Darwin e il cardinale

Avvenire ospita la traduzione parziale di un articolo del cardinale Christoph Schönborn sulla teoria dell’evoluzione («Darwin, mancano prove», 18 aprile 2007). Non lo commenterò per esteso, per due motivi: sono riportati solo degli stralci, e comunque Massimo Adinolfi ha già scritto un post superbo sull’argomento («Evoluzione e resurrezione», Azioneparallela, 18 aprile). Mi limito a esaminare rapidamente quelle che secondo Schönborn sarebbero le «difficoltà» della teoria:

1. «I missing links, le numerose forme intermedie mancanti fra le specie, che anche dopo centocinquant’anni di intense ricerche semplicemente non esistono».
È falso. Gli anelli mancanti non sono affatto mancanti (anche se la documentazione fossile presenta ovviamente delle lacune): l’elenco di quelli che già conosciamo è decisamente lungo. Cito alcuni dei più celebri: Tiktaalik roseae, mezzo pesce mezzo tetrapode; Archeopteryx lithographica, intermedio tra dinosauri e uccelli; Australopithecus afarensis, ominide con cervello e dentatura ancora scimmieschi, ma dall’andatura già eretta.

2. «Il fatto, spesso ammesso, che finora non è mai stata realmente dimostrata un’unica forma di evoluzione da una specie all’altra».
È falso. Si conoscono molti esempi di speciazione avvenuti in laboratorio o in natura tra piante e insetti (come Drosophila).

3. «L’impossibilità a livello di «teoria dei sistemi», che un sistema vivente (ad esempio i rettili) mediante innumerevoli mutazioni di minima entità possa essere trasformato in un altro sistema vivente (ad es. gli uccelli)».
Non so a quale «teoria dei sistemi» il cardinale si stia riferendo, ma la sola esistenza di un fossile come Archeopteryx, perfettamente intermedio tra rettili e uccelli, la dimostra falsa. Anche il buonsenso dovrebbe comunque suggerire che a furia di sommare piccole mutazioni, grandi cambiamenti diventano possibili…

4. «La problematica del concetto di survival of the fittest. Marco Bersanelli ha dimostrato in base ad esempi che la sopravvivenza spesso dipende soltanto dalla fortuna, è una casualità, una contingenza, e non la prova di una particolare fitness. I dinosauri, e molte altre specie, sono scomparsi per delle catastrofi naturali e non a causa della loro non adattabilità».
Marco Bersanelli è un astrofisico, il cui unico titolo di merito sembra essere la partecipazione ai meeting di Comunione e Liberazione; uno si aspetterebbe di vedere citato piuttosto Stephen Jay Gould, che ha più volte messo l’accento su questo punto. Ma Gould era un evoluzionista convinto, per quanto talvolta poco ortodosso; e questo spiega perché Schönborn preferisca citare questo carneade. Quanto all’argomento, ha la stessa consistenza di questo: è falso che gli uomini muoiano di malattie e di vecchiaia, visto che il cugino di un mio amico e molti altri sono morti in un incidente stradale.
Non sfuggirà a chi si intende un minimo di queste cose che le ‘prove’ di Schönborn sono tratte pari pari dalla propaganda creazionistica americana: spazzatura intellettuale, insomma. Si può valutare da questo la statura intellettuale dell’eminente cardinale, e di chi ai piani alti della Chiesa gli riserva credito, e paragonarla a coloro, Darwin in testa, che questa gente pretenderebbe di confutare. I nani, oggi, non salgono più sulle spalle dei giganti, ma gli danno invece rabbiosamente calci negli stinchi.

