Incitare i cattolici a ribellarsi al Vaticano

«Liberazione» mette i piedi nel piatto della polemica scoppiata all’indomani del concertone del primo maggio, a piazza San Giovanni a Roma. Il direttore del giornale, infatti, va fuori del solito lamentoso coro di chi pensa che ogni commento da parte vaticana su ciò che avviene nel nostro Paese (e che, oltretutto, direttamente la riguarda), debba configurarsi come un reato di “lesa maestà” rispetto alla laicità dello Stato, e anche un “vulnus” ai patti che ne regolano i reciproci rapporti. Così anche questa volta Piero Sansonetti sceglie una sua rotta solitaria, chiamando imprevedibilmente e apertamente in causa i «cattolici democratici», accusandoli di pavidità, e di venir meno al «loro ruolo», che sarebbe quello di costituire un «ponte tra laici e Chiesa», imponendo finalmente «un alt alla sua corsa oscurantista e fondamentalista (…) che sta sfigurando, in pochi mesi, il volto della religione cristiana».
«La polemica» (il servizio che ieri apriva il foglio di Rifondazione comunista si chiama così), pur tra molte approssimazioni nei riferimenti storici, evidenzia il “rischio” costante che, comunque, accompagna l’azione politica dei cattolici: quello di essere strumentalizzati. Un rischio che in tempi burrascosi, appare piuttosto come una certezza. A sinistra (ricordate quando Gad Lerner si rivolse ai cattolici, chiedendo loro: «Perché non parlate?»), ma anche a destra, oggi, i cattolici impegnati in politica corrono seriamente il pericolo di essere apprezzati non per i contenuti che possono offrire sui temi che specialmente li caratterizzano, ma solo strumentalmente per la loro capacità di legittimare le scelte operate dagli altri, anche quando esse non gli appaiono del tutto condivisibili. «Liberazione» non nasconde questo intendimento, e così non paga della bassa intensità delle critiche dei cattolici democratici alle accuse lanciate alla Chiesa durante il concertone, arriva al paradosso di rimproverarli di pavidità per non avere condannato la denuncia e la preoccupazione espresse in quella occasione dagli organi di informazione della Santa Sede. […]

Il testo integrale dell’articolo di Pio Cerocchi è stato pubblicato sul sito di Avvenire

9 commenti

ciceracchio

un bischero come te di sicuro??
zumpapapa zumpirippapa
zumpopara zunquauqua…il mistero eccola qua ????
noi atei non vogliamo il papa al rogo a quella roba li ci pensava
gia’ gente prezzolata da lui anni fa’
noi speriamo che i cattolici battezzati si sveglino e lo mandino a lavorare
il peggior nemico dei papi eì’ il lavoro
penza si sporcherebbero tutto l’
abitino bianco ???’

grillo parlante

ma perche’ dovremmo ribellarci contro chi ci rappresenta sulla terra?

Carlo

Matt, sei un genio 🙂 🙂 🙂 🙂

La confusione mentale dei troll e’ diventata confusione grammaticale 🙂

darkzero

Perché grullo, vorresti avere un rappresentante altrove? Che ne dici di Plutone? Si schiatta di freddo e l’atmosfera, se ben ricordo, è a base di metano. Il posto ideale per le tue vacanze.

grillo parlante

il Papa e la Chiesa Cattolica rappresentano i Cattolici sulla terra

Kaworu

io credevo che il papa rappresentasse dio in terra XD XD XD

a catechismo e a scuola dalle suore me l’han sempre spiegata così la faccenda XD

grillo, ma non ti senti come dire… patetico?

Giol

Il papa non rappresenta nessuno. I cattolici, se vogliono essere rappresentati e considerati, ammettano che la “chiesa cattolica” è un partito politico,.. e vada in parlamento, se vuole. Altrimenti, fuori dalle balle.

E’ inammissibile che la chiesa cattolica sia il partito politico più infulente d’Italia, pur non essendo in parlamento.

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