I sospetti e le nebbie da dissipare

Certo che è una ferita ancora aperta. La Shoah si consumò nel silenzio di Pio XII. Invano si attese una sua parola di condanna del massacro, una sua esplicita denuncia dei crimini di Hitler. Certo la diplomazia vaticana si adoperò a tessere le sue reti umanitarie; in Italia conventi e parrocchie si aprirono per salvare ebrei e antifascisti e certo il mondo cattolico fu attraversato da torrenti di solidarietà che fecero da antidoto alle pulsioni antisemite sedimentatesi nei secoli. Ma quel silenzio ci fu.

Una interpretazione benevola suggerisce una scelta consapevole di Pio XII; il Papa riteneva infatti più efficaci i piccoli passi della diplomazia che una clamorosa protesta, con il rischio di suscitare terribili ritorsioni da parte dei nazisti e di peggiorare la situazione degli ebrei. Ma c’è da dire che anche i passi successivi della Chiesa non sono stati tali da dissipare le nebbie e i sospetti di complicità che ancora oggi circondano quel silenzio. Anzi. Nel dopoguerra il Vaticano fu il crocevia di tutta una serie di iniziative che puntavano a salvare criminali nazisti del calibro di Priebke, Mengele, Eichmann, avviando quella «operazione Odessa» che vide tra i suoi protagonisti lo stesso Montini, futuro Papa Paolo VI. E ancora, molto più recentemente, il discorso di Benedetto XVI ad Auschwitz non è stato certo il balsamo ideale per lenire quelle ferite. E’ sembrata discutibile – e non solo agli Ebrei – l’affermazione del Papa tesa a circoscrivere le colpe del nazismo a «un gruppo di criminali» che «usò e abusò» del popolo tedesco; ancora maggiori perplessità ha suscitato poi l’altra affermazione sui «nazisti che volevano distruggere il popolo ebraico per strappare la radice su cui si fonda il Cristianesimo». Il progetto di sterminio si sviluppò in realtà lungo una direzione che francamente fa oggi apparire il Cristianesimo un bersaglio trascurabile, quasi inesistente. […]

Il testo integrale dell’articolo di Giovanni de Luna è stato pubblicato sul sito de La Stampa

13 commenti

Ernesto

Strano, il TG5 di ieri ha annunciato che la figura di Pio XII è “è stata riabilitata senza ombra di dubbio da recenti documenti usciti dagli archivi del III reich”…

Lamb of God

Quello che successe dopo la guerra ad opera del Vaticano si può spiegare solo con la COMPLICITA’ di esso col Reich, ed a testimonianza di questo ci sono diversi documenti indiscutibili già postati mille volte, a partire dalla Operazione Ratline:

http://it.wikipedia.org/wiki/Ratline

Scopo di tali operazioni era quello di utilizzare queste persone, nonostante le gravissime colpe di cui si erano macchiati, nell’intento di combattere la minaccia comunista globale. Questa esigenza nasceva dal fatto che proprio i nazisti avevano combattuto in prima linea i russi ed i partiti comunisti nei paesi occupati.

Nel 1947, appena finita la guerra e in piena occupazione alleata, i nazisti che sono riusciti a scampare al processo di Norimberga danno vita ad un’organizzazione dal nome O.D.E.SS.A, acronimo che sta per Organisation der Ehemaligen SS-Angehörigen (in tedesco Organizzazione dei membri delle ex SS). Tale organizzazione si prefiggeva di spostare capitali, accumulati per lo più sottraendoli alle vittime dell’Olocausto, all’estero e di produrre documenti per evacuare i membri i paesi sudamericani. La maggior parte dei fuggitivi raggiungeva clandestinamente l’Italia e attraverso lasciapassare della Crose Rossa Internazionale o del Vaticano, con la compiacenza e l’appoggio di alti prelati, riuscivano a raggiungere l’Argentina ed altri stati sudamericani.

Ditemi voi come si spiega quest’abominevole complicità postuma alla guerra …

JSM

quali Ernesto?
quelli della richiesta agli Alleati di non far entrare soldati di colore a Roma???

raphael

Ragionando un pò semplicisticamente, un conto è dire un No chiaro dalle finestre vaticane e subirne le conseguenze anche tragiche (il martirio?) con apprezzamento postumo unanime e grande spolvero morale del cattolicesimo, altro è nicchiare nell’ombra e tessere orditi discutibili con gli aguzzini…..
Nel secondo caso ci si espone alla gogna della storia o comunque ne vieni fuori ma non lindo e pinto e non puoi pretendere un giudizio unanime positivo.
Insomma cattolici, rassegnatevi al giudizio divino
Non è la divinità che separa i giusti dagli ingiusti?

