La controcultura di Ratzinger

Tre giorni prima della sua elezione a Papa, il 16 aprile 2005, Joseph Ratzinger aveva compiuto 78 anni. Oggi ne festeggia 80. Nel testamento di Giovanni Paolo II, come unica indicazione rivolta al futuro e quindi alla scelta del suo successore, i conclavisti avevano trovato solo un forte riferimento al Concilio Vaticano II. Il Papa polacco sapeva benissimo di essere stato l’ultimo pontefice ad aver partecipato, come vescovo, al Concilio. E indicava proprio in questa sua esperienza il lume che consegnava al conclave. Un lume che un collegio cardinalizio pressoché unanime ha quasi senza indugio messo nelle mani dell’unico cardinale ad aver partecipato, come teologo, al Vaticano II.

Sull’altare pontificale di Giovanni Paolo II abbiamo visto le rappresentazioni dell’intero caleidoscopio di lingue e di culture dell’orbe cattolico. Su quello di Benedetto XVI ci viene spiegato che esse contenevano tutte qualcosa di molto più profondo anche degli irripetibili gesti del grande Papa polacco. E che proprio perché testimoniati così generosamente dal cristiano Karol Wojtyla, quel «qualcosa» va visto, riconosciuto e testimoniato. Saper usare il messale e la liturgia così come essi sono stati realmente consegnati alla Chiesa dal Concilio è, e se l’intento riesce lo sarà ancora di più, una cosa seria per il cattolicesimo contemporaneo. Perché avrà delle ricadute evidenti anche sul suo modo di essere presente nel mondo. Lo abbiamo visto anche di recente, anche se nessuno lo ha notato sui media, quando il giovedì prima delle Palme i giovani della diocesi di Roma non sono stati convocati per il solito concertone teletrasmesso, per una di quegli eventi che Giovanni Testori attribuiva alla teleidiozia cattolica. Il Papa li ha chiamati in San Pietro, quest’anno, per partecipare a una liturgia penitenziale durante la quale anche il pontefice ha impartito l’assoluzione sacramentale. Non erano in molti i giovani della diocesi di Roma che hanno risposto all’invito, non riempivano neanche la navata centrale di San Pietro. Ma almeno hanno ripreso a dire ai loro coetanei qualcosa di cattolico.

In fondo, il mondo ha iniziato a conoscere Joseph Ratzinger solo qualche giorno prima della sua elezione. Quando è uscito dal cono d’ombra dove l’esplosione carismatica di Giovanni Paolo II aveva relegato anche la sua più che ventennale presenza a Roma, come il pastore gentile che aveva affrontato e dato un senso compiuto all’immane autoconvocazione del popolo cattolico accorso intorno alla salma di Giovanni Paolo II. Un evento, questo, che a distanza di due anni resta uno spauracchio, fittiziamente rimosso e ancora incompreso dai curiali e dai laicisti a loro speculari. Ratzinger che parlava a Giovanni Paolo II, a nome di tutti, guardando il cielo è stata un’immagine gradita, apprezzata ma, come hanno dimostrato l’equivoco di Ratisbona e la preghiera nella moschea di Istanbul, non immediatamente memorizzata. Forse perché, appena l’allora decano del Sacro collegio è diventato Benedetto XVI, gli sono ripiombati addosso il peso del suo magistero universitario e dottrinale, dei suoi libri e dei suoi articoli teologici, peraltro troppo spesso mal letti e peggio interpretati. Peso che in tanti cattolici hanno tradotto, trattenendo a lungo il fiato, nell’attesa di quel «colpo di scopa» che avrebbe dovuto liberarli da quel sistema di potere e di presenza che, negli interstizi del carisma wojtylano, ha abolito ogni spazio intermedio tra i pretoriani e i presunti nemici. «Sentitevi liberi di criticarmi», ha scritto il pontefice nell’introduzione al libro su Gesù che arriva in libreria oggi. Ed è come dire: se volete sentirmi alzare la voce, aspettate invano.

