ONU, diritti umani e religione

Il resoconto delle quattro sessioni dell’Human Rights Council (Assemblea sui Diritti Umani) che è terminato il 30 marzo si concentra su due questioni essenziali, le uniche riguardo a cui sono state adottare delle risoluzioni: il Darfur e la diffamazione delle religioni. Quello su cui il resoconto non si concentra, tuttavia, è la mancanza di risoluzioni su alcune questioni centrali: contro la violazione sistematica dei diritti umani in Corea del Nord, Myanmar (Burma), Iran, Sri-Lanka, Cina, Zimbabwe e vari altri luoghi, contro la tortura, le esecuzioni sommarie, le sparizioni. Nessuna risoluzione è stata presentata e approvata su questi temi. Alcuni stati applicano forti pressioni per ostacolare le ispezioni e i rapporti che li riguardano, mentre altri stati come Israele e Sudan rifiutano del tutto di cooperare con le missioni nel loro territorio. Particolarmente spiacevole è stata la decisione presa durante l’Assemblea di sospendere il monitoraggio del rispetto dei diritti umani in Iran e Uzbekistan, anche se la condizione in quei paesi continua a peggiorare.

Rapporti e dibattiti sulla violenza contro le donne e sulla violenza contro i bambini non hanno portato a nessuna decisione tranne quella di continuare a raccogliere dati su questi temi. La IHEU, in collaborazione con altre tre ONG, è riuscita a prendere la parola riguardo al matrimonio con bambini e a riferirsi al proprio statuto, consegnato all’Assemblea immediatamente prima della sessione. Io sono stato tuttavia uno degli unici due intervenuti a parlare del matrimonio con bambini, su trenta persone che hanno parlato della violenza contro i bambini.

Il rapporto dell’ispettore Doudou Diene sulle forme contemporanee di razzismo è stato notevole per il suo concentrarsi quasi esclusivamente sulla islamofobia e per i suoi attacchi al laicismo europeo, tanto da ignorare completamente le forme di razzismo diffuse altrove. Ci si chiede per quanto tempo l’Assemblea continui a tollerare questo “esperto” chiaramente incompetente.

Una forma di razzismo contemporaneo totalmente assente dalle tre settimane di lavoro della sessione è stato quello connesso alle caste e all’intoccabilità, conosciuto nei circoli che si occupano di diritti umani come “discriminazione basata sul lavoro o sull’ascendenza”. La negazione di questa continua forma di abuso sistematico che riguarda più di 250 milioni di persone nel mondo è difficile da comprendere. Dopo aver aspettato un giorno e mezzo per poter depositare un documento sull’intoccabilità, Babu Gogineni ha dovuto rinunciare per mancanza di tempo a disposizione.

Dover negoziare il tempo per parlare continua a essere un problema per le ONG. Un tempo, nella vecchia Commissione per i Diritti Umani, si poteva essere certi che chi voleva parlare poteva farlo; ma ora con le sessioni molto più corte dell’Assemblea, sono proprio le ONG ad aver subito la maggior compressione. Nonostante la nostra continua presenza durante le tre settimane di lavoro dell’Assemblea, Babu Gogineni ed io abbiamo potuto parlare solo in tre occasioni, per un totale di sette minuti.

Viste le difficoltà presenti per le ONG, sorge la domanda se valga o meno la pena di partecipare alle Assemblee sui diritti umani. Nonostante le difficoltà, però, io credo che la risposta sia “sì”. Non si può mai dire quale sia l’effetto di un contributo per lo svolgimento dei lavori, ma a giudicare dai ringraziamenti che abbiamo ricevuto dai delegati e dal numero di copie dei nostri documenti che sono state prelevate, sembra che qualche effetto ci sia stato, per quanto piccolo. In diverse occasioni ho notato che eravamo gli unici a mettere in luce determinati punti. Se non li avessimo messi in luce noi, non se ne sarebbe parlato.

La risoluzione contro la diffamazione della religione quest’anno ha preso solo 24 voti, il minimo necessario affinché l’Assemblea potesse adottarla. Dobbiamo continuare le pressioni per evitare che questo tremendo abuso della libertà di espressione venga consacrato dalla legge internazionale.

Roy W. Brown
presidente IHEU
(traduzione dall’originale inglese a cura di Mosé Viero)

12 commenti

Daniela

non bisogna scoraggiarsi, è vero sono tempi duri per tutte le persone che desiderano libertà uguaglianza e diritti, ma la cosa peggiore che si può fare è mollare, questo non lo si può fare.