Articolo pubblicato da Giuseppe Regalzi sul blog Bioetica

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37 commenti

mizar

Gli atei-darwinisti però devono stare attenti perchè tendono ad irrigidirsi e ad arroccarsi troppo. Il darwinismo ha obiettivi punti di debolezza e negarli è tanto grave quanto appoggiare il creazionismo. Lo stesso Darwin, nei suoi scritti, mostra talvolta poca convinzione per alcuni aspetti delle sue teorie. Insomma, se ci si irrigidisce, come fanno alcuni evoluzionisti estremisti, sul fatto che Darwin ha ragione e basta, si entra nel solito ipse dixit ateo che credo l’Uaar voglia combattere per prima. O no?

Jean Meslier

Il darwinismo avra’ punti di debolezza ma non sono quasi mai quelli evidenziati dagli anti-darwinisti, spesso delle critiche rimasticate e sfatate piu’ volte.

Da L’origine delle specie sono passati centocinquant’anni e non e’ che si puo’ continuare a confondere il (neo-)darwinismo con cio’ che scrisse Darwin eoni fa (dal punto di vista del progresso delle scienze).

Il problema e’ che chi lo critica non ha ancora avanzato una teoria alternativa altrettanto attendibile.

Proximo

Non credo che ci sia qualcuno che pensi o dica che Darwin si debba accettare per fede; semplicemente molti scienziati e con loro tanti liberi pensatori trovano le teorie evoluzioniste convincenti. Certo che sono “criticabili”, ma nell’ambito della razionalià e delle scienza. Un vescovo che si mette a criticare l’evoluzionismo lo fa da teologo o da scienziato? E’ naturale che la teoria dell’evoluzione abbia bisogno di approfondimenti, chiarimenti, analisi sempre maggiori, ma il suo impianto fondamentabile, la sua intuizione di fondo, dal mio punto di vista è incontestabile. E questo è qualcosa di cui sono razionalmente convinto, non qualcosa in cui ho fede.

Jean Meslier

Aggiungo: ci sono zone “di frontiera” nelle nostre conoscenze scientifiche sono altrettanto, se non di piu’, incerte e traballanti: dalla cosmologia alla fisica delle particelle elementari alle neuroscienze.

E tuttavia non si nota tutto questo accanimento nel mettere in dubbio la teoria del Big Bang, o dell’universo inflazionario, il Modello Standard, la teoria delle stringhe…

Ernesto

Quali sarebbero “i punti di debolezza del darwinismo”?
tanto per sapere…

Carlo

Bisogna stare attenti a non confondere il problema filosofico che presenta la teoria dell’evoluzione con la sua verita’ scientifica. Quest’ultima e’ stata verificata al di la’ di ogni ragionevole dubbio (benche’ ovviamente, non siano chiari tutti i meccanismi con cui l’evoluzione agisce). A livello filosofico, l’evoluzione e’ un punto a favore dell’ateismo.

Invece di contestare la verita’ scientifica della teoria evolutiva (con argomenti scopiazzati dalla “teoria” dell’ID) perche’ i credenti non provano a riflettere come questa teoria si possa coniugare con la fede??

Flavio

Strane queste spinte anti-evoluzioniste visto che mi risulta che sotto Wojtyla i cattolici avessero ammesso l’evoluzione darwiniana, come sempre per ultimi e di fronte all’evidente successo della teoria. Boh! Forse c’è stato un contrordine e ora dio agisce tramite quella paccottiglia pseudoscientifica detta intelligent design.

Jean Meslier

@Flavio

Un conto e’ accettare l’evoluzionismo (abbastanza evidente), un conto e’ accettare la spiegazione darwiniana, quella basata sulla selezione naturale delle mutazioni casuali, che non e’ mai stata riconosciuta dalla Chiesa.

Matteo Pori

Dal punto di vista scientifico, una cosa è accettata fino a che essa non viene confutata in maniera ovvia. Oppure fino a che una teoria migliore non viene formulata.
Cioè se tutte le prove inducono senza ragionevole di dubbio ad avvalorare l’ipotesi di Darwin, perchè confutarla?

