Frutti amari del relativismo politico

Non so quale sia il rilievo propriamente criminale del moltiplicarsi delle minacce nei confronti dell’arcivescovo Bagnasco: lascio il giudizio agli esperti. Quello invece che so è che queste minacce hanno un rilievo politico e culturale.
Sotto il primo profilo, quello politico, sono il segno di un “incattivirsi” – che addolora e che non va sottovalutato – dell’atmosfera pubblica del nostro Paese. Peraltro, non vanno nemmeno sottovalutate le esplicite e ferme reazioni di condanna che si sono avute da parte di tutte le principali forze politiche italiane. È un segno, questo, che ancora non sono stati del tutto dimenticati gli anni in cui la violenza politica, dalle aule universitarie in cui veniva teorizzata da tanti “cattivi maestri”, giunse a divenire, per opera di ottusi e criminali discepoli, una prassi costante che arrivò a insanguinare, quasi quotidianamente, strade e piazze del nostro Paese.
Se dunque sembra ragionevole pensare che politicamente è ancora prematuro assumere il reiterarsi di queste minacce come il segno di un radicale cambiamento di atmosfera dell’Italia di oggi, culturalmente invece è opportuno ricordare cosa c’è dietro queste aggressioni, per ora fortunatamente solo verbali, e dietro queste minacce, per ora fortunatamente solo velleitarie. Alla loro radice si colloca una specifica visione della vita sociale, che oggi assume le vesti del relativismo politico, e che non accetta l’idea che esista un bene umano oggettivo, che è compito della politica individuare e costruire con pazienza, sia pur tra mille difficoltà. Il relativista vede nella politica il luogo del conflitto anziché del dialogo, dello scontro anziché della paziente ricerca di interessi comuni e giunge quindi a convincersi che chi non è con lui, è sempre, oggettivamente, un avversario, uno che si pone e agisce contro di lui.
È inutile ricordare i nomi delle ideologie e degli ideologi che hanno contribuito a costruire questo paradigma in tutte le sue varianti, fino alle più estreme: è cosa che può interessare, al più, solo gli accademici. Ricordiamo invece, quali siano gli effetti di questa visione del mondo, che, negando una verità della politica, cioè l’esistenza di un bene comune, giunge a sostenere – a suo modo coerentemente – che la guerra è un concetto politicamente forte e la pace un concetto politicamente debole. […]

Il testo integrale dell’articolo di Francesco d’Agostino è stato pubblicato sul sito di Avvenire

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8 commenti

Marco G.

“Moltiplicarsi”? Ecco cosa succede quando ci si ostina ad attaccare i matematici…

Markus

Ho studiato alcuni libri di D’Agostino e mi sembravano belli, addirittura laici, ma questo articolo non mi sembra all’altezza… che sia un omonimo ?

Basti pensare che lo stesso discorso potrebbe farlo la Chiesa di Satana di La Vey… sostenendo esattamente il contrario dei Cristiani… Allora chi ha ragione ? La maggioranza ? E come dimostrarlo ? Ma certo… una bella guerra !

E’ vergognoso che confondano volontariamente quello che chiamano bene oggettivo e sarebbe meglio definire con l’Arbitrio ( la pretesa infantile di una oggettività) con il Relativismo basato sul riconoscimento delle posizioni altrui ed il dialogo senza avere necessità di regole rigide…

Ovviamente … perchè il potere tirannico è quel demone che ha bisogno delle sue strutture e dei suoi riti… dei suo esperti che non licet contraddire …

Comunque sono sempre i soliti incantatori di folle… il solito mantra… Relativismo … NO … Vaticano… SI’ …. Relativsmo NO! … Per fortuna funziona solo con soggetti facilmente impressionabili

Ch

divertente, a detta di questo articolo un dogmatista cattolico (con i suoi principi non negoziabili) é più aperto al dialogo politico relatiststa. Sarebbe divertente capire come l’autore risolverebbe i conflitti che nascono quando due visioni dogmatiche si negano a vicenda.

I_Steve

Flavio Claudio Giuliano, detto l’Apostata (332-363): «Sotto il mio regno i pagani potranno tenere nuovamente i loro incontri, e offrire preghiere secondo il loro uso. Nel futuro tutte le genti vivranno in armonia, l’uomo sarà guidato dal pensiero e dalla razionalità; non dalla violenza, dagli insulti e dalle punizioni corporali.»

Guiuliano non restaurò il paganesimo in odio al cristianesimo e agli altri culti, ma restituì all’Impero la lbertà di culto, abolita da suo zio Costantino..

Asatan

I_steve, forse era una delle poche persone ad aver capito che la fede è un concetto molto relativo e soggettivo, che quando è imposta con la forza perde qualsiasi significato.

Non per niente gli dato come nomignolo L’Apostata, che detto da un credente è un insulto pesante.

Il problema non è il fatto che ci sia gente che a fede, il problema è quando ritengono i loro sogmi l’unica possibile verità e di conseguenza cercano di imporla agli altri.
Poveracci i cristiani “relativisti” (teologia della liberazione, ma anche tanti sig.Rossi muniti di buon senso e buon cuore), perchè sono i primi cui i dogmatici la fan pagare.

Arcturus

Trovo interessante il sussiego con cui l’estensore dell’articolo cerca di mostrarsi come un profondo conoscitore dell’ambiente accademico e un pensatore sopraffino; quando poi il suo pseudo-discorso si risolve tutto in pessima retorica, vecchiotta anziché no. Tutto lo scritto è un noioso esercizio di arroganza linguistica, senza costrutto né sostanza. Ma basta coll’antico trucchetto manicheo di avvocare a sé tutto il bene (genericamente inteso ed espresso) e di attribuire all’altro, il nemico, tutto il male! Una tale argomentazione ormai funziona giusto con i poveri di spirito che televotano per il Grande Fratello! Se si ha l’ambizione di parlare a degli intellettuali (vabbé, anche se immagino che razza di intellettuale asservito possa concepire un retore del genere…) bisogna mettere in gioco un po’ più di concretezza argomentativa, meno retorica, più limpidezza analitica, meno fazione. Si sente dire che bisogna abbassare il tono dello scontro… e se invece innalzassimo il livello della qualità argomentativa? Sempre che i fideisti, oltre ai dogmi acritici, abbiano anche argomenti…

Liberal

Bisognerebbe che questo ignorante prof. D’Agostino ( sicuramente un prete travestito da prof: ) la smettesse finalmente di rompere …… con le sue insulsaggini e studiasse finalmente la storia criminale del cristianesimo: scoprirebbe così quanti milioni di vittime furono causate dalla misericordia di santa madre chiesa; ma se questo gli costa fatica rifletta per un po’ al numero di vittime dell’AIDS provocate dalla mancata adozione dei mezzi di prevenzione ( profilattici) sponsorizzata dalla chiesa di Giovannii Paolo II

raphael

Falsi come giuda…
Anche noi si persegue il bene comune ma che sia senza….teocrazia
Non vi sta bene?
oh cazzo

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