Gadi Luzzatto Voghera, in un libro appena uscito per Einaudi e presentato ieri su diversi quotidiani, avverte come la sinistra non sia immune dall’antisemitismo: Antisemitismo a sinistra è infatti il titolo. E’ un giudizio più che condivisibile, così come è condivisibile la denuncia che il pregiudizio si annidi soprattutto nel linguaggio. Su questo non ci devono essere equivoci, tentennamenti: qualsiasi frase, battuta, riproposizione dello stereotipo vanno condannati, non tollerati anche se mascherati da gioco, presunto scherzo. Bisogna vigilare, non abbassare mai la guardia. Non c’è il minimo dubbio.
Ma proprio per questo colpisce in negativo la contestazione che Gadi Luzzatto Voghera muove a Fausto Bertinotti per una frase usata quando era ancora segretario di Rifondazione comunista. E’ una frase che molti ricordano, pronunciata al penultimo congresso. L’attuale presidente della Camera disse: «Siamo tutti ebrei, gay, lesbiche, neri». Nella versione di Luzzatto Voghera, la frase viene modificata e diventa: «Siamo ebrei, come siamo donne, disabili, omosessuali, lesbiche, neri». Da qui nasce la contestazione mossa a Bertinotti di aver schiacciato l’ebreo sulla vittima cadendo a sua volta nel pregiudizio.
La prima contestazione è evidente. Bertinotti non ha detto esattamente così e nella catena semantica costruita da Luzzatto c’è tutto lo spazio per il fraintendimento, la giustificazione della propria critica. La frase detta dall’allora segretario di Rifondazione ha invece tutt’altra valenza e, non certo per caso, va nel senso chiesto da Luzzatto: quello di considerare gli ebrei, ma anche le lesbiche, i gay e – aggiungo – anche le donne non come una banda di sfigati, di oppressi, ma come i nuovi soggetti del conflitto. Come coloro che per cultura, non per natura, permettono oggi di ripensare la politica, i suoi codici, i suoi linguaggi. «Siamo ebrei, gay, lesbiche, neri» vuol dire mettere in discussione anche la propria storia di comunisti, aprirsi alle nuove soggettività, ripensare, oggi, il cambiamento. E’ una sfida che rompe lo stereotipo dell’ebreo vittima, così come della lesbica vittima, del gay vittima. Significa ripensarsi complessivamente a partire dalle contraddizioni che anche Luzzatto Voghera fa irrompere nel dibattito pubblico.
Nelle sue argomentazione c’è però un’altra cosa che colpisce e che, per paradosso, è viziata dal pregiudizio. Perché l’accostamento a gay, lesbiche, donne, disabili etc costruirebbe la figura della vittima, se non perché si ha di loro esattamente questa idea? Le donne ci sono abituate. O le si ignora come soggetto politico oppure le si inserisce nella catena di sfigati a vario titolo, spesso messe in mezzo tra vecchi e bambini, cioè i deboli da tutelare. E mai, come in questo caso, mutando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Cioè naturalizzare i corpi, i soggetti per ridurne la portata politica, critica, conflittuale. Ma questo non vale anche per gli ebrei quando li si schiaccia su un’identità metastorica, immutabile, frutto di un carattere definito una volta per sempre?
