Scritte di solidarietà a presunti membri delle Br sono comparse al May Day, la manifestazione organizzata da sindacati autonomi e centri sociali per la tutela del lavoro precario, in corso a Milano. In via De Amicis, non lontano dal punto di concentramento del corteo, è stato scritto in spray nero e firmato con una stella dello stesso colore “Solidarietà al Gramigna”, il centro sociale di Padova sotto stretta osservazione.
Altre scritte a favore di alcuni presunti Br sono comparse all’altezza del numero civico 6 della piazza: in spray rosso “Milo, Marta, Orlando e Fede liberi” e, in nero, “Milo free”, alludendo a persone arrestate nell’ambito di operazioni antiterrorismo. Sempre sugli stessi palazzi si legge ancora, firmato con falce e martello, “fuori i compagni!”. “Liberi tutti!” scritto in rosso.
Lungo il percorso, durante il quale sono stati esplosi dei petardi, si è letto anche “libertà per gli antifa” e la stessa espressione, antifa è stata usata anche come sigla di altre scritte.
Non mancano contestazioni, sebbene di altro genere, anche a Roma. Andrea Rivera dal palco del concertone del primo maggio ‘saluta’ il Santo Padre con lo sguardo rivolto alla basilica di San Giovanni in Laterano e la piazza comincia a fischiare. “No, che so’ ‘sti fischi?”, dice Rivera, che aggiunge ironico “il Papa dice di non credere nell’evoluzionismo, e c’ha ragione: la Chiesa in 2mila anni non si è evoluta affatto”. “Non sopporto – ha aggiunto Rivera dal palco – che il Vaticano abbia rifiutato il funerale a Welby, cosa che non ha fatto per Pinochet, per Franco, e per uno della banda della Magliana. Ma è giusto così…”, ha concluso ironico. Scendendo dal palco e dirigendosi verso i camerini l’artista ha poi aggiunto: “Mi dispiace che abbiano mandato i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa nella quale mi riconosco è quella di San Francesco”.