«Oso affermare che attualmente non c’è probabilmente un’altra teoria scientifica, come quella darwiniana, contro cui esistano altrettante gravi obiezioni, e che ciononostante venga difesa da molti come sacrosanta» «Non cerchiamo di voler mostrare affrettatamente l’intelligent design ovunque, in maniera apologetica»
Quando Laplace fu in grado di dare una spiegazione «meccanica» dell’orbita dei pianeti, replicò a Napoleone, che preoccupato gli chiedeva quale fosse il posto di Dio in quella spiegazione, dicendo la celebre frase: «Je n’ai pas besoin de cette hypothèse».
Laddove Dio deve riempire le lacune del sapere, il suo posto diviene sempre minore con ogni scoperta che riesce a spiegare qualcosa fino ad allora inspiegabile. Queste «nicchie di sopravvivenza» del creatore sono divenute sempre più ristrette, e quanto maggiore è stato il successo delle scienze naturali, tanto più sicuri si sentivano tutti quegli appartenenti alla scientific community che affermavano che un giorno «l’ipotesi di Dio» sarebbe divenuta del tutto superflua.
Sotto il medesimo auspicio si è presentato anche Charles Darwin. Come il professor Stanley L. Jaki ha più volte dimostrato e accuratamente documentato, Darwin era «ossessionato» dall’idea di fornire una spiegazione scientifica plausibile dell’origine delle specie che potesse interamente fare a meno dell’atto separato della creazione divina. La sua «teoria della discendenza», che soltanto in seguito fu chiamata teoria dell’evoluzione, era una lunga argomentazione a favore di una spiegazione «intramondana», ossia puramente materiale, meccanica, dell’«origine delle specie». Laddove Newton affermava ancora che dalla cieca necessità non poteva generarsi alcun mutamento e quindi alcuna varietà delle cose, poiché ciò sarebbe possibile soltanto a partire dall’idea divina e dalla volontà divina, in Darwin valeva il contrario: l’intera varietà delle specie ha origine nelle mutazioni casuali e nelle loro opportunità di sopravvivenza. Il che non rende necessario alcun intervento separato del creatore.
Secondo le ricerche approfondite di Stanley Jaki, non resta dubbio alcuno sul fatto che Darwin, con la sua teoria, intendesse favorire la vittoria scientifica del materialismo. E Dio sa che non era l’unico a volerlo, nell’Ottocento. Non pe r caso Karl Marx e Friedrich Engels hanno salutato la teoria darwiniana come il fondamento scientifico della loro teoria.
Questa componente ideologica della teoria darwiniana è probabilmente anche la causa principale del fatto che sino ad oggi di essa, dell’evoluzione e creazione, si continui a discutere con altrettanta intensità e passione che in passato. Il dibattito degli ultimi mesi l’ha dimostrato ancora una volta chiaramente. […]
La possibilità che il creatore si serva anche degli strumenti dell’evoluzione è accettabile per la fede cattolica. La questione è piuttosto se l’evoluzionismo (come visione del mondo) sia conciliabile con la fede in un creatore. Tale questione presuppone a sua volta che si differenzi fra la teoria scientifica dell’evoluzione e le sue interpretazioni ideologiche o filosofiche. Ciò presuppone dal canto suo che si addivenga ad un chiarimento dei presupposti filosofici, di pensiero, dell’intero dibattito sull’evoluzione.
Sono conciliabili la fede nella creazione e la teoria dell’evoluzione? Il «concordismo», oggi ampiamente diffuso, afferma che «la teologia e la teoria dell’evoluzione non possono mai entrare in conflitto perché le due discipline si muovono in ambiti completamente diversi» (A. Walker, Schöpfung und Evolution Jenseits des Konkordismus, in Intern. Kath. Zeitschrift Communio H 35/2006). Questo rapporto, che Stephen Gould definisce principio NOMA (Non-Overlaping Magisteria) non regge, a mio avviso. Devono necessariamente esservi delle sovrapposizioni fra la teologia e le scienze naturali, fra la fede, il pensiero e la ricerca. La fede in un creatore, nel suo progetto, nel suo «governo universale», il suo condurre il mondo ad un obiettivo da lui preposto, non può restare senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo. Per questo: non ogni variante della teoria dell’evoluzione è conciliabile con la fede nella creazione. […]
Il testo integrale dell’articolo di Christoph Schönborn è stato pubblicato sul sito di Avvenire
Ma questo Shonborn e’ un cardinale, ed un teologo, mica un naturalista, sarebbe come
affidare la dimostrazione del teorema di Fermat, ad un esperto di storia sumera.