[…] Porre la questione dell’antisemitismo oggi non è fuori luogo. E’ fondamentale come questione di tutti e tutte perché interroga il nostro modo di percepire l’alterità, soprattutto quando questa alterità si pone in maniera antagonista rispetto all’esistente che tende ad omologare, ad appiattire le differenze o a considerarle fonte di pericolo e quindi di disprezzo, di riduzione della dignità. E’ una grande sfida, la stessa che lancia il dirsi ebreo, gay, lesbica, non come una questione di tutela o di diritti, ma come una questione di civiltà. Il problema è allora un altro: misurare lo scarto che ci separa da questa sfida. Capire quanta strada abbiamo ancora da fare, poiché in Italia l’antisemitismo, di destra e di sinistra, il maschilismo e l’omofobia sono vivi più che mai. […]
Il testo integrale dell’articolo di Angela Azzaro è stato pubblicato sul sito di Liberazione
Mi sembra un passo avanti quello di Liberazione, prima lo stesso giornale negava sistematicamente che anche a sinistra potesse esservi dell’antisemitismo. Sul frade di Luzzatto mi sembra che qui scadiamo nel politicamente corretto, non sono quelle di Bertinotti le dichiarazioni antisemite, piuttosto quelle di Asor Rosa “razza ebraica da perseguitata a persecutrice”. Oppure i discorsi che si sentono nella sinistra radicale “In Israele lo sport nazionale è ammazzare i bambini palestinesi” oppure ancora “i veri Ebrei sono sono gli antisionisti”, oppure ancora “mi piacciono gli Ebrei che criticano Israele, non quelli che lo sostengono” come se l’unico metro di giudizio per stimare una persona sia il suo rapporto con Israele. Dopotutto quanti anticolonialisti tacevano sui crimini del comunismo? Abbiamo un presidente della Repubblica che ha sostenuto l’invasione sovietica dell’ungheria. Detto questo ovviamente oggi l’antisemitismo non è solo a sinistra, è ancora vivo nella destra cattolica, e poi senz’altro in larga diffusione nelle comunità islamiche anche grazie alla propaganda antisemita delle tv satellitari come il canale di Hezbollah, Al-Manar specializzato nei remake dei protocolli dei savi di Sion.
Comunque a proposito di omofobia leggetevi questa:
MUSULMANI LONDINESI: NO AI GAY
(18/04/2007) Meno del 5% considera accettabile l`omosessualita`.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=5148
Sulla questione la penso esattamente così:
http://www.uaar.it/news/2006/08/08/sbagliato-evocare-shoah/
Criticare, anche pesantemente, e anche insultare il governo di Israele (sono di sinistra e ciò è uno dei mie hobby preferiti) e pensare che i Palestinesi abbiano ragione NON vuol dire odiare gli Ebrei. Punto, stop. Ebrei, Europei e Arabi commettono tutti un gravissimo errore: si scannano in nome di dio, soggetto la cui stessa esistenza è tutta da dimostrare.
@ Nando
Punto e stop lo decide il moderatore non tu. Criticare ossessivamente uno stato renderlo responsabile di tutti i mali del mondo arabo anche della sua incapacità a secolarizzarsi, parlare di “razza ebraica da perseguitata a persecutrice” come ha fatto Asor Rosa vuol dire odiare gli Ebrei che non corrispondono alla propria idea per cui l’Ebreo deve essere solo una vittima. Dimmi, da dove viene la passione per questo tuo hobby? Come mai hai scelto Israele e non il Sudan la cui oppressione in Darfur oppure la Cecenia è molto più grave?
Da dove viene questa tua ossessione? Dire che i palestinesi hanno ragione vuol dire che sei d’accordo con gli attentati suicidi contro gli Ebrei? Con le carte di Hamas e Hezbollah che invitano ad uccidere ogni Ebreo? Fortunatamente la gente inizia ad aprire gli occhi, ma purtroppo antisemiti come te sono in circolazione, forse per ignoranza o forse proprio per un odio personale.
Penso che si debbano distinguere vari livelli, nella critica:
1) La frase di Asor Rosa mi è sempre sembrata macchiata di antisemitismo puro e semplice, per il suo ricorrere alla categoria della “razza”: orrida, e pure storicamente incompatibile con il pensiero di sinistra, che ha sempre rifiutato di pensare “per stirpi” (non so se ho perso qualche eccezione per strada, ma l’immagine complessiva è questa);
2) in generale, contestare le decisioni degli ultimi governi israeliani, riferendole agli “ebrei” tout-court, è un rigurgito antisemita, sempre perché tratta gli ebrei come un’unica massa indifferenziata, ma non so trovare esempi specifici di questo atteggiamento;
3) anche se le critiche vengono poste al governo israeliano, possono essere viziate da fanatismo ideologico, anche se non “antisemitico”, a rigore: si può essere fanatici e intolleranti anche senza essere razzisti (il che non è un’attenuante). In particolare, qualcuno, dichiarandosi “antisionista, ma non antisemita”, arriva a giudicare con severità inflessibile le azioni del governo israeliano, e con mite indulgenza le azioni delle organizzazioni palestinesi. Ciò in base agli stessi pregiudizi ideologici che portano ad un certo tipo di antiamericanismo fanatico ed estremo. Questa è per me doppiezza morale, nonché un atteggiamento irrazionale. (Anche qui, ho pochi esempi precisi.)
