce l’ha su con le donne o coi trans??

😀

Commenti chiusi.