Emergenza preti

Italia 2006, un clero sempre più anziano, preti che prendono Messa sempre più tardi, ranghi sempre più ridotti, un sempre maggior numero di comunità da accudire, sempre più preti stranieri in servizio nelle parrocchie che, per la contrazione delle vocazioni, vengono accorpate. È la non facile ma realistica situazione dei sacerdoti illustrata dalla ricerca «La parabola del clero», compiuta dalla Fondazione «Giovanni Agnelli» di Torino su incarico della Conferenza episcopale italiana.

Lo studio più completo finora realizzato fu in parte anticipato all’assemblea dell’episcopato ad Assisi nel 2003 ed è stato pubblicato a fine 2005. Gli autori Stefano Molina e Luca Diotallevi, con il direttore della Fondazione Marco Demarie, prefigurano anche gli scenari futuri.
[…]

Testo integrale dell’articolo sul sito Il Nostro Tempo

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31 commenti

Franco Siccardi

Sul Vernacoliere avevo visto, alcuni anni fa, un articolo che suonava pressapoco cosi’:

“IMPORTATI MILLE PRETI CINESI PER COMPENSARE LA MANCANZA DI VOCAZIONI!!!

Ma i vescovi non son contenti: si rompon subito, e scappan con le suore filippine!”

Faj

Eppure, anche se sono di meno, con l’8 per mille prendono ogni anno di più. E non è nemmeno un miracolo, è un automatismo.

Arcturus

Circa il vedere l’estinzione delle tonache: purtroppo a noi la vita non darà tale auspicabile possibilità, ma è certo che nel giro di appena 200 anni, una bazzecola dal punto di vista della storia, il cattolicesimo sarà letteralmente spazzato via. Non ne resterà traccia, questo è certo, se non come racconto la cui struttura a fabula ficta servirà per l’interpretazione adeguata delle opere d’arte conservate nei musei. Esattamente come il mito della nascita di Venere. Solo gli studenti universitari lo conosceranno in modo adeguato; tutti gli altri, i mussulman-buddisti, ricorderanno vagamente che esisteva il concetto di quaresima, che sono appunto i quaranta giorni di permanenza nella tomba prima della resurrezione, e ovviamente ne rideranno. Peraltro, questa particolare concezione della quaresima è già largamente diffusa…

Damiano

Oh poverini… è l’unica specie che vedrei felicemente “estinta”… (anche se non sono così ottimista…)

Lamb of God

Parliamo anche delle religiose:

Le suore italiane, quelle che hanno accompagnato l’infanzia e il dolore di intere generazioni, maestre e infermiere, educatrici e consolatrici, stanno invecchiando. E sono sempre meno le giovani donne che scelgono il velo. Il calo delle vocazioni rischierebbe di svuotare istituti e conventi se non fosse per l’arrivo delle suore straniere. Vengono dall’Africa, dall’America Latina, dall’Asia, in futuro l’esercito delle religiose sarà composto in gran parte da loro.
In tre anni appena, dal 1998 al 2001, le sorelle italiane sono passate da 84.276 a 80.656, il che vuol dire 3.620 suore in meno. Una flessione che in tempo breve sarà ancora più evidente perché l’età media delle religiose del nostro paese è molto alta, 60 anni circa. Non solo. Per effetto della carenza vocazionale diminuisce pure il numero delle novizie italiane, da 443 nel giro di tre anni sono diventate 370, secondo l’indagine dell’Usmi (l’Unione superiore maggiori d’Italia).

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20070414&ediz=01_NAZIONALE&npag=1&file=LOMBARDI_31.xml&type=STANDARD

Lorenzo A.

è un segnale chiarissimo la chiesa deve rinnovarsi per rallentare la propria scomparsa…eppure b16 preferisce ignorare il problema e concentrarsi sui dico.

per sopravvivere devono modernizzarsi … ma come farlo capire ad uno che ha 80 anni suonati?