Un esempio, è la rivoluzione della terra attorno al sole.. qualcuno è mai riuscito a vedere che in effetti la terra ci gira attorno, magari stando su una navicella spaziale? O ci si è affidati a prove e ad evidenze degli effetti di tutto ciò??
Un altro esempio è la teoria atomica, e la meccanica quantistica..nessuno è mai riuscito a “vedere”e misurare precisamente le equazione dei moti degli elettroni.. ma con approssimazioni ricavate con l’applicazione di teorie matematiche sulle loro supposte proprietà , materie come la chimica e la fisica “funzionano”.

Non ci sarà mai certezza assoluta su qualcosa, ma se tutto il sistema che si regge su quella cosa è “valido”perchè cercare la verità a tutti i costi?

Daniela

la teoria di Darwin risulta sempre più avvalorata dalle scoperte degli scienziati, quasi ogni giorno viene posto un tassello che la spiega e la completa, la ricerca e l’osservazione sono il sale di ogni valida teoria, quella crezionista non si può mica chiamare teoria scientifica, è solo una favoletta anche non molto bella, mi fanno sorridere quelli che attaccano Darwin, poverini, ma poi usano degli argomenti pseudo-scientifici che fanno proprio cadere le braccia.

giops

Una leggenda tramandata da 2000 anni (inizialmente solo a voce) contro una teoria scientifica da perfezionare.
Ma chi vogliono prendere per i fondelli?
Fatemi il piacere…

Steve

Ancora con questa storia degli anelli mancanti….L’evoluzione non procede per anelli, ma è un continuo divenire. Gli esseri viventi, irproducendosi, trasformano il proprio patrimonio genetico e le loro caratteristiche fisiche.

Ammettere l’esistenza di anelli significa ipotizzare dei salti nell’evoluzione

Antonio

ma da quando chi ha speso una vita a studiare testi sacri è più competente su l’evoluzionismo di un qualsiasi scienziato? è come se Dario Fo criticasse un teorema di matematica! diamo a dio quel che è di dio, ma a cesare quel che è di cesare!

Chris

“I nani, oggi, non salgono più sulle spalle dei giganti, ma gli danno invece rabbiosamente calci negli stinchi”

Ragazzi questa è bellissima !!! Me la devo segnare

Ma arriviamo a noi, per chi abbia voglia di leggersi questo mio messaggio vorrei chiarire un po’ la situazione scientifica sul Darwinismo.
E’ verissimo che le critiche mosse dalla Chiesa non hanno nulla a che fare con i limiti del Darwinismo.
la chiesa dice infatti che l’uomo è stato creato così dalla terra, esattamente come è ora, noi sappiamo per certo che così non è stato, che l’uomo è il frutto dell’evoluzione dei primati, una evoluzione molto casuale e poco selezionata come ha affermato un recente studio.

Ma arriviamo ai limiti del darwinismo:
E’ pacifico che tutte le specie che esistono oggi sono frutto di evoluzione di altre specie precedenti, il punto è come si sia realizzata questa evoluzione.
Fino a pochi anni fa era dato per certo che questa avvenisse SOLO con la selezione naturale, gli individui più dotati sopravvivevano e si riproducevano, gli altri morivano, così si selezionavano i geni più adatti ad un certo ambiente. Questo riguardo le piccole mutazioni genetiche.
Altre mutazioni erano casuali, ed enormi, i c.d. “mostri”, esseri viventi che nulla o quasi avevano in comune con i loro antenati, ma che, in caso di calamità naturali estreme, potevano essere gli unici capaci di sopravvivere adattandosi, per le loro casuali caratteristiche biologiche, alle mutate condizioni ambientali.