D’altra parte questi articoli, con la presunzione e l’ignoranza che grondano, non possono
che far bene alla nostra causa.
Sono schockato.
L’articolo è pieno di errori dovuta ad ignoranza delle teorie evoluzionistiche. Particolarmente grave secondo me è il considerarla “semplice”. Sono ormai al 3° anno di università, studio paleontologia, e più passa il tempo e più mi rendo conto che l’evoluzione è tutto tranne che semplice. Dubito che qualcuno sia mai riuscita a capirla in pieno…
Poi sono passato a leggere su wikipedia chi è sto tipo. E lì l’ultimo, fatale, colpo. Si tratta di un cardinale che crede che la Teoria dell’evoluzione non sarebbe – come ogni altra teoria che non riconosce il piano divino nell’evoluzione – scientifica, essa costituirebbe anzi un’abdicazione dell’intelligenza. In pratica presuppone che ogni teoria per essere scientifica deve parlare di dio…quindi 2+2=4col riporto di Dio, altrimenti sarebbe sbagliato!!!
Comunque faccio notare che lo stesso Schonborn, nel suo articolo, afferma che la teoria dell’evoluzione è così diffusa perché finora non ne esiste un’altra migliore. Quindi, per sua stessa ammissione, l’Idiot Design è una teoria peggiore di una teoria secondo lui “non scientifica”.
Piantiamola di chiamare “teoria” ciò che è verità assoluta, cioè DARWIN. Che vi piaccia o no, cari i miei bacchettoni, siamo delle fottute scimmie antropomorfe, e per giungere a questo bello stadio (di cui c’è poco da vantarsi, del resto) ci abbiamo messo centinaia di milioni di anni, e siamo partiti da meno che un’ameba. Credere nel creazionismo è alla stregua che credere a babbo natale. Come dire che a un bel dì -prrraaah!- Dio ha scorreggiato e -puf!- sono comparsi Adamo ed Eva, ma vi rendete conto di quello che dite? Smettetela, perché siete ridicoli. Avete capito, stronzoni?
Le ipotesi darwiniane sono così altamente plausibili da far tendere a zero la credibilità dei postulati creazionisti.
Si possono benissimo conciliare evoluzionismo e religione: evoluzione non vuol dire “miglioramento” (nel qual caso la comparsa dei mandarinati gerontocratici e teocratici tipo vaticano sarebbe una clamorosa negazione), ma adattamento ambientale e tentativo di aumentare lo spazio per i propri geni; quindi cosa meglio di una religione, che permette di mettersi il prossimo sotto, stante l’ innegabile tendenza dell’ uomo a farsi sfruttare, ed il successo economico e politico che garantisce, addirittura col plauso delle proprie vittime ? Conoscete qualche gazzella che sia contenta di consegnarsi al leone ?
Schönborn: “Secondo le ricerche approfondite di Stanley Jaki, non resta dubbio alcuno sul fatto che Darwin, con la sua teoria, intendesse favorire la vittoria scientifica del materialismo. E Dio sa che non era l’unico a volerlo, nell’Ottocento. Non per caso Karl Marx e Friedrich Engels hanno salutato la teoria darwiniana come il fondamento scientifico della loro teoria.”
L’eccessiva fede nelle cause ambientali su quelle genetiche, ha portato i marxisti a negare l’esistenza della natura umana e quindi anche delle cause evolutive (vedi il libro di Pinker).
Dio, Schönborn e Jaki sono solo un terzetto di ingnoranti paranoici che credono in una specie di complotto scienza-comunismo (sul sito di forza nuova ho già letto qualcosa di simile).
Se la teoria Darwiniana può essere imprecisa e necessitare di correzioni, la posizione di chi crede nella creazione da parte di un dio sono assolutamente gratuite.
