Perché non possiamo dirci cattolici: bocciati in religione

Quasi un quarto degli italiani – il 23,2 per cento – non sa che questo è il giorno della resurrezione di Gesù. Incredibile? Proviamo con un classico del catechismo: che cosa è la Trinità? Qui i risultati sono anche peggiori: il 30,7 per cento fa scena muta, un altro 12,4 per cento sbaglia risposta, per un totale pari al 43,1 per cento. Solo il 56,1 per cento degli intervistati se la cava bene e spiega che la Trinità è la misteriosa essenza di Dio, che è al tempo stesso una e tre persone.
[…]

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27 commenti

Lorenzo A.

Aiutatemi !!! se io che conoscessi la risposta alle tre domande sarei da considerare cattolico ?

Alla fine quello che conta per le sottane nere è solo chi gli dà l’otto per mille non chi conosce i dettagli delle frottole.

JSM

Kaworu,
non è una regola fissa ma, il più delle volte, sapere certe cose porta all’ateismo…. Quindi, è tendenzialmente piuttosto difficile conoscere la religione e contemporaneamente crederci.

Gio

Proprio perchè ne sappiamo di più noi di cattolicesimo, ora ci definiamo convintamente atei!!! 😀

JSM

bravo gio!
personalmente sono convinto che il miglior libro di ateismo che sia mai stato scritto sia proprio la bibbia

Jamp

Conosco atei militanti che hanno una cultura vastissima sul campo religioso. E in effetti concordo, più ne sai, e più ti rendi conto di quanto sia incogruente e assurda la base su cui la religione si fonda. Anche io mi considero uno che come minimo si interessa (non voglio “peccare” di superbia dicendo di “conoscere”) di quello che contesto: conosci il tuo nemico. Generalmente chi contesta la religione attivamente lo fa perchè ha una cultura alle spalle che gli impedisce di accettarla, ergo è abituato a interessarsi del mondo che lo circonda, e sa perfettamente che per poter criticare e osteggiare una cosa bisogna conoscerla. Almeno, chi ha onestà intellettuale si comporta così.

Quanto a molti che si dichiarano religiosi (non tutti, ci mancherebbe, lungi da me fare erbe e fasci) non hanno la più pallida idea di cosa giri attorno al loro credo: alcuni sono semplicemente ignoranti (come ignoranti ci sono tanti atei, non voglio minimizzare) e prendono quanto dicono loro come oro colato senza avere minimo interesse ad approfondire la cultura del loro credo, altri -che è quasi peggio- passano all’essere invasati e rifiutano aprioristicamente ogni sorta di altra spiegazione/cultura/conoscenza legata alla propria religione, a meno che non sia a supporto di essa.

Daniela M

questa è la prova provata che il papa comanda su un branco di pecoroni, i cattolici sono così ignoranti da sapere a malapena chi è Gesù Cristo. E il papa li comanda con strumenti antiumani : confessione, ricatto sacramentale, scomunica, ecc….
che tendono a umiliare la persona e a ridurla in soggezione psicologica.

Riguardo alla cultura biblica, non ci sono paragoni tra i seguaci cattolici e i fedeli protestanti, la cultura biblica è andata avanti grazie a loro (la cultura biblica seria, non quella propagandata dal vaticano, fatta da cuori di Gesù e madonnine che piangono…)

Daniela M

@Jamp

“Conosco atei militanti che hanno una cultura vastissima sul campo religioso. E in effetti concordo, più ne sai, e più ti rendi conto di quanto sia incogruente e assurda la base su cui la religione si fonda. ”

Sono d’accordo con te su molte cose, tranne che in questa. C’è molta disonesta intellettuale in giro, molta ignoranza e fanatismo, su questo è verissimo. Ma non concordo con l’equazione tra conoscenza religiosa-conferma della sua infondatezza. Ti posso assicurare che proprio dallo studio (serio) della scrittura e delle interpretazioni teologiche ho potuto discernere tra sciocca credenza e autentica fede, e che se sono qui adesso in questo forum è proprio perchè grazie allo studio ho potuto vedere la differenza tra autentico cristianesimo e la caricatura che ne fa il vaticano e la sua accolita di seguaci. Mi rattrista ogni volta vedere colpita l’essenza dei valori cristiani, quando essi vengono confusi con l’uso scellerato che ne fa una gerarchia temporale. Questa confuzione si scopre studiando seriamente l’oggetto della propria accusa, e seprando in essi il messaggio originario dall’uso storicamente definito. Sono due cose ben diverse, purtroppo.

