Giappone, riprendono le esecuzioni. Giustiziati tre pluriomicidi

Tre condannati a morte sono stati impiccati oggi in Giappone, nella prima serie di esecuzioni del 2007. Sono state le prime impiccagioni dalle quattro che il 25 dicembre scorso avevano segnato la fine di una moratoria di fatto di oltre un anno dovuta alla fede buddhista del titolare della Giustizia nel governo di Junichiro Koizumi, sostituito in settembre dall’attuale premier Shinzo Abe.

Gli ultimi impiccati, secondo indiscrezioni di fonti di stampa, si chiamavano Yoshikatsu Oda (condannato per un duplice omicidio del 1990), Masahiro Tanaka (quattro assassinii durante una rapina) e Kosaku Nada (due persone uccise durante una rapina).

Nonostante in Giappone la pena capitale sia comminata solo per omicidi plurimi i movimenti per i diritti umani la contestano duramente. In particolare Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie sono solite protestare dopo ogni impiccagione. Inoltre, a parere di diversi gruppi per i diritti civili, esistono ragionevoli dubbi su vari aspetti delle procedure giudiziarie. Ma, almeno stando ai sondaggi, un’ampia maggioranza dell’elettorato approva l’uso della pena capitale. […]

Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito de La Repubblica

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18 commenti

Markus

🙁

Sinceramente da laico trovo che la pena di morte sia una barbarie indicibile.
Che un buddhista si opponesse ed un laico ora lo permetta non mi fa nè caldo nè freddo. Dico solo che dovrebbe essere una conquista umana quella di capire che la Giustizia ha i suoi limiti e pene irreversibili come la condanna a morte non dovrebbero mai essere inflitte a nessuno…. anche perchè si fa presto a strumentalizzare la giustizia, a parte gli errori umani.

Sailor-Sun

In giappone la vita ha un valore differente dal nostro…terra dei primi kamikaze e dei suicidi di gruppo. Peccato che mi piaccia.

zumpappa

Anche a me piace. Comunque qui avevate detto che il Giappone è principalmente un paese ateo, non credente in un dio personale.

Enrico Bacciardi

Anche la Cina comunista è formalmente atea… però anche lì uccidono per legge.

L’unica cosa che mi conforta è che, non essendo l’ateismo una fede, possiamo anche tranquillamente dare addosso a questi paesi barbari (almeno sotto questo aspetto!) e non doverli difendere ideologicamente.

Daniela

uccidere degli esseri umani, incredibile, la stupidità e la barbarie degli esseri umani, a volte l’uomo si comporta proprio come una bestia feroce.

Daniela

a proposito la religione nazionale del giappone è lo scintoismo, religione politeista, poi una piccola parte pratica il buddismo e un’altra piccola fetta della popolazione il cristianesimo, non so chi abbia dett che il giappone è una nazione atea ma si sbaglia di grosso, anche perchè non so che vuol dire. Comunque ci saranno sicuramente persone atee, resta il fatto che il giappone rimane una nazione fortemente maschilista e dal punto di vista sociale molto retrograda, dal punto di vista della parità dei sessi molto deve essere fatto.

Leo55

Daccordo con Daniela.
Aggiungerei che dal punto di vista culturale , il maschilismo si evidenza in comportamenti estremi di aggressività irrazionale , da cui si originano tradizioni ed usanze dedite al culto guerriero, all’onore e in buona sostanza, alla morte.

pisolo

“uccidere degli esseri umani, incredibile, la stupidità e la barbarie degli esseri umani, a volte l’uomo si comporta proprio come una bestia feroce.”

Il problema non è uccidere esseri umani: anche nell’aborto si uccidono esseri umani.
Il problema è se si uccidono delle persone: basta privare un essere umano di questa “titolo” che lo Stato dà a chi è nato (non un attimo prima) e che, a rigor di logica, può revocare e non si commette nessuna barbarie.

Joséphine

IMHO tra pena di morte e ateismo, rispettivamente religione non c’è nesso.
Esistono credenti fermamente contrari alla pena di morte, e atei fermamente favorevoli.

Pessimista Cosmica

Mi pare che non siate molto aggiornati sulla reale situazione sociale e culturale del Giappone, ne parlate come se fossero fermi a 60 anni fa! Il Giappone non e’ di certo piu’ incivile dell’America e contrariamente di quanto avviene negli Usa in Giappone la pena di morte e’ una misura davvero estrema, adottata solo in casi limite e non di certo per accaparrarsi voti. Per i giapponesi la vita ha esattamente lo stesso valore che ha in tutto il mondo civilizzato, ripeto, informatevi.
Personalmente non vedo relazione tra ateismo e rifiuto della pena di morte, a meno di non volersi illudere che la violenza sia un qualcosa di inculcato a forza nell’uomo dalle ideologie, invece che un fattore naturale insito nella vita stessa.
Sulla questione in se’ non riesco a giungere ad una posizione chiara ed univoca per quanto mi interroghi, esistono esseri umani talmente orrendi, capaci di tali azioni a cui e’ difficile -e forse “disumano”- auguare qualcosa di diverso della morte. Persone che uccidono per diletto, torturano per riuscire ad avere un orgasmo, che devastano corpi e menti con la stessa facilita’ con cui si rompe un giocattolo. Persone che trattano gli esseri viventi come “roba”, roba da smembrare, annientare, umiliare. Non sarei onesta con me stessa se fingessi di provare interesse per la loro sorte. Non considero la vita umana sacra ed intoccabile di per se’, e questo proprio perche’ non sono religiosa, altrimenti sarei vittima del loro stesso rassicurante e garantista antropocentrismo.