Marx ed Engels erano già materialisti dialettici e storici, ben prima che Darwin pubblicasse “L’origine della specie.” Le tesi materialistiche sull’origine dell’uomo, sono espresse dai due marxisti nell’opera “L’ideologia tedesca”, del 1846, mentre il testo del grande naturalista inglese è del 1859. Il marxismo non svaluta la cosiddetta natura umana, ma la pone e la ritiene determinata storicamente. Marx ed Engels scrivono in questa opera:” Si possono distinguere gli uomini dagli animali per la coscienza, per la religione, per tutto ciò che si vuole; essi cominciarono a distinguersi dagli animali dal momento in cui iniziarono a produrre i loro mezzi di sussistenza, uno sviluppo che è condizionato dalla loro organizzazione fisica. Producendo i loro mezzi di sussistenza, gli uomini producono indirettamente la loro stessa vita materiale.” Dove sta allora, ” L’eccessiva fede nelle cause ambientali su quelle genetiche, ha portato i marxisti a negare l’esistenza della natura umana e quindi anche delle cause evolutive “? Il fenomeno homo sapiens è il risultato dialettico, l’interazione, l’intreccio, tra ambiente e patrimonio genetico: sono cause e effetti allo stesso tempo. Questo è vero, ma il salto evolutivo determinante è stato la creazione della società umana: l’ambiente naturale non è più l’ecosistema immediato, ma è la società stessa. Infatti essi scrivono: “ La produzione della vita, sia della propria vita attraverso il lavoro sia di quella altrui mediante l’atto della procreazione, racchiude già in sé una duplice valenza: da una parte una valenza naturale, dall’altra una valenza di carattere sociale, sociale nel senso che comporta una cooperazione di una pluralità di individui, non importa in quali condizioni, in qual modo e per quale scopo. “ La cooperazione tra gli uomini crea le premesse per la cosiddetta coscienza: “Il linguaggio è antico quanto la coscienza. Il linguaggio è la coscienza reale, pratica che esiste anche per gli altri uomini e che, dunque, a ragione di questo, esiste anche per me; e il linguaggio, come la coscienza, sorge soltanto dal bisogno, dalla necessità di una relazione con gli altri uomini. “ Trasmettere tra gli uomini che cosa, quale coscienza? La pratica storica della lotta per la vita, e i mezzi materiali per vincere tale sfida. Si spiega allora cosa intendono i marxisti per cause ambientali: “La storia non è altro che il succedersi delle singole generazioni, ciascuna delle quali sfrutta i materiali, i capitali, le forze produttive che le sono stati trasmessi da tutte le generazioni che l’hanno preceduta, e quindi da una parte, continua, in circostanze del tutto mutate, l’attività che ha ereditato; dall’altra parte, cambia le vecchie circostanze con un’attività totalmente modificata.” L’ambiente non è semplicemente la società, ma il risultato storico dello sviluppo di questa società. La storia è l’ambiente sociale dell’umanità. L’evoluzione è la teoria che spiega l’origine e le cause, dello sviluppo della vita sulla Terra: una conquista per l’umanità. Un avanzamento nella conoscenza scientifica del mondo, che solo la lotta politica permette oggi di svilire. Questa vergogna è tollerata, poiché la borghesia non ha più l’interesse per la difesa della spiegazione scientifica della realtà, che arrivi fino alle logiche conseguenze. Il marxismo dimostra scientificamente la transitorietà di questa società come tutte quelle apparse nella storia dell’umanità: è l’evoluzionismo della società. Dimostra che questa natura umana, questa coscienza, è solo la coscienza della natura borghese di questa società. C’è stata della storia, ci dicono gli scienziati di ogni specialità, ma oggi e domani non ci sarà. Ma volendo fermare la storia, riesuma i cadaveri della teologia medioevale. Complimenti, Darwin è come se non fosse mai nato.
Un saluto internazionalista.
Marx e Engels rifiutarono diversi aspetti fondamentali del darwinismo perché cozzavano colla loro filosofia idealistica. La genetica moderna venne soppressa nell’URSS per questo. Consiglio aoi “giornalisti” dell’Avvenire di informarsi su chi era Lysenko e più genericamente di smetterla di scassare le balle colle loro menate neomedievali.
x IVAN
Se il marxismo concentra le sue argomentazioni determinanti la condizione umana nell’influsso della società non si può certo affermare che non sia un punto di vista ambientalista.
Forse ho esagerato a dire che nega la natura umana, ma ogni eccesso deve essere inquadrato in sistema di riferimento.
Il nazismo si situa all’estremo opposto in quanto tentava di giustificare la gerarchie umane nelle società su base puramente genetica.
Ora, essendo l’evoluzione biologica un fenomeno distinto dall’evoluzione culturale, è ovvio che chi si concentra su un sistema causale finisce con lo svalutare l’altro.
Ci tengo comunque a precisare che stiamo discutendo di punti di vista altamente schematici che non appartengono più al pensiero moderno ma alla storia della filosofia.
volevo dire “anti-idealistica”, insomma il rovesciamento della dialettica di Hegel, l’universo che si riflette nel pensiero etc etc etc
Tornando alla teoria dell’evoluzione: se vi capitasse di imbattervi in un creazionista, per il quale non esiste evoluzione delle specie, provate a fargli notare una cosetta. I biologi assistono in tempo reale in un “fenomeno”, per ora non chiamamolo “evoluzione”: la trasformazione di talune forme viventi in altre. Ad esempio, ed e’ un problema serio, i batteri mutano (noi diciamo, evolvono per selezione naturale) favorendo le mutazioni resistenti agli antibiotici.
