Sui muri e sui giornali “la Chiesa taccia”

La sanno lunga. Sanno perfino quando si potrà ricominciare a parlare: il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista. Fino a quell’epoca l’unica interruzione consentita sarà (sarebbe) in occasione dell’assemblea generale della Cei nella seconda metà di maggio, dopo il Family Day. Prima e dopo quella data invece, silenzio assoluto, più di due mesi, un lasso di tempo sufficiente a troncare, sopire, far dimenticare: due mesi di afasia per i vescovi italiani, un silenzio che sarebbe addirittura imposto dal soglio più alto, misura cautelativa estrema per rattoppare gli “errori” fin qui commessi dalla Cei. Sì, avete letto bene. Non siamo nella Ddr di Honecker, nella Cuba di Castro o nella Corea del Nord, ma in Italia, dove di muraglie e di confini spinati non ce ne sono, nemmeno fra una sponda e l’altra del Tevere. Ma loro, i giornalisti famosi gli opinionisti di pregio, la sanno lunga lo stesso. Tanto da spararla in prima pagina (è avvenuto ieri sulla Stampa di Torino), sicuri di ciò che scrivono, anzi, diciamo pure compiaciuti quanto basta perché fra le righe si intraveda il serpentello velenoso della maldicenza, quella che lascia balenare il lampo di un dissidio fra Santa Sede e Conferenza episcopale italiana, così, tanto per gradire, per far sapere che dai muri d’Italia la polemica contro la Chiesa cattolica si è spostata nientemeno che all’interno delle stanze apostoliche. Tanta è la voglia di vedere spaccature. Sciocchezze, in realtà. Come si può facilmente evincere dal comunicato prontamente emesso ieri dalla sala stampa vaticana. Fandonie dunque, leggere come i pollini che danzano nell’aria in bizzarre giornate di primavera. Non fosse che le scritte, quelle scritte, sono purtroppo assolutamente vere, a differenza delle congetture balzane che le accompagnano. Lo sanno bene gli inquirenti, che non sottovalutano il problema pur senza esasperarlo né amplificarlo oltre misura. Esattamente come dichiarava ieri per sé la Cei per bocca del suo segretario monsign or Betori. In fondo lo sa bene – a giudicare da ciò che afferma – anche Gennaro Migliore, capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera quando dice a proposito delle scritte contro il presidente della Cei comparse a Bologna: «È da condannare in maniera molto ferma. Come sono da condannare le scritte simili apparse in altre città. Sono gesti di intimidazione».Et voilà, eccola la parola magica: intimidazione. Detta da Migliore, non da uno della parrocchia, da un esponente cioè di quell’area radicale della sinistra raramente tenera nei confronti della Chiesa cattolica. […]

Pia illusione. La Chiesa non si fa intimidire, né oggi né mai, né dalle scritte sui muri né dalla fantasy eletta a scoop. “Loro” che la sanno così lunga dovrebbero sapere anche questo.

Il testo integrale dell’articolo di Giorgio Ferrari è stato pubblicato sul sito di Avvenire

9 commenti

Emilio Gargiulo

Anche la mafia non si lascia intimidire, anzi, è esperta di atti intimidatori.

Lamb of God

“Non siamo nella Ddr di Honecker, nella Cuba di Castro o nella Corea del Nord, ma in Italia, dove di muraglie e di confini spinati non ce ne sono”

Guarda caso cita i nemici komunisti, sarà perchè l’estrema destra gli è sempre tanto piaciuta? Cmq l’alto tasso di livore dell’articolo è un buon segno.

ciceracchio

che il 25 aprile sia giusta festa dgli italiani ,cosi come il 1 maggio .
che il 12 di maggio possa venir giu’ merda a tutta randa
sopra le teste di intelligenti genti che invadendo le piazze per dire no ai dico ;
si credono sudditi del papa e non italiani .
poi posson pure parlare tutti quanti tanto noi
ormai abituati siamo a sentire lodi e cazzate varie
da questi idolatri ,…
gente pagana, che portano sulle spalle santi e alambicchi vari con serpi vivi,
e attorcigliati a statue di legno ,
per le loro bsogna ,parleranno avete voglia che non si cheteranno
se mai lo faranno sara’ perche ‘ non gli rimanga un urlo
disumano di rabbia e di paura della fede che professano sia diversa e
finalmente vera.

ciceracchio

il duce del’opus dei alzato ai fasti della santita’ diceva messa
accanto a francisco franco ,
amico di pinosche , questi ddi destra se ne intendono
in argentina hanno approvato loa giunta infame fascista
che a fatto sparire gli umani .
non i preti .se non qualcuno sano di mente .
infide persone vestite di nero , sono loro che hanno inventato i ghetti infami dove far stare gli ebrei
la gente di gesu’ il cristo ……..
il che e’ tutto un dire .

raphael

Lo slogan dovrebbe essere diverso
la chiesa rinunci al concordato ed ai privilegi che ne derivano

Sandra

Cari amici, vi invito a riflettere sul fatto che la Chiesa ha seminato e semina, diretta ed indirettamente, cadaveri per il mondo, ma sono sempre un fatto secondario rispetto ai propri martiri, è umano che sia così, in fondo, un po’ per tutti i gruppi umani i propri morti, sono sempre più morti degli altri…, ebbene, questo mito dei martiri e del martirio, è basilare per tale dottrina. Le persecuzioni, gli atti intimidatori, od anche solo gli insulti, non solo sono scorretti da un punto di vista dell’agire democratico e del bon ton, ma inoltre, a questa istituzione offrono su di un piatto d’argento, nuovi martiri da infilare nel proprio interminabile, pallosissimo rosario… bisogna pensarci su quando si esprime il proprio dissenso; personalmente, alla Chiesa non offrirei l’opportunità di un solo lamento, nemmeno mi trovassi in stato di coscienza alterata, credo sia per essa una delle circostanze più temute, sia quella di non avere nulla su cui boffonchiare e perciò doversi guardare allo specchio.

ciceracchio

chi vuoi che ti faccia tremare ????
armeno che non nevichi, HO VENGA UN GHIACCIATO …..
IO NON STO’ CON CRISTO ,POVERACCIO
LO TIRANO SEMPRE IN BALLO TUTTI SPECIE CHI NON HA ALTRI
ARGOMENTI, SPESSO STO’ CON UNA AMICA BONA
E IL CERPICONE (CERVELLO) MI SI RINNOVA
ECCO COSA VI CI VOLE .POVERETTI
PREFERISCO DONNE E SPUMANTE .
LORO SIC…. GAZZOSE E SEGH….

Marco G.

Bisogna riconoscere che Bagnasco, Volontè, Avvenire e compagnia non hanno veramente paura di nulla. Neanche di rendersi ridicoli come continuano a fare. Da questo punto di vista erano sicuramente meglio i papi del Rinascimento. Quando volevano essere “rilevanti” chiamavano Raffaello o Michelangelo. Questi si aggrappano a due graffiti da avvinazzati e cinque minuti di cronaca. Chiunque capirebbe che non possono arrivare molto lontano.

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