Francia, corsa ai valori e nessuno si vergogna

«Aiuto, anche in certi Paesi della laica Europa tornano i “valori”», si inquietava nei giorni scorsi, dalle pagine di un quotidiano italiano, una famosa opinionista che vive e scrive da Parigi, cuore storico della “laicité”: perché, secondo lei, se le masse popolari tornano a chiedere che la politica si occupi di valori quali “famiglia”, “religione”, tutto questo non può che intimidire la politica stessa e quindi indebolire lo Stato e la “laicità” che lo deve distinguere. Nell’articolo si diceva che oggi tocca vedere cose dell’altro mondo, non solo nella povera Italia dove sempre più la politica è paralizzata dal Papa che parla solo della famiglia, per non dire di cosa combina la Cei, ma perfino nella Francia d’oggi, dove anche una candidata di sinistra come Ségolène Royal, per poter aspirare all’Eliseo, è costretta a rincorrere un centrista come Sarkozy o, peggio, un cattolico come Bayrou, sul deprecabile terreno di “valori privati” quali la famiglia e dintorni. Ma qui sarebbe interessante sapere se la giornalista in questione si sia mai chiesta come e perché queste esigenze – che a lei sembrano tanto deprecabili e pericolose – vadano riaffiorando con la “pericolosa” forza popolare che lei stessa vi attribuisce, anche nel cuore dell’Europa più laica; e non come conseguenza dei mutamenti indotti dagli imponenti flussi migratori musulmani, ma proprio perché così vuole o un certo “zoccolo duro” di origine per così dire “indigena”. E dunque, se popoli da così lungo tempo governati da Stati profondamente “laici” esprimono questo genere di “bisogni”, non sarà perché un certo modo di interpretare la laicità dello Stato lascia grande spazio a questo genere di “insoddisfazioni”? Non sarà che valori quali famiglia, religione, educazione e così via, richiedono alla politica e agli Stati risposte diverse da quelle che sono state “laicamente” fin qui date, o che ci si propone di dare d’ora in poi? Sono domande logiche, razionali. Cioè laiche: perché chi parla così ad alta voce in nome di questi principi si guarda bene dal porle anche a se stesso e alla propria parte? Se tante voci “laiche” avessero il coraggio di metter in dubbio la “loro” idea della laicità dello Stato cui attribuiscono valore di indiscutibile dogma, sarebbe meglio. Si potrebbe, per esempio, aprire un vero e laico confronto fra diversi, legittimi, modi di interpretare la laicità dello Stato. […]

Se tale modo di pensare e di procedere sia esemplarmente “laico”, lasciamo giudicare all’infinito esercito delle persone normalmente non prevenute. Certo è che una domanda rimane: andar avanti così, si può? Soprattutto: chi può immaginare che serva ad affrontare positivamente i gravi problemi che i più, ne siamo certi, hanno a cuore?

Il testo integrale dell’articolo di Gabriella Sartori è stato pubblicato sul sito di Avvenire

9 commenti

Lamb of God

Per me questa è un’analisi completamente sballata, perchè al momento in Francia i sondaggi dicono che 1 su 2 è indeciso e questa indecisione ha portato in auge il terzo incomodo (Bayrou) facendo pensare ai due principali candidati che ci sia bisogno di scendere al livello del collega per raccattar voti. Ed ecco che ora tutti parlano di valori che, nonostante quanto riporta l’Avvenire, non sono quelli propagandati dalla CEI; io son convinto che alla fine la spunterà Sarkozy è questo sarà cmq un duro colpo per la CCAR perchè la sua elezione non porterà ad alcun passo indietro o ad alcuna riscoperta dei valori cristiani.
La nuova laicità propagandata dal Cardinale Scola farebbe inorridire anche un elettore di Bayrou, visto che in Francia come esempio recente di scissione fra potere e fede c’è stato un certo Chirac, non Berlusconi.