Arcturus

E perché dovremmo sperare che sopravvivano? Che spariscano. I giovani nevrotici con un mal risolto complesso paterno? Vadano in Africa a curare i malati di AIDS (che sono milioni a causa di GP2 e di B16): lì potranno espiare il loro senso di colpa senza doversi far preti, e senza aver tempo di fare sesso (di qualunque natura). Le giovani isteriche? Facciano le modelle anoressiche votate al martirio della taglia 40. la magrezza toglierà loro le mestruazioni e la voglia di far sesso. Insomma, ce n’è di cose da fare per il mondo che farsi suore e preti.

fedele

La Chiesa esiste da 2000 (duemila) anni. Sono tanti. Come fate a non avere dubbi ed essere così sicuri che è vicina la sua fine?

Sailor-Sun

Fedele, è più una speranza, ma credo sia una prospettiva auspicabile dall’umanità intera.

Daniela M

bene, meno preti, meno pedofili, meno sanguisughe dello stato…

viva il sacerdozio universale! viva la fede degli umili, dei singoli e di veri testimoni di pace…

mstatus

@fedele
La gente inizia ad accorgersi che il re è nudo. D’altronde che fanno con i proventi dell’8×1000: solo il 20% circa per carità e terzo mondo, 80% per loro uso interno, che fanno con la loro legge morale divina (1950 del catechismo), quando sono i primi ad applicarla poco (oltre 4000 casi di pedofilia). Possono reggere? Per quanto? Sono anacronistici ed improponibili. Il fedele lo è per tradizione, facciata comodità e superstizione (1 su 5 va a messa), però vi è abbondanza di battesimi, comunioni, cresime e matrimoni. Oppure pensi che il cristianesimo non sia stato ridotto a religione, e le masse non inizino ad accorgersene?

fedele

@mstatus
Nel 1400 è stato papa Rodrigo Borgia, padre di sette figli avuti da donne diverse, padre di quel Cesare, detto il Valentino, pluriomicida, da lui nominato cardinale a 19 anni. Le nefandezze commesse dagli uomini della Chiesa sono state tante, tantissime, eppure la Chiesa ha resistito. Chiedo scusa, ma non ho compreso l’ultima frase “Oppure pensi che il cristianesimo non sia stato ridotto a religione, e le masse non inizino ad accorgersene?”. Cosa vuol dire?

Domenico Faro

@ fedele
ti copio cio’ che ho scritto al tuo amico “militans” qualche posto piu’ indietro.

duemila anni di storia? E ti sembra tanto?
Per uno o due milioni di anni l’uomo ha creduto al Dio Sole
Se durare e’ una dimostrazione di verita’ allora siete in un tremendo errore…
DIo Sole ti ama!
Convertiti, miscredente!

Arcturus

Sollecitato da Fedele farò un discorsetto serio. Dunque, la chiesa NON esiste da 2000 anni. In realtà è ciò che può sembrare a delle menti semplici e sprovvedute. La stessa tua evocazione del Borgia ne è una dimostrazione credibile: in quella remota epoca era accettabile e reale ciò che adesso sarebbe inadeguato e irrealistico. In effetti, in circa 1300-1400 anni, non di più, sono esistite varie chiese per effetto di mutazione per adeguamento contingentale in relazione alle diverse modalità di detenzione e gestione del potere. La chiesa dei primi secoli e quella attuale sono diverse come il giorno dalla notte, e nel mezzo ci sono state almeno 4 grosse fasi intermedie con cambiamenti radicali. La chiesa attuale, di fatto, nasce e si consolida dalla fine del 1500 in poi, con la controriforma: in realtà è un istituto giuridico che ha circa 500 anni, meno di una normale casa reale europea. A non dire poi del trapasso epocale, mai davvero digerito e accettato, di Porta Pia e della “morte” dello stato pontificio. Ecco, dunque, la chiesa viene fatta nascere con Costantino (ma fu un falso, e passò altro tempo) ed è morta nel 1870. Adesso sopravvive una sorta di mega-apparato, o sovrastruttura, una specie di multinazionale dell’acquasanta che si autolegittima e impone di essere legittimata per effetto di mercimonio (si tratti di indulgenze, denaro o voti). Ovviamente la spiritualità è tutta un’altra cosa, e con questa chiesa di cui parlo poco c’entra. Dicevo, la lunga morte della chiesa si protrae ormai da più di 100 anni, ed è evidente che si sta approssimando all’implosione. Purtroppo non è facile vedere la cosa dall’Italia, perché questo paese, che è in ostaggio della chiesa, soffre della sindrome di Stoccolma. Ma basta guardare le cosa da una certa distanza (basta essere in Francia, o in Spagna) e si vede bene che la miscela è esplosiva: i gravissimi problemi penali (corruzione e pedofilia), la cosiddetta crisi delle vocazioni (in realtà effetto del legittimo affrancamento da una logica inattuale e ridicola) e l’intiepidimento dei fedeli non possono essere compensati, anzi sono aggravati dal titanismo retorico delle gerarchie ecclesiastiche. Tanto per rendere l’idea: dato che la struttura che ne regge la logica di potere è la stessa, alla chiesa succederà la stessa cosa che è successo al comunismo, si sgonfierà rumorosamente come un soufflé. Io personalmente mi auguro che accada il più presto possibile; purtroppo so che dovrà passare ancora del tempo, ed io non farò in tempo a vederlo.

