L’UE condanna l’omofobia: nel mirino il governo polacco

SÌ, 124 NO e 150 astenuti. Il Parlamento europeo ha approvato ieri una risoluzione che sollecita le autorità polacche «ad astenersi dal proporre o adottare» le leggi evocate nei giorni scorsi da componenti del governo ultraconservatore di Jaroslaw Kaczynski e dal porre in atto «misure intimidatorie» nei confronti delle organizzazioni gay.

Il testo proposto da socialisti, verdi, sinistra europea e liberademocratici fa un riferimento esplicito alle recenti dichiarazioni del ministro della pubblica istruzione e vice premier polacco, Roman Gyertich, sul progetto di legge destinato a punire «la propaganda omosessuale» nelle scuole, e a quelle del vice ministro all’istruzione Miroslaw Orzechowski, per il quale «gli insegnanti che renderanno pubblica la loro omosessualità saranno licenziati».

Gli eurodeputati invitano le autorità polacche «a condannare pubblicamente e a prendere misure contro le dichiarazioni rilasciate da leader politici incitanti alla discriminazione e all’odio sulla base dell’orientamento sessuale». Il parlamento Ue chiede anche l’invio di una delegazione europea in Polonia per accertare i fatti. Nella risoluzione sono stati tolti riferimenti al presidente della Cei Angelo Bagnasco che erano contenuti nelle proposte originarie, ma si condannano comunque «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi». Citato, come esempio del problema in Europa, anche il caso del ragazzo italiano suicida perché vittima del bullismo omofobico dei compagni di scuola. L’Europarlamento ha anche indetto per il 17 maggio una giornata internazionale contro l’omofobia, intervenendo anche sui Gay Pride, per chiedere ai governi di non impedirne lo svolgimento e di proteggerne i partecipanti.

L’attivismo ultraconservatore del governo polacco continua a fare scandalo anche sul controverso terreno della «lustracja». Dopo il caloroso sostegno dell’europarlamento a Bronislaw Geremek, uno dei padri del movimento Solidarnosc ed ex ministro degli Esteri della Polonia, che ha rifiutato di sottoscrivere la legge che obbliga i funzionari a dichiarare eventuali collaborazioni con i servizi segreti dell’ex regime comunista, anche Tadeusz Mazowiecki, già capo del primo governo in Polonia dopo la caduta del comunismo si è rifiutato di ottemperare alla legge sulla «decomunistizzazione», secondo quanto afferma il settimanale Wprost. Mazowiecki, 80 anni, doveva compilare una dichiarazione sul proprio passato, come membro di una commissione che attribuisce la massima onorificenza polacca, l’Ordine dell’Aquila bianca. In base alla nuova legge sarà costretto a lasciare la commissione.

Sulla controversa legge, la Commissione europea si è mantenuta prudente. «La legge è all’esame della Corte Costituzionale polacca», ha detto il portavoce Johannes Lainterberger, rilevando che non spetta alla Commissione pronunciarsi sulla sua legalità. […]

Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato su L’Unità del 27 aprile e può essere letto sul sito gaynews.it

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7 commenti

zumpappa

E’ una dittatura, uno non può neanche seguire le opinioni della maggioranza. Ma visto che a bruxelles girava anche qualche pedofilo, perché non pensano alla corruzione di casa e si fanno gli affari loro? Se la Polonia è così che vogliono fare, invaderla come l’Urss? E’ incredibile, tutti come soldatini bisogna obbedire, anche se la maggioranza di un paese è di un’idea differente. Io sta minchia d’Europa non la voglio. Ora non discriminate la mia idea.

Magar

Zumpappa, come ti ho scritto ieri, se la maggioranza dei cittadini di un paese europeo fosse favorevole a discriminare pesantemente i cattolici, tu invocheresti la sacra sovranità nazionale anche in quel caso? L’omofobia è una violazione dei diritti umani, come lo sarebbe, che so, schedare i cattolici e impedire loro di partecipare alla messa. Ma si sa, per voi ultra-cattolici gli omosessuali sono peggio che bestie.

Stefano

Incredibile le cose che si devono sentire! Chi discrimina non vuole essere discriminato. Il governo polacco può fare quello che vuole, ma non dentro l’Europa che si basa sulla tolleranza e sul rispetto delle diversità. Una comunità si basa su valori comuni, la libertà appunto, ma non la libertà di fare o dire ciò che si vuole, la libertà di essere ciò che si vuole di ogni singolo cittadino.

Stefano

Incredibile cosa tocca sentire! Chi discrimina non vuole essere discriminato. Il governo polacco se vuole fare parte dell’Europa deve accettare quelli che sono i suoi valori fondanti: la tolleranza e il rispetto per il diverso. Una comunità si basa su valori comuni come la libertà, ma non la libertà di una maggioranza di opprimere una minoranza, la libertà di ogni singolo individuo di essere quello che è e di non essere discriminato per questo. Questa è l’Europa che a noi piace, e se a voi non piace, ve la faremo piacere.

emel

@Zumpappa

>Io sta minchia d’Europa non la voglio.

…fatti prete, e sarai accontentato.
Altrimenti non rompere i coglioni.

Gio

La Polonia sta diventando sempre più una dittatura basata sull’intolleranza e sull’omofobia, ovvero su tutto ciò che proviene dalle frange più becere dell’ideologia cattolica.
Se la Polonia non condivide gli ideali di libertà, laicità e tolleranza che caratterizzano la Civiltà Occidentale, è giusto che se ne vada fuori dell’Unione Europea.

Giol

La Polonia sta dientando una dittatura omofoba, a causa della bieca ideologia cattolica. Se non condivide gli ideali di libertà e laicità tipici della nostra Civiltà è bene che se ne stia fuori dall’Unione Europea.

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