È in libreria e/o si può chiedere direttamente all’editore Allucinogeni e cristianesimo. Evidenze nell’arte sacra, di Fulvio Gosso e Gilberto Camilla, prefazione di Carl Ruck-Boston University, Edizioni Colibrì, pp. 127, foto a colori, euro 12. Fulvio Gosso lavora in un SERT della Regione Piemonte, Gilberto Camilla è un etnopsicologo: insieme hanno pubblicato nel 2004 Pionieri della psichedelia. Per ulteriori informazioni: mail colibri2000@libero.it; tel. 0299042815; cell. 3358204165. Versamento di euro 12 sul ccp. 28556207 intestato a: Coop. Colibrì, Via Coti Zelati 49, cap. 20037 Paderno Dugnano (MI).
L’argomento è di quelli che, indubbiamente, attira l’attenzione: una ‘connection’ esplosiva tra la più diffusa religiosa del pianeta e l’uso di sostanze allucinogene. Va premesso che gli autori non la sostengano apertamente, e precisano che il libro «è stato scritto per porre domande, non per dare risposte». Ma lasciano comunque intendere che vi sia molto materiale su cui studiare. E questo materiale è interessante: il testo è infatti corredato da alcune decine di riproduzioni tratte dall’arte sacra (quasi esclusivamente medievale) in cui compaiono dei misteriosi funghi, o alberi-fungo. I commenti degli autori rivelano adeguata competenza micologica, costituendo dunque una sfida scientifica in grado di stimolare la ricerca di studiosi cristiani. Ai lettori potenzialmente interessati al tema suggeriamo di dare un’occhiata a due immagini pubblicate su Cristianismo y enteogenos: una raffigura Adamo ed Eva alle prese con un albero della conoscenza di tipo fungiforme, l’altra vede un gruppo di funghi a ombrello a far da sfondo all’entrata di Gesù a Gerusalemme. Entrambe le opere risalgono al XII-XIII secolo.
La religione è l’oppio dei popoli, è assodato.
Che poi si voglia andare a studiare l’uso di droghe nei vari riti religiosi, pratica molto frequente, va bene, ma ricordiamo che la droga più pericolosa per chi crede non è quella fisica, ma quella mentale: infinita, con effetto permanente, e soprattutto (apparentemente) gratis.
Ma la sostanza psicoattiva ufficiale del cristianesimo non era l’alcol?
Aspetto che il papa si pronunci in merito ad un sano e tradizionele alcolismo.
Ah… ricordo ancora un breve saggio che lessi da ragazzino (era edito nella collana millelire di stampa alternativa, se non sbaglio) dove si analizzava l’amanita muscaria, e la si metteva in relazione, alla fine, col cristo stesso.
Micidiale.
La Chiesa Indigena d’America mi sembra di ricordare che contempli l’uso del peyotl nei propri riti. Non c’è nulla di male, gli “allucinogeni” (che poi in realtà non causano allucinazioni vere e proprie) sono fra le sostanze meno tossiche e più sicure per l’uomo, molto meno dannose dell’alcol e del tabacco.
Non a tutti è chiaro che ciò che noi vediamo e sentiamo è il frutto di un complesso processo. Onde elettromagnetiche (ciò che vediamo) o sonore (ciò che sentiamo) colpiscono le cellule di organi recettoriali; queste cellule si “eccitano” e trasferiscono il segnale nel cervello ad altre cellule nervose che lo trasferiscono ad altre e così via. In questo viaggio sono coinvolte cellule che permettono di integrare il segnale in arrivo con altri memorizzati e di trasformarlo in un segnale nervoso che noi riconosciamo come “qualcosa”. E’ evidente che questo sistema collega un evento esterno (il fenomeno che si verifica) con un evento interno (l’”immagine” che noi percepiamo). Ma questo viaggio è un evento biochimico/anatomico che può essere interrotto se qualche cellula (recettoriale o nervosa) non funziona. Se questo è abbastanza chiaro, un po’ meno chiaro è il fatto che si possa avere l’evento interno (vedo un individuo o sento delle parole) anche senza che ci sia l’evento esterno!! E’ sufficiente che una delle cellule intermedie si ecciti “per conto suo” ad esempio per una patologia o è perché stimolata da una droga. Gli allucinogeni agiscono in questo modo ma anche certe patologie, come il morbo di Parkinson, producono fenomeni nervosi come sogni particolarmente realistici, allucinazioni, false credenze (delusions) ipersessualità, delirio.
Quindi, in certe persone, non è neppure necessario ingerire sostanze allucinogene per avere le visioni ….. lo fanno naturalmente, o meglio, la loro patologia glielo fa fare naturalmente!
Per quelli che non lo conoscono …. trovate una breve trattazione su “Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita” in http://www.geocities.com/biochimicaditutti
Caro Ernesto,
pur essendo io a favore della legalizzazione di molte droghe, devo però leggermente dissentire dalla tua affermazione:
“gli “allucinogeni” (che poi in realtà non causano allucinazioni vere e proprie) sono fra le sostanze meno tossiche e più sicure per l’uomo, molto meno dannose dell’alcol e del tabacco”
sono sostenze comunque dannose! Adesso, non ho cuore di andarmi a cercare delle statistiche. Se tu però le hai, per favore postale così ne discutiamo.
Le nostre strutture percettive hanno un evidente valore adattivo, è grazie alla nostra percezione del mondo esterno che i nostri antenati sono riusciti a sopravvivere.
