In difesa di Bagnasco

Secondo alcuni degli eletti al Parlamento, il nuovo presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, invece che occuparsi dei suoi greggi d’anime, capeggia una crociata piena di qualità: fondamentalista, intollerante, razzista, sessista, omofoba e molto gradita a gruppi «di stampo neofascista».

Il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, ha iscritto il successore di Camillo Ruini alla ghenga dei «poteri forti» (due parole che, accoppiate, riscuotono successo certo) impegnati nelle trame di sabotaggio al governo. Se qualcuno imputasse a Bagnasco la gestione di settori deviati dei servizi segreti, il monsignore conquisterebbe i titoli per succedere a Licio Gelli nel ruolo di grande infangatore della convivenza democratica.

Questa sera, a Genova, un coordinamento di associazioni e di cittadini sfilerà con le fiaccole per manifestare sostegno a Bagnasco. Genova è la sua città. È la città dove ha detto messa nel giorno di Pasqua con le guardie del corpo ai fianchi, nella posizione solitamente occupata dai chierichetti. E, soprattutto, è la città dove sono comparse le prime scritte di dileggio e minaccia poi scopiazzate in tutta Italia, da Torino a Bologna alla Calabria.

Si ricorda che, in fondo, anche Ruini viaggiava scortato, ma nessuno specifica che Ruini era protetto da dopo l’11 settembre, e non in seguito a un dibattito – quello sui Dico – interno a un Paese che si pretende civilizzato e tollerante.

Quando riferì alla Camera dei deputati, il viceministro dell’Interno, Marco Minniti, pensava forse di essere rassicurante ragguagliando sulla genesi delle intimidazioni («Bagnasco a morte», «Bagnasco attento ancora fischia il vento», e così via). «Sembrerebbero non ascrivibili a una matrice di natura eversiva», disse Minniti, «ma troverebbero origine in un sentimento anticlericale». Chi, profittando del buio, decide di mettersi in strada a imbrattare i muri con promesse di ammazzamento, non è molto rappresentativo dei sentimenti nazionali. Però, in questo caso, magari stima Bagnasco un fondamentalista intollerante e un neogerarca segregazionista. E non deve sentirsi un pazzoide isolato se, come è successo, i gruppi di Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani nei consigli comunali di Bologna e Genova hanno deciso di non sottoscrivere documenti di solidarietà a Bagnasco. […]

Il testo integrale dell’articolo di Mattia Feltri è stato pubblicato sul sito de La Stampa

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6 commenti

Damiano

Tra un po’ la gente comincerà a guarire per intercessione di Bagnasco… (il che, tra l’altro, faciliterà le pratiche di beatificazione…)

tadeo

il silenzio della chiesa ieri sull schiavitu’,oggi il silenzio sul islam nuove forme di schiavitu, medioevo ieri, oggi. ne morale ni pieta’solo mercati, primmo mondo terzo mondo, sempre iguale.

emel

“Mattia Feltri e’ figlio di” ?
Come suo padre… dove non arriva la penna arriva sempre la lingua.

L’Italia e’ l’unico paese dove i leccaculo che si passano il testimone per via patrilineare.

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