Dunque, se non e’ evoluzione si tratta di dio che crea di continuo nuove specie di batteri, incidentalmente col preciso scopo di fotterci. Potreste chiedere al creazionista la ragione di tale comportamento divino, e come esso si concilierebbe con l’amore sconfinato di dio per il genere umano.
AFFERMO :SICURAMENTE MANCANO LE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO .
AFFEMO:ATTUALMENTE NESSUN MANOSCRITTO DI STORICO DELL’EPOCA
IN CUI SI DICE SIA ESISTITO GESU’ .
E’ STATO RITROVATO .
AFFERMO:NON ESSENDOCI PROVE MATEMATICHE DELLA SUA ESISTENZA .
CHE COLUI NON E’ MAI ESISTITO.
Nando, non facciamo l’errore di metterci in bocca espressioni pretesche quali “verità assoluta”. Il darwinismo è l’unico corpus teorico che riesce a chiarire lo sviluppo della vita sul nostro pianeta, nonché la spina dorsale di tutta la biologia odierna… ma non dimentichiamo che le conquiste scientifiche non costituiscono mai assoluti, sono continuamente ridiscusse. In sé la scienza è scettica.
E’ ridicolo casomai vedere un sostenitore del “disegno intelligente” affaticarsi a girare al darwinismo quello che, in realtà, è il difetto tipico della sua pseudoteoria del cuore, ovvero essere fondata su di una componente ideologica. Che poi diciamocelo: cosa avrà mai di tanto intelligente questo disegno…
Nazinger: “[…] essendo l’evoluzione biologica un fenomeno distinto dall’evoluzione culturale […]”
Trovo opinabile questa affermazione. L’evoluzione biologica costituisce la base dell’evoluzione culturale, determinandone l’ambito di realizzabilità. Ovvero, su un certo hardware può “girare” solo una certa gamma di software — perché il software possa andare oltre quella gamma occorre cambiare in qualche modo anche l’hardware. Come dire che fintanto che non cambierà fisiologicamente il cervello, il pensiero umano non potrà che muoversi entro un certo ambito, e non oltre, indulgento su certi pensieri e non su altri.
Ovvio che noi cha basiamo la nostra consapevolezza sui pensieri che circolano in una mente naturalmente limitata non possiamo realmente renderci conto della effettiva entità di quei limiti.
L’evoluzione culturale è in effetti un adattamento dei processi mentali alla realtà ambientale, ma non può superare i limiti imposti dalla fisiologia del cervello.
Considero per questo pura illazione il concetto, tanto diffuso nell’opinione comune, del miglioramento progressivo dell’uomo attraverso i pochi secoli della nostra storia. A mio avviso, una persona del Neolitico NON poteva essere da meno in nulla rispetto ad una persona d’oggi.
Per essere più chiaro, ritengo che un neonato del neolitico dalle buone doti individuali, inserito in una famiglia moderna e sottoposto ad una formazione adeguata, non avrebbe alcun problema a diventare un ingegnere nucleare. Per converso, un neonato attuale in buona salute, affidato ad una famiglia del Neolitico, non avrebbe alcun problema ad adeguarsi alla realtà di quell’epoca.
Dal punto di vista evoluzionistico, per una specie nella quale le generazioni sono separate da 15-30 anni, diecimila anni sono un’inezia. Il che spiega perché è tanto difficile sradicare l’indole violenta dell’uomo per mezzo della sola evoluzione culturale: questo aspetto fa tristemente a pugni con le basi della struttura del nostro pensiero. Per cambiare il pensiero dell’homo sapiens (?) così in profondità da sradicarne l’indole violenta e prevaricatrice occorrerebbe un programma atto a modificare il cervello nei suoi aspetti biologici. Probabilmente già Mendel avrebbe saputo come fare, selezionando quei geni probabilmente recessivi che inducono la mitezza e sradicando quelli probabilmente dominanti che inducono l’aggressività, ma la nostra “morale” (falsamente altruista) impedirebbe di applicare i suoi metodi alla specie umana.
Spero di essere stato chiaro. A volte mi rendo conto d’essere un po’ involuto e di trascurare, anche per via della brevità imposta dal mezzo, punti magari essenziali per la comprensione delle mie opionioni. La natura “controcorrente” dei concetti non facilita certo il compito.
