Le gerarchie cattoliche e le opinioni che offendono…

Gentile direttore, tutti d’accordo, giornalisti, uomini politici, scrittori e via di seguito, che, come scrive Moni Ovadia su “L’Unità” (5 maggio), sia “indiscutibile il diritto sacrosanto dei cattolici, di tutti i cattolici, ad esprimere le proprie opinioni, quand’anche siano scomode o scabrose per i laici…”. Però sembra si ignori che il diritto cade qualora tali opinioni, pur non potendosi configurare come reato, non siano solo scomode o scabrose, ma anche offensive; qualora possano creare discriminazioni, patemi d’animo, angosce, o cose peggiori. Il diritto viene meno anche quando si esprimono “opinioni” come queste: “Il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge” (Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, n. 10 – approvato il 28 marzo 2003, da Giovanni Paolo II e firmato dal cardinale Joseph Ratzinger). E’ ovvio che nessuno può chiudere la bocca alla gerarchia ecclesiastica, però bisogna ricordare a chi usa con disinvoltura la parolina “diritto”, che questo “indica il potere di fare ciò che non è espressamente vietato da una legge” (Samuel Pufendorf; 1632 – 1694). Se estendiamo il concetto alla legge morale, vediamo che, col pretesto della libertà di opinione, non di rado ci arroghiamo diritti che non abbiamo.

Renato Pierri
Articolo pervenuto a ultimissime e pubblicato su L’Unità 8 maggio 2007

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16 commenti

Flavio

Secondo me il punto è un altro: la chiesa cattolica non è un soggetto democratico (nel senso che le gerarchie non vengono elette dal basso, ma nominate dall’alto), prende enormi finanziamenti dallo stato con un meccanismo che le assicura un introito che mai i soli suoi adepti potrebbero generare, e si arroga il diritto di parlare “universalmente”, su “valori non negoziabili”.
Con questo tipo di atteggiamento è impossibile dialogare: non scendono sul terreno del confronto con i fatti e con le opinioni altrui. Dicano quello che vogliono, la società non può che progredire nonostante la loro resistenza.
Il problema sono i politici che non cambiano le loro convinzioni vecchie come il cucco!

Monsignèr

Flavio……in Italia è tutto vecchio come il cucco…..
o meglio…è quasi tutto vecchio come il cucco….ma il nuovo che c’è, usciti dai confini nazionali è già abbastanza vecchio:)

tadeo

Anche io considero la chiesa catolica non soggetto democratico, non condivido da parte dei vertici ecclesiastici parole “incitamento al terrorismo” come ha affermato L”Osservatore Romano” La reazione ecclesiastica e’ sproporzionata, ricorda le migliore ” tradizione degli ambienti religiose militare latinoamericani, anni 1960- 1985.

Milvorum

“indiscutibile il diritto sacrosanto dei cattolici, di tutti i cattolici, ad esprimere le proprie opinioni, quand’anche siano scomode o scabrose per i laici…”

non vedo perchè i laici non abbiano il diritto di esprimere le proprie opinioni quand’anche siano scomode e scabrose per i cattolici…

jsm

beh! sai, milvorum, è una questione di sensibilità: i laici si incazzano se Bagnasco parla di gay e pedofili mentre i preti danno di matto se il laico dice “non sono d’accordo”…

Milvorum

e proprio questo il problema….. fino a quando loro possono parlare e tutti gli altri devono stare in silenzio la questione non si risolverà mai

Espatriato

Opinioni cattoliche in giro per il mondo.

Notizie dal Brasile: il presidente della CNBB (Conferência Nacional dos Bispos do Brasil – Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile), Cardinale Geraldo Maiella, ha detto oggi che “il programma di educazione sessuale del governo federale induce alla promiscuità, quando promuove la distribuzione di preservativi”. Testuali parole!!!!

Altra chicca, sempre del Maiella: “Favorire questa educazione (sessuale) perché? Per stimolare la precocità del bambino, dell’adolescente, come nel caso del preservativo? Questo è educativo? Questo è indurre tutti alla promiscuità”.

Il Maiella, nell’intervista alla BBC Brasil, non ha perso l’occasione per criticare l’iniziativa del ministro della salute brasiliano, José Ramos Temporão, di aprire un dibattito nazionale sull’aborto ed ha detto che se ci sarà un referendum per legalizzare l’aborto, la Chiesa farà una grande campagna per incentivare i fedeli a votare contro.

