Oltre 150.000 donne arrestate in Iran

La scorsa settimana l’ufficiale capo della polizia iraniana ha dato annuncio dell’arresto di circa 150.000 donne colpevoli di aver violato le nuove regole del codice d’abbigliamento: «durante i primi quattro giorni abbiamo arrestato 150.000 donne non appropriatamente velate, ma molte di loro sono state rilasciate dopo aver sottoscritto un’ammissione di colpa, scuse formali» ed essersi sottoposte ad un consulto psicologico. Secondo la Bbc, solo negli ultimi dieci giorni migliaia di donne iraniane avrebbero ricevuto una diffida proprio a causa dell’abbigliamento inappropriato, mentre le più sfortunate, a Teheran, sarebbero state trattenute agli arresti. Delle tredici donne che hanno rifiutato di apporre la propria firma sul documento di pentimento, contenente la promessa di tenere un comportamento migliore e più consono per il futuro, sappiamo solo che saranno costrette ad affrontare un duro processo.

Stando all’emittente britannica si tratterebbe di una delle più feroci azioni repressive mai perpetratesi negli ultimi anni contro le donne «mal velate» tanto da riportare alla mente le dure persecuzioni post rivoluzionarie. Le automobili della polizia stazionano fuori ai più grandi centri commerciali di Teheran, fermano i pedoni, le macchine, sequestrano veicoli ed arrestano le poche donne che osano rispondere. L’opera di moralizzazione iraniana ha avuto, dunque, inizio: «Moda ed abbigliamento sono in netto contrasto con i valori islamici. Le donne dovranno coprirsi mani e chioma nascondendo le loro curve in pubblico in Iran. Non ci sarà posto in un paese islamico per coloro che non rispetteranno il codice d’abbigliamento o che si rifiuteranno di portare l’hijab; altrimenti dovranno lasciare il paese». Il deputato radicale islamico, Seyyed Mehdi Tabatabai, ha detto che la legge varrà per tutti: «i membri delle minoranze non musulmane e tutte le visitatrici straniere dovranno obbedire alle nuove norme del codice di abbigliamento islamico». I turisti, infatti, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna, non potranno in alcun modo sottrarsi alle nuove norme : «abbiamo chiesto alle agenzie di viaggio di avvertire le turiste e di spiegare loro le leggi di questo Paese» ha ribadito il vice capo della polizia di Teheran, Hossein Sajedi-Nia. In città non si parla d’altro: «questa ultima azione repressiva della polizia ha sconvolto la gran parte degli iraniani, donne, giovani ed anziani». A Teheran, dove da poco è scoppiato il caldo, una ciocca fuori posto può costarti anche la galera e nelle ore notturne gli standard riguardo all’abbigliamento sono ancor più rigidi. La polizia iraniana ha consegnato infiniti avvertimenti alle ragazze accusate di aver violato le nuove norme in tema di abbigliamento e le iraniane non escono di casa per paura d’esser molestate

Le libertà, conquistate con tanta fatica, come il semplice diritto di vestire i colori, sono state, allora, strappate via, proprio come le sciarpe pastello sequestrate dalla polizia, che hanno lasciato nuovo posto a foulard neri. E la situazione non è certo destinata a migliorare: le autorità hanno già annunciato un’azione ancor più incisiva per i prossimi giorni volta a garantire il sicuro rispetto delle norme. Anche i giovani uomini vengono redarguiti, magari per aver indossato camicie a maniche corte o essersi tagliati i capelli «come quell’attore di Hollywood». Ed anche ai barbieri non è più ammesso fare tagli all’occidentale, usare prodotti cosmetici o sfoltire le grosse sopracciglia. Pena? La revoca della licenza o peggio l’arresto.