Se ritengono giusto confrontare la Scienza con la Religione, allora direi che potremmo liberamente confrontare la Religione con la Narrativa. Il Codice Da Vinci potrebbe essere una nuova Rivelazione… e il suo autore è sicuramente un nuovo profeta, si tratta solo di crederci un po’ di più e poi tutto diventa “vero”. Questione di tempo e di mandarla un po’ nel torbido mentre le sabbie del tempo nascondono le prove riscontrabili…
L’emerito prof. Stanley Jaki è un monaco benedettino, e non si capisce (o forse sì…) perchè il cattolico quotidiano Avvenire preferisce tacere questo particolare. Comunque pur non avendo approfondito particolarmente l’argomento, mi risulta che i biografi di Darwin non siano affatto unanimi nel ritenere che Darwin sia mai stato mosso da presupposti ideologici o aprioristici o abbia voluto fondare una teoria onnicomprensiva sull’origine della vita. Darwin ovviamente non sapeva nulla del DNA, ad esempio, ma era sicuramente consapevole che restavano molte cose da scoprire per chi avrebbe voluto continuare il suo lavoro.
Ah regà, ci sarebbe da preoccuparsi se l’articolo fosse stato pubblicato da “Nature” o “Science”, ma questo viene da “Avvenire”… è attendibile quanto il papa che parla di sesso!!!
E’ imbarazzante (per loro) vedere come, da un lato sostengano l’idea che la scienza non può arrivare dove arriva la teologia, e dall’altro si affannano con delle messinscena come queste per (tentare di) smontare scientificamente ciò che non è smontabile.
Si direbbe un disperato tentativo di salvare capra e cavoli…
La fede in un creatore, nel suo progetto, nel suo «governo universale»
quando si dice il fascino della dittatura…..
“è attendibile quanto il papa che parla di sesso!!!”
EH, EH, EH!
In effetti mi era sfuggita un’altra cosa che ho provveduto immediatamente a verificare: l’autore dell’articolo è… un altro cardinale tedesco (austriaco per l’anagrafe, ma comunque di lingua tedesca)! Questo permette innanzitutto di verificare un’importante teoria scientifica: un cardinale che parla tedesco tende a pensarla come un altro cardinale che parla tedesco. Comunque quello che sorprende è che da questo autorevole esponente del magistero cattolico provenga una affermazione che conferma pari pari le tesi di Richard Dawkins: teoria dell’evoluzione e fede religiosa non sono compatibili.
bravo CICERACCHIO e a conferma di quanto dici ti cito un libro che analizza bene il problema
della inesistenza di prove certe di questo fantomatico “gesu'” .
LA LEGGENDA DI GESU’ di Renato Souvarine del 1950 edito da LIBRERIA INTERNAZIONALE DI AVANGUARDIA BOLOGNA è quasi introvabile ma io ne ho una copia,
saluti laici MIRO.
Non ci sono prove di laboratorio perché non si può riprodurre una’evoluzione di milioni di anni in poco tempo. Ma le prove paleontologiche ci sono eccome. Non le vogliono vedere.
@Libero:
Nei microrganismi (dove le generazioni “durano ore” ) ci sono pure le prove di laboratorio.
Quello che mi turba di quest’articolo e’ il “processo alle intenzioni”: cioe’ si cerca di far passare per falsa la teoria di darwin in quanto, secondo il cardinale, darwin era “ossessionato” dal cercare una spiegazione materialistica all’origine delle specie. Questo e’ un argomento estrememente debole, e’ come dire che la teoria della relativita’ e’ falsa in quanto la visione panteista einsteniana non ci piace.
Inoltre il cardinale confonde il piano filosofico e quello scientifico, non dice quali siano le gravi obiezioni e soprattutto quale sia la natura di queste obiezioni: scientifica (come sostiene chi crede nell’ID) o filosofica? Mi sembra essenziale come distinzione.
chi chiede per le proprie affermazioni un atto di fede e pretende dimostrazioni dagli altri è prima di tutto assolutamente incoerente
L’ultimo libro del prof. Odifreddi, tra le altre e proprio nelle prime pagine, risponde anche a questo tipo di critiche sull’argomento. E le annichilisce.
http://www.azioneparallela.splinder.com/1176930411#11836667
dà un commento da filosofo.
“La possibilità che il creatore si serva anche degli strumenti dell’evoluzione è accettabile per la fede cattolica.”
Già, peccato che l’evoluzionismo ci insegni quanto possa essere “vecchia” l’esistenza della vita sulla terra rispetto a quanto dettato dal creazionismo biblico.
Già, peccato che la natura vada avanti per la sua strada FREGANDOSENE di ciò che prescrive la dottrina cattolica.