Marforio

… CARTA CANTA VILLAN DORME …

Già nel dicembre 1940, in un articolo del Time magazine, Albert Einstein rese omaggio a Pio XII: «Solo la Chiesa si è schierata apertamente contro la campagna di Hitler per la soppressione della verità. Non ho mai avuto un particolare amore per la Chiesa prima d’ora, ma adesso provo un grande affetto e ammirazione perché solo la Chiesa ha avuto il coraggio e la tenacia di schierarsi in difesa della verità intellettuale e della libertà morale. Sono perciò costretto a confessare che ora apprezzo senza riserve quello che un tempo disprezzavo».
Nel 1943 Chaim Weizmann, che sarebbe diventato poi il primo presidente dello stato di Israele, scrisse che «la Santa Sede sta prestando il suo potente aiuto laddove è possibile, per alleviare la sorte dei miei correligionari perseguitati».
Moshe Sharett, vice primo ministro israeliano, incontrò Pio XII alla fine della guerra e «gli dissi che era mio primo dovere ringraziare lui, e attraverso di lui la Chiesa cattolica, a nome del popolo ebraico per tutto ciò che hanno fatto nei vari Paesi per proteggere gli ebrei».
Il rabbino Isaac Herzog, Rabbino capo di Israele, inviò un messaggio nel febbraio del 1944 dichiarando: «Il popolo di Israele non dimenticherà mai ciò che Sua Santità e i suoi illustri delegati, ispirati dai principi eterni della religione, che stanno alla base della autentica civiltà, stanno facendo per i nostri sventurati fratelli e sorelle nell’ora più tragica della nostra storia, una prova vivente della Divina Provvidenza in questo mondo».
Nel settembre 1945 Leon Kubowitzky, segretario generale del Congresso ebraico mondiale, ringraziò personalmente il Papa per i suoi interventi, e il Congresso ebraico mondiale donò 20.000 dollari all’Obolo di San Pietro «come segno di riconoscenza per l’opera svolta dalla Santa Sede nel salvare gli ebrei dalle persecuzioni fasciste e naziste».

Benevolenza e magnanimità
Nel 1955, quando l’Italia celebrò il decimo anniversario della sua liberazione, l’Unione delle comunità ebraiche italiane proclamò il 17 aprile “Giornata di ringraziamento” per l’assistenza ricevuta dal Papa durante la guerra.(…)
Negare la legittimità della gratitudine espressa verso Pio XII equivale a negare la credibilità delle testimonianze personali e dei giudizi espressi sull’Olocausto stesso. «Più di tutti gli altri», richiamò Elio Toaff, un ebreo italiano che sopravvisse all’Olocausto e poi divenne Rabbino capo di Roma, «noi abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare la grande benevolenza compassionevole e la magnanimità del Papa durante gli anni infelici della persecuzione e del terrore, quando sembrava che per noi non ci fosse più una via d’uscita».(…)
Il Talmud insegna che «chiunque salvi una vita, gli sarà riconosciuto secondo le Scritture come se avesse salvato il mondo intero». Più di ogni altro leader del ventesimo secolo, Pio XII adempì a questo detto del Talmud, quando era in gioco la sorte dell’Ebraismo europeo. Nessun altro papa è stato apprezzato tanto diffusamente dagli ebrei, e non a torto. La loro gratitudine, come quella dell’intera generazione dei sopravvissuti all’Olocausto, testimonia che Pio XII fu, veramente e profondamente, un “giusto gentile”.

Lamb of God

Se Pio XII è un benefattore spiegatemi il perchè quella didascalia, della Ratline e del dossier O.D.E.S.S.A.

Forse, Marforio, tu riporti solo delle falsità … dopo tutto i cattolici sono abituati a bersi delle balle.

Stefano Chiaudano

@marforio
forse non hai capito il tema del Post.
“Invano si attese una sua parola di condanna del massacro, una sua esplicita denuncia dei crimini di Hitler. Certo la diplomazia vaticana si adoperò a tessere le sue reti umanitarie…”

Ci si chiede come mai l’allora papa non abbia tuonato alla luce del sole contro le nefandezze che succedevano, tipo quello attuale accanendosi contro “aberrazioni” ( secondo lui) come l’omosessualità.

…forte con i deboli, debole con i forti…

ignazio

“Certo la diplomazia vaticana si adoperò a tessere le sue reti umanitarie; in Italia conventi e parrocchie si aprirono per salvare ebrei e antifascisti …”
Ma non va dimenticato che nel dopoguerra il vaticano si adoperò, e non poco, affinché molti nazisti trovassero rifuggio in sud America.

Sergio

I veri motivi dei silenzi di Pio XII non li conosciamo e non li sapremo mai. E’ molto probabile che la Chiesa abbia aiutato qualche ebreo e i riconoscimenti di vari ebrei verso la Chiesa sono anche una realtà (Marforio non si è sicuramente inventato ciò che ha scritto). E’ però mancata la condanna solenne del nazismo che ha invece colpito il comunismo (per i comunisti c’era la scomunica).
C’è chi dice che la Chiesa e Pio XII agirono come agirono per cautela, per evitare guai ancora più grossi (per esempio la persecuzione della Chiesa). In questo caso la Chiesa ebbe paura (i cattolici invece vanteranno la prudenza della Chiesa, e la prudenza è una virtù teologale).
Anche Wojtyla – che i suoi tifosi considerano l’affossatore del comunismo – fu in realtà molto cauto all’epoca del golpe di Jaruzelski.

Ma la Chiesa tacque anche in merito all’olocausto dei serbi, trucidati a centinaia di migliaia dagli ustascia cattolici di Ante Pavelic che godette delle protezioni della Chiesa cattolica. L’olocausto dei serbi è uno dei genocidi meno noti: nessuno ne parla, un’autentica vergogna.

E poi sull’antigiudaismo della Chiesa cattolica, che ha favorito l’antisemitismo culminato nella Shoah, non ci piove. E’ impossibile negarlo. Basta leggere il vangelo di Giovanni.

ignazio

@marforio
Se appartieni alla comunità Ebraica, ciò che scrivi è sicuramente rispettabile (come qualsiasi opinione), ma non credo sia largamente condivisa dal Tuo popolo;

Se sei un italiano cattolico, ciò che scrivi appare sicuramente di parte, ma in questo caso anche un “tantinello” offensivo nei confronti della Comunità Ebraica d’Europa.

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