Cronache dalla provincia: Lesina (FG)

La festa del Primo Maggio si trasforma nella festa per il patrono (san Primiano): succede a Lesina (FG) e ne dà notizia il sito di Nuova Sinistra Lesinese. E se si critica la decisione, ovviamente, piovono pietre…

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14 commenti

Ela

In questo caso, SE il voler festeggiare il santo da parte dei cattolici NON va a togliere nulla alla festa Statale, allora festeggino quando e come preferiscono. Altrimenti si rischia di fare la stessa cosa che si contesta ai cattolici per altre questioni: non volere qualcosa che non va a toccare/diminuire la propria libertà.

luca

niente di nuovo, già successo con qualcosa di molto più vistoso… che festa era il natale prima della appropriazione cristiana? la festa pagana del solis invictus…

Jamp

tre feste cristiane su quattro sono ispirate o direttamente riprese da feste “pagane” precedenti. Non è una novità.

Mizar

Dunque… vediamo… il primo maggio per la Chiesa è da sempre la festa cristiana di San Giuseppe Lavoratore. Com’è che un’altra istituzione, lo stato italiano, se ne è impossessato per farne la sua festa dei lavoratori?

Il Filosofo Bottiglione

beh, a Fontevivo, un piccolo paese emiliano che conosco, la festa del patrono si era trasformata nella festa dell’Unità. probabilmente anche perchè la parrocchia non riusciva ad organizzare niente di trascinante e i giostrai non avevano più interesse ad arricchire la festa del patrono.
ora con il PD chissà se faranno ancora la festa dell’Unità?

altri tempi

raphael

1° maggio 1886: scade l’ultimatum dettato dalla Federation Trade and Labor Unions e vengono proclamati i primi scioperi a oltranza per chiedere di sancire contrattualmente l’orario lavorativo di otto ore.
In dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400mila lavoratori incrociano le braccia.

A Chicago scoppiano disordini, la polizia spara sui dimostranti, che manifestano contro i licenziamenti punitivi, e uccide quattro scioperanti. Nella manifestazione di protesta scoppia una bomba e ci sono altri morti.
Risulta facile condannare a morte otto esponenti anarchici come capro espiatorio dell’attentato.

Disordini si verificano anche a Milwaukee dove periscono nove operai polacchi.
Sulle organizzazioni sindacali si abbatte una feroce ondata repressiva, con sedi devastate e dirigenti arrestati.

1° maggio 1947: a Portella della Ginestra, nel Palermitano, circa 2000 contadini siciliani, donne, uomini, bambini, anziani si riuniscono per manifestare.
Dopo secoli di sottomissione a un potere feudale, finalmente stanno riuscendo a conquistare il diritto alla proprietà della terra, per far fruttare i latifondi incolti.

Le recenti vittorie elettorali danno ragione ai lavoratori, ma i latifondisti reazionari armano la banda di Salvatore Giuliano.
Dalle colline che dominano la piana di Portella, aprono il fuoco le mitragliatrici degli uomini di Giuliano: il bilancio è di 11 morti e più di 50 feriti.

L’ambiguità del ministro dell’interno Mario Scelba esclude in partenza la pista della strage politica.

Come per gli anarchici statunitensi, torna comodo accusare soltanto Giuliano, senza indagare eventuali collusioni mafiose e manovre occulte dei latifondisti.

Quelle citate sono due pagine insanguinate nella storia del 1° maggio, Giornata dei Lavoratori.

Proprio la vicenda dei “martiri di Chicago” portò a considerare il 1° maggio una giornata nella quale il lavoro si ferma e i lavoratori manifestano per i propri diritti: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”.

La prima celebrazione della Festa del Lavoro si ebbe nel 1890, in Italia nel ‘91, però con scontri, morti e feriti.

A distanza di un secolo, nel 1990, la situazione risulta radicalmente cambiata e anche il Presidente della Repubblica prende parte alla celebrazione di Milano.

E’ da ricordare che durante il ventennio fascista la Festa del Lavoro venne abolita, in quanto manifestazione operaia, quindi politicamente rossa.
Ciò spiega perché specialmente nel dopoguerra, per reazione, il 1° maggio risultava caricato di connotazioni di sinistra e tensioni politiche.

raphael

La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe il 19 marzo, e il 1° maggio col titolo di Lavoratore. Inoltre la Domenica tra Natale e la sua Ottava oppune se non ricorresse, il 30 dicembre si festeggia la Sacra famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù).

Il culto di san Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo di umiltà e dedizione, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo: intorno al VII secolo la chiesa Copta ricordava la sua morte il 20 luglio. In Occidente il culto ha avuto una marcata risonanza solo attorno all’anno Mille, come attestato dai martirologi, primo fra tutti quello del monastero di Richenau, ricordandolo al 19 marzo, data diventata festa universale nella Chiesa con Gregorio XV nel 1621.
La prima chiesa dedicata a san Giuseppe sembra essere quella di Bologna eretta nel 1130.
Nel 1621 i Carmelitani posero l’intero ordine sotto il suo protettorato.
L’8 dicembre 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando esplicitamente la sua superiorità su tutti i santi, seconda solo a quella della Madonna.
Papa Leone XIII scrisse la prima enciclica interamente riguardante il santo: la Quamquam pluries, del 15 agosto 1889.
Il 26 ottobre 1921, Benedetto XV estese la festa della Sacra Famiglia a tutta la Chiesa.
La festa di Giuseppe artigiano fu istituita nel 1955 da Pio XII, e fissata il 1° maggio: la festa dei lavoratori fino a quel momento era appannaggio della cultura social-comunista.
Nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della Messa, oltre ad affidargli lo svolgimento del Concilio Vaticano II.

Barbara

Ma no vedete che la Chiesa è sempre in mezzo come il prezzemolo?!!
E quando si inagura qualcosa ,ecco accorrere il prete col suo pentolino d’acqua benedetta!!

Matteo

Le feste religiose non devono essere mischiate con quelle laiche.
Purtoppo Lesina ha la sventura di essere governata dalla giunta Schiavone della cdl.
Cosa vuole i voti della chiesa? Quando poi lui vuole condonare le villette abusive sorte sull’istmo dell’omonimo lago.

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