Ratzinger, Bach e Bob Dylan

Occorreva un avvenimento raro come l’ottantesimo compleanno del Pontefice perché Rai Uno trasmettesse, con ogni cura di immagine e di qualità di suono, un concerto in diretta alle sette di sera, per oltre un’ora e senza interruzioni pubblicitarie!

Un sorprendente concerto. Non solo per i dati di cronaca: l’Orchestra della Radio di Stoccarda era infatti diretta da Gustavo Dudamel, ventisei anni, venezuelano, il cui principale impegno è lavorare con l’Orchestra Giovanile Simon Bolivar, formata da ragazzini del suo Paese strappati alla miseria e al degrado e che trovano nella musica un’arma potente e mite di riscatto. Ma sorprendente per le musiche scelte: nella Sala Nervi del Vaticano gli invitati hanno ascoltato il terzo Concerto per violino di Mozart, la Sinfonia «dal Nuovo Mondo» di Antonín Dvorák e la Sonata XIII di Giovanni Gabrieli, breve capolavoro di sontuosità barocca e unico brano dei tre che abbia un’origine liturgica.

«La musica – ha detto poi Benedetto XVI, ringraziando i propri genitori per avergliela fatta “studiare” – è stata una compagna di viaggio che sempre mi ha offerto conforto e gioia. La musica è veramente il linguaggio universale della bellezza, porta gli uomini ad alzare lo sguardo verso l’alto e ad aprirsi al bene e al bello assoluti, che hanno la loro sorgente in Dio stesso».

La bellezza della musica possiede dunque una sua sacralità. Tutta la musica, o soltanto quella che comunemente definiamo sacra? Al riguardo, le opinioni sono assai varie. Secondo Pierre Boulez, «sacra è tutta la musica che racconta la verità e la vastità di ogni esperienza umana». Per John Eliot Gardiner, direttore artistico di «Anima Mundi», festival di musica sacra che si svolge nel Duomo di Pisa, «è la qualità dell’esecuzione e il contesto in cui avviene che rendono sacra una musica». Se è così, il concerto del 16 aprile 2007 – che rimarrà nella storia dei concerti vaticani – è stato «sacro», anche se la Sala Nervi non è un luogo di culto, anche se le prescelte musiche di Mozart e Dvorák sono nate in contesti del tutto laici. […]

Il testo integrale dell’articolo di Sandro Cappelletto è stato pubblicato sul sito de La Stampa

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5 commenti

Rosalba Sgroia

Tutto si piglia, pure la musica! La musica diventa tutta “sacra”, ma il rock? Non era frutto del diavolo? quello fa guardare verso il basso, già…mah! Cose di papi 🙂

Aldo

Stavo per aggiungere un commento in riferimento al rock e al suo presunto legame con satana, ma mi accorgo che Rosalba mi ha soffiato l’idea con un anticipo di ben 12 ore! Grrrr….

Posso comunque chiosare aggiungendo che la fissazione che il rock abbia un che di demoniaco affligge anche parecchi leader d’altre religioni in giro per il mondo. Chissà poi cosa ci può essere di demoniaco in una musica chiaramente radicata nel più antico dei modi di fruire la musica: quello viscerale. Direi che i fondamenti del rock sgorgano dalla stessa “natura umana”, come la famiglia! 🙂

Non volendo essere secondo a Rosalba (a ri-grrr… 🙂 ), richiamo l’attenzione su uno dei tormentoni dell’estetica musicale cattolica dei secoli passati. La musica considerata più vicina a dio era quella caratterizzata da un ritmo ternario. La motivazione, e lascio a voi giudicare quanto seria, veniva indicata nel fatto che il tre è il numero della trinità, quindi un numero perfetto. A quella mentalità distorta, che indulgeva alla superstizione numerologica, parevano “contro natura” il ritmo binario e il suo derivato quaternario, nonostante oggi si sappia che la loro maggiore influenza sulla nostra emotività è dovuta a ragioni almeno in parte fisiologiche.

Non è un caso che, da sempre, le danze più sfrenate e spontanee tendano a basarsi su ritmi binari e quaternari, mentre quelle più leziosamente raffinate (e quindi artificiose) tendono a basarsi su ritmi ternari.

raphael

E che faccia che muso lungo…..non riesce neanche a godersi un concerto in suo onore, sempre a rimuginare se quel Sol è ortodosso o quel La così acuto è eretico
Rinnovo il mio consiglio, che faccia un pò di sesso

Vassilissa

Il rock è musica di satana, ma PRIMA della sua invenzione che caspita ascoltavano il povero lucifero e i suoi adoratori?

nessuno degli “esperti” mi ha mai saputo dire niente, è un dubbio che mi tormenta un bel po’… 🙂

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