[…] La mattinata di Francesco Rutelli all´ultimo congresso del suo partito è fatta di precisazioni e ammonimenti. […]
Ma tra gli esponenti del suo partito, oltre alla presunta disattenzione, serpeggiano perplessità. Ciriaco De Mita, ammonito per il dilungarsi del suo intervento, implora qualche minuto in più: «Lasciatemi finire, potrebbe essere l’ultima volta che parliamo insieme…». E tra le questioni che lo preoccupano di più, mette proprio «la competizione sulla laicità e l’ingresso nel Pse»: «Sarebbe un errore – ha spiegato tra gli applausi dalla sala – se immaginassimo che politica e laicità non debbano confrontarsi con il senso del sacro. Il Pd se vuole avere futuro deve misurarsi con questa sfida di pensiero, di fede, di intelligenza».
Rivendica il suo ruolo di «cattolico in politica» anche il parlamentare Luigi Bobba, uno dei leader della corrente teodem, che precisa di non essere «uno scolaretto a cui a colazione, pranzo e cena si danno lezioni di laicità dalla cattedra del partito democratico».
Ci pensa Rosy Bindi a rimettere in carreggiata la discussione, e a dare voce alla parte più illuminata del partito: «Difendiamo tutti il valore della laicità – ha esortato il ministro per la Famiglia – c’è bisogno di scelte importanti per dare risposte adeguate al malessere che attanaglia il Paese, dobbiamo stare dalla parte dei giovani, delle famiglie e degli anziani, così come degli immigrati e in generale delle parti più deboli del Paese». Bisogna, conclude la Bindi, «avere il coraggio di integrare e far convivere culture diverse: non c’è alcuna contrapposizione tra i diritti della persona e quelli della famiglia e come tale la famiglia non può mai essere come scelta di vita un impedimento al riconoscimento dei diritti della persona». Insomma, chiede ai cattolici un passo in avanti, chiede di non trasferire «la loro fede nella legge civile»: un cattolico, conclude il ministro, non afferma «il primato della propria coscienza lavandosi le mani, ma assumendosi la responsabilità delle sue scelte». Dopo la Bindi, la parola passa a Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A lui, il compito delle aperture: «Ora noi dobbiamo dire a Follini: “Vieni con noi nel Pd. Da subito”». […]
Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito de L’Unità
Oh mio “Dio”…
Ah, De Mita! Il nuovo che avanza…
a quell’età li si deve pur lasciare parlare, ma non si deve mica dargli retta per forza… quello che mi preoccupa è che fanno entrare pure Follini…
che brutta gente (salvo solo Letta di quelli nominati…)
brava Bindi, almeno dice qualcosa di diverso (solo lei…)
certo che la laicità si deve confrontare con il sacro, si è confrontata ed ha vinto molto tempo fa.
DE MITA? MA CHI CAZZ’è ?
Forse quello che si appropiò degli interessi maturati dai soldi per i terremotati dell’irpinia?
Ma non dovrebbe essere in galera?….o per lo meno non dovrebbe avere la facoltà di parlare al pubblico…tanto meno di pseudosacralità e di diritti civili!!
Partito Democratico!!Perchè la democrazia sia sacrosanta!..e perchè no anche cristiana…così potrbbero aggiungersi i voti dei cattolici!
Ma che razza di gente è questa?
Ex comunisti credenti?
Bho? allora non c’ho capito un cazzo?
Un tempo Corrado Guzzanti, in uno sketch, faceva ripetere ossessivamente a un Gabriele La Porta alquanto “schizzato”: “Senso del sacro… saggezza…”. Speriamo che De Mita non prenda nessuno in “ostaggeria”… 🙂
De Mita non ha mai neppure dimostrato di riuscire a confrontarsi con il comune senso del pudore. In Italia i laici devono convivere quotidianamente con una singola organizzazione religiosa che riceve ogni anno dallo Stato centinaia di migliaia di Euro, commissiona concorsi pubblici riservati ai propri adepti, occupa le televisioni pubbliche ad ogni ora del giorno e della notte per la propria propaganda senza contradditorio. Se questo è il senso del sacro (e soprattutto il suo costo) è sicuramente meglio perderlo che trovarlo…
ma quanno more de mita???
Speriamo che sia lui che Cazzingher si levino dalle palle al più presto…