Detto questo, mica che tutta quanta la sinistra radicale sia afflitta da raptus antisemiti o da maccartismo anti-israelo-americano, eh, non facciamo di ogni erba un fascio. Dipende da persona a persona.
@ nando
Poi Sveva Haerter non la pensa come te, non l’ho mai sentita dire che in Israele lo sport nazionale è uccidere i bambini e non ha mai parlato di razza ebraica da perseguitata a persecutrice. Quindi evita di prendere gli Ebrei come copertura tipico atteggiamento dell’antisemita di base.
E, certo, esiste sempre la possibilità di criticare le azioni dei governi israeliani senza incorrere nel pregiudizio razziale o in quello ideologico-politico: basta usare razionalità ed equilibrio.
@ Magar
Io sono perfettamente d’accordo con quello che dici, sottoscrivo al 100%, ma quando leggo delle frasi come quella di nando “sono di sinistra criticare e insultate il governo israeliano è uno dei mie hobby preferiti ” mi sento gelare la schiena. Questo prova piacere, perché un hobby è un piacere, a criticare ed insultare il governo israeliano al calduccio qui in italia. Questo a casa mia è antisemitismo puro, ma proprio puro. E non esiste solo a sinistra perché esiste un’ estrema destra antisemita che prova altrettanto piacere nell’antisemitismo del nostro nando. Che mondo brutto quello in cui viviamo.
Solo una cosa magar, di esempi ce ne sono in giro tanti, le vignette di apicella che paragonano ossessivamente gli israeliani ai nazisti, la rossanda che difende asor rosa. Insomma la sinsitra radicale è apriori antisraeliana e antiamericana. Pensa solo alla squallidissima propaganda di Vauro ad annozero. Mi domando se il servizio pubblico abbia come funzione propragandare l’odio dell’occidente senza contradditorio.
@lik
Perché? Ha detto che critica “il governo israeliano”, non “gli israeliani” o “gli ebrei”. Poi non so se lo faccia con equanimità oppure ad mentulam canis, ma non mi sembra nutra pregiudizi razziali verso quell’etnia. Invece sceglie male le parole: “hobby” dà l’impressione di considerare la questione israelo-palestinese con leggerezza, dire che “i Palestinesi hanno ragione” dà l’idea che non distingua tra il popolo palestinese e alcune organizzazioni palestinesi. Visto che così dicendo sembra reticente nel criticare queste ultime quando lo meritino, posso anche ipotizzare che si tratti di un caso di doppio standard morale, però non lo confonderei con l’antisemitismo vero, altrimenti il rischio è di inflazionare l’accusa.
Non bisogna dimenticare che antisemitismo e antisionismo sono 2 cose ben diverse. Purtroppo spesso si confondono…
@lik
Ho visto solo ora il tuo ultimo post, mi riferivo a quello su nando, ovviamente. Per la vignetta di Apicella, l’unica che conosco direttamente, sono d’accordo, e rientra anch’essa nel 3^ caso che ho descritto.
A me sembra allucinante che nel 2007 qualcuno usa ebreo come sinonimo di israeliano, Americano come sinonimo di governo americano, comunista e fascista come sinonimi di centro destra e centro sinistra…. che qualcuno parli di razza ebraica mi fa ribaltare le budella, ma non vomito perchè non conosco l’intervento di cui si sta parlando
E’ un problema essere antisemiti tanto quanto essere prosemiti, perchè si incatenano le persone ad una categoria nella quale tra l’altro molto spesso non si riconoscono.
Sono convinto che il problema non sia la categoria discriminata ma l’ignoranza di chi discrimina.
@ Alessandro Bruzzone
Non son due cose proprio ben diverse anche perché proprio l’associazione di Sveva Haerter si è ritrovata a dover fare comunicati contro la partecipazione di certi personaggi o certe associazioni alle manifestazioni propalestinesi. Gli ambienti propalestinesi sono ambienti di merda dove confluiscono anche antisemiti di estrema destra o islamisti.
@ Magar
Le persone che tirano subito in ballo l’ebreo di servizio per giustificarsi come ha fatto nando mi puzzano sempre di antisemitismo. Come dice Sveva Haerter per difendersi dall’acusa di antisemitismo l’unico modo è non esserlo. E una persona che nega che a sinistra vi sia dell’antisemitismo, vuol dire che non lo sa riconoscere tanto lo è lui stesso.