JSM

la legge sulla diffamazione religiosa….
ecco tutto quello che interessa alle religioni: proteggere se stesse. Degli esseri umani e dei loro diritti non frega niente a nessuna delle grandi religioni. La religione è una piaga..

Sailor-Sun

Secondo il principio dell’inerzia statica, se si comincia a spingere con forza costante un corpo inizialmente fermo, dapprima questo si muoverà di poco, poi sarà sempre meno faticoso da spostare. Se poi la forza aumenta, è anche meglio.
La forza delle menti acculturate, se utilizzata, è ormai in grado di vincere l’attrito delle alte sfere di ogni istituzione. Divulghiamo la visione del mondo libera da preconcetti e da falsità, miglioriamo questo mondo con la forza delle nostre idee.
Lotta informativa, non armata, mi raccomando.

Daniela

le lotte informate sono le più efficaci, su questo speriamo che non ci siano dubbi

Zorro

E la vs. Margherita H. a quale UNIONE UMANISTICA appartiene ?
Vista la sua militanza nei C.I. direi che il suo maestro è Stalin o Mao, campioni di rispetto dei diritti umani !!!!!!!!!!!

Che vergogna annoverare tra i fondatori di questo sito una persona che non si dimette
da un partito che ha radici sanguinarie e omicide !

Peggio…..molto peggio di qualsiasi religione !!!!

Marja

IL MATERIALISMO STORICO, LA LOTTA DI CLASSE E LA RIGENERAZIONE DELLA SINISTRA
Non ho creduto in niente
E. Sanguineti
Il materialismo storico e la lotta di classe, intesi non come fede,ma come strumento di interpretazione della realtà e di impostazione dell’azione politica, sono l’unico retaggio ancora attuale dell’esperienza comunista e socialista, ormai storicamente esaurita e tramontata. Del resto, siffatta esperienza, come hanno dimostrati i regimi che hanno dato attuazione all’idea comunista originaria, così come teorizzata nei suoi fondamenti da Marx e Lenin, ha dimostrato di non essere stata in grado di assicurare agli individui né un maggiore benessere, né una maggiore libertà rispetto ai regimi non comunisti, definiti in generale capitalistici o di quella sorta di capitalismo temperato che si chiama socialdemocrazia(anch’esso oggi in crisi sotto le spinte del neo-liberismo conservatore).
In primo luogo, dunque bisogna rilanciare il materialismo storico, inteso come approccio cognitivo nei confronti dei problemi economici, sociali e politici che devono essere analizzati in chiave assolutamente immanentistica, senza fare ricorso a categorie sovrastoriche, metafisiche, religiose o sentimentali, al fine di intendere la realtà storica, che anche nelle sue manifestazioni immateriali, è pur sempre parte del mondo materiale(che, del resto, è l’unico che ci è dato di conoscere scientificamente), nella sua oggettiva e nuda verità, al di là di ogni mistificazione e contro ogni tentativo di giustificazione delle situazioni di svantaggio che colpiscono determinati gruppi umani, in termini teologici o filosofici . Il materialismo storico non è una fede, è un atteggiamento gnoseologico che rifiuta l’appello al trascendente per risolvere i problemi immanenti della società e della condizione umana. Il materialismo storico, infatti, non è incompatibile con un atteggiamento scettico nei confronti della vita e con una prospettiva nichilistica, come afferma Sanguineti nella simpatica lectio intitolata Come si diventa materialisti storici? “ A mio parere, il materialismo storico intanto è importante, in tanto per me è significativo, in quanto costituisce l’abolizione di qualunque tipo di fideismo, di riposo in una verità posseduta, ed esiste proprio e soltanto nell’ordine della critica, della contestazione e dell’analisi- per quel che è umanamente possibile- corretta delle cose. Già, ma, come ci ricorda lo stesso Sanguineti, il materialismo storico è un lusso(a causa dei lunghi e costosi studi che sono necessari per impossessarsi pienamente di questo metodo)che proprio coloro che più ne avrebbero bisogno, i de facto proletarii, non possono permettersi.
In effetti attualmente vige l’illusione che la nostra sia una società interclassista, dove non esistono più differenze sostanziali tra le persone appartenenti alle diverse classi sociali o di reddito, dove addirittura le classi sociali non esisterebbero più, almeno a livello culturale, considerato che tutto tende, apparentemente a livellarsi e ad omologarsi verso il basso, in quella pseudo-cultura che viene comunemente denominata cultura pop. Ma davvero i proletari non esistono più come razza umana essenzialmente diversa da quella dei proprietari e dei rentiers? O non è forse più vero che esistono, in forme diverse da quella storica dell’operaio di fabbrica, ma non hanno più coscienza della loro diversità antropologica rispetto ai possidenti? Il fatto è che la stessa cultura pop educa i (de facto)proletari a puntare verso il basso impedendo loro di prendere coscienza di cosa sia l’esistenza di un uomo libero e completo nel senso classico del termine. Solo in questo modo si può perpetuare l’alleanza tra le classi subalterne e le classi possidenti nella perpetuazione di un sistema che solo in apparenza offre uguali opportunità di realizzazione umana e pari dignità a tutti.
La lotta di classe dunque deve essere riscoperta come lotta per un esistenza davvero liberale da parte di coloro che invece nel sistema non sono altro che strumenti da lavoro e da riproduzione(in questo ultimo settore in modo particolare le persone di sesso femminile).
La sinistra per rigenerarsi deve abbandonare tutte le ideologie storicamente datate e tornare ad applicare il metodo del materialismo storico e della lotta di classe alla realtà attuale. Soltanto così potrà nascere un vero movimento politico di riscatto delle classi subalterne che appartenga a questo tempo e non sia semplice attaccamento nostalgico ai simboli e alle prassi di un passato che ,per quanto glorioso, è ormai finito. Io non credo che il comunismo possa essere il futuro della politica né in Italia, né nel resto del mondo. Ma il metodo che il comunismo e il socialismo hanno messo a punto nell’interpretazione dei problemi politici e nella loro soluzione, questo metodo non deve essere perduto e soltanto questo può essere il punto di partenza per la costituzione di una nuova sinistra.