Questo il quadro fino all’altro ieri.
Nell’ultimo anno le cose sono drasticamente cambiate, le riviste scientifiche (io leggo il new scientist) si sono sbizzarrite nel pubblicare ricerche che contrastano (in parte) quanto fin qui detto.
Ossia, mi spiego, quanto creduto fin’ora è ancora perfettamente valido e riconosciuto, ma ad esso si è aggiunto un nuovo tipo di evoluzione, non casuale, ma determinata dalle esigenze ambientali, ossia che lo stile di vita dei genitori di un essere vivente trasmettono a questa il proprio dna leggermente modificato, in modo che questo possa affrontare meglio le condizioni che loro hanno trovato nell’ambiente in cui hanno vissuto.
Mi spiego con il classico esempio della giraffa, fino a ieri si diceva: le giraffe hanno il collo lungo perché quelle con il collo più corto sono morte di fame, dovendosi cibare delle foglie degli alberi. Questo è sicuramente vero ( in parte).
Oggi si dice, è vero quanto sopra, ma è anche vero che le giraffe con il collo corto trasmettevano ai figli un dna modificato, più adatto del loro a vivere nell’ambiente in cui vivevano, Ossia, a furia di allungare il collo per raggiungere le foglie davano alla luce figli con il collo più lungo (cosa che se detta fino o ieri venivi deriso da oggi e fino all’eternità).

MA IL PUNTO CENTRALE E’
Queste questioni, interessantissime, cosa hanno a che fare con la Chiesa ? o meglio, cosa ha a che fare la Chiesa con queste questioni ? Se le giraffe hanno il collo lungo per un motivo o per un altro, questo prova l’esistenza di Dio in un caso e nell’altro la nega ?

Io davvero credo che sono alla frutta se devono attaccarsi a ste cose.

Ti ringrazio per l’attenzione, o tu singolo che hai letto, e spero di essermi spiegato bene

papa Nazinger

X Chris

Cosa?!
Il lamarckismo è tornato alla ribalta in biologia?
Sei sicuro di quello che dici?
Ti prego di citarmi i lavori che hai letto.

Gianni Rossetti

In effetti, Chris, anche a me sembra strana questa ripresa del lamarckismo. Se fosse vero che si trasmettono alla prole i caratteri acquisiti, perché allora le donne continuano a nascere vergini? 😉

Mizar

Voi uaaristi dovreste leggere e documentarvi un po’ di più… di un timido ritorno del lamarkismo se ne parla in opere al di sopra di ogni sospetto come: Karl R. Popper, Konrad Lorenz, Il futuro è aperto, Bompiani, 2002.
Infine, per Chris: la chiesa non sostiene affatto che “l’uomo è stato creato così dalla terra, esattamente come è ora”. Nulla di più lontano dalla dottrina cattolica.

papa Nazinger

X Mizar
Sul lamarckismo culturale io sono d’accordo, purtroppo il libro che hai citato parla di questo.
Qui si discuteva di lamarckismo biologico, una teoria che pensavo respinta dai tempi della sintesi moderna e che non mi risulta sia tornata in voga di recente.
Mi chiedo:
Il tuo commento è fuori tema perchè non hai letto il libro che citi o perchè non hai capito cosa c’era scritto?

Asatan

@Mizar: e la genersi cos’è? E questi attacchi di Ratzi & friends per screditare una teoria valida in favore delle suddetta genesi?

Sul lamarkismo biologico ho delle perplessità, subito che un comportamento modifichi il dna. Casomai le condizioni ambientali lo fanno.

Sailor-Sun

Io il lamarkismo l’ho studiato tra le teorie evolutive sbagliate.
Il discendente di una famiglia appassionata di body building nascerà con la stessa muscolatura del discendente di una famiglia di fancazzisti.
A meno che la madre non assuma anabolizzanti in gravidanza.
Idem per le giraffe, i piccoli nasceranno sempre col collo corto.
Se il lamarkismo fosse vero, perchè non possediamo la memoria genetica?
La regola è: ad ogni generazione si ricomincia da capo.
Non mi pare che il figlio di Mozart abbia composto chissà quali opere.
Ho visto anatre con quattro zampe, agnelli con otto (di cui 2 sulla schiena) e un uomo con occhi con 2 iridi ciascuno. (bleah) I genitori di queste creature hanno camminato tanto o letto molto?
Non andiamo a ripigliare una teoria vecchia di un secolo o più, che confonde caratteristiche acquisite con caratteristiche innate.