@ Jacopo
A me non fa vomitare solo “razza ebraica” mi fa anche vomitare da “perseguitata a persecutrice”. Si accusa un intero popolo che non vive nella diaspora (anche l’inventore della RU486) di essere persecutore. Questo non lo avete ancora notato. Poi qui non c’è nessuno che fa l’equivalenza tra israeliani ed ebrei, ma l’antisionismo è diventato un modo anche per sfogare antisemitismo.
@Alessandro Bruzzone
Sì, di per sè sarebbero cose diverse, però dipende da cosa si intende: chi nega il diritto all’esistenza dello Stato di Israele lo fa per odio verso gli israeliani come gruppo etnico, parte della “razza ebraica”, e allora è antisemita, oppure per odio verso gli alleati più stretti del governo USA in Medio Oriente, e allora è ideologicamente fanatico. Se poi ci si oppone solo a qualche scheggia impazzita e deviante del sionismo, tipo qualche colono dei territori occupati che ritiene di aver diritto a prendersi un territorio per concessione divina, allora è un’altra cosa, ma bisogna dirlo chiaramente, e non dar adito a confusione con l’ideologia del primo tipo.
Intendevo dire che vive in maggioranza nella diaspora.
Signori, questa é davvero una questione di lana caprina … cosa avrebbe fatto di sbagliato Bertinotti? Giuro di non aver capito gran che …
Dai, ragazzi, non esageriamo.
@ Claudio
Mi sembra di aver detto chiaramente che bertinotti non ha detto nulla di antisemita, ma il libro di luzzatto è interessante tanto è vero che pure liberazione ammette che l’antisemitismo a sinistra esiste eccome.
Sabra e Chatila…
Darfur…
Ma poi scusate, come mai in Libano in palestinesi non hanno ancora oggi i diritti umani più elementari. Segnalo tra l’altro che i beduini musulmani servono l’esercito israeliano.
Ah, si certo, l’antisemitismo di sinistra esiste eccome!
A mio modo di vedere, é peraltro antistorico, ha odore di vecchie contrapposizioni filosiriane da guerra fredda, stigmatizza le pur gravi reponsabilità degli arabi palestinesi, insomma c’é ancora molta strada da fare per una certa sinistra.
Del resto, neppure c’é molto da fidarsi da questi nuovi “amici” di Israele: AN, FI ed altri strumentalizzano la faccenda…
Intendiamoci: io sono uno che crede che creare uno stato confessionale ebraico in palestina sia stato un errore storico e politico.
Ma ora Israele esiste e dobbiamo rispettarla.
Anche gli israeliani hanno le loro reponsabilità, ci mancherebbe!
Ma non dobbiamo dimenticare, che furono gli arabi a non volere nel 49 la soluzione di far coesistere due stati sovrani, liberi ed indipendenti.
Vollero la guerra e furono sconfitti.
Insomma, una storia complessa, per molti aspetti contraddittoria, dove é spesso problematico discriminare nettamente le responsabilità degli uni da quelle degli altri …
Ho letto reazioni spropositate ed esagitate al mio modesto intervento. “hobby preferito…” Signori: impariamo, tutti, l’arte dell’ironia. Ho detto e confermo che non sono antisemita. Non permetto a nessuno di insinuarlo. Non mi piace il governo di Israele, non posso farci niente. Non ho affatto detto, però, che è responsabile di tutti i mali del mondo arabo, come ti sei sognato tu, caro lik. Non ho detto che Israele non deve esistere. Né ho detto che approvo gli attentati di hezbollah. Queste cazzate ve le siete inventate voi, di sana pianta. Il terrorismo arabo mi fa schifo, dovrebbe essere ovvio ma a quanto pare chi è di sinistra è costretto a ripeterlo continuamente. Il terrorismo arabo mi fa schifo. Il terrorismo arabo mi fa schifo. Il terrorismo arabo mi fa schifo. E’ sufficiente o devo continuare?
L’espressione “razza” ebraica mi fa vomitare, anzi mi fa vomitare la parola “razza” riferita ad esseri umani. Cari lik e magar, datevi una calmata, grazie
Soprattutto lik… Magar mi ha quasi difeso in fondo.
