Sempre più medici britannici rifiutano di effettuare aborti

Un crescente numero di medici nel Regno Unito sta rifiutando di effettuare aborti per ragioni etiche, mostra una ricerca.

Un rapporto del Royal College of Obstetricians and Gynecologists ha studiato in particolare il numero di aborti che vengono ora effettuati nelle cliniche private anziché nelle strutture pubbliche a causa del rifiuto del personale.

La percentuale di aborti nelle cliniche private dieci anni fa era del 20%; ora è vicina al 40%.

Il quotidiano Indipendent ha affermato il 16 aprile che il numero di aborti in Inghilterra e in Galles si è attestato sulle 190.000 unità all’anno. Con meno medici disposti ad effettuare la procedura, i sostenitori dell’aborto affermano che entro cinque anni potrebbero esserci più richieste d’aborto che medici disposti a soddisfarle.

Con meno medici nelle strutture pubbliche disposti ad effettuare aborti, inoltre, gli ospedali devono indirizzare quanti desiderano l’aborto a cliniche private. Il Servizio Sanitario Nazionale, che in Gran Bretagna finanzia quattro aborti su cinque, si trova quindi in difficoltà a far quadrare il bilancio.

Julia Millington, della ProLife Alliance di Londra, ha affermato che le notizie sul minore numero di aborti nelle strutture pubbliche sono sicuramente benvenute.

In una dichiarazione alla stampa, ha aggiunto: “Sentiamo da qualche tempo che soprattutto i giovani medici non vogliono operare in questo campo”.

“Quanti scelgono di studiare Medicina probabilmente lo fanno perché vogliono curare le malattie, non porre fine alla vita di esseri umani innocenti”.

Nel Regno Unito l’aborto è legale durante tutto il corso della gravidanza se il medico crede che il bambino abbia una grave malformazione o se la vita della madre è a rischio.

In base alla salute mentale della madre, l’aborto può essere effettuato fino alla 24ª settimana. […]

Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito di Zenit

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14 commenti

Kaworu

Pessima notizia.

ma secondo me ci son dietro motivi economici più che ideali.

come sempre, del resto.

Steve

Ribadisco che la legge 194 è una legge pessima.

Tra l’altro non prevede l’obbligatorietà del servizio così che l’obiezione di coscienza viene a costituire una interruzione di pubblico servizio

emel

In fin dei conti vorra’ dire che aumentera’ l’uso dei contraccettivi e la consapevolezza che un figlio bisogna farlo solo se si ha voglia e capacita’ di mantenerlo, non perche’ dei bigotti coglioni predicano l’ignoranza come forma mentis da tenere nella propria vita.

giops

forse hanno paura delle rappresaglie, in fondo vengono uccisi un sacco di medici abortisti…

Wilde

Faranno come hanno fatto per i dentisti e gli ortopedici. Li chiamano dalla Germania. Ogni fine settimana in Inghilterra arrivano frotte di medici teutonici a sotituire quelli mancanti inglesi. Per il semplice fatto che per giorno di lavoro in Inghilterra si guadagna di più.

Lamb of God

A dir la verità già ci sono un buon numero di italiani che vanno in GB a prestar servizio per paghe smisurate, non mi stupirei perciò se un nostro obiettore andasse la a praticare aborti solo perchè pagato il quadruplo.

Cmq vorrei ricordare che con l’introduzione della RU 486 tali beghe vengono di molto ridotte, anche se (purtroppo) non molti sanno che la paziente, qua in Italia, può farne richiesta di approvigionamento direttamente nella struttura ospedaliera.

Damiano

Fanno come in italia: obiettano nelle cliniche pubbliche e contemporaneamente non hanno nulla da obiettare nelle cliniche private a pagamento.