Ma abbiamo ancora bisogno di un impianto percettivo primitivo?
Di certo sono pochi quelli che hanno ancora bisogno di riconoscere un leopardo in agguato dietro un cespuglio o che devono prevedere la traiettoria di un coniglio in movimento.
L’evoluzione culturale ci ha emancipato dalle nostre esigenze primitive ed ha ampliato e diversificato la nostra gamma di percezioni, pensate ai microscopi, alla spettroscopia, alla telescopia ecc…, a mio avviso gli allucinogeni sono un intervento cosciente sulla nostra percezione al pari delle suddette innovazioni tecniche, ci avvicinano a forme diverse di percezione e fanno prendere coscienza del nostro punto di vista soggettivo sul mondo.
Certo anche con un buon libro si può prendere coscienza che un’ape ha una percezione completamente differente da un uomo, ma con gli allucinogeni è più divertente.
Divertente, non utile. E non innocuo.
Inoltre gli allucinogeni non svelano nuove realtà, come credevano gli stregoni che ne facevano uso, ma semplicemente alterano quella percepita. Possiamo drogarci fino all’overdose, ma non riusciremo mai a vedere gli infrarossi o i raggi X. E bruceremmo milioni di neuroni nel tentativo.
Chi si intende di evoluzione sa che non esistono alterazioni o disfunzionalità in senso assoluto, la medicina darwiniana interpreta le malattie come adattamenti, quindi sia positivi che negativi in funzione del tempo.
Per “allucinogeni” (termine fuorviante) si intendono principalmente LSD, mescalina e psilocina (psilocina è il principio attivo prodotto all’interno dell’organismo dalla psilocibina, la forma stabile che esiste per es. nei funghi del genere Psilocybe), e tutte le centinaia di sostanze strutturalmente analoghe.
La tossicità di una sostanza si misura comunemente come LD50, cioè la dose individuale che se somministrata a una popolazione di 100 cavie, ne uccide 50.
L’LD50 dell’LSD si stima essere circa 1 mg/kg di peso corporeo (70 mg per una persona che pesa 70 kg). Tanto per capirci, una dose che ha effetti MOLTO, ma MOLTO, forti può essere sui 500 microgrammi (cioè millesimi di mg).
E dico “si stima essere” perché non è MAI stata registrata una singola overdose da allucinogeni in tutta la storia. Documentatevi se non ci credete.
Gli “allucinogeni” non danno dipendenza né fisica né psicologica, e non provocano reazioni antisociali in chi ne fa uso (a differenza, per es., dell’alcool).
Inoltre si sviluppa rapidamente tolleranza, per cui non se ne può fare un uso continuativo anche volendo.
Infine, gli “allucinogeni” non causano allucinazioni! Cioè non fanno vedere o sentire cose che non esistono, tipicamente, ma fanno percepire ciò che esiste in modo molto diverso dalla norma. Esistono molte descrizioni di “trip”, anche se è difficile spiegare, bisogna provare. Cmq, per chi volesse informarsi, consiglio “Le porte della percezione” di Aldous Huxley.
L’unico vero rischio sono i cosiddetti “bad trip”, reazioni psicologicamente molto spiacevoli che si verificano però solo in soggetti con malattie mentali pregresse, o proni all’ansia o alla depressione, o in contesti ambientali sfavorevoli (insomma, i famosi “set and setting”).
Conclusione: se proprio volete drogarvi, anche solo occasionalmente, per la vostra salute è meglio se invece di bervi un bicchierino o fumare una sigaretta, vi mangiate un bel fungo!
Sailor-Sun
sì, non svelano nessuna nuova realtà, però ti fanno capire meglio il rapporto che c’è fra realtà e nostra “immagine mentale” di essa (fra noumeno e fenomeno, se ti pare).
Inoltre non si “bruciano” neuroni, come succede con l’alcool o la cocaina.
Gli effetti sono totalmente reversibili dopo 12 ore nel caso dell’LSD, ca. 9 per la mescalina e ca. 5 per la psilocina.
Bill Gates e Francis Crick si dice siano stati consumatori abituali. (OK, che Bill abbia qualcosa che non va, è impressione comune, ma non credo sia colpa della droga)
Infine, gli “allucinogeni” non causano allucinazioni! Cioè non fanno vedere o sentire cose che non esistono, tipicamente, ma fanno percepire ciò che esiste in modo molto diverso dalla norma.
GRANDE ERNESTO!
PS: ne abbiamo avute di discussioni infiammate! ma quando ci vuole ci vuole.
X Ernesto.
Capito.
Però ancora non capisco a cosa possa servire l’assunzione di allucinogeni. Non permette di capire meglio il mondo, ma, come dici tu, ne altera solo l’immagine mentale. E nutro qualche dubbio sul fatto che non diano dipendenza (fisica ok, psicologica non so).
Notare: le sostanze citate da voi non sono molto note, e non so neanche dove procurarmele, mentre mi basta andare in piazza duomo per prendermi qualche grammo di coca dallo spacciatore all’angolo, che non fa molta differenza per chi vuole semplicenente esternarsi dalla realtà.
La fede è una droga più infida, perchè non da assuefazione, crea una fortissima dipendenza, è (purtroppo) naturale, e oltretutto è gratis.
Però chissà perchè i puscher ci sono sempre.