Da qualche giorno Welby è tornato. Si parla molto infatti di lui, da quando il suo nome è stato evocato dal palco di piazza San Giovanni, a Roma, nel concertone per il primo maggio. Si disse lì che è ben strana una Chiesa che nega il funerale ad un uomo come Welby mentre lo concede a dittatori come Franco o Pinochet. Non proprio un tema da ballo, diciamolo. Specie se piazzato dentro una tiritera anti-ecclesiale che giustamente ha scatenato reazioni proporzionate. Ma la battuta ha avuto il suo effetto, da un telegiornale all’altro, da una pagina di giornale a quella della testata concorrente. Con una coda di commenti, che snocciolavano le solite accuse, non si sa se saccenti o spensierate. Non converrebbe fermarsi un soffio? Forse ci si accorgerebbe che si sta toccando un tema di grande e drammatica delicatezza: la morte e il nostro ultimo istante.
Su questo tema, così forte e grandioso, la Chiesa ha da sempre riflettuto, elaborando una sua ragionata posizione. Quanti milioni di esseri umani, giunti a quel punto estremo, hanno avuto vicino un prete? E si può forse pensare che su una materia così cruciale la Chiesa non abbia maturato un approccio ad un tempo rispettoso della verità di quella singola vita ed educativo nei riguardi delle altre, di coloro che restano? I critici inavvertitamente cadono in un paradosso comico: accusano la Chiesa terrena di volersi impancare a giudice della vita di un uomo, e lo fanno stilando le loro personali, rigide e un po’ modaiole classifiche di buoni e cattivi, volendo loro sì giudicare i meriti dopo la morte. Piccoli, ridicoli, deucci a ventiquattro pollici…
Ma il tema, grazie alla Chiesa, ormai è posto. Secondo l’antica sapienza e secondo anche la dottrina – quella che molti attaccano senza troppo conoscerla – un uomo può giocarsi tutto nell’ultimo momento della vita. Fino a quell’attimo supremo la nostra esistenza è presa in un drammatico confronto, in un duello come facevano vedere gli antichi disegni, tra la disperaz ione e l’affidamento alla misericordia di Dio. La Chiesa non è il notaio delle coscienze. Piuttosto è madre che onora la libertà dei figli, anche nell’estremo istante. Nel caso di Welby, dinanzi a una manifestata e ripetuta presa di posizione contraria alla fede sul valore della vita come dono di Dio indisponibile a noi mortali, la Chiesa rispettando la libertà di quell’uomo e avendo a cuore la fede e la libertà di tanti in condizioni simili, si assunse una responsabilità dolorosa e coerente. A differenza di quel che si dice al bar sport, il funerale non è la celebrazione di un processo, né una sanzione notarile, e nemmeno una polizza di assicurazione sull’ultimo viaggio. No, è l’affidamento di una creatura alla misericordia di Dio, da parte della comunità cristiana nel cui seno chi vuole (anche solo non opponendosi) si addormenta. Se uno come scelta sofferta, tormentata, dichiarata, preferisce addormentarsi altrimenti, chi siamo noi per opporci a lui e al suo lucido volere?
Resta, per tutti, il fatto che all’ultimo istante, fino all’ultimo istante, la nostra vita può dire sì a Dio, o dire no. Il cristianesimo e la Chiesa hanno così rispetto della libertà umana, così devozione e commozione, da comprendere che un solo istante, un solo gesto libero, una lacrima sola, può cambiare di segno una vita, un destino. […]
Il testo integrale dell’articolo di Davide Rondoni è stato pubblicato sul sito di Avvenire
Mettere nella lista dei cattivi grandi amiconi del papa polacco quali Pinochet, Videla & Co. non dipende dalle mode bensì da un elementare senso di giustizia e dignità umana.
Liberté, Egalité, Fraternité non sono evidentemente di casa nella chiesa cattolica, ieri come oggi come domani, è una questione di coerenza.