Lik: se ti ha fatto incazzare la parola hobby ripeto: era ironica. Riferita al fatto che tu e molti altri pensate che criticare la politica di Israele sia, per noi di sinistra, un hobby appunto. Non lo è per niente, e vorremmo non doverlo fare, perché non ci divertiamo affatto.
Io, quando vedo al TG che a Gerusalemme esplode un pullman pieno di gente perché un terrorista col cervello lavato s’è fatto esplodere, io piango di rabbia. Spero che tu faccia altrettanto quando vedi crepare intere famiglie irachene sotto le bombe alleate, o cecene sotto le mitragliatrici di Putin. Per chi crepa sotto lo bombe, poco importa se le ha lanciate un governo democraticamente eletto o un’organizzazione terroristica.
Forse occorrerebbe fare un distinguo molto semplice: quello che spesso è tacciato come “antisemita”, nella sinistra (magari radicale) è in realtà l’essere anti governo-reazionario-israeliano.
Il guaio è che molti non si rendono conto che criticando “isarele” o peggio “gli ebrei” per la questione palestinese passano da antisemiti… tutte le persone che conosco e criticano Israele per il suo operato mi hanno risposto, quando l’ho chiesto, che ovviamente non ce l’avevano col POPOLO palestinese, ma con le scelte dissennate dei loro governanti.
Ovvio che chi vuole attaccare la sinistra non aspetta altro che poter sfruttare errori del genere… insultare la stella di david per criticare le mosse del governo di Isreaele è come insultare il tricolore per criticare berlusconi.
CORREGGO:
Eer… nel post qui sopra ha scritto “POPOLO palestinese”. Lapsus. Volevo dire ovviamente “POPOLO israeliano”. Se qualche moderatore può direttamente correggere il post è meglio. Scusate. E’ che è tardi… 😀
Concordo con Enrico al 100%.
Enrico, meno male che ti sei corretto, altrimenti lik stavolta non avrebbe retto all’incazzatura…
Il governo israeliano è tra i più reazionari e a destra del mondo. Logico che chi è di sinistra lo critichi. Critico anche Le Pen, ma non significa che sono antifrancese. Non mi sembra tanto difficile da capire. Poi se Lik vuole insistere nella sua visione a senso unico, beh…
Stanotte non ho sonno, quindi mi sono fatto un giro per il sito e ho scoperto questo:
http://www.uaar.it/news/2007/03/09/vauro-provoca-mastella-diretta/
Qui Lik interviene spesso e volentieri sparando un mucchio di cazzate. Tutto quello che si riesce a capire è che la sua è un’ossessione anti-islamica e razzista. Vede antisemiti ovunque, dà dell’antisemita anche ai pali della luce quando cammina per strada, con un livore e una ferocia paragonabili solo alla ferocia che la chiesa ha contro gli omosessuali.
Per fortuna viene zittito da molti e opportuni interventi di veri razionalisti e veri laici, con i quali concordo pienamente.
Clamorosa poi quella su fantomatici partiti politici europei islamici che tra pochi anni vinceranno le elezioni… Ah ah ah… Oh oh oh OH OH OH… OHOOOOHOOHOOOOH!!!!! Per ora le elezioni in genere le vincono le destre populiste, proprio grazie alla vomitevole propaganda xenofoba di cui Lik è stendardo.
Ciao, Lik. Il tuo rabbioso attacco contro di me in cima questa discussione all’inizio mi è spiaciuto molto, e gli ho dato una certa importanza. Ora però che ho letto qualche altro tuo intervento in giro… beh, beh… ti saluto
Non credo che , da un punto di vista etico ateo, si possa mettere sullo stesso piano il governo israeliano con le varie teocrazie medievaleggianti islamiche , dei paesi arabi che lo circondano.
Israele è l’unico “vero” paese democratico della regione; nel suo parlamento le regole della democrazia rappresentativa vengono rispettate molto più di quanto non avvenga in certo paesi della “civile” Europa, Italia in testa.
Non mi sembra neanche giusto definire Israele uno “stato confessionale”, come mi è capitato di leggere, poichè la tutela della laicità nelle leggi e nei costumi è messa sempre al primo piano.
In Israele possono convivere culture religiose diverse, compresa la cultura atea, senza che un papa o un cardinale si affanni a lanciare proclami moraleggianti contro di esse apostrofandole come disgraganti e decadenti, come avviene, invece , qui da noi in Italia.