Invece, adesso, iniziamo a comprendere che la vera «scopa ratzingeriana» era proprio la sua serena immagine pastorale ai tempi della sede vacante. E alla vigilia del secondo anniversario della sua elezione a Papa, tra coloro che hanno avuto modo di seguire Benedetto XVI durante tutte le sue apparizioni pubbliche inizia a circolare il convincimento che la riforma ratzingeriana sia già opera all’interno della Chiesa grazie alla sua ars celebrandi, ai canti che sta facendo reintrodurre nello spazio liturgico, alle omelie con le quali tenta di recuperare alla fede cattolica la sua natura di «controcultura». Perché essa, con un pensiero ricco di antitesi e di contrapposizioni, parla di vita alla morte, di acqua al deserto, di identità all’alienazione, di futuro al cupio dissolvi parossistico della nostra modernità.

Un Papa è sempre teologo perché, come maestro, deve tenere sveglia la Chiesa. È solo essa che custodisce, nelle sue varie ramificazioni planetarie, e anche confessionali, l’antagonismo, lo scandalo critico e propositivo per il quale è stata pensata come una realtà serena, compatta e unita. […]

Il testo integrale dell’articolo di Filippo di Giacomo è stato pubblicato sul sito de La Stampa

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16 commenti

Piergiorgio

I soliti sproloqui giornalistici di chi si permette di giudicare senza conoscere. Era ora che arrivasse un Papa in grado veramente di rinnovare la Chiesa, un passo avanti oltre il grande intervento di Papa Giovanni Paolo II e la fine di una fede all’acqua di rose e dei cosiddetti atei devoti (es. G. Ferrara) – che non ci azzecca niente ed è pura contraddizione: o si crede oppure no, non ci possono essere vie di mezzo e neppure integralismi!

Lamb of God

A me questo Papa piace sempre di più proprio perchè conservatore e coerente, non si svende, non apre spiragli alla modernità e taccia di relativismo ogni corrente minimamente contraria alla sua dottrina, così si fa! Che uomo!

Ecco com’è stata attuata una sua recente (e celebre) direttiva a Madrid:

La curia ha sospeso tre sacerdoti madrileni esponenti della teologia della liberazione. Ma i parrocchiani si sono ribellati riunendosi non solo in chiesa, tra manifestazioni, musica e vino

Colpevoli di celebrare la messa in blue jeans e di impartire l’eucarestia ai bambini con ciambelline anziché ostie, i tre sacerdoti della parrocchia madrilena di San Carlos Borromeo sono stati sospesi dalle funzioni liturgiche e hanno ricevuto da Antonio Rouco Varela, cardinale di Madrid, l’ordine di chiudere.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-papa-e-la-paella/1574327/2&ref=hpsp

Viva il duro e puro!

Marco G.

Mah, sarà anche vero quello che dite, ma in Italia la chiesa cattolica resta la religione conformista e nulla rappresenta più la “via di mezzo”, il compromesso, l’ “incoerenza” della religione conformista. E’ anche, incidentalmente, quello che permette alla chiesa cattolica di campare, in Italia almeno è così, per cui non mi aspetto che intendano rinunciarci così in fretta. Gli atei devoti con la fede cattolica non ci azzeccheranno niente, ma in Italia comincia a togliere 8xmille, RAI e Fininvest, e, perchè no, anche Ferrara (assieme a Feltri e Belpietro) e Ruini e Bagnasco cominciano ad essere molto meno “rilevanti”…

Sailor-Sun

Dire che Ratzingher è bravo a fare il papa è come dire che un pusher è bravo a spacciare.

Ballsquizer

—> Sailor-Sun:
Sei sicuro di saper spacciare? Io ne dubito!