Daniela M

…ho fatto un pò di errori di grammatica, dovuti alla fretta…

Il Filosofo Bottiglione

il credo di molti su riassume nelle balle vomitate dai rotocalchi scandalistici, sui miracoli di padre pio e giovanni paolo 2.
un tempo almeno su queste cose esisteva un sentimento popolare che poteva essere anche commovente. oggi è solo ridicolo.

ciceracchio

la trinita’ ?? io e due amiche a letto .
una vera robe celestiale. provare x credere.
parola di un vecchio ateo con queziente accertato di intelligenza
superiore alla media di un cattofanatico

GiaZ

Il problema è che oggi come oggi “c’è da vergognarsi” a non conoscere queste nozioni,perchè tutti si scandalizzano e ti chiamano ignorante; e non c’è nulla da vergognarsi a non conoscere le basi della “Meccanica del punto” per esempio (per chi non lo sapesse sto parlando di Fisica basilare..),perchè nessuno a quel punto si scandalizza.
Bisognerebbe ridefinire i termini di “Sapere” e di “Cultura”…

Angela

Concordo con quanto scive Jamp. In effetti io catalogherei gli italiani in tre grandi aeree (dentro cui a loro volta vi sono molte sottoaree):
1. Chi rifiuta le religioni in quanto ha cultura;
2. Chi accetta passivamente le religioni in quanto non ha cultura per rifiutarla;
3. Chi accetta attivamente le religioni in quanto ha cultura e una buona dose di masochismo.
In genere le persone con scarsa cultura che potrebbero rifiutare le religioni in quanto non si interessano ad esse, le accettano per mera superstizione.

Jamp

@ Daniela

Pienamente d’accordo con te, ammetto di aver generalizzato un po troppo nel mio intervento precedente. Innegabilmente i valori concettuali del “primo” cristianesimo sono più che validi e condivisibili: mi riferisco molto più ai fronzoli che la storia della chiesa ci ha costruito intorno, dalle festività, a voti e leggi discutibili, iniziative basate su concetti erronei o di difficile credibilità. Che la cristianità starebbe molto meglio, sarebbe più tollerante e rispettabile se si fondasse solo sui precetti del cristianesimo originario posso concordare, anche se al momento non mi troverei comunque in condizioni di farne parte 😉

@ Angela

Aggiungerei una quarta divisione

4. Persone acculturate che accettano attivamente la religione, aperti di mente e rispettosi degli altri.
Ci sono anche loro. La caratteristica privata della fede permette a chiunque di credere per motivi suoi, fintantochè non va a tappezzare di santini il giardino altrui. E di questa gente ce n’è, anche se scompare dietro a persone di dubbia onestà intellettuale e moralità che si elevano a santoni. Ed è gente che, tutto sommato, merita rispetto.

Sailor-Sun

Io non sono ateo, sono agnostico, poichè tutto è passibile di dubbio, a ogni livello, e credo riduttivo eliminare tutto in blocco.
Molte cose nella bibbia e nei vangeli sono apprezzabili, che siano storie o concetti filosofici: l’unico vero errore è considerli veri e assoliti a priori.
La chiesa fa dell’assolutismo l’arma per difendere il suo potere, ma negare che esista un dio solo perchè i suoi cosiddetti rappresentanti in terra sbagliano è riduttivo.
Può anche esistere un dio i cui insegnamenti siano stati travisati.
Può esistere un dio che abbia compiuto alcuni miracoli descritti nella bibbia mentre altri sono inventati.
Può esistere un dio che non ha fatto nulla a questo mondo se non guardare.
Può esistere un dio che della terra non si è mai interessato.
Possono esistere vari dei.
Può non esserci alcun dio.
Scegliere solo quest’ultima opzione è riduttivo.
Ma tra tutte le possibilità da me esposte c’è un aspetto comune: l’uomo non ha nessun dovere a seguire regole divine (libero arbitrio): deve decidere da solo cosa fare e cosa no, in conformità alla propria conoscienza e ragione.
Viva i liberi pensatori.

Daniela M

@jump e @angela

infatti io rispetto tutti. Non sono credente dalla nascita, anch’io ero atea e capisco bene le ragioni dell’ateismo. Un credo non si deve e non si può imporre. La fede c’è o non c’è. E non è contagiosa. La si vive senza enfasi e senza bandiere. Non è un distintivo di superiorità, ma un servizio che, se si vuole, si può offrire agli altri, in termini di cura e sollecitudine umana. Senza chiasso e culti della personalità. Come purtroppo fa invece la gerarchia vaticana. In quanto alla bibbia, essa è stata usata e abusata, e sarebbe ora di studiarla bene, se la si vuole capire, interpretarne il messaggio al di là dei condizionamenti storici. Chi muove guerre o divisioni in nome di Dio, sarebbe meglio che sparisca dal consesso umano. Atei e credenti potrebbero collaborare al bene comune, perchè i valori della vita, della solidarietà, della libertà e via dicendo sono valori universali, condivisibili, al di là delle credenze e delle posizioni. E invece le religioni organizzate hanno purtroppo creato steccati sulla base di una presunta superiorità del loro credo. La fede invece dovrebbe cambiare l’uomo credente, non gli altri. E’ la testimonianza personale che può far avvicinare gli altri a una fede, non l’astratteza di un credo. Per questo rispetto tutti. E chiedo rispetto, ovviamente. Da Angela sopratutto, che col suo schematismo pedestre vorrebbe relegare gli autentici credenti nel girone dei masochisti. Questo non mi sembra un confronto rispettoso degli altri, ma scientismo presuntuoso e basta.