«La storia mostra che ogni sistema di idee – sia esso religioso, filosofico, giuridico o politico – per quanto fosse rivoluzionario al momento in cui nacque ed intraprese la sua lotta per la supremazia, prima o poi diventa un’impedimento e un ostacolo allo sviluppo ulteriore, diventa cioè una forza socialmente reazionaria. Ha potuto sfuggire a questa fatale degenerazione soltanto la teoria che si elevata al di sopra di essa coscientemente, che ha saputo renderne conto e metterne in luce le cause. Questa teoria è stato il marxismo.»
(Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov)
http://misoprostol.blogspot.com/

Sailor-Sun

Complimenti per i paroloni, ma non avendo idee politiche concordo unicamente con l’invito a vedere il mondo in chiave oggettistica e a modificarlo di conseguenza, senza ideologie o credenze di parte.

raphael

certo che parlare per soli sette minuti equivale a non parlare…..tanto varrebbe invitare tutti al bar a bersi un caffè per la causa

JSM

ZORRO, da che pulpito vien la predica!
A parlar di morte, violenza e privazione della libertà altrui “quelli della croce” dovrebbero pensarci un milione di volte prima…

Zorro

@JSM

Dice il saggio:…….Ognuno ripulisca casa sua !!!!!!

SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Giovanni Paolo II ha già fatto la sua parte, e l’ ha fatta di cuore.

IN PIU’
da secoli “quelli della croce” non compiono massacri, mentre certi
colori rossi hanno ucciso e internato 10 volte di più rispetto ai nazi !!!!!

E gli studenti di Tien-An-Men ???? E i diritti umani del popolo cinese ?????
E gli internati, deportati e uccisi nell’ ex URSS ????

A buon intenditor poche parole.

A voi non resta che una cosa sola da fare subito: VERGOGNARSI di avere un membro dirigente di tale appartenenza

Poi, subito dopo, chiederne le dimissioni

E infine combattere subito e profondamente questi residui di inumanità rossa!!!!

MENO CHIACCHIERE , E PIU’ FATTI (MA LI DOVE SERVE)

MARJA

Io non propongo cause per cui lottare, ma soltanto la riscoperta di un metodo per affrontare i problemi politici e sociali che attualmente rischia di essere soprafatto dal ritorno del cd pensiero forte vetero-idealista di ispirazione cattolica e consevatrice. In fondo sono soltanto un nichilista, forse non concluderò niente, ma almeno in qualcosa mi propongo di riuscire seriamente, di non farmi utilizzare da questo sistema politico sociale come strumento di riproduzione,né come strumento forza lavoro per produrre cose che non mi interessano e far arricchire altri… 😉

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