Il Vaticano non impone silenzi. Alle intimidazioni si risponde

Che il Vaticano abbia suggerito il silenzio all’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana è cosa «assolutamente infondata». Il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha smentito ieri categoricamente quanto riportato dal quotidiano La Stampa, secondo il quale a Bagnasco, dopo le scritte intimidatorie di cui è stato fatto oggetto, sarebbe stato consigliato da Oltretevere di tenere un basso profilo fino a giugno, quindi a Family Day già celebrato. «Nessuna autorità vaticana – ha detto Lombardi, interpellato in merito – pensa di imporre il silenzio al presidente della Cei».
«Facendomi interprete dei sentimenti dei vescovi italiani voglio ribadire che siamo attenti e allo stesso tempo fiduciosi. Vorremmo che tutti fossero consapevoli che è lontano da noi qualsiasi spirito polemico o peggio ancora di divisione, come può facilmente cogliere chiunque ascolti le nostre parole senza prevenzioni», ha detto a sua volta il vescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, rinnovando la solidarietà già espressa al primo episodio. In una dichiarazione diffusa ieri (a fianco il testo integrale), Betori auspica inoltre che l’opera di Bagnasco «continui instancabile al servizio delle coscienze e del bene comune». È questa, sottolinea, la missione della Chiesa nella società, come riconosce la Santa Sede stessa.
Per intanto le scritte contro il presidente della Cei, ma anche contro il cardinal Ruini e il Papa, sono aumentate. Sia a Genova (vedi articolo sotto), sia sui muri di altre città, come Torino, Napoli e Bologna. Nel capoluogo emiliano di mira è stata presa la sede delle Acli, i cui vertici nazionali hanno subito espresso solidarietà verso l’arcivescovo di Genova e verso i propri aderenti locali, invitando tutti, come ha detto il presidente Andrea Olivero, a riscoprire «parole di amicizia» nel confronto tra opinioni critiche. Gli episodi sono, comunque, al vaglio degli inq uirenti. A Bologna la procura ha aperto ieri un fascicolo a carico di ignoti, nel quale si ipotizzano i reati di minacce gravi e danneggiamento. Il procuratore aggiunto Luigi Persico lo ha affidato al pm Morena Plazzi, del gruppo antiterrorismo, perché «l’episodio va inquadrato nel contesto di incidere sulla libertà politica di un’associazione». Le minacce apparse in pieno centro cittadino secondo la procura felsinea sarebbero, infatti, indirizzate più alle Acli per l’appoggio dato alla posizione della Cei in difesa della famiglia che non a Bagnasco. […]

Il testo integrale dell’articolo di Gianni Santamaria è stato pubblicato sul sito di Avvenire

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10 commenti

raphael

Non si può comunicare qualcosa, aspettare le reazioni ed indignarsi perchè è stato mal interpretato il senso del discorso. una volta e due e tre ma poi si abbia il coraggio di difendere ciò che si è affermato o si torni a scuola

Daniele Gallesio

Ma no, kar fratellen…

Kwando io tire che tutto ciò ti nuofo ke afere portato islam essere kattifo e tisumano, io intntefa ke kon islam essere komunione ti intenti per uniko fero Tio.

Adesso, kwando io tire a bagnasken ti stare zitten, io intentefa ti parlaren!

Eppure essere kosì semplicen! 😀

anteo

forse il consulente di immagine del vaticano (e di altri) ha consigliato un po di silenzio, ora il governo ha altri guai – affaire Afghanistan – e la “ggente” potrebbe andare in saturazione e innervosirsi – troppe calunnie potrebbero insospettire anche il più gonzo e la fabbrica dell’opinione pubblica potrebbe ingripparsi .

but woman dog

MA PERCHE’ UNA VOLTA OGNI TANTO NON ANDATE TUTTI A FARE IN CULO? PAPA(conseziente di olocausti, e non ), VESCOVI(che si arricchiscono e vivono sempre piu’ nell’opulenza, e qui il non…non c’e’), CARDINALI (PEDOFILI, E NON), PRETI (che vadano a trans, e non )e quanti altri gli vanno dietro alle loro stupide dottrine!!!

Gio

Ma perchè la chiesa non si rende conto che quelle scritte, al contrario delle ottusissime dichiarazioni di bagnasco, sono scritte CONTRO l’intolleranza?

Il Filosofo Bottiglione

uno come Cagnasco non smette certo di ringhiare perchè glielo ordina un superiore.

Alessandro

Penso che le scritte contro Bagnasco non abbiano nulla di offensivo se paragonate al clima di odio, violenza ed ipocrisia promosso dalla Chiesa, dal papa tedesco e da Bagnasco, personaggi squallidi e intolleranti, i quali con arroganza e tenacia stanno cercando di riportare l’Italia in un clima di oscurantismo che sembrava ormai superato da decenni. Il vero pericolo per il nostro paese viene esclusivamente da loro e dal Potere che purtroppo tutt’oggi esercitano sulle menti e le coscienze di tanti sprovveduti, non certo dalle scritte sui muri che sono identiche a centinaia di altre e rimangono confinate appunto nei muri.

IVAN

In fabbrica non ci sono preti. Li potete trovare, nella loro missione pastorale, ovunque, ma non in fabbrica. E non perché i preti non lavorano: molti non vi lavorano anche non essendo preti. E’ il luogo che è anticlericale, ateo, dissacrante: lì vi è il vero dio in terra, la fabbrica del denaro. Lì è tutto chiaro, non si può mentire attraverso la lieta novella. Il lavoro salariato è il vero ateismo militante. Vi consiglio la fabbrica e non scritte sui muri. La consiglio a B16,alla CEI e a tutti i baciapile. E su tre turni, anche di notte, che porta consiglio. Non era il lavoro che nobilitava l’uomo, diceva il papa polacco? Sì, il lavoro è rivoluzionario, ma se lavorano tutti!

Un saluto internazionalista.

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