Insomma, ancora una volta, il diritto inalienabile alla libertà in Iran altro non è che un diritto sopraffatto e vincolato da incoscienti politiche repressive le quali si scagliano anche contro l’abbigliamento che, lungi dall’essere una scelta autonoma e soprattutto consapevole, si tramuta in terrorismo psicologico, mezzo becero per instillare un forte senso di paura e forzoso rispetto tra la gente comune. Ogni anno, all’inizio dell’estate, le autorità annunciano una nuova campagna moralizzatrice, ma questa volta Ahmadinejad ha dato ordine alla polizia di avviare una dura persecuzione «della devianza dei costumi di coloro che non vogliono capire» così da distrarre, magari, l’attenzione da un rovinoso innalzamento del costo della vita che piega la società o dalla forte tensione internazionale che rischia di affievolire il modesto consenso interno producendo una rivolta, quel consenso che ora più che mai quasi sfugge dalle mani dell’autorità islamica. Ed ecco, allora, che il regime usa la sua brutale forza per insinuare nuovamente la paura nelle donne, nei loro padri e nei loro mariti, perché ricordino, con maggior chiarezza e terrore, la loro condizione di sottomessi.

Intanto, mentre in Occidente quasi non si parla delle ordinarie esecuzioni che si susseguono in Iran o dell’arresto di oltre 150.000 incolpevoli donne, in Persia procede senza sosta una profonda campagna mediatica, volta ad avvallare ed istituzionalizzare brutali persecuzioni cui unico fine è quello di render più consapevole il popolo dei propri limiti, della propria debolezza e dell’impossibilità di raggiungere anche i seppur minimi standard di Democrazia in cattività.

L’articolo di Alexandra Javarone è pubblicato sul sito Liberali per Israele

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22 commenti

Genea

Ma chi è va a far turismo in Iran? Poveri iraniani manco ti puoi vestire come ti gira…

Markus

Sarà mica il caldo ?

Invece della ricerca sul nucleare dovrebbero studiare metodi ecologici di tenere al fresco il cervello !

Leo55

Femministe di casa nostra battete un colpo se ci siete.
Smettete per un momento di criticare la “mercificazione” del corpo della donna nei rotocalchi e in televisione e occupatevi di diritti “veri” dove serve.

Sydbarrett76

Se non facciamo come in Iraq e Afghanistan arriverà anche il giorno in cui le Sorelle Iraniane cominceranno ad appendere per i testicoli (metaforicamente) chi le opprime.

Voltaire

La strumentalizzazione del corpo della donna lo troviamo nella mercificazione e anche nell’obbligo del velo. Chi non vede nella donna altro che un oggetto di desiderio nega la sua umanità, in occidente come in oriente.
Le femministe di casa nostra difendono diritti VERI.

Daniela

questa gente è grottesca e barbara, ma perchè diavolo una donna è costretta a vivere così, mi fa così arrabbiare

Il Filosofo Bottiglione

il regime dei preti iraniani ha dato il definitivo giro di vite alle blande aperture che aveva concesso grazie al precedente capo di governo.

dove comandano le religioni non ci si può aspettare progresso, la benchè minima conquista può essere tolta di punto in bianco e senza darne motivazione reale.

g.b.

Abbiamo anche noi qualcosa da imparare dagli iraniani: facciamo rispettare le nostre leggi: niente donne col viso coperto, e i maschi che opprimono le mogli e le figlie fuori dai coglioni, ma con diritto di asilo in Italia per le loro donne.

Sailor-Sun

Ma chi l’ha votato quel fungo umanoide?
” molte di loro sono state rilasciate dopo aver sottoscritto un’ammissione di colpa, scuse formali» ed essersi sottoposte ad un consulto psicologico.”
Consulto psicologico? O_o
MA CHE LO FACCIANO AGLI IMAM IL CONSULTO PSICOLOGICO, AGLI AYATOLLH, ALLA POLIZIA CHE COLLABORA, A QUALUNQUE PADRE;,MARITO O FRATELLO CHE OBBLIGHI LE DONNE A RINNEGARE LA PROPRIA UMANITA’!!!

Emilio Gargiulo

Il posto migliore non è dove è vietato alle donne di andare in giro coperte, o dove è vietato andare in giro scoperte, ma dove le donne possono andare in giro come cazzo gli pare, e nessuno gli dice nulla.

Vassilissa

Quoto Voltaire
ma correggerei “oggetto di desiderio” con “oggetto da possedere”.