Bruna Tadolini

Quello a cui si riferiva Chris probabilmente è il fenomeno dell’epigenetica, un meccanismo per cui di altera il DNa senza …. altarare la sequenza dei nucleotidi. Infatti per estrarre l’informazione genetica in modo corretto ci sono parecchi meccanismi regolatori che modificano il DNA (es. metilazione).
I processi epigenetici sono notoriamente attivi nel differenziamento cioè nella differenziazione delle diverse cellule e tessuti durante l’embriogenesi. Il DNA nelle nostre cellule è sempre lo stesso (eccetto alcune cellule del sistema immunitario) ma viene “alterato” per attivarlo o disattivarlo.
Si pensa che alterazioni di questo tipo (modificazioni dei nucleotidi senza che essi siano cambiati es. una guanina che diviene metilata) possano verificarsi in modo da essere trasferibili alle cellule germinali influenzando le generazioni successive.
Tutto è possibile ma sempre …. biochimica è non certo un miracolo!

Sailor-Sun

Bruna, lo zigote deve essere totipotente per generare un corpo umano, quindi dubito che le modifiche genetiche, specialmente quelle di stampo lamarkiano, siano originate da questo sistema.
E se lo sono sono dovute a casualità, non come conseguenza del modus vivendi degli antenati.

papa Nazinger

X Bruna

L’epigenetica è un fatto intraspecifico, ma non è alla base di nessun meccanismo di speciazione conosciuto.
In quanto tale non va confusa col lamarckismo.

Leo55

Jean – Baptiste de Lamarck (1744 – 1829) fu un valente botanico del Jardin de Plantes in Parigi. All’età di 49 anni iniziò lo studio degli animali invertebrati sui quali pubblicò opere importantissime. Negli ultimi anni della sua vita concepì ed espose con chiarezza la prima teoria scientifica dell’evoluzione dei viventi.

Il naturalista francese infatti, fu il primo scienziato a proporre una teoria evolutiva: il lamarckismo. In precedenza si riteneva che le specie fossero immutabili e che quindi non cambiavano nel tempo. La concezione dell’evoluzione,rinvenuta dal diario, secondo Lamarck era la seguente.

Cosi, per esempio, se in origine si hanno due specie queste definiscono due lignaggi. Ciascuna specie cambierebbe con l’andare del tempo, fino a non ricordare neanche più la forma iniziale, essendo quindi una nuova specie. Il numero di lignaggi sarebbe sempre lo stesso (solamente 2), e ciascuna con una specie in ogni momento. Il meccanismo di cambiamento delle specie sarebbe dovuto, secondo Lamarck, ad alcune “forze interne” , che produrrebbero negli organismi leggere modificazioni, che si andrebbero accumulando nelle generazioni seguenti. Il suo modello di ereditarietà era scorretto e si basava sul concetto dei caratteri acquisiti. Qualsiasi incidente, malattia, sforzo fisico, ecc, si ripercuoterebbe nelle cellule sessuali dell’individuo e si trasmetterebbe alla discendenza. L’esempio classico del lamarckismo è la crescita del collo delle giraffe. Egli riteneva che le giraffe ancestrali avessero il collo corto e che si fossero sforzate per arrivare alle foglie più alte degli alberi (legge dell’uso degli organi). Questo sforzo si sarebbe trasmesso alla discendenza che presentava un collo un po’ più lungo ( legge dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti ). Si formò cosi nel corso di molte generazioni, una stirpe di erbivori dal collo lunghissimo: le giraffe.