“Nei microrganismi (dove le generazioni “durano ore” ) ci sono pure le prove di laboratorio.”
Basta notare che ogni anno c’è una sindrome influenzale nuova… perchè i virus che ne sono responsabili provengono da mutazioni non ancora conosciute dal nostro sistema immunitario. Se crediamo al creazionismo (ringraziando Dio per aver creato i virus) basterebbe catalogare tutti i virus causa di influenza e fare un bel “bibitone” di vaccini, magari da somministrare appena nati e passare il resto della vita senza il naso che cola!
“Devono necessariamente esservi delle sovrapposizioni fra la teologia e le scienze naturali, fra la fede, il pensiero e la ricerca. La fede in un creatore, nel suo progetto, nel suo «governo universale», il suo condurre il mondo ad un obiettivo da lui preposto, non può restare senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo.”
Il ragionamento del card. è di tipo deduttivo, “scolastico” (nel senso di Tomista, ovviamente). Poichè le verità rivelate non possono essere contraddette, è la scienza che necessariamente si deve adeguare. Schönborn non dice cosa si deve fare nel caso in cui la scienza si rifiuti di collaborare, ma probabilmente molti professori universitari austriaci si rallegreranno di vivere in un paese dopotutto ancora laico. In questo modo comunque, come ho già detto, finisce per dare ragione a Dawkins: l’onere della prova in questo caso spetterebbe al card. il quale ovviamente non ha la minima idea in realtà di dove andare a cercare le prove di quello che sostiene. Per questo io invece continuo ad essere più d’accordo con Stephen Jay Gould e con i filosofi e i teologi come quello citato da Schönborn: se non altro sono più rispettose del limite della conoscenza, più disposte a riconoscere che ci sono ancora cose che non sappiamo, come ad es. per l’appunto se esista un “anello di congiunzione” tra fede e scienza…
Qui si possono trovare tutte le risposte alle balle che raccontano i vicari di cristo e cardinali alla schoenborn:
http://www.talkorigins.org/origins/faqs.html
X Aldo
Tra evoluzione biologica e culturale possono essere fatte delle analogie ma rimescolare tutto nello stesso calderone non aiuta certo la scienza a individuare la peculiarità dei due fenomeni.
Certe caratteristiche della cultura sono incompatibili con l’evoluzione biologica te ne cito solo 2:
1) differente natura dell’eredità
2) differenti supporti per l’informazione che influenzano in maniera determinante le modalità di propagazione e ricombinazione delle idee
Certo entrambe le evoluzioni sono fenomeni adattivi e selettivi ma ci penserei un pò prima di fare di tutta l’erba un fascio.
Poi scrivi: “Per essere più chiaro, ritengo che un neonato del neolitico dalle buone doti individuali, inserito in una famiglia moderna e sottoposto ad una formazione adeguata, non avrebbe alcun problema a diventare un ingegnere nucleare.”
A questo punto sei tu a riconoscere che evoluzione biologica e culturale non sono due fenomeni che vanno di pari passo. Questa non è altro che una conseguenza delle differenze intrinseche delle due evoluzione all’interno della specie umana.
Non penso che la tua argomentazione sui vincoli ti possa portare a nulla di valido: esistono vincoli biologici e vincoli culturali espressioni di due diverse evoluzioni.
Pensa che sfiga:
un disegno intelligente che dura da moltissimo tempo e ti porta come risultati Gengis Khan, Torquemada,Cortez,Hitler, Stalin, Pol Pot, Khomenini,Kim Il Sung, etc etc…
(non cito il benito nazionale perchè anche come dittatore era una mezzas..a)
Allora il disegnatore o è un coglione o è un sadico.
Fatemi capire….
Un centinaio di righe per non dire una mazza
non sanno più che pesci prendere, i loro articoli sono imbarazzanti dal punto di vista intellettivo
A proposito di una delle “obiezioni” dei sostenitori dell’ID all’evoluzione: sono stati fatti esperimenti che hanno portato alla creazione di nuove specie non solo con i batteri, ma addirittura con i moscerini.
http://en.wikipedia.org/wiki/Speciation
@ Alessandro Bruzzone
Certo, d’accordo con te, l’espressione “verità assoluta” era detta per far venire il nervoso ai creazionisti che ci leggono, e spero di esserci riuscito. Saluti
la prima parte dell’articolo si può sintetizzare in una disamina, un po’ pressapochista e tendenziosa, dei contorni del problema.
la seconda parte (quella che non compare sul sito UAAR) assume i connotati di una delirante omelia, manca solo la voce vibrante ed il pulpito infuocato.