Fonte: http://noticias.terra.com.br/brasil/visitadopapa/interna/0,,OI1599726-EI8325,00.html

È in portoghese, ma a chi interessa la versione integrale posso tradurre…

Ps. Per chi non lo sa il governo brasiliano distribuisce gratuitamente preservativi e il programma di educazione sessuale difende a spada tratta l’uso del preservativo come misura anti-AIDS.
L’aborto, attualmente non è legale, ma si sta spingendo per un dibattito nazionale sul tema.

Antonio

Ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma quando una delle parti fa un’affermazione “pesante”, ha il dovere di sostenerla su fatti concreti, non appellandosi ad una legge morale non universalmente riconosciuta.

jsm

beh, dire che esiste un dio e che gli dobbiamo obbedire mi sembra sufficientemente pesante da richiedere una qualche prova, non trovi?

Espatriato

Per concludere, non potevo non tradurre un pezzo importante dell’intervista al capo dei vescovi brasiliani:

“ (…)

Domanda: Come lei valuta il governo Lula?

Risposta: Lui è stato una grande promessa per il popolo, essendo un lavoratore, un metallurgico che è giunto al potere. Naturalmente ha tante buone intenzioni, nonostante tutte le sue scelte di governo siano molto discutibili. Non c’è unanimità nel dire che va tutto bene. Ci sono problemi, e sono molto seri, e sostanzialmente: primo, il rispetto alla dignità della persona umana, in ogni senso, e soprattutto il rispetto per la vita.

D: Lei pensa che questo non stia accadendo?

R: Ah, ci sono discussioni, nel parlamento e in altri luoghi, ministeri che sono di responsabilità del governo e che promuovono certe misure che non vanno in direzione della difesa della vita.

D: Come questa discussione sull’aborto?

R: Come l’aborto. E vedo anche che l’educazione non è solo promuovere la persona è qualcosa di più profondo. Non è solo trasmettere informazioni scientifiche, ma formare le persone alla vita. Questo deve accadere fin da piccoli. Un’educazione che sia di qualità, con ottimi professori. Perché, come oggi accade, favorire un’educazione, in vista di che? Per stimolare la precocità del bambino, dell’adolescente, come nel caso del preservativo? Questo è educativo? Questo è diseducativo, disinformativi, è indurre tutti alla promiscuità. Questo non è rispetto alla vita, e nemmeno vero amore. Questo è far sì che l’uomo diventi un animale.

(…)”

davidetb

e intanto pure oggi sullo squallido sito del giornale.it appaiono articoli contro Rivera e contro le coppie gay (quelle maschili!)

Liberale Liberista Libertario

Come al solito con l’Unità non concordo. I cattolici possono dire quante scabroità vogliono. Il problema stà nella democrazia stessa. Io poi sono un anti-democratico: il potere dello stato và diminuito anche quando esercitato democraticamente. Negli USA leggi contro la sodomia sono state approvate votando….non per questo sono più liberali. C’è qualcosa di intrinsecamente illiberale nella democrazia…

Lorenzo

“…col pretesto della libertà di opinione, non di rado ci arroghiamo diritti che non abbiamo.”

Esatto. La libertà di opinione é una delle più belle conquiste del mondo civile. Il problema é che troppa gente se ne approfitta. 🙁

Daniela

ma una cosa è esprimere le proprie opinioni e altra è pensare e esigere che lo stato segua la propria morale, ecco perchè lo stato deve essere laico, perchè è l’unico modo per garantire diritti e doveri a tutti i cittadini.

Lorenzo

…attenti a non confondere la democrazia con l’oclocrazia. La prima è la gestione del potere da parte della maggioranza all’interno di un quadro di regole condivise e di coesione sociale, la seconda invece è abuso di potere e ogni forma di soprusi da parte della folla su chiunque si trovi ad essere additato come bersaglio da qualche capopolo.
La Francia è un esempio del primo tipo, l’Iran del secondo. L’Italia si barcamena tra i due, ma chiaramente l’Iran piace di più a chi si candida a fare il capopolo, non solo tra i preti ma anche tra i politici.

Asatan

Appunto, Lorenzo, è su una forma di teocrazia in stile iraniano che puntano certi individui.
Una democrazia apparente. Il popolo elegge un parlamento (alle elezioni possono partecipare solo gli appartenenti alla religione x). Il parlamento vara le varie leggi, le leggi però devono passare al vaglio di un consiglio di esperti giuristi (leggi sacerdoti che conoscono il testo sacro x a memoria) e se non conformi al precetto dei sacri testi la cassano definitivamente.

Qual’è la differenza con lo stalinismo, il maoismo o il nazi fascimo? A parte che mettono la parola “dio” al posto della parola “popolo”.

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