Certamente Franco e Pinochet non tenevano in grande considerazione il valore della vita ALTRUI come dono di Dio… eppure il feeling con la chiesa cattolica era splendido. Come mai?
Tanto, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato…
E per i più meritevoli, come il boss della banda della Magliana (specializzioni: sequestri, scommesse, droga, affari con tutte le mafie, ecc.), l’ambito premio di una prestigiosa sepoltura dentro una basilica sita fra piazza Navona e il Vaticano, in selezionata compagnia di papi, cardinali e vescovi.
Ma è mai possibile che i milioni di cattolici onesti, che pure esistono, non vedano tutto questo schifo?!?!?!
E quale sarebbe stata la reazione “proporzionata” se rivera avesse intonato “Osteria del Vaticano”? Scomunica? Richiesta di scuse in ginocchio sui ceci?? Rogo in piazza??? No, tanto per capire cosa si rischia…
Solita nauseante miscela di arroganza, pomposità, sofistica, giudizi di valore e argomenti d’autorità alla come-vi-permettete-pezzenti-di-giudicare-chi-è-tanto-più-grande-e-intelligente-e-fantastico-e-sapiente-di-voi
Venendo poi da dei residui di medioevo che ripugnano alla ragione di qualsiasi uomo o donna minimamente assennato e minimamente istruito, tutta questa boria da ancient regime è davvero grottesca.
Premessa: la partita e’ tutta interna alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana (Rivera mi risulta si dichiari cattolico, anche se alla “San Francesco”)
Da spettatore esterno, non posso che
1) dare solidarieta’ ad un cittadino italiano che, usando la liberta’ di espressione del pensiero senza offendere nessuno, viene invece accusato di fare terrorismo (questo invece, oltre ad essere uno spregevole colpo basso, e’ anche diffamazione, IMHO)
2) chiedermi perche’ Raul Gardini, che si sparo’ un colpo in testa, ebbe il funerale religioso
Ciao
Roberto Grendene
Roberto, perchè Raul Gardini era ricco sfondato, una caratteristica da sempre molto apprezzata dai preti. Come era ricco sfondato e generoso verso i seminaristi il boss della malavitosa banda della Magliana inumato addirittura in una basilica del centro di Roma.
“…lo fanno stilando le loro personali, rigide e un po’ modaiole classifiche di buoni e cattivi, volendo loro sì giudicare i meriti dopo la morte. Piccoli, ridicoli, deucci a ventiquattro pollici…”
Hmmm…, vediamo, quest’anno è molto trendy il malato terminale che chiede l’eutanasia, mentre sono decisamente out, direi quasi demodé, i dittatori sanguinari e i banditi pluriomicidi. Ma non si preoccupino le loro reverendissime eminenze, è previsto un loro ritorno per la collezione autunno/inverno 2007-2008. Già, come sono fugaci le mode, come sono effimeri i giudizi morali di chi critica Santa Madre Chiesa!
Piccoli, meschini, per niente ridicoli, deucci a 50 grani di rosario
Ribadisco, l’unico sbaglio di Rivera è stato chiedere scusa a quei ladri ipocriti e criminali che vanno in giro vestiti di nero e col collare del dio cane che rappresentano. Il guaio è che vorrebbero tenere al guinzaglio anche noi. Qui si parla di Chiesa che rispetta le libere scelte, come quella di togliersi la vita (che per voi è inconcepibile e da condannare), ma non quella, espressamente richiesta dalla Signora Welby, di avere delle esequie religiose. E’ incredibile come il doppio carpiato della frittata da parte del Vaticano riesca a capovolgere un palese RIFIUTO in un rispettoso silenzio. Dopo il musical sul santo impostore (tale padre pio da Pietralcina), questo è veramente il massimo.
Rivera ha solo detto delle verità scomode, tutto lì. Ma sempre di verità si tratta.
La chiesa cattolica nemmeno si vergogna di certe verità,… interessa solo nasconderle e basta.