mstatus

Vuol dire che il messaggio di cristo è stato piuttosto strumentalizzato a proprio uso e consumo dalla chiesa e ridotto a religione come dice Ermanno Olmi nel suo film centochiodi.
In pratica che la chiesa di cristiano ha ben poco, semmai ne ha avuto qualchecosa.
Tipica espressione che sento dai credenti è credo, ma non mi va bene ciò che fa la chiesa-
Per quanto riguarda il papa a cui ti riferiscdi, ad altri, al papa re, ecc. le pulizie etniche effettuate dalla chiesa (catari), ecc. ti ricordo che solo fino ad una 30 di anni fa l’andazzo era o la chiesa o il partito. Ora non è più così, i tempi sono cambiati. L’apparato clericale è piuttosto anacronistico e poco proponibile, rispetto al passato, e più che i miscredenti come me, se ne stanno accorgendo i credenti cattolici. Per cui metti anche la crisi delle vocazioni di mezzo, ecc. prima o poi casca tutto.

grillo parlante

l’AIDS in Africa e’ colpa dei cattolici?ah davvero?

Controversie sull’efficacia del preservativo nella lotta contro l’Aids
I dati confermano la saggezza della dottrina cattolica

NEW YORK, sabato, 1° ottobre 2005 [ZENIT.org].- Da più parti continuano a giungere critiche al rifiuto della Chiesa cattolica di avallare l’uso del preservativo come misura di contrasto all’AIDS. Uno di questi attacchi è comparso sulla rivista medica The Lancet. Si tratta di un editoriale pubblicato nell’edizione del 12 marzo scorso, in cui si afferma che “la fede sembra essere motivo di ostacolo insormontabile alla prevenzione delle malattie”, e che “in nessun caso il problema è così grave come in quello dell’Aids”.

L’editoriale è poi fortemente critico nei confronti del Papa Giovanni Paolo II per la sua opposizione all’utilizzo del preservativo, il quale viene accusato di ignorare la storia e la cultura africane e la realtà della vita quotidiana nel continente.

L’8 maggio, l’editorialista del New York Times Nicholas Kristof ha accusato, sulle pagine di quel giornale, la Chiesa di essersi resa responsabile della morte di migliaia di vite umane a causa del suo rifiuto di avallare l’uso del preservativo.

Kristof si è augurato che il nuovo Papa Benedetto XVI possa non solo cambiare la posizione della Chiesa in materia, ma possa persino “incoraggiare l’uso del preservativo”, cosa che a suo avviso sarebbe una “scelta coraggiosa”.

Anche la decisione del Governo USA di limitare i suoi finanziamenti per la diffusione del preservativo è stata oggetto di critiche. Secondo un servizio pubblicato il 30 agosto sul quotidiano britannico Guardian, Stephen Lewis, inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU per l’HIV/AIDS in Africa, ha detto che i tagli finanziari degli USA stavano danneggiando l’Africa. Egli ha anche accusato l’amministrazione Bush di seguire una “politica dogmatica” in questo ambito.

E il New York Times si è nuovamente espresso sulla questione con un editoriale del 4 settembre, in cui si sostiene che, limitando la disponibilità del preservativo, si mette a rischio il contenimento dell’Aids in Uganda.

