Darwin e Dico. Lo stesso rifiuto

«Mi sembra che sia stata la Provvidenza ad averti indotto, Eminenza, a scrivere una chiosa (Glosse) sul New York Times». Così Benedetto XVI, rivolto al cardinale di Vienna Schönborn, nel ringraziarlo della relazione conclusiva dell’incontro su “Creazione ed evoluzione” svoltosi a Castel Gandolfo lo scorso settembre. Una chiosa che merita davvero tanta considerazione: sebbene a colpi d’accetta, come più tardi ha riconosciuto lo stesso cardinale, con essa, appena scomparso Giovanni Paolo II, veniva riaperto l’attacco contro la teoria dell’evoluzione. Chiosando, appunto, come «vaga e trascurabile» persino la presa di posizione con cui nel 1996 papa Wojtyla aveva riconosciuto che ormai la teoria dell’evoluzione non può essere considerata più «una mera ipotesi». Ne seguirono polemiche in tutto il mondo. Con proteste anche da parte di eminenti scienziati cattolici, che si appellarono direttamente allo stesso Benedetto XVI. Oggi, grazie alla pubblicazione degli atti del convegno del 2006 (Schöpfung und Evolution, con prefazione del cardinale Schönborn), sappiamo che il 7 agosto del 2005, sulle pagine del quotidiano newyorkese, era all’opera la Provvidenza. E che forse l’alto presule viennese aveva previsto persino la battaglia sui Dico. […]

Il testo integrale dell’articolo di Orlando Franceschelli è stato pubblicato sul sito de Il Riformista

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6 commenti

gianni

quando il sole tornerà a girare con tutto il firmamento intorno alla terra? penso che di sto passo ci arriveremo presto.

giops

io invece penso proprio di no 😛
lascia che continuino a fare il loro bla bla antistorico

Markus

L’alternativa all’evoluzione è l’estinzione.
Se proprio i cattolici non vogliono evolversi… speriamo siano sulla strada giusta ! 😉

Marco G.

Ma perchè l’alto presule viennese non si occupa piuttosto dell’affluenza dei viennesi alla messa che a quanto mi risulta è piuttosto scarsina? E perchè non prova a prendersela con Freud oltre che con Darwin, e comunque non comincia a provare a convincere i suoi concittadini a cambiare idea su entrambi? Scrive sul NYT per evitare al Wiener Zeitung di essere sommerso di lettere di protesta? E soprattutto, cosa c’entra tutto questo con una “battaglia sui Dico” che esiste solo in Italia? Schönborn aveva previsto anche che di tutto questo ai viennesi non sarebbe fregato niente? E comunque, visto che l’unica conclusione logica che si può trarre da questo articolo è: dove si insegna Darwin si possono fare anche i Dico, dove non si possono fare i Dico non si può insegnare nemmeno Darwin, non vedo proprio cosa ci sia ancora da discutere…

ciceracchio

tranquillo si stanno estinguendo lo dimostrano con le statistiche .
te guarda i loro raduni il piu’ giovane dovrebbe essere sull’ottantina
sono tutti vecchi e rancorosi hanno paura di dover vendere tutto
i soldi col debito come ci ha l’italia saranno fiinalmente costetretti
a toglierglieli. LA LORA ATAVICA PAURA E’ VUOI VEDERE
CHE CI TOCCA ANDARE A LAVORARE .
W ZAPATERO

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