paoloz

… popoli da così lungo tempo governati da Stati profondamente “laici” esprimono questo genere di “bisogni” …

I Popoli dell’europa civilizzata non esprimono affatto tali bisogni: sono i politicanti, che, cercando di sostenersi a vicenda con il clero, inondano i giornalisti di dichiarazioni deliranti a propositi di valori, religiosità, spiritualità e balle varie. Poi i giornalisti, per riempire le loro inutili pagine (i veri giornalisti sono sempre più rari), si danno un gran daffare per riportare fino alla nausea le dichiarazioni mistico-religiose di politicanto e clericali. E così alla fine SEMBRA che il popolo chieda a gran voce il ritorno alle leggi ispirate dalla religione. Ma non è così. E’ solo una realtà apparente, virtuale, creata dai media e dai politicanti-clericali-ateidevoti-eccetera.

Jamp

Più che sballata, trovo che l’analisi sia faziosa e basata su informazioni erronee. La Royal fino a qualche mese fa sembrava dover vincere a mani basse, finchè si appoggiava al marito. Poi ha iniziato “ad aprire bocca e a lasciare andare” nei discorsi pubblici (testualmente riportato da alcune testate d’oltralpe) destreggiandosi in discorsi discutibili, e siamo arrivati agli ultimi sondaggi in cui i tre sfidanti parevano praticamente a pari merito. E ora per riprendere un po di credibilità, probabilmente si aggrappa ai moderati (cosa che hanno fatto anche Prodi & Co, quindi tutto il mondo è paese).
PS: non metterei la mano sul fuoco su quanto riporto, ho notizie piuttosto frammentarie, ma sufficienti a farmi dubitare della ricostruzione di Avvenire (strano!)

Carlo

Mi sembra piuttosto vero il contrario. Molta gente e’ stufa dell’ingerenza e del dogmatismo delle religioni, specialmente del cattolicesimo. Inoltre inviterei i cristiani a riflettere: questa gente che chiede “valori” vuole veramente essere cristiana/cattolica o semplicemente sono dei tradizionalisti che si sentono minacciati dalle conquiste laiche? Quanti di loro vanno regolarmente a messa? Quanti conoscono i dogmi e le scritture??

Cari cristiani siete sicuri di volere proseguire sulla strada dei “valori”? Cosi’ facendo avrete magari ancora qualche anno di potere e qualche vittoria di pirro, al prezzo di svotare di significato le vostre religioni.

Marco G.

Perchè la Sartori non si chiede piuttosto come mai la “corsa ai valori” in Francia porta tutti e tre i principali candidati ad assumere posizioni che in Italia verrebbero ancora definite “laiciste”?

Daniela

cioè quello che propone la giornalista è che le persone laiche disconoscano la laicità e dicano che una visione religiosa è la visione migliore per uno stato davvero laico?
Poi ha fatto un’analisi davvero discutibile delle vicende politiche francesi.

Gio

Se i “valori” che nascono in Francia sono quelli de L’Avvenire… povera Francia.

raphael

Cattolici i valori che si cercano non sono certo i vostri……
Che la Francia sia laica è un fatto, così come un fatto incontestabile è che l’Italia sia uno Stato concordatario/confessionale. La speranza che voi nutrite che diventi una teocrazia resterà tale perchè ormai si vive in Europa, una Europa che non vuol saperne di voi.

lik

La Royal è una donna di destra ma è sinistra per femminismo, prima era contraria al matrimonio e all’adozione gay (anche se lei è pacsata) poi su pressione del partito socialista ha cambiato idea. Particolarmente antisessantottina è approdata nella sinistra perché sentiva (giustamente) vicina alle rivendicazioni delle donne. Sarkozy non è un “centrista” ma un uomo di destra, Bayrou effettivamente quando era ministro della pubblica istruzione avava tentato di aumentare i finanziamenti alle scuole private.

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