Più cattolici, minori contagi

Esistono tuttavia dati in abbondanza che dimostrano i pesanti limiti delle politiche che si basano sull’uso del preservativo come soluzione al problema dell’Aids. Il 30 luglio, il British Medical Journal ha pubblicato una lettera scritta in Australia dal bioeticista Amin Abboud, in cui si osserva che qualsiasi cambiamento nella posizione della Chiesa cattolica relativamente al preservativo sarebbe pregiudizievole per l’Africa.

Secondo Abboud, da un’analisi statistica della situazione nel continente emerge che maggiore è la percentuale di presenza dei cattolici in un Paese, minore è il livello di diffusione dell’HIV. “Se la Chiesa cattolica sta dando un messaggio sull’Aids in quei Paesi”, ha aggiunto, “sembra che questo messaggio funzioni”.

Dai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, la cifra del contagio con HIV nello Swaziland è del 42,6% della popolazione, e solo il 5% della popolazione è cattolica. In Botswana, dove il 37% della popolazione adulta è infetta dall’HIV, solo il 4% della popolazione è cattolica. Invece, in Uganda, dove il 43% della popolazione è cattolica, la percentuale degli adulti infetti da HIV è del 4%.

Abboud ha osservato che sin dalla morte di Giovanni Paolo II vi è stata una “campagna concertata… per attribuire a lui la responsabilità per la morte di moti africani”. Ma, ha continuato, “tali accuse devono sempre essere sostenute da prove concrete e ad oggi nessun elemento è stato presentato”.

Un riconoscimento del valore delle politiche dirette alla promozione dell’astinenza, rispetto ai risultati di quelle che si affidano solo al preservativo, è stato dato in un commento pubblicato su The Lancet del 27 novembre 2004. Scritto da un gruppo di medici specialisti e approvato da una lunga lista di esperti nel campo della sanità, l’articolo osserva che quando le campagne si rivolgono ai giovani che non praticano ancora attività sessuale, “la prima priorità dovrebbe essere quella di incoraggiarli all’astinenza o al prolungamento della loro inattività sessuale, evidenziando che l’attitudine ad evitare il rischio costituisce il modo migliore per prevenire il contagio da HIV o da altre malattie sessualmente trasmesse e per evitare gravidanze indesiderate”.

L’articolo è in favore dell’uso del preservativo, ma riconosce che, persino per coloro che sono già sessualmente attivi, “ritornare all’astinenza o alla reciproca fedeltà con un partner sia il modo migliore per evitare il contagio”. Questo vale anche per gli adulti: “Quando ci si rivolge agli adulti sessualmente attivi, la priorità deve essere quella di promuovere la fedeltà reciproca con un partner non infetto come modo migliore per evitare il contagio da HIV”, ha affermato l’articolo.

Questa argomentazione si basa su prove mediche attendibili, secondo gli autori: “l’esperienza dei Paesi in cui il contagio da HIV è diminuito dimostra che la riduzione del numero dei partner è d’importanza epidemiologica assoluta, per raggiungere un calo generalizzato nell’incidenza dell’HIV. Ciò vale sia in casi di grande diffusione che di epidemie più contenute”.

Mettere in dubbio l’ortodossia

Recenti notizie sulla situazione in Uganda – Paese spesso preso ad esempio per la dimostrazione dell’efficacia dei programmi di astinenza e di fedeltà nella riduzione della diffusione dell’Aids – danno ragione a coloro che mettono in dubbio l’efficacia delle politiche che si basano sull’uso del preservativo.

Un servizio pubblicato il 13 settembre su “Aidsmap”, un sito Internet del Regno Unito dedicato alla diffusione di informazioni sull’Aids, ha riportato le conclusioni di uno studio pubblicato nell’edizione del 1° settembre del Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes.

Lo studio dimostra che sebbene le campagne di distribuzione e promozione del preservativo in Uganda ne abbiano aumentato la diffusione, esse non hanno portato ad un suo corrispondente maggiore utilizzo. Inoltre, gli uomini oggetto della campagna “hanno iniziato ad avere un maggior numero di partner sessuali e ad essere meno propensi a far uso del preservativo con partner occasionali, rispetto al gruppo di controllo”.

Le conclusioni, ha osservato Aidsmap, “sollevano dubbi inquietanti sulle basi scientifiche dell’attuale opinione prevalente a livello internazionale circa la prevenzione dell’HIV”.