il religiosissimo Schönborn è liberissimo di porre obiezioni di tipo scientifico alla teoria dell’evoluzione (per quanto quella degli anelli mancanti, del passaggio delle classi, della mancanza di osservazioni di fenomeni evolutivi correnti siano quantomeno ridicole), ma a tali obiezioni deve cercare risposte scientifiche, altrimenti non ci intendiamo.
se tira fuori il suo dio, allora io posso tirare fuori la mia Grande Ruota Aleatoria e tutte le altre fantasie umane.
se invece ci limitiamo all’ID come ipotesi scientifica allora, anzichè citare Dawkins a sproposito, dovrebbe citarlo per ammettere che l’ipotesi della mente creatrice è un’ipotesi assai improbabile. inoltre se la teoria darwiniana non lo soddisfa, mi auguro anche che allo stesso modo non lo soddisfi l’ipotesi scientifica di dio, poichè in quel caso diventerebbe indispensabile interrogarsi su chi ha creato dio, a meno di non voler tornare al discorso di prima sulle fantasie umane.
infine una nota di colore: darwinismo, nazismo, comunismo, darwinismo sociale tutti insieme nel calederone malefico degli -ismi. peccato che non vi abbia messo in mezzo anche il magnetismo e l’espressionismo, altri terribili mali ideologici che hanno funestato il novecento.
Leggere i vostri commenti mi ha tirato su il morale, che mi si era inabissato leggendo l’articolo di Schönborn… grazie per la boccata di ossigeno 🙂
Lysenco, infatti, non era un marxista, ma uno stalinista. Certamente la dialettica del materialismo è antitetica alla dialettica idealistica di Hegel. Marx non nasconde, però, il debito teorico che il marxismo ha nei confronti del filosofo tedesco. Lo stesso che Darwin aveva nel confronto di tutti i naturalisti a lui precedenti, come Linneo o Owen, ma che erano degli idealistici e metafisici. La critica del marxismo a Darwin, è una critica al suo metodo, cioè un materialismo non fino in fondo dialettico: la natura non fa salti, era il motto di Darwin. Una critica non solo pervenuta dal marxismo, ma dallo stesso evoluzionismo di Huxley, suo contemporaneo, ma più recentemente da Gould. Il metodo del materialismo dialettico e storico, ha permesso ad Engels di formulare nel suo scritto “Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia.”, datato1876, delle ipotesi evoluzioniste sullo origine del genere homo. In tale testo, si descrive l’interazione tra mano e sviluppo delle capacità celebrali. Le ipotesi lì espresse, vanno inquadrate nel dibattito scientifico dell’epoca. La domanda che allora gli scienziati si ponevano, era se il cervello umano avesse avuto il ruolo determinate nel separare il genere umano dalle scimmie antropomorfe. Si pensava ai nostri più immediati antenati, come a scimmie prima che erette, con cervello voluminoso. Per Engels, era il contrario: l’anatomia umanoide, cioè mani non solo prensili ma strumenti atti al maneggio e stazione eretta da bipedi. Ipotesi confermata dalle scoperte paleontologiche fino ad ora raccolte. Una descrizione scientifica delle nostre origini, impossibili dal punto di vista genetico: la genetica dimostra, infatti la nostra estrema somiglianza con le scimmie antropomorfe, ma non il modo, nello sviluppo evolutivo dell’anatomia, in cui essa si espressa sotto l’impulso della selezione naturale. Le grandi capacità celebrali umani frutto della lotta per la sopravvivenza, in cui l’uso delle mani sempre più raffinato, ne era la spinta materiale principale. Il fatto scientifico del cervello umano, risultato tardivo dell’umanizzazione, ha un risvolto ideologico evidente: il cervello, sede materiale dell’immateriale pensiero, ne viene svilito. Il sistema nervo centrale, come organo, è precedente a ogni pensiero, per quanto rozzo o sottile questo sia. Questo dimostra scientificamente, che la materia, è precedente ad ogni pensiero, anzi impossibile senza materia. La questione dello spirito, allora, diviene una questione storica e scientificamente indagabile. Questo, è la tesi rivoluzionaria del darwinismo e del marxismo. Distrugge ogni idealismo: la materia in movimento, è all’origine del pensiero, ne è una forma.
Un saluto internazionalista.
Ma cazzo! Siamo nel 2007 e c’è ancora qualcuno che non crede nell’evoluzione???
ciceracchio… c’è chi nega anche la shoa.. facile negare… comunque informati meglio puoi non crede a gesù come io se vuoi, ma negare la sua esistenza storica equivale a negare quella di cesare augusto suo contemporaneo
Già… e non c’è nemmeno bisogno di “credere” nell’evoluzione: essendo una teoria scientifica, basterebbe studiarla e capirla.