Daniela M

ma quale rinnovare la chiesa!!! Stiamo tornando tra poco al concilio di Trento!!! I due ultimi papi hanno calpestato, ridotto a brandelli il concilio vaticano II, si sono allontanati dalla realtà della gente, hanno fatto proclami, diktat, si sono ricoperti d’oro e d’argento, hanno pompato un culto della personalità che sa di blasfemo!! Ormai quando si parla di cattolicesimo si nomina solo il papa, Dio è stato messo da parte…

pasquino

motissimi nomi noti che dicono non crediamo, pero’il papa
ha le sue ragioni .
ecco l’esempio di strisciante servilismo ,asservito
ad acchiappare voti per il loro boss.
che poi codesto individuo(razingher)
sia persona che dentro la sua mente ,secondo me
disturbata, da una fede medievale ,
e ecceda nelle analisi illogiche che
portano la concezione della sua teologia,
a favorire anche (l’islamismo).
ecco qui coimincia il vro pericolo per l’europa tutta ,
non solo per questo paese di martiri;
del non cedere ,costreti a sopportare di tutto,
dai programmi rai, messe urlate, rampogne
cantate ,procesioni meste, tristi addolorate.
dicevo :auspica saldatura tra due religioni ,
una fu’ autoritaria e despota. e auspica
il riproporsi come tale ,l’altra vediamo tutti
il grado di intolleranza addirittura di follia ,
che a raggiunto .
forse pensa di potersi prendere una specie di rivincita,
da quando l’illuminismo e l’umanesimo,sono
riusciti, a portare il livello di civile benessere
a eccellenti livelli . insoma dove le loro religioni
hanno fallito miseramente.
gente civile di tutta europa aprite gli occhi e le orecchie.
invito gli atei gli agnostici i relativisti ad far capire il pericolo
del ritorno ai roghi .ed essendo noi atei dotati di grande cultura
e intelligenza , abbiamo il dovere di avvisare .la civilta’ di cosa rischia.

Lamb of God

Daniela, questo Papa merita l’iscrizione all’UAAR honoris causa.

Nessuno come lui avrebbe saputo squarciare il fronte dei cattolici indecisi, lo scontro frontale prodotto dal suo arroccamento giova a tutti, in primis a chi lo critica; e pensare che quando partecipò al CVII era un progressista, per fortuna i 20 anni al Sant’Uffizio lo hanno plasmato a perfetto rottweiler della fede.
Io, realmente, apprezzo la coerenza e la sua linea anche se questa si trova in antitesi con la mia, però devo riconoscere che (Italia a parte) i disastri combinati da lui nei paesi considerati cattolici sono invidiabili.

Lorenzo A.

così ostile al cambiamento ed avulso dalla realtà razinger è il vero supereroe degli atei, ne scristianizza di più lui che dowkins; e al contempo è capace di trasformare atei devoti in atei ostili.

Emi

Concordo con Lamb of God.
E’ bene che si squarci il velo sui cattolici fai da te. Sono questi le manovalanze che portano i risultati quantitativi alla CCAR.
Senza di loro le infrastrutture dell’indottrinamento sparirebbero presto.
Che Papa e capi continuino a bacchettarli!
Le aperture ad esempio su divorzio, sacerdozio femminile, etc. non farebbero che aumentare il gregge.

claudio

Ha ragione Emi: questi cattolici del cosiddetto dissenso, hanno sempre fatto da foglia di
fico a quella che e’ la vera essenza autoritaria della chiesa cattolica.
Per questo ratzinger va apprezzato; infine svela quello che e’ realmente l’essenza della religione senza infingimenti e ambiguita’.

raphael

paparaz ci fa comodo ma in fondo a me fa tanta pena.
Una scopatina ogni tanto per capire veramente la natura umana gli farebbe veramente bene

raphael

L’ho appena visto in tv assistere ad un concerto nella sala nervi: una vera sfinge.
Se succede qualcosa nei sacri appartamenti non è abbastanza; aggiungerei un pompino ti tanto in tanto

Daniela M

ratzinger è coerente solo con se stesso.
ha tradito il cristianesimo, e ben vengano i dissidenti, a squarciare piano piano il potere del vaticano!!

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