Lo studio mette a raffronto due gruppi provenienti dalle aree urbane povere di Kampala e conclude che “una maggiore disponibilità di preservativi in Uganda ha avuto solo un modesto effetto nel loro effettivo utilizzo”.

Cambiare il comportamento

Quest’ultimo studio conferma la tesi avanzata da Edward Green, nel suo libro del 2003, “Rethinking AIDS Prevention”. Green è senior research scientist presso l’Harvard Center for Population and Development Studies e membro dell’Advisory Committee on HIV/AIDS del Presidente degli Stati Uniti.

Green non esprime obiezioni morali sull’uso del preservativo, tanto che in passato ha collaborato con organizzazioni che promuovono i programmi di pianificazione familiare e i contraccettivi. Ciò nonostante egli ha sollevato forti dubbi sull’opportunità di contrastare l’Aids affidandosi alla distribuzione del preservativo.

In Africa molteplici sondaggi sulla popolazione dimostrano che il più frequente cambiamento nello stile di vita, in risposta alla minaccia dell’Aids, è quello che va verso una maggiore fedeltà al proprio partner, una riduzione del numero dei partner sessuali, e una maggiore astinenza sessuale. Aggiungere a questa risposta spontanea una campagna promozionale che vada nello stessa direzione di cambiamento, significa costruire sulla base di ciò che la gente fa normalmente, ha sostenuto Green. Purtroppo, ha aggiunto, gli esperti internazionali troppo spesso arrivano ad imporre campagne che ignorano i benefici del cambiamento comportamentale, optando di affidarsi alla distribuzione del preservativo.

In aggiunta, Green cita alcuni studi che dimostrano che le campagne di promozione del preservativo non portano, a lungo termine, ad un uso sistematico. E un uso occasionale è foriero di maggiori rischi di contrarre malattie sessualmente trasmesse. Di fatto, i Paesi africani con un maggior tasso di disponibilità e di utilizzo del preservativo sono gli stessi in cui figurano i maggiori tassi di diffusione dell’HIV.

Peraltro, il preservativo non è neanche infallibile, specialmente quelli di cui normalmente dispongono i Paesi africani, osserva Green. Sebbene il preservativo sia ampiamente considerato tra i metodi contraccettivi meno efficaci, paradossalmente esso viene promosso dagli esperti come la vera risposta al problema dell’Aids. Questo non significa, precisa Green, che l’uso del preservativo è causa dell’Aids, ma “solo che il preservativo può instillare nell’uomo una sensazione di sicurezza maggiore di quella effettivamente garantita dall’efficacia del preservativo”.

A prescindere da queste discussioni, il nuovo Papa non ha tardato a dare risposta a coloro che facevano pressione per un cambiamento nella dottrina della Chiesa. Rivolgendosi il 10 giugno scorso ai Vescovi di un gruppo di Paesi dell’Africa del Sud, Benedetto XVI li ha invitati caldamente a continuare nel sostegno alla vita familiare e nell’aiuto a coloro che soffrono di Aids.

La Chiesa cattolica, ha osservato il Pontefice, “è sempre stata all’avanguardia nella prevenzione e nella cura di questa malattia”. Ed ha aggiunto: “il tradizionale insegnamento della Chiesa si è dimostrato essere l’unico modo infallibile per prevenire la diffusione dell’Aids”.
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Damiano

La Chiesa cattolica, ha osservato il Pontefice, “è sempre stata all’avanguardia nella prevenzione e nella cura di questa malattia”. Ed ha aggiunto: “il tradizionale insegnamento della Chiesa si è dimostrato essere l’unico modo infallibile per prevenire la diffusione dell’Aids”.