Certo che questo diventa difficile in un paese in cui l’evoluzionismo è stato alla chetichella cancellato dai programmi scolastici 🙄
Scusate l’off topic, ma vi segnalo un link dove potete sottoscrivere una lettera aperta al parlamento italiano per la laicità (tra i promotori anche Odifreddi). Magari diffondete anche la notizia! Grazie.
http://www.letteralaicita.org/home
puoi non crede a gesù come io se vuoi, ma negare la sua esistenza storica equivale a negare quella di cesare augusto suo contemporaneo
QUANTA IGNORANZA!
scusa Jsm.. ignoranza per cosa? se è per l'”io” penso tu abbia capito che nel digitare è sfuggita la “d” di Dio… se è per la contemporaneità… beh documentati….. se ti riferisci invece alla sua esistenza storica… non è da persone razionali negare le evidenze storiche date dai documenti scritti.
li faccio anch’io gli errori di battitura…
non discuto la contemporaneità
quello che mi fa tristezza è che paragoni la documentazione storica che parla degli imperatori romani con la documentazione ridicola che parla del falegname.
per gesù ci sono solo i vangeli (e non citarmi anche tu quelle stronzate di giuseppe flavio e gli altri che sono o generiche o già dimostrate false).
tutto il nuovo testamento non è contemporaneo del sedicente cristo ed è pieno di colossali contraddizioni
l’ignoranza che sostengo è quella di confrontare la documentazione che parla di Roma e degli imperatori con le ridicolaggini neotestamentarie
a tal proposito, guarda nella biblioteca di questo sito: ti farebbe bene leggere il libro di pepe rodriguez e poi verificare quello che dice direttamente leggendo la bibbia
io non sono ateo.. l’avrai capito… sono imabutto per caso nel vostro forum durante una ricerca in internet… confesso sono rimasto agghiacciato dallo stile, ma allo stesso tempo molto incuriosito; amo la verità e la ragione; amo mettere in discussione le mie idee e convinzioni.. mi passeresti il link a cui ti riferisci? grazie e ciao
l’esistenza di una comunità che si rifà a cristo e si è diffusa nei primi secoli è già da sola la testimonianza storica dell’esistenza di un Cristo… non possono essere nati dal nulla. Il Nuovo Testamento è di 30 anni circa dopo la morte di Gesù… non ho mai pensato che l’esietenza di qualche contraddizione su un medesimo fatto fosse una ragione per dubitare dell’accadimento di quel fatto… mai sentito racconti contraddittori su un incidente autostradale? è sufficiente per dire che questo non è successo? Inoltre… se gli autori/redattori dei vangeli hanno conservato queste contraddizioni e non hanno provveduto a tagliare, eliminare rendere coerente quanto scritto, ciò dimostra al massimo la loro autenticità… le balle si costruiscono meglio di solito non credi?
leggi il libro di pepe rodriguez
lo trovi nella biblioteca di questo sito
all’epoca era pieno il mondo di comunità che aspettavano il salvatore. un salvatore dai nomi più disparati tra cui spiccava Mitra.
la tradizione di Mitra è di qualche secolo più vecchia di quella di gesù. mitra è un dio nato da una vergine in una grotta, muore e risorge per salire in cielo. una dei riti del culto mitraico è tale e quale all’eucarestia…
ti dice niente???
scusa
il libro è
“VERITA’ E MENZOGNE DELLA CHIESA CATTOLICA”
Nel corso di una conferenza ho sentito affermare che, a quanto pare, negli USA oltre il 50% della popolazione crede al creazionismo ed oltre il 20% all’intelligent?design. Per fortuna in Italia, nonostante il cattolicesimo le percentuali sono decisamente minori.
Temo pero’ che la tendenza porti verso una crescita dell’instupidimento perche’ il popolo viene educato dai telefilm americani, ed anche la scuola ha gia’ subìto tentativi di attacchi oscurantisti da parte proprio del ministro addetto.
Comprendo che l’ID possa fare proseliti perchè rappresenta una mediazione tra le conoscenze reali e la fede e fornisce una risposta che l’evoluzionismo da solo non e’ in grado di dare, cioe’ come dal caos sia emersa una struttura riconoscibile.
La domanda e’ intrigante ma trova comunque risposte in ambito scientifico: oltre al principio antropico (contestato dai credenti), si puo’ considerare che da alcuni decenni esistono studi sulla teoria del caos che hanno portato a riconoscere i sistemi complessi adattativi che si applicano a svariati campi ed in particolare all’evoluzione.