cartman666

Io invece sono d’accordo con Pessimista Cosmica al 100%. Fermo restando che la pena di morte deve essere usata con molta parsimonia,per evitare errori irreversibili,se io stesso fossi un pluriomicida ergastolano, preferirei mille volte la morte piuttosto che stare rinchiuso in una cella fetente, per tutta la vita.
I giapponesi danno un valore diverso comunque a quello nostro dell’esistenza,forse incomprensibile a delle persone molto distanti dalla loro cultura, e non e’ detta che la loro visione sia poi cosi’ influenzata dalla religione. Tra l’altro la loro società e’ anche molto meno maschilista di quello che sembra, l’emancipazione femminile ha fatto passi da gigante, evidentemente molti di voi saranno rimasti fermi allo stereotipo di donna giapponese=geisha, ma e’come quando parlano di noi italiani come mangiaspaghetti e suonatori di mandolino.

Ernesto

Shinzo Abe è il nipote di un criminale della seconda guerra mondiale. Anche in Giappone comandano sempre le solite famiglie.

giovanni

Il carissimo amico BUSH se ne fa un baffo di tre condannati a morte in Giappone.
Il religiosissimo credente bush (minuscolo) fa mettere a morte una persona ogni 5 giorni nella democraticissima esportatrice di democrazia (a suon di bombe) che si chiama USA.
Ogni tanto ricordiamocelo. Grazie America.

Leo55

@ cartman666

Evidentemente parli con dovizia di informazioni di prima mano sulla cultura giapponese di oggi.
Anche se colgo una leggera contraddizione nell’affermazione che fai :”I giapponesi danno un valore diverso comunque a quello nostro dell’esistenza, forse incomprensibile a delle persone molto distanti dalla loro cultura” e il dire poi :”Tra l’altro la loro società e’ anche molto meno maschilista di quello che sembra, l’emancipazione femminile ha fatto passi da gigante, evidentemente molti di voi saranno rimasti fermi allo stereotipo di donna giapponese=geisha”.
Purtroppo non sono in grado di esprirmere un mio personale giudizio sulla società e la cultura sociale del Giappone di oggi, poichè la mia conoscenza del problema si ferma aglii stereotipi ben noti a tutti.
Saresti in grado di indicarmi delle valide fonti di approfondimento per saperne di più.
Grazie e ciao.

cartman666

x Leo55: riguardo all’emancipazione della donna giapponese, ho letto un bellissimo articolo su un periodico che usciva gratis assieme al sole 24 ore, purtroppo non posso dirti i riferimenti precisi perche’ l’ho vergognosamente perso, questo spiegava dettagliatamente la rivoluzione del comportamento femminile in Giappone, che ha messo molto in crisi i comportamenti dei maschietti giapponesi, ti faccio un esempio,una volta fino ad una trentina di anni fa, quando una donna che aveva un lavoro si sposava,rassegnava le dimissioni per occuparsi della casa, adesso invece continua imperterrita a lavorare,a divorziare molto piu’ frequentamente, e conseguentemente a vivere da sola. Tra le giovanissime sono in aumento i casi di teppismo, e tra l’altro, se magari diventa piu’ raro vedere le donne col tradizionale costume da geisha,se vai in certi quartieri di Tokio, potrai vedere le harajuku girls, ragazze che a vederle sembrano abbastanza simili ai nostri vecchi punk, con acconciature stranissime e minacciose, e con vestiti che si rifanno ai costumi dei samurai, che a quanto pare sono fonte di ispirazione per gli stilisti di moda.
Per il resto le mie fonti sono molteplici e inesauribili, leggo molti manga, e guardo anime e film in lingua originale con i sottotitoli, che ti puo’ sembrare strano, rivelano molte curiosita’ sugli usi e costumi nipponici, nonche’ una vecchia enciclopedia con cui mi documento sulla storia giapponese antica, e sulle usanze dei samurai, sempre sui forum di animazione giapponese escono molte notizie di prima mano sugli usi e costumi della societa giapponese.
Saluti

Aldo

Personalmente, più che sulla pena di morte in sé (pur discutibile), mi soffermerei sulle MODALITA’ delle esecuzioni.

Trovo raccapricciante che ancor oggi ci si permetta di ricorrere a metodi inutilmente dolorosi. Se pena di morte deve essere, quanto meno che sia “eutanasica”! Ovvero, che uccida senza far soffrire, sotto anestesia generale. Se il fine delle esecuzioni è liberare la società da un condannato considerato irrecuperabile, non vedo ragioni per infliggere sofferenza. Ma, forse, nei Paesi che praticano la pena capitale (come il Giappone) o anche solo che la prevedono in modo fumoso e “obliquo” (come l’Italia, si veda la Costituzione all’art. 27) si è rimasti ancorati alla vecchia concezione della pena di morte intesa come “deterrente”, il che è particolarmente rischioso, in quanto lascia uno spiraglio aperto verso la tortura che, da questo punto di vista, è ancor più efficace. Brrrr… il medioevo è ancora qui!

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