HAHAHAHAAA adesso l’ho capita 😆 😆 davvero divertente 😆

Cazzarola la prossima volta accorciale ste barzellette…

Arcturus

Caro grillo parlante,
lei è molto gentile e zelante a copiaincollare il sermoncino pseudoscientifico e filointegralista di cui sopra. L’ho letto con attenzione (ma conoscevo già tutte le argomentazioni, strombazzate altrove): io resto ovviamente della mia idea, e spero davvero che lei non voglia credere e tali spiritosaggini. Ci rifletta: mentre i serafici gerarchi cattolici fanno la loro guerra di posizione, il tempo passa e la gente, giornalmente, si contagia e muore. Illusi di essere avallati da chissà quale imperscrutabile volontà divina, gli angeli sterminatori d’oltretevere aspettano: magari, loro pensano, in 30-40 anni, o magari anche in 50, si affermerà la logica della castità e i poveri negretti saranno salvati. In fondo, un virus che ha sterminato finora 25 milioni di persone è soltanto una prova che nostro signore, nella sua misericordia, ci ha mandato per rafforzare la nostra fede… Per piacere, affranchiamoci da questo pensiero nazista: prima o poi verrà il tempo degli eroi. L’emergenza è qui e ora: nel mio piccolo, penso che sia un fatto più concreto cercare di risparmiare ORA dal contagio una ragazzina imponendo un preservativo al padre o allo zio, piuttosto che fidare nella millenaria ed imperscrutabile circonvoluzione del disegno intelligente di Mammona che prescrive il sacrificio di milioni di esseri umani per l’avvento del terzo regno dei cieli. Se poi lei ha bisogno di credere in tutto ciò, auguri. Ma io spero di non aver mai bisogno di lei.

fedele

Ognuno di noi può avere le sue convinzioni, ma l’importante è che ragioni, soprattutto se si definisce razionalista. Io non voglio dimostrare alcuna verità ma offrire spunti per una riflessione, possibilmente senza preconcetti. Vorrei capire da Domenico Faro come fa a sostenere che “Per uno o due milioni di anni l’uomo ha creduto al Dio Sole” se per gli studiosi “darwiniani” l’homo sapiens si è sviluppato solo da duecentomila anni e se solo da 40.000 anni riesce a parlare. Quanto ad Arcturus, che parla di più chiese (diverse l’una dall’altra come il giorno dalla notte), gli chiedo:c’è un filo conduttore tra la chiesa dei primi secoli ed il “mega-apparato” attuale oppure no?

Damiano

gli chiedo:c’è un filo conduttore tra la chiesa dei primi secoli ed il “mega-apparato” attuale oppure no?

Hanno usato la stessa esca per far abboccare i pesci: il resto è tutto un fa e disfa.

JSM

“c’è un filo conduttore tra la chiesa dei primi secoli ed il “mega-apparato” attuale oppure no?”

IL CONTINUO INGANNARE LE PERSONE

Damiano

La Chiesa esiste da 2000 (duemila) anni. Sono tanti. Come fate a non avere dubbi ed essere così sicuri che è vicina la sua fine?

Per esaurimento di personale: non sto scherzando, la chiesa ha sempre sfruttato un vastissimo appoggio popolare (di basso profilo di carattere esclusivamente superstizioso) da un lato, e un forte ricambio del clero dall’altra (ancora ai tempi di mia nonna farsi prete o suora era un ottimo modo per garantirsi prima di tutto vitto e alloggio).

Ora il primo è in netto declino, i giovani, pur definendosi genericamente cattolci (molti non sapendo di che cosa si tratti), sono del tutto indifferenti ai dettami dottrinali e, quel che più conta, non ci pensano nemmeno a richiudersi in un convento rinunciando alla vita. Ecco quindi che viene a mancare il ricambio, il clero si stà decimando, speriamo che da questo punto di vista sia B16 che i suoi successori si ostinino a proclamare il celibato ad oltranza, questo velocizzerà la loro estinzione.
Il ricambio generazionale del clero, adesso, avviene prevalentemente dai paesi del terzo mondo fondamentalmente per le stesse ragioni per le quali avveniva ai tempi di mia nonna: mangiare.

Arcturus

Quanto ad Arcturus, che parla di più chiese (diverse l’una dall’altra come il giorno dalla notte), gli chiedo:c’è un filo conduttore tra la chiesa dei primi secoli ed il “mega-apparato” attuale oppure no?