E’ sul corpo femminile che si misura il grado di libertà di una società, che sia violentemente negato e imbrigliato o che sia esibito e mercificato.
Una volta si diceva o madonna (asessuata, velata, muta) o puttana (ipersessuata, denudata,muta anche quella) e vedo che siamo ancora a sbattere tra questi due opposti.

Leo55

@Vassilissa

Prima di quotare rifletti bene sul significato delle cose.
La morale cattolica espressa nei valori del puritanesimo e della castità è quella stessa morale che nell’occidente ha creato il ruolo di donna-oggetto-serva-schiava; morale da cui con fatica ci siamo in parte affrancati.
L’Islam non è altro che il cattolicesimo di qualche decennio fa da noi (neanche poi tanti decenni), ma criticare l’Islam, a differenza del cattolicesimo è un tabù per certi epigoni delle battaglie per i diritti dell’emancipazione della donna di casa nostra.
Inoltre vedo che ti sei accorta della gaffe relativa all’oggetto del “desiderio”, come se adesso desiderare sessualmente una donna diventi automaticamente anche un’offesa………..diamoci una bella regolata: io posso desiderare una donna, una donna è liberissima di desiderare un uomo,di desiderare sessualmente un’altra donna, chiunque deve essere libero di esplicitare la propria sessualità nel rispetto della libertà altrui, come chi è desiderato è liberisissimo di rifiutarsi, beninteso.

lik

@ Emilio Gargiulo

“Il posto migliore non è dove è vietato alle donne di andare in giro coperte”

Non mi risulta vi siano posti al mondo dove vi sia una polizia come quella iraniana che gira per controllare che le donne siano con il tanga o in toplesso che vadano in televisione a fare le veline. Un conto è la pressione sociale un conto è la pressione della polizia. Comunque bisogna essere proprio disonesti per credere che vivere in Iran e vivere in Italia sia la stessa cosa per una donna.

@ Sydbarrett76

Scusa, ma il manifesto aveva sostenuto la rivoluzione iraniana, ed ancora adesso ci sono larghe frange della sinsitra radicale che sostengono questo regime. Poi ancora una volta l’america latina ha subito un imperialismo ben peggiore di quello del mondo islamico. Eppure la situazione per le donne è decisamente diversa.

lik

@ cartman666

Non credo che l’iran sia un paese di merda, è un paese con una grande cultura, purtroppo è il regime che è terribile.

Asatan

La cosa più ironica è che le sure cui fanno riferimento per il velo dicono:

« Dì ai credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne; questo sarà per loro, cosa più pura, ché Dio ha contezza di quel che essi fanno. E dì alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne e non mostrino troppo le loro parti belle, eccetto quel che di fuori appare, e si coprano i seni d’un velo e non mostrino le loro parti belle altro che ai loro mariti, o ai loro padri o ai loro suoceri o ai loro figli… » ( Cor. XXIV, 30-31).

Ovvero qui di dice anche ai credenti maschi di coprirsi. Di solito le “vergogne” non sono i caratteri sessuali primari? Tette, culo, patata, coscie..? Della serie “non vestirti da puttanon…ehm da velina.”

« Oh Profeta! Dì alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano dei loro mantelli, questo sarà più atto a distinguerle dalle altre e a che non vengano offese … »
(Cor. sura XXXIII, 59).

Da quando in qua un mantello ha il passamontagna incorporato.

Ma sopratutto dove cazzo vengono date le norme sui colori.

La pura è semplice verità è che leggono le sure come gli fà più comodo sul momento. In questo modo si sono dati un scusa per praticare una violenza indiscriminata con cui terrorizzare e soggiogare la popolazione.

Sailor-Sun

Come la chiesa ha trasformato “adulterio” in “atti impuri” gli ayatollah hanno trasformato “parti belle” in “tutto tranne gli occhi” (il burqa è afghano, dove anche gli occhi sono vergognosi).

Joséphine

La sinistra di solito appoggia questi regimi tanto paritari:-)

Joséphine

E magari gira con la kefja pure alle manifestazioni in Italia;-)

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