«L’ateismo – scriveva Ludwig Feuerbach – è un dovere morale». Parola di laico devoto. Ma oggi, almeno a giudicare dalla pletora di saggi e pamphlet che stanno riempiendo le librerie italiane, la professione di ateismo sembra diventata anche qualcos’altro. Crociata profana? Marketing editoriale e/o politico-culturale? O forse, più semplicemente, legittima difesa contro l’offensiva della Chiesa verso fecondazioni assistite, Dico e eutanasia? Sarà pure colpa del cosiddetto crollo delle ideologie, fatto sta che si torna a parlare di Dio, anche se solo per negarlo o per sconfessare i suoi sostenitori. Basta scorrere qualche titolo per farsi un’idea del fenomeno: dal Trattato di ateologia di Michel Onfray (Fazi) al Babbo Natale, Gesù adulto. In cosa crede chi crede di Maurizio Ferraris (Bompiani); da Laici. L’imbroglio italiano di Massimo Teodori (Marsilio) al Diario di un laico di Carlo Flamigni (Pendragon); dal polemico Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) di Piergiorgio Odifreddi (Longanesi) al recente Corso accelerato di ateismo degli spagnoli Antonio López-Campillo e Juan Ignacio Ferreras (Castelvecchi); fino a Non abusare di Dio. Per un’etica laica di Gian Enrico Rusconi (Rizzoli) e all’imminente L’eclissi di Dio di Sergio Zavoli (in libreria da maggio per la Mondadori). Al «Dio è con noi» dei teo-con, alle discese in campo del clero e allo sbandierato ritorno della spiritualità religiosa, rispondono dunque le dichiarazioni di guerra di quanti – darwinisti, volterriani, atei, agnostici e anticlericali – si riconoscono nell’ampia e variegata nozione di laicità, al punto che quella «nevrosi ossessiva universale» che Sigmund Freud identificava con la religione, sembra colpire oggi anche lo schieramento opposto. Col rischio che a fondamentalismo religioso si aggiunga fondamentalismo laico. «Il rischio c’è e fra un po’ di tempo il dialogo non sarà più possibile. – prevede Gian Enrico Rusconi – Anch’io mi sono radicalizzato rispetto al passato e a breve l’irrigidimento delle posizioni aumenterà, fintanto che il fronte clericale continuerà a scegliere la strada del vittimismo e dell’autoaffermazione identitaria. Tanto per cominciare, la Chiesa smetta di dire che Dio è escluso dalla sfera pubblica, mentre i fatti dicono l’esatto contrario. E poi, di che Dio si sta parlando? In questo Paese teologicamente così ignorante Dio è quello che dice il Papa». Mentre per Rusconi essere laici significa soprattutto «seguire il proprio ragionamento». Le posizioni restano poco concilianti. Michel Onfray, campione della crociata atea, afferma di aver scritto il suo Trattato di ateologia «spinto dalla rabbia, e per dimostrare che l’ateo non è semplicemente colui che sostiene l’inesistenza di Dio, ma chi afferma che Dio è una finzione, tanto quanto lo sono Madame Bovary o Babbo Natale, e anche per spiegare che cosa si nasconde dietro questa favola». La novità, semmai, è nel successo di vendite che riscuotono libri come il suo e come quelli dei suoi colleghi dell’ordine dei laici militanti. «Segno – dice Onfray – che ci sono molte persone che condividono il mio grido di allarme contro le religioni». Si dice d’accordo Piergiorgio Odifreddi, matematico impertinente e anticlericale convinto, il cui ultimo libro è un autentico best seller. «Il mio non è un attacco alla Chiesa e alla religione, è piuttosto una difesa, in un momento in cui si è diventati tutti papisti. I veri laici in questo Paese si contano sulle dita di una mano. Mai come oggi la politica è stata così acquiescente alla Chiesa cattolica, al punto che il Papa emette proclami su come devono votare i parlamentari cattolici. Naturale che una tale entrata a gamba tesa abbia provocato una reazione». In un’Italia geneticamente votata alla faziosità e alle contrapposizioni ideologiche, cattolici e laici sembrano destinati dunque a restare l’un contro l’altro armati. «Il cosiddetto fronte laico, limitandosi a far la difesa della scienza e del razionalismo illumininista, non può che risultare perdente. – dichiara il filosofo Bruno Moroncini, tra gli autori di una monografia della rivista «L’espressione», edita da Cronopio, sul tema dell’ateismo – il suo fondamentalismo è la spia di una battaglia persa ancor prima di aver sparato il primo colpo». La soluzione per evitare i rischi di una generale deriva fondamentalista, per Moroncini, andrebbe cercata nell’«etica del desiderio propria della psicoanalisi». O magari mandando tutti a scuola di tolleranza. «Il vero problema, nella nostra civiltà della globalizzazione, è l’esclusione della conoscenza dell’altro dalla propria vita. – afferma padre Gennaro Matino, co-autore con il laico Erri De Luca, di Sottosopra. Alture dell’Antico e del Nuovo Testamento (Mondadori) – Credenti e laici si attaccano per presunzione di conoscenza, ma di fatto c’è ignoranza dell’altro. La libertà di confronto, invece, parte dal rispetto della differenza».
Non nominare Dio invano
6 commenti
Commenti chiusi.
la libertà di confronto mi dice che se il cristiano mi accusa di essere senza valori perchè ateo io posso rispondere che lui è un pollo che crede agli imbroglioni in tonaca….
coma fa un cristiano a dire che bisogna essere disponibili al dialogo e poi parlare candidamente di principi non negoziabili? che cazzo di dialogo è??
E’ “dialogo alla maniera cattolica”. Altra perla da mettere sullo scaffale delle scemenze, fra la “sana laicità” e il “diritto naturale”.
leggete “Non abusare di Dio” di Gian Enrico Rusconi. Molto bello.
Lo sto leggendo proprio ora … 🙂
Cmq aspetto con ansia The God Delusion
leggete “IL MITO EUROPA”,La chiesa quasi sempre taciuto sul diritto democratico dei popoli,non denunzia mai i dittatori latinoamericani, la miseria, persone ridotte in servitu’,ragaze paraguauiane, brasilene,reclutate, secuestrate, strapate alle famiglie a scopo sessuale, destinate in Argentina, Spagna,Italia, germania, il razzismo economico nella sostanza un problema di mercato….Benedetto XVI andra’ in Brazile,la falsita dei bianchi cristiani,il pregiudizio politico catocomunista, dove e’la grande civilta’ laica europea?
Smontare pezzo per pezzo le affermazioni del papa, di bagnasco o company non lo chiamo fondamentalismo, lo chiamo “far funzinare il cervello”.