Provatevi a definirvi ateo, in un paese mussulmano e poi metteremo alla prova il senso di libertà di certi paesi mussulmani di cui certa sinistra italiana si fa paladina.
La verità è che nella regione mediorientale vige un rifiuto razzista e nazzista da parte islamica non solo nei riguardi dello stato d’Israele, ma di tutto ciò che possa costituire elemento di progresso, di libertà e di cultura.
Israele rappresenta con il suo modello di governo e di leggi , liberali e democratiche, un chiaro pericolo per il teocratismo medievale islamico.
In Israele, non scordiamocelo, lavorano e vivono, in maniera molto soddisfacente, centinaia di migliaia di cittadini arabi che , con l’andare del tempo, in un ambito pacificato e libero, maturerebbero convinzioni e culture molto pericolose per il predominio degli imam e degli ayatollah.
Occorre , perciò, destabilizzare, arrecare terrore e morte, affinchè non si avvii il giusto processo di crescita culturale tra i giovani arabi e le donne.
Penso, infine, che ogni forma di razzismo vada combattuta e denunciata senza indugio, ma, nel caso della questione mediorientale , più che di razzismo si dovrebbe parlare di “fascismo islamico”, con annessi e connessi comportamenti conseguenziali che, sono diretti non solo contro Israele, ma contro tutta la cultura occidentale , con il suo bagaglio illuminista , libertario, democratico ed essenzialmente LAICO…… pur con qualche eccezione europea (Italia).
Lecito uccidere i peccatori per la legge islamica……..
I corrotti si uccidono. E se non sono abbastanza corrotti poco importa. La buona fede di un privato e pio carnefice può bastare. Lo reclama la legge islamica e a far giurisprudenza ci pensa la Suprema Corte iraniana. Grazie ad una sua sentenza sei militanti basiji, sei ventenni volontari islamici, sono, da questa settimana, nuovamente liberi. Nuovamente innocenti. Tre tribunali in altrettanti gradi di giudizio li avevano condannati per assassinio. Quelle sentenze sono, per ora, cancellate. Per la Suprema Corte tutti gli uccisi erano peccatori, corrotti, viziosi. Anche le ultime due vittime. Anche i due giovani promessi sposi massacrati per aver passeggiato in pubblico prima del matrimonio. In base al codice penale islamico, spiega la Corte Suprema, il loro sangue può venir liberamente versato.
Capita nell’Iran di Mahmoud Ahmadinejad. Capita a Kerman, ultima grande città prima delle frontiere pakistane e afghane. Lì, cinque anni fa, i sei giovani zeloti divorano il video di un ispirato predicatore. La legge dello Stato da sola non basta a fermare peccatori e corrotti, spiega il religioso, ma dove non arriva la legge può arrivare il buon credente, contribuendo ad eliminare dalla faccia della terra depravati e pervertiti. Quelle parole non si spengono nella dissolvenza di un video. Si propagano e si trasformano in approssimative sentenze di morte. Diciassette “peccatori” vengono ritrovati cadaveri. Cinque di quelle sommarie esecuzioni sono opera dei sei volontari islamici. La banda agisce con metodo. Individua le vittime, ne accerta la riprovevole condotta, emette la sentenza. Poi il peccatore viene rapito e portato fuori città per l’esecuzione. Qualcuno viene lapidato. Qualcuno affoga in un laghetto mentre i suoi carnefici gli siedono sul petto.La polizia li arresta. I giudici dei tribunali locali li condannano per tre volte di fila. Ma gli avvocati dei sei basiji non si danno per vinti. Si appellano al codice penale islamico, ne rivendicano la piena validità. Ricordano che in base ai precetti religiosi anche l’accusa d’assassinio cade se il colpevole dimostra di aver agito per stroncare la corruzione morale. Gli esperti di diritto islamico, ricordano i legali, riconoscono ai sicari della fede anche il diritto di esagerare. Il diritto di uccidere per errore una persona non sufficientemente corrotta. In quel caso basterà pagare un equo risarcimento. Si chiama “denaro del sangue” e non è una somma teorica. È un vero e proprio risarcimento istituzionale, stabilito annualmente da un ufficiale religioso in base ad inflazione e interessi. Per il 2007 la cifra è stata fissata in 40mila dollari. Forti di questi rilievi gli avvocati difensori chiedono alla Corte Suprema di esaminare la sentenza di colpevolezza emersa nei tre precedenti gradi di giudizio.
