“Un mio modesto articolo”

Si potrebbe parlare di fobia od ottusità, da una parte dei cattolici, se non fossimo certi che è in atto un mirato attacco ai progressisti laici e ai loro sforzi per rendere l’Italia un paese semplicemente normale, degno di paragonarsi a qualsiasi altro stato europeo in ambito di diritti civili.
Questi fondamentalisti cattolici, con il loro dogmatismo, non fanno altro che giudicare chi come noi auspica una società più giusta, ove la libertà non sia solo un diritto per pochi e sostanzialmente legata al denaro o ad interessi corporativi, ma un diritto universalmente riconosciuto a tutti gli uomini.
I motivi che ci costringono a lanciare un così forte allarme, sono ovviamente le continue ingerenze vaticane alla libertà e alla laicità delle istituzioni Italiane e l’assolutismo dell’attuale pontificato, che diventano: arroganza con la pretesa di sostenere verità assolute e inoppugnabili e ingerenze nella sfera politica con pretese d’assoluta obbedienza dei parlamentari cattolici, rendendo così lampante la volontà della chiesa nel negare la libertà di coscienza individuale e perciò minando un principio fondamentale della democrazia. (ricordiamo la forte critica al relativismo e al nichilismo lanciato già qualche mese fa dal Papa).
Citiamo solo alcuni dei più recenti casi: ad esempio è lo stesso Ratzinger ad esternare definendo “non lecite” le pretese, d’alcune istituzioni statali, di piena autonomia etica e morale. Guarda caso era in visita in Piemonte, proprio qualche giorno dopo l’approvazione da parte della commissione del consiglio regionale di un disegno di legge che abolisce ogni forma di discriminazione e riconosce alcuni diritti individuali nell’ambito della sanità e dell’accesso alle case popolari per le persone stabilmente conviventi. Parrebbe proprio un monito alla giunta Bresso.
E’ poi Monsignor Bagnasco, neo presidente della CEI, organo politico ecclesiastico, a difendere l’assoluto diritto di intervenire nel dibattito politico italiano ed internazionale da parte dell’episcopato e a puntualizzare che ogni volta che la CEI esterna lo fa per difendere l’uomo e la chiesa. Pur ammettendo che è un diritto della chiesa esprimersi resta in ogni caso una tesi folclorica, perché si noti come ogni proposta per ampliare i diritti civili e le libertà individuali suscitino immediatamente i veti del clero e non delle semplici indicazioni sull’eticità di tali proposte.
Ci domandiamo basiti perché una persona che soffre per una malattia incurabile non possa decidere liberamente di porre fine alla propria esistenza, senza che tale diritto sia definito un “attacco alla vita”? Perché dovrebbe essere un “attacco alla famiglia” parificare in termini giuridici i diritti delle coppie sposate alle oltre cinquecento mila coppie di persone che convivono stabilmente? E ancora, perché vengono lanciati anatemi contro chi è a favore della libertà scientifica, che si propone ad esempio di curare malattie gravi?
Non saremo mai un paese normale e moderno, fintanto che a decidere quali diritti sono leciti e quali no e per chi lo sono, saranno persone che prediligono ancora oggi il digiuno, la preghiera e il cilicio all’uso del buon senso del raziocinio e dell’intelletto.
Noi ci battiamo e continueremo a farlo contro l’ignoranza, la credulità e la superstizione, retaggi di una società bigotta in declino in quasi tutto il mondo occidentale, ma che trova ovviamente nella nomenclatura ecclesiastica tra i suoi più attivi difensori, le stesse persone che ci vedono, giustamente, come coloro che minano le fondamenta delle loro fortune terrene, fortune non propriamente spirituali.

Gabriele Arati
Lettera pervenuta a ultimissime@uaar.it

6 commenti

Sailor-Sun

Che i potenti si aggrappino con le unghie e con i denti al loro potere, anche a costo di infangare la propria immagine sparando cazzate, è risaputo.
Ciò che mi preoccupa sono le persone che di potere non ne hanno, ma continuano a foraggiare chi li sfrutta e deruba, con la loro fede, con la condiscendenza e con offerte in denaro.
Il problema delle affermazioni deliranti del papa, di bagnasco e dei loro colleghi, è che la gente le ascolta, e ci crede pure!
Se così non fosse non credo ci sarebbe questo controinterventismo da parte delle persone razionali.

Le motivazioni a questo attaccamento al clero, per quanto sia evidente il danno da esso arrecato, a mio parere sono:
1) Masochismo.
2) Paura di perdere le proprie certezze.
3) Effetto paraocchi dovuto all’educazione ricevuta, che filtra ogni notizia od opinione che non sia filocattolica bollandola come “eretica”.
4) Ignoranza.
Non pongo il punto “difesa del patrimonio derivante dal clero” perchè gli appartenenti a questa categoria rappresentano non un’attaccamento sincero, ma più un’attaccamento di stampo parassitario.

† Requiem Aeternam Deo †

Qui mira e qui ti specchia,

Secol superbo e sciocco,

Che il calle insino allora

Dal risorto pensier segnato innanti

Abbandonasti, e volti addietro i passi,

Del ritornar ti vanti,

E procedere il chiami.

Al tuo pargoleggiar gl’ingegni tutti,

Di cui lor sorte rea padre ti fece,

Vanno adulando, ancora

Ch’a ludibrio talora

T’abbian fra sé. Non io

Con tal vergogna scenderò sotterra;

Ma il disprezzo piuttosto che si serra

Di te nel petto mio,

Mostrato avrò quanto si possa aperto:

Ben ch’io sappia che obblio

Preme chi troppo all’età propria increbbe.

Di questo mal, che teco

Mi fia comune, assai finor mi rido.

Libertà vai sognando, e servo a un tempo

Vuoi di novo il pensiero,

Sol per cui risorgemmo

Della barbarie in parte, e per cui solo

Si cresce in civiltà, che sola in meglio

Guida i pubblici fati.

Così ti spiacque il vero

Dell’aspra sorte e del depresso loco

Che natura ci diè. Per questo il tergo

Vigliaccamente rivolgesti al lume

Che il fe’ palese: e, fuggitivo, appelli

Vil chi lui segue, e solo

Magnanimo colui

Che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,

Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.

† Requiem Aeternam Deo †

Giacomo Leopardi, “La Ginestra o fiore del deserto”….

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