Del relativismo e altri insulti

Alcune parole vengono svuotate del significato originario e umiliate da un’interpretazione forzata e ingenerosa. Una di queste è senza dubbio “relativismo”. Dire a qualcuno “sei un relativista” è, sulla bocca di molti, sinonimo di un insulto bello e buono.
Benedetto XVI ha dichiarato guerra al relativismo morale e culturale. Rappresentanti caricaturali di un pensiero aconfessionale hanno appeso al chiodo relativismo e laicità, come scarpette ormai consumate. Per non parlare dello spirito che anima quel bizzarro appuntamento che si chiama “Family day”: di famiglia ce n’è una sola, nessuno spazio al relativismo (familiare)!
È utile ricordare che in campo morale non esiste una Verità, e che ognuno, in assenza di danni a terzi, dovrebbe legittimamente scegliere come vivere, secondo le proprie preferenze. Nessuna imposizione di un punto di vista, ma la libertà di scelta affidata alle persone: questo è il relativismo.
E mai dimenticare che l’alternativa si chiama oppressione, tirannia, dogmatismo. Si chiama abuso e violazione delle libertà individuali. La tentazione di redimere le pecorelle smarrite in nome di valori assoluti è irresistibile: liberati dal presunto errore gli uomini saranno schiavi. Schiacciati da una Verità morale scelta da altri.
Chi vuole scegliere liberamente e rispettare le scelte altrui non può non dirsi relativista. Questo è il senso di una iniziativa relativista, il “Families night” (non sfugga il plurale) prevista per la notte dell’11 maggio: una candela a sostegno di tutte le famiglie, dell’amore e non di una istituzione.

Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica

Archiviato in: Generale

12 commenti

Markus

Se mi dessero del RELATIVISTA ! Sarei felice e contento tutto il giorno 🙂

Non so come si sentirebbero loro definendoli … dogmatici … arbitrari … irrazionali … irragionevoli … creduloni …

Il Filosofo Bottiglione

sono un RELATIVISTA, sono un LAICISTA;
sono molto, molto ISTA.

però sono anche un ateo, mannaggia! peccato che non si dica “ateista”.

Giol

Ratzinger si dimentica che il contrario di relativista è ASSOLUTISTA…

Ah no, dimenticavo, lui E’ convintamente assolutista…

Ela

Insisto: voglio vedere se ai tg dei giorni seguenti passerà un servizio adeguato (non 30 secondi tra i 30 min sul family day e i 3 sui commenti di B16) su questa iniziativa… vi fossero pure 300 case illuminate a giorno dalle candele, se i simpatici media non passano la voce servirà a ben poco se non come gesto di principio personale.

Daniela

ci sono voluti tanti secoli per eliminare l’assolutismo, e adesso stanno cercando in tutti i modi di ripristinarlo, la chiesa cattolica è come il KKK sfuttano la democrazia e la libertà di parola per sputare velono ed intolleranza

ciceracchio

l’unica cosa che mi offende e’
essere chiamato cattolico apostolico come cazzo
continua???
l’ho scritto anche all’ingresso di casa
una targa qui abitano persone italiane laiche atee
razionali. se cercate un cattolico
potete sempre andare a fare in culo.
questa casa e’ abitata da persone .
non da bacia pile .
e’ una bella targa in ottone sopra aleggia l’effige di garibaldi e darwing

ciceracchio

facciamo tutti una maglietta con su w rivera
hanno fatto una grande cazzata approfittiamone
hanno fatto di rivera un martire dellla liberta’
come w villa W RIVERA IL MARTIRE
LAICO

Aldo

Ateo, ateista… Chi è che suggeriva il termine “bright” (pronto, brillante, sveglio) per indicare coloro che sono liberi dalla superstizione teista?

E’ un po’ la vecchia storia secondo la quale coloro che hanno scelto di non generare figli preferiscono dirsi “childfree” piuttosto che “childless”. Il primo termine mette l’accento sulla libertà che deriva da una scelta, il secondo sulla privazione che deriva da una mancanza.

Ebbene, “ateo” (con quell’alfa privativa) dà più l’idea che darebbe “godless”, ovvero il patimento per la mancanza di un dio.

Qualcuno riesce a trovare un’espressione italiana che possa invece sottolineare l’orgoglio e la gioia impliciti nell’essere stati in grado di liberarsi della superstizione religiosa? Se sì, suggeritela in modo che la si possa adottare a tutti gli effetti.

Il Filosofo Bottiglione

@ Aldo e Pacs

non si può darvi torto. gli atei anglofoni hanno coniato “bright”. noi che possimo dire? lucidi? qualcuno ha proposto “ignostici”. qualcuno potrebbe suggerire altre parole rappresentative…
ma è ATEO che fa saltare sulla sedia il bigotto.
è ATEO che ha forza nell’immaginario collettivo.
è ATEO che rompe lo schema del conformismo.

pazienza se nasce da una negazione, le ragioni sono solo storiche, a me piace così.

Sailor-Sun

X Aldo: la religione è una limitazione alla normale (o potenziale) intelligenza umana, è un peso, una catena.
Dirsi ateo equivale ad affermare che quella limitazione non la si ha più o non la si ha mai avuta, dichiarandosi così libero da quel peso, da quella catena.
Ci si dichiara liberi.
Sai che soddisfazione?

Lo stesso discorso vale se si parla del caso particolare cristiano, o più generalmente della fede nel divino.

Quell’articolo l’ho letto su E-polis.
Complimenti al vecchietto con le scarpe di prada che distorce la lingua italiana e sfrutta l’ignoranza e la credulonità della gente per distruggere la democrazia dal suo interno.
Provi, quel vecchietto con le scarpe di prada, a usare termini come “negazione del libero pensiero” o “imposizione (a)culturale forzata” per argomentare le sue omelie, ci provi!
Il male è infido, usa sotterfugi e inganni per raggiungere i suoi scopi. Verissimo.

LUIGI

Nella notte buia un uomo accende una luce: quell’uomo è il maestro.
Un altro uomo si precipita subito a spegnerla: quell’uomo è il prete.
Accendiamo più luci che possiamo; forse non riusciranno a spegnerle tutte!

Commenti chiusi.