Tre famiglie delle vittime non attendono neppure il verdetto, intascano “la ricompensa del sangue” offerta dai genitori dei carnefici e si accontentano. Le altre due sono decise a lottare, ma possono soltanto sperare nell’iniziativa dei tribunali di Kerman che emisero le precedenti sentenze di colpevolezza. Se una di quelle tre corti rifiuterà il verdetto e presenterà una nuova richiesta di riesame la Corte Suprema di Teheran dovrà riunirsi in seduta plenaria e sottoporre la sentenza a tutti i suoi cinquanta giudici.
Nel frattempo gli avvocati delle vittime e una larga parte dell’opinione pubblica iraniana protestano a gran voce. Per molti giornali la vera corruzione è quella sentenza capace di sovvertire la certezza della pena. «A Kerman i cittadini hanno perso la fiducia nella giustizia», ricorda Nemat Ahmadi, uno degli avvocati delle vittime.
Ma nel resto del Paese non va tanto diversamente. Nel 2005 un ufficiale delle forze di sicurezza sparò e uccise a sangue freddo un giovane colpevole, a suo giudizio, di aver dato scandalo in una stazione del metrò di Teheran. E nel 2004 a Neka, nel nord dell’Iran, un giudice condannò a morte una ragazzina di sedici anni e la fece immediatamente impiccare. Per quella sciagurata e per le sue colpe, disse, non erano
non erano necessari altri gradi di giudizio.
PER NANDO
Perchè non ti piace il governo di Israele? Trovi più democratico e avanzato il governo italiano?
Grazie Leo per la segnalazione.
Anche io concordo con il fatto che, seppur sotto una pesante deriva a destra, lo stato di Israele è cmq una democrazia in mezzo a dure realtà islamiche non democratiche.
Confermo che, a quanto ne so, in Israele il dissenso è alto. Se non sbaglio ci furono scioperi anche nell’esercito stesso (!!!).
Sono d’accordo anch’io. Nonostante il suo governo fascista, in Israele è ammessa ed esiste, per fortuna, un’attiva opposizione. Israele è una democrazia laica, molto più laica dell’Italia. E i paesi musulmani intorno non lo sono affatto.
Leo55: io no metto sullo stesso piano governi democratici e teocrazie islamiche: metto sullo stesso piano le bombe e le mitragliate. Quelle di Israele, quelle di hezbollah, quelle di Putin e quelle del Darfur.
Esportiamo pure la cultura, la tolleranza, la laicità e il nostro pur discutibile concetto di democrazia (Putin ne è fulgido esempio: eletto democraticamente!), ma non con le armi e con lo sterminio. Il fatto che loro sono medioevali non ci autorizza a radere al suolo i loro paesi con guerre preventive e altre amenità bush-berlusconiane.
Ora vado, a meno che non mi si dia di nuovo dell’antisemita, non parteciperò oltre a questa discussione che si è allungata troppo ed è andata fuori tema.
Salute e tutti.
l’antisemitismo a sinistra esiste eccome.. ma non da israele.. la questione stà che l’antisemitismo della sinistra va criticato attraverso i binari e gli strumenti della sinistra.. e lo fece babel quando disse che l’antisemitismo era “il socialismo dei cretini” attualizzando la questione all’oderina situazione mediorientale.. quando si manifesta l’antisemitismo attraverso la condanna all’imperialismo di israele -che nel caso preso in considerazione diviene condanna all’esistenza di israele e negazione dell’esistenza degli ebrei come popolo- non si può rispondere difendendo l’imperialismo di israele e sostenendo, come fa un certo signore, che l’antisionismo è la forma moderna dell’antisemitismo. palle. è un modo per gettare confusione. quella stessa confusione da qui si forniscono, in egual misura, sionisti e imperialisti e neofascisti e sinistroidi dalla storia e dalle idee confuse. l’unica maniera di lottare contro l’antisemitismo di sinistra è portare una critica, una condanna e una lotta onesta contro l’imperialismo di israele per una soluzione rivoluzionaria dove ebreo e arabo possano finalmente vivere in pace senza tutte queste barriere nazionali e odi religiosi che sanno di umanità marcia.