Un altro esempio, secondo Lamarck, riguardava la comparsa dei serpenti. I rettili, come tutti i vertebrati terrestri, hanno tipicamente quattro zampe (tartarughe, lucertole, coccodrilli), ma alcuni non ne sono provvisti. Probabilmente antiche lucertole presero l’abitudine di strisciare tra i sassi o in cunicoli sotterranei allungando enormemente il proprio corpo. Le zampe vennero usate sempre meno perché ormai inutili o addirittura d’impaccio alla locomozione. Quindi si ridussero(legge del non uso degli organi) dando origine ai serpenti.

Un terzo esempio riguardava le zampe palmate degli uccelli acquatici. Questi uccelli derivavano da antenati a zampe normali che, a furia di nuotare sull’acqua, avevano teso la pelle tra dito e dito fino a formare un’ampia membrana palmata.

Lamarck propose una numerosa serie di esempi ed arrivò addirittura ad affermare che la necessità può creare un organo.

Questi ragionamenti sono errati ma sono da considerarsi scientifici.

A falsificare il lamarckismo contribuì uno scienziato tedesco, August Weismann con un celebre esperimento Usando topi di laboratorio, tagliò le code a tutti i neonati per molte generazioni di seguito. Contrariamente a quanto ci si doveva aspettare dalla teoria lamarckiana, nessun topolino nacque mai senza coda o con una coda ridotta. Il carattere acquisito non era ereditabile.

Neo – lamarckismo: Dottrina dell’evoluzione secondo la quale si riconoscono le teorie di Lamarck , alle quale però aggiunge alcune modificazioni. Questa scuola di pensiero da un ruolo importante alla volontà e alle abitudini nei cambiamenti di struttura dal momento che la selezione naturale non può avere il ruolo di creatrice. I neolamarckisti criticano severamente la teoria della selezione. Il neo – lamarckismo visse un periodo di notevole sviluppo tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo. I suoi principali sostenitori furono: Giard, Terrier, Bonnier, Haeckel, Naselli, Eimer, Spencer, Cope, Packard, Osbor, e Houssey.

Sailor-Sun

Interessante, il neo lamarchismo non lo conoscevo.
Ma se come movimento è finito, vuol dire che era sbagliato. Credo.
Volontà e abitudini? Un’individuo ha volontà e abitudini, la natura (o anche solo la specie) no.

Bruna Tadolini

X papa nazinger

ti copio il riassunto di un lavoro recentemente comparso su Cell una delle piu importanti riviste scientifiche

Cell. 2007 Feb 23;128(4):655-68.

Timescales of genetic and epigenetic inheritance.

Rando OJ, Verstrepen KJ.

Department of Biochemistry and Molecular Pharmacology, University of
Massachusetts Medical School, Worcester, MA 01605, USA.
oliver.rando@umassmed.edu

According to classical evolutionary theory, phenotypic variation originates from
random mutations that are independent of selective pressure. However, recent
findings suggest that organisms have evolved mechanisms to influence the timing or genomic location of heritable variability. Hypervariable contingency loci and epigenetic switches increase the variability of specific phenotypes; error-prone DNA replicases produce bursts of variability in times of stress. Interestingly, these mechanisms seem to tune the variability of a given phenotype to match the variability of the acting selective pressure. Although these observations do not undermine Darwin’s theory, they suggest that selection and variability are less independent than once thought.

Il Filosofo Bottiglione

mi sembra che esista una corrente neo-lamarkiana anche oggi, legata alla teoria degli equilibri punteggiati, secondo la quale i mutamenti ambientali favoriscono la mutazione dei viventi con una sorta di esplosione evolutiva. come se le specie, in quelle condizioni, tentassero molte strade evolutive nuove, magari recuperando caratteri silenti nel vasto genoma posseduto.
penso che la teoria si basi principalmente su prove di tipo paleontologico, ma non escludo anche modelli molecolari.
purtroppo non ricordo altro ed è roba che ho masticato parecchi anni fa, prendetelo solo come spunto per un approfondimento.