Damiano

ma non si vergognano?

ne so di più io che sono atea -.-

Credo sia una delle ragioni per cui siamo atei…

Damiano

@Daniela M.

Ne avevamo già parlato tempo fa, secondo me parlare di “cristianesimo vero” è senza senso. Qualsiasi lettura critica dei testi sacri (vale anche per il NT) ti fa scegliere ciò che ritieni “buono” e rifiutare ciò che ritieni “cattivo” oppure semplicemente ignorare ciò che ritieni “insignificate” o “insensato” e questo lo fai con un metro di misura che prescinde dal contenuto del testo stesso.
Da questo punto di vista il testo si riduce a generica “fonte di ispirazione” per una filosofia di vita personale.

Sailor-Sun

X Damiano: la lettura dei testi sacri in chiave personale è equivalente a leggere un libro di filosofia o di narrativa (la bibbia e i vangeli non sono altro che entrambe le cose mischiate), non è un problema, il problema è rappresentato dalle omelie delle messe in cui uomini, per quanto acculturati sull’argomento possano essere, cercano di convincere (o peggio, credono di trasmettere) altri uomini che la loro interpretazione degli scritti è “l’unica” “vera” tra tutte.

Daniela M

@Damiano

è un pò riduttivo il tuo discorso, perchè allora non capisco perchè la mia “selezione” dovrebbe essere meno valida della tua, per esempio….
Lo studio biblico è una cosa seria, non è una questione di selezione o di convenienza. Se per molti secoli popolazioni e civiltà si sono riferite a un testo sacro ci sarà pure una ragione: o sono tutti stupidi e rozzi oppure una scintilla di verità, in quei testi, emerge. io penso che la prima alternativa sia la più improbabile, e lo dico per una fede (laica) nell’uomo. Preferisco credere a un valore di fede che promana da un testo cosidetto sacro che alla pazzia collettiva di intere civiltà. Semplicemente questo. Potrebbe bastare a darmi fiducia per approfondire dei testi che, in qualche modo, hanno permeato la cultura occidentale (filosofia, letteratura, arte, ecc…). Chi studia la bibbia in modo serio cerca appunto di non farne una preda per appetiti personali, ma di enuclearne il valore perenne, al di là dei condizionamenti storici. Su tutto, poi, domina ovviamente il discorso di fede: se uno non dà valore di fede al testo sacro tutto quelle che vi legge appare superstizione e fandonia; se invece si legge con fede, si troverà un significato sempre, in ogni frase. Ripeto comunque che i contenuti di fede dei testi sacri non si devono imporre. Io posso credere a certi valori del cristianesimo cui gli altri sono liberi di non credere. Ma rimane il fondamentale imperatico etico comune di rispettarsi a vicenda. E se io non considero una stupidaggine l’irrilevanza della bibbia per un ateo, egli non deve però giudicare una suoperstizione la mia fede in esso. Tutto qui. Mi sembra che sia un discorso molto laico, questo, direi anzi “umano” e basta.

Sailor-Sun

X Daniela: forse una scintilla di verità nei testi sacri (non solo quelli cristani) ci sarà, ma credo che se le varie popolazioni fossero meno becere sarebbbero già riuscite a distinguere quella scintilla in mezzo alle favole e alle cavolate, conservando l’utile ed eliminando il dannoso.
Guardatevi il film Water, parla tra l’altro delle leggi giuste o ingiuste dei testi sacri indù.

Daniela M

@Sailor
“forse una scintilla di verità nei testi sacri (non solo quelli cristani) ci sarà, ma credo che se le varie popolazioni fossero meno becere sarebbbero già riuscite a distinguere quella scintilla in mezzo alle favole e alle cavolate, conservando l’utile ed eliminando il dannoso.”

su questo concordo: è proprio il problema principale…Più che le popolazioni la responsabilità è di chi sta in alto nelle religioni e imbonisce le popolazioni con affermazioni false, spacciandole per dottrina…

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