Terrorismo e dittatura

Non credo sia importante, giunti a questo punto, esprimere un giudizio qualità artistica della satira di Andrea Rivera: ognuno, com’è noto, ha la propria sensibilità (o quella che preferisce gli sia attribuita), e sarebbe perfino comprensibile (sia pure con grande difficoltà) l’eventualità che l’Osservatore Romano si fosse dichiarato irritato per il modo irriguardoso in cui talune considerazioni sono state espresse.
Sta di fatto che la vicenda, evidentemente, verte su un tema assai diverso, per la verità ben più importante: quello relativo alla supposta inammissibilità delle critiche rivolte alla Santa Sede.
Nel caso specifico, Rivera ha chiesto al Vaticano come sia possibile che a Welby siano stati negati i funerali religiosi, i quali invece sono stati accordati senza alcuna difficoltà a sanguinari dittatori della risma di Pinochet; trovo che la domanda, ancorché espressa attraverso il filtro della satira, contenga un dubbio decisamente serio e tutt’altro che trascurabile (peraltro condiviso da una buona parte della comunità dei credenti); dubbio che, per un motivo o per l’altro, i vertici vaticani si sono sempre rifiutati di fugare in modo chiaro.
L’impressione è che la Chiesa Cattolica abbia ormai fatto proprio, un metodo piuttosto singolare, consistente da un lato nel rivendicare un ruolo, e dall’altro nel volersi sottrarre agli oneri e alle responsabilità che quel ruolo comporta: è quanto accade da anni, ad esempio, nel campo dell’impresa e del commercio, cui gli enti ecclesiastici si dedicano con grande profusione di risorse, sottraendosi, tuttavia, agli obblighi (uno per tutti, quello di natura fiscale) che normalmente si ricollegano all’esercizio di quelle attività.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni non è altro che l’applicazione dello stesso metodo al campo della politica: la Chiesa rivendica a gran voce il diritto di esprimere le proprie posizioni nella sfera pubblica, ma si ostina a non voler accettare le critiche che sono connaturate a quel ruolo, bollandole sistematicamente come aggressioni e rifiutandole, quindi, in quanto tali.

Il che conduce a un interrogativo ancora più angoscioso: siamo noi, ad essere dei terroristi, o sono loro ad essere dei dittatori?

Articolo di Alessandro Capriccioli pubblicato sul blog Metilparaben

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6 commenti

Daniela M

Ho appena scoperto un sito orripilante:
http://www.fattisentire.net

andateci, fatevi una navigata, scoprirete “suppliche” contro i di.co, ringraziamenti ai vescovi e altre amenità simili. E poi parlano di terrorismo per l’espressione libera di una persona…!!
Non ho parole. Qui siamo di fronte a una ben congegnata organizzazione non tanto terroristica, ma oserei dire “criminale”, in quanto artefatta a uso di sfacciate parzialità e istigazione all’odio. Vi invito a visitare il sito, perchè è importante conoscere a che livello di barbarie siamo arrivati….
(c’è anche il sito del forum per le famiglie che è pure una perla di coerenza evangelica…)

Franco Siccardi

Da una dittatura teocratica che si e’ sempre rifiutata di riconoscere la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo non ci si puo’ aspettare altro.

Vergognoso e’ invece il fatto che quasi tutti i politici, invece di difendere quello che e’ il sacrosanto diritto costituzionale di un cittadino, si accodino pedissequamente alle farneticazioni di un giornale straniero, di cui, visti i reiterati inviti a violare la legge che e’ solito proporre, dovrebbe essere immediatamente sequestrato, cosi’ come avverrebbe con qualsiasi giornale che inviti a delinquere.

Daniela M

@il rospo

stupenda la risposta di Capriccioli all’anonimo cattolico!!

Antonio

“Il che conduce a un interrogativo ancora più angoscioso: siamo noi, ad essere dei terroristi, o sono loro ad essere dei dittatori?”

Basta ricordare un po’ di storia per capire la risposta a questa domanda. La libertà di espressione quando va contro i dettami della chiesa è sempre terrorismo… vogliamo ricordare i più famosi Giordano Bruno e Galileo Galilei?

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