Caro Fedele,
come vedi ti viene naturale, perché insito nella tradizione cattolica, usare una metafora, “un filo conduttore”, all’interno di un discorso non specificatamente poetico, non specificatamente simbolico, non specificatamente trascendentalista; anzi, semmai la tua intenzione andava nella direzione contraria, quella della chiarezza. Il filo conduttore, per usare le tue parole, è proprio questo: la pretesa (in realtà l’illusione) di una filogenesi ermeneutica che si spiega da sola. In realtà niente si spiega da solo, perché niente si spiega; tutto può essere interpretato, ma serve un linguaggio rigoroso, non simbolico. L’uomo cattolico è vittima dello schema ragionativo per cui tutto debba avere un senso, e poi gli sfugge il vero senso che tiene tutto: non esiste un senso. La realtà deve essere interpretata con coerenza, arginando la deriva delle proprietà associative. La chiesa, in realtà le chiese, si sono affermate e sono sopravvissute a cavallo di un certo numero di secoli semplicemente perché la capacità di gestire la paura della morte delle masse è uno specifico strumento di potere. Nei secoli le chiese hanno adattato alla contingenza del momento il loro operato funzionale a tale superstizione.

fedele

Di di fronte alla grande sapienza ed alla stringente logica di Arcturus devo arrendermi. Mi ha fatto scoprire che sono semplice e sprovveduto per non avere capito che la Chiesa non esiste da duemila anni, ma solo dal Concilio di Trento. Dopo mi ha spiegato che non c’è nulla da spiegare. Alzo le mani. Chiedo solo di non essere dato in pasto ai leoni.

Lorenzo

La religione cattolica, evolutasi a partire dal Cristianesimo e sviluppatasi nel corso di quasi 1.700 anni, ha visto cambiare quasi tutto: ruolo della donna, concezione del mondo e dell’aldilà, idea di Dio, essenza e ruolo teologico di Gesù, della Vergine e dei vari santi. Provate a parlare con un ortodosso di Cristo re e vi riderà in faccia, ammesso che capisca che cos’è! E’ come parlare ad un cattolico di Cristo pantocratore, o ad un cristiano di Maria vergine “prima, durante e dopo il parto”.
Considerare il cattolicesimo una religione identica ai primordi sarebbe come sostenere che la lingua italiana sia rimasta uguale dai tempi di Giulio Cesare: nient’altro che una colossale idiozia.
Tuttavia non mi sembra probabile che il cattolicesimo scompaia molto presto, e forse neanche il cristianesimo. Credo piuttosto che nel giro di alcuni secoli il papismo diventerà una religione minoritaria, come è avvenuto per il mazdeismo o per il paganesimo classico; il primo è stato tollerato ed è giunto fino a noi, il secondo è stato soffocato nel sangue (basta leggersi l’opera di un fanatico come Firmico Materno per rendersene conto!), a dimostrazione che in vari momenti della sua storia millenaria l’islam è stato più progredito e illuminato del cristianesimo.
Sia ben chiaro che dico questo pur avendo ben chiaro che nessuna religione è mai completamente illuminata dalla ragione: dove la sua luce si afferma, infatti, la religione si dissolve, perché nasce dalla tenebrosa ignoranza di se stessi e del mondo.

Damiano

@fedele:

Suvvia non fare la vittima solo perchè sei a corto di benzina…

Arcturus

Tranquillo Fedele, nessuno sarà dato in pasto ai leoni, almeno da me. Purtroppo questo è un momentaccio, come si dice; ed anche il piacere dialettico della polemica sana, cosa che amo ed auspico perché sinonimo di equità e di rispetto reciproco, è fortemente compromesso dall’arroganza di quei pochi che ai leoni ci butterebbero davvero, se potessero, atei, gay, donne troppo emancipate. Secondo me, qualcuno andrebbe sedato col bromuro, ma tant’è…

ciceracchio

siamo sicuri che e’ vicina la sua fine ; perche’ i giovani i piu’ cambiano,
e voi state facendo un casino infame per paura di; sparire e sparirete man mano che
la cultura prendera’ posto dell’ignoranza; man mano che in europa

ndranno avanti gli zapatero . avete il terrore di lui (zapatero il grande )
la storia ricordera’ chi a scacciato i mercanti dalle istituzioni spagnole (cattolici)
sparirete perche ‘ siete il nulla ;avete costruito sull’ignoranza, sulla paura
e ormai i piu’ si sono rotti .la gente colta ,istruita ,saggia vi fara ‘ mancare l’apporto ;
e all’ora dovrete per vivere .LAVORARE ,ANDATE A LAVORARE., ANDATE A LAVORARE .

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