papa Nazinger

X Bruna
E’ un interessantissimo articolo di cui non ero a conoscenza.
Dunque c’è una maggiore variabiltà ereditabile di origine epigenetica in tempi di stress ambientale.
Fermo restando che il ruolo creativo resterà prevalentemente legato alla selezione naturale, questo è un’importante esempio di come i meccanismi epigenetici possano influenzare la speciazione (al contrario di quello che dicevo!).
Non si tratta di una semplice mutazione delle linea germinale ma di un fenomeno direzionato, in un certo senso programmato, un’intervento mirato sul ventaglio di variabilità fenotipica disponibile per una specie in base alla pressione selettiva.
Certo Lamarck se la immaginava differente la sua eredità debole, nel lamarckismo sono le strutture stesse ad essere generate dai bisogni, in questo articolo i bisogni generano delle oscillazioni di diversità ed è poi la selezione la forza creatrice determinante.
Ma resta il fatto che questo è un importante esempio di eredità debole.
Ciao Bruna e grazie della segnalazione!

Bruna Tadolini

Visto che l’argomento interessa, vi metto anche questo recente lavoro che porta un esempio sperimentale del fenomeno

Endocrinology. 2006 Jun;147(6 Suppl):S11-7. Epub 2006 May 11.

Adverse effects of the model environmental estrogen diethylstilbestrol are
transmitted to subsequent generations.

Newbold RR, Padilla-Banks E, Jefferson WN.

Developmental Endocrinology and Endocrine Disruptor Section, Mail-Drop E4-02,
National Institute of Environmental Health Sciences, Research Triangle Park,
North Carolina 27709, USA. newbold1@niehs.nih.gov

The synthetic estrogen diethylstilbestrol (DES) is a potent perinatal endocrine
disruptor. In humans and experimental animals, exposure to DES during critical
periods of reproductive tract differentiation permanently alters estrogen target
tissues and results in long-term abnormalities such as uterine neoplasia that
are not manifested until later in life. Using the developmentally exposed DES
mouse, multiple mechanisms have been identified that play a role in its
carcinogenic and toxic effects. Analysis of the DES murine uterus reveals
altered gene expression pathways that include an estrogen-regulated component.
Thus, perinatal DES exposure, especially at low doses, offers the opportunity to
study effects caused by weaker environmental estrogens and provides an example of the emerging scientific field termed the developmental origin of adult
disease. As a model endocrine disruptor, it is of particular interest that even
low doses of DES increase uterine tumor incidence. Additional studies have
verified that DES is not unique; when other environmental estrogens are tested
at equal estrogenic doses, developmental exposure results in increased incidence of uterine neoplasia similar to that caused by DES. Interestingly, our data suggest that this increased susceptibility for tumors is passed on from the
maternal lineage to subsequent generations of male and female descendants; the mechanisms involved in these transgenerational events include genetic and
epigenetic events. Together, our data point out the unique sensitivity of the
developing organism to endocrine-disrupting chemicals, the occurrence of
long-term effects after developmental exposure, and the possibility for adverse
effects to be transmitted to subsequent generations.

Sailor-Sun

Ora che ci penso, in ecotossicologia, uno degli esami per valutare l’inquinamento delle acque verteva sull’analisi della Daphnia, un piccolo crostaceo che, nonostante la sua riproduzione asessuata, in condizioni di stress permette la nascita di individui maschi che, accoppiandosi con le femmine, permetterebbero maggiori possibilità di mutazioni e quindi di sopravvivenza.
Non avevo pensato al fattore stress.
Può essere vero.
Ma di certo non è una cosa dovuta a volontà superiori.

Giona

Sailor-Sun ha scritto:
“Io il lamarkismo l’ho studiato tra le teorie evolutive sbagliate.”
Anche io ma era una presentazione sciocca e semplicistica di una serie di posizioni e realta’ molto piu’ complesse. Per altro a scuola si studia il lamarkismo in contrapposizione con il darwinismo.
Nulla di piu’ sbagliato, questa antitesi non era nelle idee di Darwin.

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