Markus

Garantire a tutti il massimo che il servizio sanitario può offrire è segno di civiltà.
Soprattutto le donne che vivono in ambienti più disagiati socialmente hanno bisogno della legge 194, delle tutele che essa rappresenta e di poter scegliere serenamente e senza essere giudicata.
Su cosa sia il feto, la questione è etica, e ciascuno pensa quello che vuole, ma garantire la scelta è dovere di ogni Stato laico e civile. Vietare l’aborto a me è come imporlo ad un cattolico. Bisogna difendere la libera espressione della coscienza. Anche sotto un profilo giuridico perchè se il feto diventa persona giuridica, ogni volta che una gravidanza si interrompe per cause naturali (ed entro il terzo mese succede…) dovremmo processare la madre per omicidio colposo… se crediamo che la Legge debba essere una scienza coerente… se la vogliamo confondere con l’arbitrio del re… allora qualunque frescaccia voti un parlamento (di gente che non viene scelta direttamente, ma su indicazione dei partiti) diventa “giusta” … cosa di cui personalmente dubito, soprattutto quando è un parlamento debole, di gente presa per fedeltà al potere e non per elezione diretta, prona alle indebite ingerenze di una chiesa che non esita a esercitare gravi pressioni psicologiche approfittandosi della debolezza umana… per fortuna hanno almeno smesso di usare le armi per convincere i governi.

PS Mi diceva il mio professore di diritto Costituzionale che negli Stati uniti per arginare il fenomeno degli anti abortisti che minacciavano i medici addirittura di morte, hanno usato le norme anti racket, da noi sono l’equivalente delle disposizioni contro la mafia ed il terrorismo… tanto per non fare paragoni con le persone, ma solo con le norme che giudici di nazioni serie hanno applicato a comportamenti criminosi e deprecabili.

PPS personalmente trovo l’aborto una cosa durissima e donne con cui sono stato e che avevano abortito con altri non me ne hanno affatto parlato come di una passeggiata, anche dopo anni, ma a maggior ragione la libera scelta va tutelata e incentivata la sperimentazioni di farmaci che impediscano l’intervento meccanico sul corpo della donna. Spiegare l’importanza della gravidanza è giusto, ridurre le donne a besti che se rimangono ingravidate devono partorire per forza no! La dignità della donna è anche scegliere consapevolmente se diventare genitori o meno invece che restare vittime della natura…altrimenti non dovremmo nemmeno curare le malattie.

restodelmondo

@ Kaworu: esattamente, fare aborti è considerato dai ginecologi una pratica noiosa che toglie tempo ad altre meglio pagate e soprattutto che danno più lustro scientifico/professionale.

Comunque, dato che è il Regno Unito di cui stiamo parlando, penso che l’immigrazione risolverà molti problemi – come detto da Wilde. (Diamine, nel mio quartiere – residenziale piccolo/medio borghese di Londra Sud – il 90% dei medici della mutua è nato in India, Pakistan, o comunque non in UK.)

@ glops: Quelli sono gli USA, non confondiamo.

lik

@ Resto del mondo

Cosa c’entrano i medici della mutua con i medici che praticano gli aborti?
Scusami ma il fenomeno dei medici che rifiutano di fare aborti per qualsivoglia ragione è diffuso pure in Francia dove il numero di cliniche praticanti l’aborto è diminuito del 20%. Si tratta di un paese di anziana tradizione migratoria. Con questa maniera superficiale di affrontare i problemi non so dove andremo a finire noi laici. Gli immigrati non solo fanno i figli al nostro posto, ma adesso fanno anche gli aborti al nostro posto, ma ci siamo o non ci siamo???? Questo è un problema grave, quello dellla penuria di medici abortisti ed in Italia è molto meno grave rispetto a paesi come la GB o la Francia. Comunque la GB per quanto riguarda i medici ha favorito una forte immigrazione polacca negli ultimi anni, non pakistana o indiana.

Daniela

gli immigrati fanno anche il triplo degli aborti, almeno qui in italia, la questione è abbastanza complessa, ma non credo che ci sia un’emergenza in GB, e solo una questione di assestamento, e poi le fanno le cliniche private, comunque è che in gran bretagna mancano i dottori.

lik

@ Daniela

Tu riferisci ai medici immigrati, perché si stava discutendo di quello. Nell’ospedale vicino a me non è un medico immigrato a praticare gli aborti, ma il primario di ginecologia italiano.

lik

Il discorso è che fregare i medici a paesi che ne hanno bisogno non mi sembra la soluzione ideale.

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